La Lazio è più forte, noi dovremo essere più motivati.

Ci aiuterà il pubblico, ma molto conterà l’applicazione che ci metteranno, soprattutto in copertura, per l’intera partita.

Mi pare che sia la squadra più “brasiliana” del campionato, con talenti eccellenti che a volte giocano per se stessi, al contrario di quello che succede nella Juve e soprattutto nel Napoli: quando accade, come nel secondo tempo dell’andata, smarriscono il filo e prendono gol.

Speriamo di aver pagato la scarsa vena di Simeone e la scellerata vocazione a sprecare sotto porta, perché stavolta non tireremo ventiquattro volte e quindi converrà metterla dentro il prima possibile.

Una gran bella partita, da vivere con una serenità impensabile un mese fa.

Se la vogliamo vedere le cose oggettivamente, dovevamo pareggiare a Roma e battere la Spal, ma penso che non ci avrebbe dato la stessa soddisfazione.

Alla fine, infatti,  sono sempre quattro punti in due partite, con la difesa che non prende gol e si avvia ad essere una delle migliori del campionato e un attacco che fatica parecchio a decollare.

Sarà anche vero che Simeone ha una valutazione di trenta milioni sul mercato internazionale, ma a me pare che la strada perchè diventi un attaccante che valga questa cifra sia ancora abbastanza lunga.

Abbiamo fallito occasioni facili in quantità industriali e fatico a ripescare nella memoria recente qualcosa del genere, mentre a Roma avevamo fatto due gol con tre tiri: è il calcio, bellezza e tu non puoi farci niente.

La classifica è rimasta la stessa con una giornata in meno, con il Milan sempre a portata di mano e la Samp che si sta sgonfiando partita dopo partita.

Noi invece siamo in piena salute e sono molto curioso di verificarlo tra due giorni contro la Lazio.

Mi scoccia parlare in “calcese”, ma stavolta devo far mio il tormentone di ogni allenatore e cioè che la prossima partita è sempre la più difficile.

Stavolta lo è davvero e per tutta una serie di motivi psicologici che sono semplici da intuire.

Per questo ci vorrà molta testa, tanta pazienza e magari anche un pizzico di fortuna, che non guasta mai.

Il grande Ciuffi si sarebbe augurato la meteorite per sanzionare la doppia sconfitta, anche perché il Real ci scippò la Coppa dei Campioni nel 1957.
Poi c’è stato il dramma di Davide e quello che abbiamo vissuto emotivamente in Piazza Santa Croce con Buffon, Chiellini e gli altri bianconeri presenti ed applauditi da tutti, e io da quel giorno in Europa non tifo più contro la Juve.
Ieri sera ho ammirato la rimonta e alla fine mi sono abbastanza divertito nel pensare che oggi loro stanno come stavamo noi il 17 maggio 1982 e 1990.
E voi per chi avete tifato?

Il calcio è ormai fuori dalla comprensione umana.
Con il Napoli che gioca il più calcio d’Italia ed in corsa per lo scudetto, i tifosi al San Paolo cominciano a contestare pesantemente prima De Laurentiis e poi Insigne, che li manda giustamente (anche se non si dovrebbe e potrebbe) a quel paese.
La colpa della squadra di Sarri?
Non riuscire a vincere contro il Chievo, dopo aver sbagliato un rigore e almeno una mezza dozzina di occasioni facili facili.
Le colpe del presidnte, peraltro non proprio la persona più simpatica del mondo?
E chi lo sa? Forse qualche sgarbo a chi comanda in curva, vallo a sapere.
Un episodio che deve far riflettere tutti, compresa la proprietà viola perché davvero tutto il mondo è paese.

Questa striscia di vittorie vale almeno quanto il primo posto della gestione Sousa per una serie di motivi, il più importante dei quali è che la squadra è molto più debole.
Infatti “costa” quasi la metà di stipendi e siccome nel calcio, come nella vita, nessuno regala niente, il dato è oggettivo.
Si vede che giocano con qualcosa in più, che sanno di essere in qualche modo nella storia, purtroppo.
Due giocatori su tutti: Simeone e Sportiello, i più contestati appena un mese fa, ma questo è il bello del calcio: chi ha detto che si debba sempre e per forza essere coerenti?

Giochiamocela senza pensieri, se non quelli che accompagneranno a lungo i ragazzi viola e che non hanno nulla a che vedere col campo.
Non abbiamo nulla da perdere, siamo in ottima forma fisica e crediamo sempre di più nelle possibilità di centrare l’Europa.
Certamente la Roma è più forte, ci aiuta però il loro doppio impegno col Barcellona, che prosciuga energie mentali e fisiche.
Brutta cosa non avere Chiesa e Badelj, meglio Eysseric di Gil Dias, che mi pare ancora acerbo per certi livelli, di sicuro non andiamo all’Olimpico a fare la figura dei comprimari e già questa è una gran bella soddisfazione.

Stiamo giocando da squadra che pensa di andare in Europa e a questo punto ha anche tutte le possibilità di farcela.
Esiste anche un certo imbarazzo nel commentare ed essere soddisfatti per questi successi perché dentro di noi “sentiamo” che nascono da una tragedia, uno di quei momenti che resterà nella storia di tutti noi e davvero è difficile immaginare cosa sarebbe successo in campo se un mese fa fosse stato un giorno come gli altri.
Qui comunque c’è un uomo che ha annodato i fili e creato i presupposti perchè questi giorni diventassero speciali anche nelle partite, Stefano Pioli.
Avendolo stimato da sempre, sono orgoglioso di quello che fa.

A proposito di uomini veri, devo una precisazione sulla presa pubblica di posizione contro i cori dell’Hysel.
Avevo scritto che ero stato l’unico e non è vero.
Per una mia colpevole dimenticanza mi ero scordato della battaglia condotta da Stefano Prizio su fiorentina.it nel 2009, quando fummo sorteggiati nel girone di Champions con il Liverpool, con tutti gli annessi e i connessi del caso, gemellaggio compreso.
Sorridendoci amaramente ora, pensando cioè a quello che Stefano ha passato e sta passando, si può dire che all’epoca fosse una delle pochissime cose su cui andavamo d’accordo…

Ti sbatti per giorni, mesi, anni.
Ti arrabbi per cose idiote e ti angosci per sciocchezze, che a guardarle dallo specchietto retrovisore della vita quasi ti vergogni che ti abbiano portato via tempo ed energie.
Poi arriva lei: la livella secondo Totò, la “grande consolatrice” per il grande poeta musicante, e allora finalmente capisci, anche se poi l’effetto è limitato nel tempo perchè a volte torni a perderti in inutilità.
Capisci che nella vita devi scartare, selezionare, arrivare all’essenza delle cose e ancora più all’anima delle persone, dedicare il tuo amore a chi lo merita e capire chi ti vuole bene davvero e chi invece finge.
Essere uomini e donne veri/e, in un mondo pieno di ipocrisie.
In un mese se ne sono andati Davide Astori, Emiliano Mondonico e ieri Chiara Baglioni, che era addirittura più giovane di Davide, una delle molte ragazze che hanno provato e provano a vivere seguendo la propria passione.
Lo so che mediaticamente la rilevanza della sua morte è infinitesimale rispetto a quella del capitano, ma mi piacerebbe che oggi la Fiorentina vincesse e dedicasse il successo anche a lei.

Vittoria strameritata, la quarta consecutiva, ottenuta con una squadra dalle molte assenze.
C’è un gruppo di giovani uomini che sta dando una bella dimostrazione di carattere a tutti e che aiuta a ricompattare l’ambiente, perché quando si vince siamo tutti molto più ben disposti verso il prossimo.
Adesso l’Europa è possibile, pur rimanendo molto difficile, ma intanto stiamo dando un senso a questa stagione che ricorderemo soprattutto per il mese di marzo che finalmente oggi finisce.

Un augurio a tutti di passare almeno un paio di giorni sereni, ci vogliono proprio.

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