Una reazione da Paese civile all’idiozia laziale e comunqe non è un problema di appartenenza calcistica, ma di neuroni che girano.

Mi piacerebbe sapere che ne pensano di Anna Frank e della bravata dell’Olimpico i quattro idioti della metropolitana di Londra o il capo tifoso carismatico da cui aspetto ancora le scuse per l’ebreo di merda di sette anni fa.

In compenso sappiamo cosa pensa Mihajlovic: non pensa, perché lui non legge i giornali.

E nemmeno guarda la televisione, si presume.

O forse conosce troppo bene quella curva che rese onore ad Arkan.

Vediamo quanto dura questo slancio di civiltà, vediamo se nel cervello vuoto di qualcuno si insinua il dubbio di come prima di dire o scrivere certe cose sia bene almeno provare a cercare il neurone che vaga liberamente nel vuoto cosmico della propria mente.

Questa squadra comincia ad avere una sua logica ed il fatto di vincere le partite in cui sei obbligato a conquistare i tre punti fortifica le non molte certezze dell’ambiente.

Vittoria senza troppe discussioni, con personalità e alcuni spunti che dovranno essere confermati nel futuro immediato: i progressi di Benassi, la forza di Veretout, il rislveglio di Babacar.

Ci aspettano due partite non straordinariamente dificili e potrebbe essere il momento buono per dare uno scossone alla classifica e al pessimismo che continua ad esserci in misura secondo me eccessiva: non siamo il Real Madrid, ma neanche lotteremo per la salvezza e possiamo tranquillamente stare dalla parte sinistra della classifica.

Non proprio edificante il teatrino sul rigore, che dalle nostre parti non è purtroppo una novità e che mi riporta ai tempi della Pizzeria San Gallo, quando anch’io mi davo da fare per essere l’unico a battere dagli undici metri, solo che qui siamo in serie A e non al motovelodromo delle Cascine e certi siparietti sarebbe bene risparmiarceli.

 

Partita da vincere come e più di quella contro l’Udinese

Sarà bene ricordarci di Palermo nell’ultimo campionato per non ripetere errori micidiali, ma non solo Palermo

Mettiamoci pure le risicate è molto sofferte vittorie a Pescara e Crotone, però quella era un’altra Fiorentina, in tutti i sensi

Vi aspetto in diretta per il dopo partita su Radio Bruno e buon lavoro all’accoppiata Sardelli-Rossi

Roncaglia, Richards, Salcedo, Tomovic, ora Gaspar e Laurini, più forse altri che neanche mi ricordo: ma siamo proprio sicuri che sulla fascia destra fossero stati e siano tutti meglio di Piccini?

Lo ha bocciato Pradé, lo ha bocciato Corvino, non lo hanno voluto Montella e Sousa, eppure ieri è stato dignitosamente in campo in una partita di Champions a Torino contro la Juve.

Il fatto di essere fiorentino e tifoso viola aiuta certamente nella mia benevola considerazione del ragazzo e invece sembra quasi che questo sia stato un elemento a sfavore per vederlo ancora a Firenze.

Mistero.

I Della Valle come Trump?

Più o meno per una discreta minoranza di tifosi viola, tra cui i nostri Vonci e Vuturo, per cui qualunque cosa accada nella e alla Fiorentina è sempre colpa dei fratelli marchigiani.

Battiamo l’Udinese in una gara molto complicata sul piano psicologico, giocando un ottimo primo tempo?

Sì, vanno bene i tre punti, ma porca miseria Diego quella cosa lì a noi tifosi non la doveva proprio fare, ci ha davvero mancato di rispetto.

E cosa avrebbe fatto di così grave?

E’ venuto a Firenze per incontrare quel tale della Apple, sì,Tim Cook,  e si è fermato a dormire a Villa La Massa, là dove da sempre alloggia la Juve.

E non si è fermato qui: prima di ripartire di buon mattino ha chiamato il buon Stefano Pioli per capire come andassero le cose nella Fiorentina, che fino a prova contraria dovrebbe essere di sua proprietà, e lo ha convocato nel famigerato albergo per farci due chiacchiere.

Perché non si è presentato ai campini?

Perché non ha spiegato alla città cosa intende fare?

Inqualificabile.

Se non avesse chiamato Pioli, si sarebbe detto che se ne fregava completamente, convocandolo se ne frega dei tifosi.

Detto che se fossi uno dei due fratelli, e specialmente Andrea, sarei già tornato da almeno un mese a Firenze, a me pare che ormai si sia arrivati ad una vera e propria ossessione sui Della Valle: e se cominciassimo un po’ a rilassarci?

E neanche il Manchester o (per fortuna) la Juve.

Fatta salva questa certezza, qualcuno mi deve spiegare perchè ci sia malcontento dopo il successo di ieri, che poteva essere più larga visto l’ottimo primo tempo.

Venivamo dagli schiaffi di Verona, c’era nell’aria la paura del disastro e invece abbiamo iniziato la gara con un piglio tecnico e agonistico che lascia ben sperare per il futuro.

Vinciamo e vinceremo soffrendo, ma non per questo i successi saranno meno importanti o regaleranno meno soddisfazione.

Se poi uno vuole farsi del male da solo e buttare nel calderone tutto, Della Valle, mercato, Corvino, insomma tutto…è padrone di farlo, ma mi spiace io “non mi lego a questa schiera”.

E, come molte altre cose della mia vita, anche sulla Fiorentina morrò “pecora nera”.
Raccomandazione del sito Web:http://www.orologirepliche.it

Il resto oggi sinceramente interessa veramente poco

Poi parleremo di moduli, dei Della Valle che continuano a disertare Firenze (e non capisco) e di tutto quello che ci fa più piacere, ma tra poche ore c’è solo da vincere

Ib qualsiasi modo, fosse anche con un gol i fuorigioco nei minuti di recupero, se però ci fanno soffrire meno ringrazio con affetto

Scusate, ma non ce la faccio a solidarizzare con le signore e signorine che dicono di essere state costrette ad avere rapporti di vario tipo con produttori, direttori, industriali, politici, insomma uomini di potere.

Costrette da cosa?

Si può tranquillamente dire di no alle proposte più o meno esplicite di vecchi babbioni o uomini col cervello posizionato nel baricentro basso del corpo, qual è il problema?

Altra cosa è la violenza fisica con cui si costringe una donna ad un rapporto e su quella la legge dovrebbe colpire con maggiore severità e ancor di più dare la certezza della pena.

Avere, per esempio, un rapporto orale con un importante produttore, non il bruciataio dell’arco di San Pierino come avrebbe chiosato il grande Ciuffi,  e poi pentirsene vent’anni dopo denunciando la presunta violenza non ha proprio senso, a meno che non si cerchi un bel titolo sul giornale.

 

VEDO CHE NON CI CAPIAMO: NON HO MAI SCRITTO CHE SI DEVE DENUNCIARE, MA CHE SI PUÒ DIRE DI NO

E’ stato come per un bambino entrare a Gardaland.

Chi ama il calcio non può che godere nello stare al posto dei giocatori a sentire una lezione di un allenatore di serie A che ti spiega cose che neanche immaginavi potessero essere spiegate.

Perché ognuno è figlio delle proprie esperienze: tu giochi a pallone per oltre trent’anni e sei convinto che alla fine quasi tutto sia affidato all’istinto.

Cominciava la partita e mica sapevi cosa sarebbe successo, come se si fosse in un film, molto divertente tra l’altro e molto rimpianto ora che non gioco più da tempo.

E invece no, Pioli ci ha spiegato come funziona il calcio in serie A ed è stato, ve lo assicuro, appagante ed educativo.

Rimane poi il fatto di cosa abbiamo capito noi umili cronisti, ma questo non è colpa di Pioli e neanche della Fiorentina….

I social sono come l’acqua: vanno saputi utilizzare.

L’acqua, oltre ad essere essenziale per la nostra vita, può essere fonte di energia, ma anche creare danni immani e così accade per le piattaforme digitali.

Per una forma di pigrizia mentale o forse perché sono nato nel 1960 mi sono sempre tenuto alla larga da tutto, pur capendo che magari mi avrebbero aiutato in quella che in un eccesso di egocentrismo potrei definire popolarità.

Quindi niente facebook (il profilo che appare non è mio), niente twitter, niente istagram, niente di niente. Solo il “nostro” blog.

In compenso sui social ogni tanto si parla di me, a volte a sproposito, come quando mi si attribuisce un ruolo di censore che è quanto di più lontano ci possa essere dal mio modo di vivere e pensare.

E’ accaduto molte volte in passato, l’ultima con la sospensione per motivi indipendenti dalla mia volontà della partecipazione di Marzio e Pietro a Viola nel Cuore.

Il ritorno della voce di Pietro in trasmissione credo che sia la migliore risposta a chi mette lo sterco nel ventilatore e poi pigia il tasto on.

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