Ragazzi, calma,

Abbiamo passato questi dieci giorni dalla vittoria contro l’Udinese in fase emotivamente ascensionale.

Ci sentiamo sempre più forti, pesiamo i nostri giocatori e ci sembrano meglio di molti che fino ad un mese fa consideravamo arrivabili.

Penso per esempio al nostro tridente che nell’immaginario collettivo ha ormai superato quello del Napoli, quello che nello scorso campionato ha fruttato 91 punti arrivando ad un passo dallo scudetto.

Figuriamoci se non mi piacerebbe partecipare alla festa collettiva, però consiglio un po’ di prudenza, anche sulla valutazione economica dei giocatori.

Biraghi 12 milioni, Vitor Hugo 20, Benassi 25, Simeone 50, Chiesa 100, a me pare un po’ esagerato, perché poi devi trovare chi te li offre davvero quesi soldi, fermo restando che sarebbe fondamentale tenerseli per costruire finalmente qualcosa di duraturo.

Il campionato è un romanzo molto lungo, le prime pagine sono state bellissime, il resto va letto con la massima attenzione perchè le aspettative deluse sono quelle che fanno più male.

 

Sembra incredibile, ma si può vivere (meglio) anche a ritmi più bassi.

Arrivo da quattro giorni da favola e mi sento particolarmente ispirato sull’argomento.

E’ proprio vero che quello che non ti ammazza ti fa crescere, i detti comuni saranno pure intrisi di retorica, ma qualche verità la contengono.

Comunque sì, ho ormai definitivamente interiorizzato due verità assolute: non importa essere frenetici e/o angosciati per le problematiche giornaliere e (soprattutto) nessuno è indispensabile.

Vedi per esempio la nostra rassegna stampa alle 6 del mattino, quando l’ho pensata e poi costruita credevo che la mia presenza fosse fondamentale per chissà quanto.

E invece no, vanno benissimo pure da soli e io mi diverto con grande soddisfazione ad ascoltarli per poi intervenire alla fine: molto più rilassante….

Viene quasi paura a scriverlo, pensando agli scenari futuri, ma Chiesa pare davvero di un’altra categoria.

Sembra giochi ai giardini per come si butta, atteggiamento che magari lo porta a commettere ogni tanto qualche ingenuità, ma ce ne fossero di giocatori così.

Con la Nazionale entra e regala sempre qualcosa di inaspettato, con una elettricità inusuale per il nostro calcio.

E chi tifa Fiorentina credo che abbia ritrovato un po’ di orgoglio viola quando gioca la Nazionale.

Al quarto giorno di rassegna stampa su temi nazionali e locali extra calcio alle sei del mattino un po’ di stanchezza si sente, ma è poca cosa rispetto alla grande soddisfazione di aver creato un programma che era da tempo nella mia testa.

La magia della radio è questa: si riesce a trasformare in tempi brevi un’idea in qualcosa di concreto, a patto ovviamente di essere solidi economicamente e avere una buona diffusione, altrimenti potremmo trasmettere via citofono…

Spero che qualcuno di voi la mattina cominci a seguirci e, rimanendo al palinsesto, ho recepito le vostre lamentele e “Viola nel cuore” parte alle 20.15, con una durata complessiva di due ore e un quarto, che è di più di quando partì questa bellissima avventura nel settembre del 2009.

Stasera poi inizia alle 20.25 qualcosa di indefinito ed intrigante,  “Ditelo a Furio”, rubrica di varia umanità viola e fiorentina con un uomo solo al comando: Furio Valcareggi.

Insomma, non ci annoiamo mai e spero neanche voi.

Ciuffi avrebbe detto che siamo ufficialmente in corsa per il terzo scudetto…

Non lo siamo, (o almeno non ancora…) però potremmo smentire Andrea Della Valle e fare meglio del settimo posto.

Contano i sei punti in due partite, ma conta ancora di più la forza interiore di questa squadra, quel qualcosa in più che si avverte dal 4 marzo 2018.

La vittoria è meritata, l’apporto del pubblico, a cominciare dalla curva è stato continuo: nessuna contestazione e tutti insieme ad incitare la squadra, soprattutto nei momenti di difficoltà.

Non capisco quasi niente di logiche curvaiole, ma a me parrebbe un segnale distensivo che andrebbe raccolto dalla proprietà per avviare il disgelo.

Sulla carta è possibile, in campo come sempre sarà molto complicato.

Se confermiamo il successo di sette giorni fa, ci facciamo quindici giorni con una serenità che da tempo immemore non si sentiva a Firenze.

Questa squadra ha un’anima, nel bene e nel male e su quello siamo tranquilli.

Su contestazioni alla società e altre cose preferisco non parlare, vediamo cosa succede e poi semmai faremo delle valutazioni.

La definizione non è mia, ma l’ho trovata perfetta per raccontare un certo modo di essere del mondo maschile, a cui appartengo con soddisfazione da quasi 58 anni.

Ci vogliono anni di introspezione e di sportellate prese in faccia  per “saper scegliere il tempo, non arrivarci per contrarietà”, per capire insomma cosa voglia dire veramente stare insieme ad una donna.

C’è chi ci arriva presto e chi non ci arriva mai.

A volte, mi verrebbe da dire spesso, dipende anche dal fatto di incontrare la donna giusta che ti spinge ad iniziare questo viaggio molto faticoso.

Il single con la fede al dito è chi pensa di fare e dire cose da famiglia, tipo “mi sacrifico tanto per voi lavorando ogni giorno come un matto”, “siete l’unica mia ragione di vita”,  e invece ragiona sempre in modo autoreferenziale, assolvendosi inevitabilmente per le proprie mancanze o tradimenti. Non inizia mai il processo, dando semmai sempre la colpa agli altri.

Ci vuole testa, cuore e molta pazienza per condividere la vita con chi viene da Venere mentre è ormai chiaro che noi discendiamo da Marte: non è facile per loro, ma è ancora più difficile per noi che abbiamo uno scarso senso dell’accudimento e una sensibilità che ad essere generosi potremmo definire completamente diversa da quella femminile.

Comunque sia, se dopo notti passate in bianco e molti mal di stomaco si è convinti di aver trovato la persona giusta, vale la pena di provarci con tutto l’impegno possibile, perché poi la vita comincia a colorarsi come neanche potevi immaginare.

Qui ci vuole uno sforzo collettivo in nome della Fiorentina che tutti noi diciamo di amare calcisticamente.

Partiamo dai tifosi cosiddetti normali, cioè quelli che non vanno nel cuore della Fiesole, che non seguono ovunque la squadra, che non si sentono di essere “la Fiorentina”, una categoria del popolo viola alla quale apparterrei certamente se non avessi avuto la grande fortuna di svolgere questo lavoro.

Bisogna fare uno sforzo non impossibile e tornare a ragionare sull’immediato perché il calcio è qualcosa di cotto e mangiato sul posto: basta con i retropensieri su ciò che accadrà tra dodici mesi, se venderanno Chiesa o la Juve riprenderà Piaca, conta il presente e in base a quello decido il mio stato d’animo. Per esempio dopo un 6 a 1 alla prima di campionato sto molto bene.

Godiamo e/o soffriamo per quello che oggi la Fiorentina ci offre, sapendo che seguire la squadra è qualcosa di emozionale e che non è compito nostro (parlo stavolta da tifoso) fare troppi calcoli.

Passiamo alla categoria più difficile, cioè i ragazzi o i meno ragazzi che per loro scelta non appaiono mai mediaticamente, salvo però spuntare sui social con offese varie più o meno distribuite su tutto il versante giornalistico e dirigenziale.

Se ci sono stati dei soprusi nella gestione dei daspo, se sono state perpetrate delle ingiustizie nella gestione del loro tifo in curva, leggi alla voce tamburi o altro da portare o non portare, io mi metto a disposizione  per dare il massimo risalto a queste ingiustizie e a questi soprusi e lo farò per tutto il tempo che è necessario perchè si intervenga a ripristinare ciò che è giusto.

Ma il contenzioso tra loro e le forze dell’ordine non dovrebbe secondo me coinvolgere la Fiorentina. E se venisse dimostrato che da parte della società c’è stata una volontà di colpire qualcuno, il Pentasport è lì a raccogliere la denuncia e a seguire lo svolgimento dei fatti.

Quanto alla richiesta di un loro incontro con Andrea Della Valle (Diego mi pare fuori da quest’ottica), mi pare che abbiano ragione a volerlo, ma si sbagliano parecchio se pensano di poter dettare la linea alla proprietà imponendo la defenestrazione di Cognigni o di altri dirigenti, perchè una cosa del genere renderebbe poco credibile la Fiorentina stessa.

Espongano i fatti visti dalla loro prospettiva e lascino ad Andrea le valutazioni del caso, senza alcuna forma di ricatto, tipo “la contestazione finisce solo se Cognigni se ne va”.

Per loro, come per noi tifosi normali,  valga la regola che il calcio è il regno delle promesse non mantenute e delle parole che rimangono sospese nell’aria. E’ quindi assurdo continuare a rifarsi a ciò che è stato detto o promesso nel passato.

La stessa cosa valga per i Della Valle, che dopo 16 anni in questo mondo così diverso dalle logiche delle loro aziende dovrebbero aver finalmente capito che il vaffa di oggi può diventare l’applauso di domani, se solo si riuscisse a stabilire un rapporto più empatico con la città e in generale i tifosi.
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Stare sull’Aventino è un danno per tutti, ma più ancora per loro che tacendo da marzo ad oggi, salvo la solita uscita a Moena, hanno perso una colossale occasione per cucire lo strappo che loro stessi hanno in parte contribuito a creare negli ultimi anni.

Altro che tregua: sarà una mia mancanza di elasticità mentale, ma io proprio non ci arrivo.

Non posso far finta di niente e quindi eccoci qui a parlare del quarto d’ora più assurdo da quando vado allo stadio, cioè dal 1966.

Ma come?

Sul tre a zero, in una serata perfetta, arriva la contestazione a Della Valle e a stretto giro di posta lo scambio rabbioso tra i settori del Franchi?

Certo che ci vogliamo proprio far del male da soli: in Italia, e forse nel mondo, non solo non ci capiscono, ma ci prendono pure per grulli.

Al di là della domanda tormentone/verità (e cioè: una volta cacciati gli odiati Della Valle, che facciamo?), cosa dovrebbe realizzare questa squadra che è stata costruita da Corvino e Pioli in giù dagli odiati Della Valle per convincere tutti a fermarsi?

Non lo so e a questo punto ho perso le speranze.

Per la cronaca, abbiamo vinto 6 a 1, con una partita divertente e di grande godimento, peccato però che almeno personalmente mi sia goduto davvero poco.

Mi pare che ci siamo presi tutti una bella pausa di riflessione che può portare a risultati positivi.

Gli ultimi colpi viola hanno regalato all’ambiente un po’ di quell’allegria che si era persa tra plusvalenze e risentimenti assortiti.

In giro c’è meno malumore rispetto alla passata stagione, forse è ancora nell’aria l’effetto Astori, una sorta di rispetto per i suoi compagni di squadra che non perdono occasione per ricordarlo.

Certamente c’è una grande curiosità per vedere i tre davanti, anche se ho l’impressione che per Piaca dovremo aspettare un po’, la squadra mi sembra molto più convinta delle proprie possibilità.

Chissà, potrebbe anche smentire Andrea Della Valle e fare meglio del settimo posto…

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