Tanto per cominciare, gli orari.

Sono ottimi, soprattutto nel fine settimana: una partita alle 14, una alle 17 e una alle 20.

Volendo, per coloro che hanno una resistenza fisica superiore alla mia, c’entrerebbe pure un film o una puntata registrata di qualche serie televisiva da vedere a titolo compensativo insieme alla paziente  moglie/fidanzata/compagna.

E poi il livello, che pare obiettivamente alto, anche perchè sembra di essere in un film la cui sceneggiatura prevede che il meglio stia sempre per arrivare, leggi alle voci Messi, Neymar, Germania.

Insomma, pensavo peggio.

Pensavo che i miei primi Mondiali senza l’Italia per cui ho sempre tifato incondizionatamente fossero qualcosa di non troppo distante da una Coppa America o altri tornei internazionali di buon livelli e invece mi sto divertendo.

Me la ricordo la conferenza stampa portoghese, con Sousa che si spendeva nel tentativo di spiegare come Rebic fosse un giocatore che poteva fare comodo alla Fiorentina.

Aveva giocato una partita discreta dopo prove da dimenticare, si vedeva che aveva un gran fisico, ma piedi così e così e soprattutto una testa che sembrava poco adatta per il calcio a certi livelli.

Eravamo in una situazione tanto bella quanto irreale, volavamo in campionato e avevamo poco voglia di aspettare Rebic, che poi ci mise del suo per portare allo sfinimento il tecnico.

Ora è un altro giocatore e oggi è sulle prime pagine dei giornali, capisco il rammarico, ma sinceramente mi pare che non si potesse fare più di così: prendiamoci una decina di milioni assolutamente inattesi e cerchiamo di utilizzarli al meglio.

Io ancora non ci credo, ma le notizie che arrivano dall’Uefa dannno il Milan in netto svantaggio nella partita per far quadrare i conti, almeno sulla carta.

Ribadisco il concetto: esistono delle regole e vanno rispettate, sedici anni fa di questi tempi eravamo agonizzanti perché non a posto nei conti e ci hanno spedito prima tra i dilettanti e poi salvati, si fa per dire, con la C2.

Se il Milan ha comprato senza avere i soldi, se non ha rispettato le norme imposte a tutti, Fiorentina compresa, è giusto che paghi, anche se il campo aveva dato un verdetto diverso.

E non avrei nessun imbarazzo a giocare in Europa al posto loro.

Matteo Salvini sta mediaticamente esagerando, almeno secondo la mia modesta opinione.

Vi aggiorno: stamani ci sono due sue interviste diverse su Messaggero e Giornale, poi stasera lo vedremo certamente nei vari TG, ieri mi ci sono imbattuto per caso con Giletti, ma dubito, anzi escludo, che fosse la sola uscita televisiva.

Non è passato un giorno dal 4 marzo in cui non si sia affacciato via video nelle nostre case per informarci e commentare su tutto.

Roba che l’altro Matteo, Renzi, al suo cospetto sembra un politico timido e poco propenso ad utilizzare i media.

Possibile che Salvini abbia tutti i giorni qualcosa di folgorante ed interessante su cui farci partecipi?

 

Un abbraccio particolare a Fax1940

Due storie molto diverse che prendono alla bocca dello stomaco e non ti mollano più.

Il ricordo più nitido di Oscar Tabarez era quello di un tecnico spazzato via da Batistuta il 26 agosto 1996, nella Supercoppa vinta contro il Milan nel giorno del compleanno viola.

Da ieri pomeriggio ne ho uno molto più forte: la sua esultanza dopo il gol al novantesimo dell’Uruguay.

Lui e la sua stampella, un messaggio di enorme potenza per chi soffre e anche per chi pensa di soffrire per cose di poco conto.

L’altra immagine mi accompagnerà a lungo ed è quella di Messina, di Francesco Filippo che già salvo muore a 13 anni per cercare di salavate il fratello Raniero di 10 rimasto intrappolato nella casa che stava bruciando.

Mi è venuto in mente Cuore, solo che quando l’ho letto ero un bambino e tutto mi sembrava molto lontano.

Oggi, da padre, sento un grande groppo in gola che non se ne va.

Ci stiamo allargando, forse ve ne siete già accorti seguendo la normale programmazione di Radio Bruno.

Da oltre un mese alle 16 va in onda il notiziario fiorentino a cura della redazione del Pentasport, da lunedì raddoppiamo con l’edizione delle 12 e dal primo settembre ci saranno anche quelle delle 9 e delle 10.

Ma non finisce qui, perché il nostro impegno sarà ancora più ampio, sia a livello di Fiorentina sia per la parte che comunemente viene definita cronaca e che comprende economia, politica, spettacolo e altro.

Vi racconteremo tutte le novità via radio, in questo nostro spazio voglio condividere la grande soddisfazione di dirigere una redazione che, come avevo ampiamente previsto, sa destreggiarsi benissimo in temi che vanno al di là del calcio e della Fiorentina.

E personalmente è bello a quasi 58 anni sentire ancora dentro l’entusiasmo e la voglia di quando sono andato per la prima volta nel 1977 a Radio Sesto International a portare un articolo sulla Rondinella che altri avrebbero letto.

Le parole di Diego Della Valle pesano come pietre sul futuro viola, è sempre stato così fin dai tempi delle spiegazioni richieste a Prandelli a proposito di una cena con Bettega, poi ricordiamo tutti come andò a finire.

Quando nel 2006 andò da Toni in ritiro, il centravanti rimase in viola e la Fiorentina perse una quindicina di milioni di euro ed era la cosa giusta da fare in quel momento.

Le sue delusioni post calciopoli, la sua amarezza per le contestazioni della curva e per il dolore quasi fisico del più passionale fratello sono stati i presupposti per un distacco che ha fatto e sta facendo male a tutti.

Ecco perché le frasi di ieri a Roma sono fondamentali: se non è lui a chiedere di andarsene, Federico Chiesa rimane a Firenze, al di là delle offerte che potrebbero arrivare, perché…dove sta meglio di qua?

Un’ottima notizia, in attesa degli acquisti assolutamente necessari.

Era scritto che si arrivasse ad una prova di forza con l’Europa, siamo (sono) combattutto tra la pena per queste persone che hanno avuto la sfortuna di nascere dalla parte sbagliata del mondo e il desiderio di vivibilità nelle nostre città che passa attraverso le misure di restrizione, secondo me più che necessarie.

Cosa ci aspettavamo che facesse Salvini se non dire basta alla situazione precedente?

La tensione crescerà esponenzialmente ora dopo ora, si sprecheranno gli appelli e non so proprio come andrà a finire, però era tutto ampiamente previsto.

Meret, Pjaca, un buon regista, una punta affidabile e due esterni difensivi di media qualità: ditemi dove si firma e vado subito a sottoscrivere.

Ovviamente se teniamo Chiesa, e su questo argomento mi astengo perché gli eventuali settanta milioni di oggi sono davvero qualcosa di enorme, ma il calcio non è solo soldi e plusvalenze.

Comunque sia, se davvero a breve prendessimo Pjaca e Meret io credo che molti malumori scomparirebbero e davvero potremmo considerare la stagione appena finita come il punto iniziale di un nuovo ciclo.

Capri è bellissima, ma accidenti…avessi trovato un bar sintonizzato sul Roland Garros!

L’albergo è di ottimo livello, ma misteriosamente non ha Eurosport e Cristina è stata molto paziente nel vedermi mulinare come un matto alla ricerca di uno schermo dal secondo set in poi.

Niente da fare.

Solo un continuo compulsare sul cellulare alla ricerca di aggiornamenti, neanche avessi una relazione clandestina travolgente da vivere intensamente in un pomeriggio.

Cosa mi sono perso!

Non solo la partita di Cecchinato, ma la magia di una storia quasi troppo bela per essere vera.

Tanto affascinante quanto inaspettata e non dico nulla su venerdì, intanto continuo a cercare un televisore anche se sono scaramantico e quasi quasi ripeto il rito e torno a congiungermi carnalmente con l’Iphone.

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