Due storie molto diverse che prendono alla bocca dello stomaco e non ti mollano più.

Il ricordo più nitido di Oscar Tabarez era quello di un tecnico spazzato via da Batistuta il 26 agosto 1996, nella Supercoppa vinta contro il Milan nel giorno del compleanno viola.

Da ieri pomeriggio ne ho uno molto più forte: la sua esultanza dopo il gol al novantesimo dell’Uruguay.

Lui e la sua stampella, un messaggio di enorme potenza per chi soffre e anche per chi pensa di soffrire per cose di poco conto.

L’altra immagine mi accompagnerà a lungo ed è quella di Messina, di Francesco Filippo che già salvo muore a 13 anni per cercare di salavate il fratello Raniero di 10 rimasto intrappolato nella casa che stava bruciando.

Mi è venuto in mente Cuore, solo che quando l’ho letto ero un bambino e tutto mi sembrava molto lontano.

Oggi, da padre, sento un grande groppo in gola che non se ne va.

Ci stiamo allargando, forse ve ne siete già accorti seguendo la normale programmazione di Radio Bruno.

Da oltre un mese alle 16 va in onda il notiziario fiorentino a cura della redazione del Pentasport, da lunedì raddoppiamo con l’edizione delle 12 e dal primo settembre ci saranno anche quelle delle 9 e delle 10.

Ma non finisce qui, perché il nostro impegno sarà ancora più ampio, sia a livello di Fiorentina sia per la parte che comunemente viene definita cronaca e che comprende economia, politica, spettacolo e altro.

Vi racconteremo tutte le novità via radio, in questo nostro spazio voglio condividere la grande soddisfazione di dirigere una redazione che, come avevo ampiamente previsto, sa destreggiarsi benissimo in temi che vanno al di là del calcio e della Fiorentina.

E personalmente è bello a quasi 58 anni sentire ancora dentro l’entusiasmo e la voglia di quando sono andato per la prima volta nel 1977 a Radio Sesto International a portare un articolo sulla Rondinella che altri avrebbero letto.

Le parole di Diego Della Valle pesano come pietre sul futuro viola, è sempre stato così fin dai tempi delle spiegazioni richieste a Prandelli a proposito di una cena con Bettega, poi ricordiamo tutti come andò a finire.

Quando nel 2006 andò da Toni in ritiro, il centravanti rimase in viola e la Fiorentina perse una quindicina di milioni di euro ed era la cosa giusta da fare in quel momento.

Le sue delusioni post calciopoli, la sua amarezza per le contestazioni della curva e per il dolore quasi fisico del più passionale fratello sono stati i presupposti per un distacco che ha fatto e sta facendo male a tutti.

Ecco perché le frasi di ieri a Roma sono fondamentali: se non è lui a chiedere di andarsene, Federico Chiesa rimane a Firenze, al di là delle offerte che potrebbero arrivare, perché…dove sta meglio di qua?

Un’ottima notizia, in attesa degli acquisti assolutamente necessari.

Era scritto che si arrivasse ad una prova di forza con l’Europa, siamo (sono) combattutto tra la pena per queste persone che hanno avuto la sfortuna di nascere dalla parte sbagliata del mondo e il desiderio di vivibilità nelle nostre città che passa attraverso le misure di restrizione, secondo me più che necessarie.

Cosa ci aspettavamo che facesse Salvini se non dire basta alla situazione precedente?

La tensione crescerà esponenzialmente ora dopo ora, si sprecheranno gli appelli e non so proprio come andrà a finire, però era tutto ampiamente previsto.

Meret, Pjaca, un buon regista, una punta affidabile e due esterni difensivi di media qualità: ditemi dove si firma e vado subito a sottoscrivere.

Ovviamente se teniamo Chiesa, e su questo argomento mi astengo perché gli eventuali settanta milioni di oggi sono davvero qualcosa di enorme, ma il calcio non è solo soldi e plusvalenze.

Comunque sia, se davvero a breve prendessimo Pjaca e Meret io credo che molti malumori scomparirebbero e davvero potremmo considerare la stagione appena finita come il punto iniziale di un nuovo ciclo.

Capri è bellissima, ma accidenti…avessi trovato un bar sintonizzato sul Roland Garros!

L’albergo è di ottimo livello, ma misteriosamente non ha Eurosport e Cristina è stata molto paziente nel vedermi mulinare come un matto alla ricerca di uno schermo dal secondo set in poi.

Niente da fare.

Solo un continuo compulsare sul cellulare alla ricerca di aggiornamenti, neanche avessi una relazione clandestina travolgente da vivere intensamente in un pomeriggio.

Cosa mi sono perso!

Non solo la partita di Cecchinato, ma la magia di una storia quasi troppo bela per essere vera.

Tanto affascinante quanto inaspettata e non dico nulla su venerdì, intanto continuo a cercare un televisore anche se sono scaramantico e quasi quasi ripeto il rito e torno a congiungermi carnalmente con l’Iphone.

Non li ho votati e sarà difficile che lo faccia la prossima volta, pur riservandomi la possibilità di appoggiarli se faranno bene.

E spero per tutti che vada proprio così, nell’interesse generale.

E però…non si è mai visto un fuoco di fila di questo livello, uno sbarramento senza se e senza ma prima ancora che esca il primo provvedimento.

Mi pare sinceramente eccessivo, aspettiamo e giudichiamo, tanto ormai i giochi sono fatti: e se le cose migliorassero?

Abbiamo bisogno di tutto tranne che del bis della scorsa estate, in tutti i sensi.

Niente assordante silenzio per favore, un vuoto che fa crescere smisuratamente voci allarmanti e pessimismo.

Se proprio Andrea preferisce non parlare, scenda mediaticamente in campo Gino Salica, che da quando è tornato non ha sbagliato un colpo, e ci dica urbi et orbi i prossimi obiettivi, se davvero vogliono costruiire una squadra seriamente attrezzata per l’Europa minore.

Un discorso semplice lineare, come piace a noi fiorentini, che siamo notoriamente poco pazienti e brontoloni, ma che soprattutto non sopportiamo la mancanza di chiarezza.

Avvertenza: qui si salta da un campo all’altro, senza nessun collegamento tra i due argomenti.

Perché Cottarelli dovrebbe formare un Governo che non avrà mai la maggioranza in Parlamento? Che senso hanno politicamente questi giorni che stiamo vivendo?

Perchè tra due, tre, quattro mesi gli italiani, con questo schifo di legge elettorale, dovrebbero modificare il loro giudizio sulle forze politiche rispetto alle elezioni dello scorso 4 marzo? Magari cambierebbero un po’ i rapporti di forza ma sempre lì siamo: ad un’alleanza tra Lega e 5 Stelle e quelli a cui non piace se ne dovranno fare una ragione, perché questa è la democrazia.

Perché, se Badelj era così fondamentale per Pioli e in giro non c’è molto di meglio per le cifre del bilancio viola, non ci siamo sforzati un po’ di più nell’offerta, sapendo che essendo il croato a parametro zero gli sarebbero piovute offerte molto più alte del milione e mezzo netto per 4 stagioni? Badelj ha 29 anni, non 33…

Mi sbaglierò, ma la mia impressione è che la società non sia così disperata per il no: può darsi che abbiano ragione e che si peschi di meglio, ma siamo sempre lì, alla scommessa.

E sinceramente pensavo e speravo in qualcosa di più concreto per la prossima stagione.

Siamo ancora senza Governo e non so cosa pensare o augurarmi.

Sono tra gli italiani a cui con l’accoppiata Di Maio-Salvini è sembrato di entrare nel paese dei Balocchi, quasi troppo bello per essere vero: un bel po’ di soldi risparmiati di tasse, in pensione in anticipo e via andare.

Poichè la vita mi ha insegnato a guadagnarmi quello che ho lottando centimetro dopo centimetro, ho una naturale diffidenza verso il tutto facile, però confesso che è stato bello lasciarsi cullare dall’illusione di un mondo così, tutto in discesa.

Poi arriva Mattarella e rovina tutto e io mi sto chiedendo se alla fine non sia stato un bene perché poi il risveglio dal sogno sarebbe stato terribile, ma giuro che non ho risposta.

Certo, Savona tutto mi sembra meno che un sovversivo e soprattutto non capisco che differenze ci saranno a settembre o a ottobre negli equilibri politici, se non una maggiore forza di Salvini, il migliore degli ultimi tre mesi tra i politici.

Non so cosa voterò, se andremo alle urne, e mi infastidisce che siano stati i poteri forti europei a decidere in casa nostra, però non ho capito, pur applicandomi molto, dove andrebbero a prendere quel centinaio di miliardi necessari euro per applicare tutte insieme flat tax, reddito di cittadinanza e la fatidica quota cento nel sistema pensionistico.

E forse non lo ha capito bene neanche Mattarella…

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