Passano gli anni, ma io continuo a farmi la stessa domanda: cosa passa nel cervello di una persona che canta i cori dell’Heysel o fa del razzismo becero e da quattro soldi con chi è minoranza oppure semplicemente diverso?

Forse il giorno in cui smetterò di interrogarmi , il momento in cui darò tutto per scontato, sarà il segnale che debba far festa perchè vorrebbe dire che ho abdicato a tutto quello che avevo dentro fin da quando ero ragazzo.

Sinceramente, mi auguro che quel giorno non arrivi mai e che abbia la forza e l’intelligenza di smettere un minuto prima che me lo facciano capire gli altri.

Al di là delle valutazioni sul futuro professionale, io mi vergogno della multa che la Fiorentina dovrà pagare per i cori razzisti durante Fiorentina- Napoli.

Mi vergogno da fiorentino e da giornalista, perché vuol dire che non è stato fatto abbastanza per debellare questa putrida piaga e che ancora per un bel po’ di persone lo stadio rappresenta la discarica sociale in cui riversare frustrazioni e ignoranza.

Una tristezza e una desolazione davvero infinite.

 

Ce la ricorderemo a lungo la partita col Napoli, per la vigilia e per come l’abbiamo giocata.

Oltre che per Simeone, semplicemente fantastico.

La partita perfetta, mi verrebbe da scrivere, perchè più di così è veramente difficile chiedere alla squadra che si ama calcisticamente.

Abbiamo due punti meno dell’anno scorso, eppure ci sembra di stare in un altro mondo e il merito è tutto di Pioli che con una squadra oggettivamente più debole è riuscito con la tragedia del 4 marzo a far rinascere il senso dell’appartenenza viola, tanto che oggi non è neanche poi così importante se andiamo o non andiamo in Europa.

Siamo tornati ad essere la Fiorentina, senza farci del male da soli con le nostre divisioni interne.

La visita di Diego, la percentuale bulgara con cui i tifosi si sono schierati sulla folle possibilità di scansarsi, l’indispensabile e auspicabile rientro di Badelj: siamo carichi al punto giusto.

Serve la partita quasi perfetta, ma ce la giochiamo avendo molto meno da perdere di loro.

 

A me sfugge qualcosa di fondamentale, ma deve essere una mia mancanza: se votiamo un’altra volta a settembre, per quale strana congiunzione astrale i risultati dovrebbero essere così diversi da determinare una maggioranza certa?

L’unica variabile potrebbe essere Salvini che si sgancia da Berlusconi e con le mani libere poi si mette d’accordo con Di Maio, dando pure una bella aggiustata ai rispettivi programmi per arrivare la famoso contratto.

Il punto centrale (e vergognoso) è la legge elettorale, ma tutti sapevano che sarebbe finita così, con l’ingovernabilità, che è poi la cifra italiana perchè in Italia chi prova davvero a comandare con un minimo di piglio è inevitabilmente destinato a perdere nelle elezioni succesive.

La confusione è molto alta sotto il cielo, confesso di essere disorientato dai giri di valzer molto “andreottiani” dei 5 Stelle, dal voluttuoso rapporto tra PD e potere, vedi alla voce poltrone da occupare come sostegno a Di Maio.

Lo sono meno davanti alle folli dichiarazioni di quel simpatico signore di quasi 82 anni che ormai dice tutto e il contrario di tutto e mi pare che alla fine chi  ne esce meglio è proprio Salvini, non fosse altro che per la coerenza nel seguire una certa linea e per la lealtà dimostrata con gli alleati.

Alla fine però trovare la quadra giusta per il nuovo Governo è diventato più difficile che allestire una squadra per l’Europa con l’autofinanziamento.

Sarebbe interessante fare un sondaggio per verificare quanta parte del popolo viola sia effettivamente contenta di veder vincere domenica il Napoli per andare contro la Juve.

A me sinceramente pare una grande stupidaggine, qualcosa di molto simile al tipo della barzelletta per fare un dispetto alla moglie eccetera eccetera.

Avrei delle perplessità anche se fosse il Torino e potrei fare un’eccezione granata solo se fosse per noi una gara inutile, ma il Napoli…

Chiariamoci: nella corsa scudetto tifo per Sarri e non per Allegri, ma nella vita tifo solo e soprattutto per la Fiorentina e non esiste ragione al mondo per cui mi debba augurare una sconfitta.

Voi che ne pensate?

Non si può giocare così, senza testa, ne’  cuore.

Una partita orribile sul piano spettacolare in cui nel primo tempo non abbiamo fatto un tiro, cosa che mi pare non sia mai successa in questa stagione.

Siamo stanchi?

Probabilmente sì, ma non basta a spiegare come non si sia riusciti a vincere un duello individuale.

Mai uno spunto, mai un’idea, a parte l’assist di Gil Dias che Simeone ha sprecato, ma almeno lui ha provato a tirare, Falcinelli invece era come se non ci fosse.

E non era purtroppo il solo, se il migliore alla fine è stato Dragowski…

Il disastro che non ti aspetti.

Prima la folle uscita di Sportiello, poi la seratacca di Dragowski, che sembrava un estraneo, uno qualsiasi buttato lì a difendere la porta viola.

Accetto tutte le critiche di chi pensa che abbia esagerato nelle valutazioni  sul portiere polacco, che farà certamente meglio in futuro (peggio è obiettivamente dura), ma devo sempre dire quello che sento e vi assicuro che dal vivo la sensazione era che giocassimo davvero come se in porta ci fosse il primo che passava di lì.

Oltre a tre gol assolutamente evitabili, c’è stata la paura con cui si muovevano quelli davanti a lui.

Peccato, perché grazie ad uno straordinario Veretout e a un Chiesa scintillante l’avevamo giocata alla pari contro chi punta alla Champions, pur senza Gil Dias, un fantasma, e il Simeone di un mese fa: generoso, ma sterile.

A portieri invertiti avremmo vinto noi, ma non si poteva fare.

La Lazio è più forte, noi dovremo essere più motivati.

Ci aiuterà il pubblico, ma molto conterà l’applicazione che ci metteranno, soprattutto in copertura, per l’intera partita.

Mi pare che sia la squadra più “brasiliana” del campionato, con talenti eccellenti che a volte giocano per se stessi, al contrario di quello che succede nella Juve e soprattutto nel Napoli: quando accade, come nel secondo tempo dell’andata, smarriscono il filo e prendono gol.

Speriamo di aver pagato la scarsa vena di Simeone e la scellerata vocazione a sprecare sotto porta, perché stavolta non tireremo ventiquattro volte e quindi converrà metterla dentro il prima possibile.

Una gran bella partita, da vivere con una serenità impensabile un mese fa.

Se la vogliamo vedere le cose oggettivamente, dovevamo pareggiare a Roma e battere la Spal, ma penso che non ci avrebbe dato la stessa soddisfazione.

Alla fine, infatti,  sono sempre quattro punti in due partite, con la difesa che non prende gol e si avvia ad essere una delle migliori del campionato e un attacco che fatica parecchio a decollare.

Sarà anche vero che Simeone ha una valutazione di trenta milioni sul mercato internazionale, ma a me pare che la strada perchè diventi un attaccante che valga questa cifra sia ancora abbastanza lunga.

Abbiamo fallito occasioni facili in quantità industriali e fatico a ripescare nella memoria recente qualcosa del genere, mentre a Roma avevamo fatto due gol con tre tiri: è il calcio, bellezza e tu non puoi farci niente.

La classifica è rimasta la stessa con una giornata in meno, con il Milan sempre a portata di mano e la Samp che si sta sgonfiando partita dopo partita.

Noi invece siamo in piena salute e sono molto curioso di verificarlo tra due giorni contro la Lazio.

Mi scoccia parlare in “calcese”, ma stavolta devo far mio il tormentone di ogni allenatore e cioè che la prossima partita è sempre la più difficile.

Stavolta lo è davvero e per tutta una serie di motivi psicologici che sono semplici da intuire.

Per questo ci vorrà molta testa, tanta pazienza e magari anche un pizzico di fortuna, che non guasta mai.

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