Vecchia e piccola borghesia
Contraddizioni di un sedicenne più o meno a metà degli anni settanta, di uno che leggeva molto e parlava il giusto, anche se a vedere cosa poi ha fatto nella vita si stenta a crederlo.
Cantavo Claudio Lolli, soprattutto “vecchia e piccola borghesia, per piccina che tu sia non so dirti se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia”.
Non che ne fossi davvero convinto, ma mi piaceva la musicalità delle parole, insieme alla denuncia di ciò che vedevo o leggevo e proprio non digerivo
La contraddizione era che nell’anima non ero certo un rivoluzionario e che ad ogni notte tra il 5 e il 6 gennaio sognavo la fantastica vincita di 150 milioni di lire alla Lotteria di Capodanno per comprare quello che mi sarebbe piaciuto avere e per regalare tanto a molti, per vederli contenti.
Oggi che sono un borghese in tutto e per tutto e che ho molto di più di quello che nemmeno avrei immaginato di avere, ho un po’ di inevitabile nostalgia per quell’albim stampato con la banconota delle cinquemila lire che ascoltavo e riascoltavo fino allo sfinimento di chi abitava con me.
Nostalgia per come eravamo (ingenui, molto ingenui), ma credo che sia normale e quindi… ho ancora tante cose da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto.