Il babbo fascista di Di Battista e quelli non proprio tagliati per gli affari, per usare un eufemismo, di Renzi e Di Maio.

Mi viene in mente una canzone di Shel Shapiro, “Ma che colpa abbiamo noi?”.

So per esperienza diretta cosa significhi avere un padre imbarazzante, poi certo bisogna vedere come e quanto i figli e le figlie siano coinvolti nelle disavventure dei propri genitori, quanta sia la loro partecipazione, sia emotivamente che nei fatti.

Mai come in questo caso va comunque ricordato che nessuno sceglie la famiglia in cui nascere, quelli ti sono capitati e quelli  ti devi tenere, per tutta la vita.

A me questa storia del nero della famiglia Di Maio sembra una quelle ventate di moralismo peloso che proprio non sopporto, un po’ come il bunga-bunga di Brerlusconi e mi parrebbe molto più interessante ed importante giudicare oggi come ieri chi ci governa in base a quello che realizza e non realizza.

Sulla partita di sabato mi pare ci sia poco da dire: abbiamo giocato “quasi” come la Juve per un’ora, ma le partite durano 90 minuti e comunque i punti persi che ci hanno violentemente scaraventato a destra nella classifica sono quelli di Frosinone, Bologna e in casa col Cagliari.

Simeone è ormai un caso conclamato, la mancanza di un adeguato ricambio un grave errore di Corvino, l’inserimento ripetuto di Thereau qualcosa di assurdo: se l’avesse fatto Sousa avrei pensato ad una provocazione, con Pioli proprio non me lo spiegare.

La contestazione ai Della Valle è legittima, perché i tifosi hanno il diritto di dire e fare (nei limiti della legalità) quello che ritengono più opportuno, ma la capisco poco, nel senso che non può dipendere dai ripetuti errori di Simeone sotto porta.

Che sia un matrimonio finito e che si resti insieme solo per convenienza, un po’ come quelle famiglie che non hanno i soldi per divorziare e così raddoppiare le spese, è ormai purtroppo qualcosa di evidente e solo i Della Valle potrebbero rivitalizzare  il menage.

Quanto alle scritte infami e infamanti, credo sempre poco al complottismo, ma se venisse accertato che sono stati gli juventini sarebbe una svolta nel campionato italiano dell’idiozia che presenta  sempre molti, troppi iscritti.

Io vi conosco bene, da almeno diciotto anni.

Siete quelli che mi misero le svastiche sulla moto ai tempi della diatriba Sconcerti-Antognoni e chiamarono al cellulare per dirmi che mi avreste stroncato le gambe.

Quelli che a Bari esposero lo striscione “Guetta circonciso”, verità inconfutabile e dimostrabile a chiunque desideri fornisca la prova, e che mi fece tornare la voglia di iscrivermi alla Comunità Ebraica dopo quindici anni di assenza.

Quelli che a Perugia nel 2002 mi assaltarono dandomi di “ebreo di merda”, definizione peraltro replicata più volte da altri di voi, compreso un ex rispettabile e carismatico capo della tifoseria oggi mediaticamente scomparso, che aggiunse pure di venirmi a staccare la testa direttamente in radio, magari per sostituirla alla sua, evidentemente fuori uso.

Quelli che a Parma nel 2009 mi insultarono per novanta minuti perché denunciai l’assurdità e lo schifo di un gemellaggio col Liverpool costruito solo per i “meriti” acquisiti all’Heysel.

Quelli che mi invitarono a Londra a prendere il treno per Mathausen, non sapendo neanche cosa fosse successo davvero per anni nei campi di concentramento.

Quelli che adesso stanno godendo della ribalta ottenuta per due scritte da dementi che fanno vomitare e vergognare di essere fiorentini e innamorati della maglia viola.

Quelli che non hanno il coraggio di uscire allo scoperto per dire “siamo stati noi” e che, ne sono certo, sono coperti da altri imbecilli come voi.

Quelli che sono in qualche modo giustificati dall’assordante silenzio di gran parte della nostra categoria giornalistica che ha sempre derubricato a “ragazzate” o “cose da tifosi” i delitti che commettete, perché si sa che “tanto lo stadio è una cosa a parte” e così fate crescere sempre di più il Salvini che è in noi.

Quelli che stanno studiando la prossima bravata nell’inutile attesa che il 99% della parte sana del popolo viola si renda conto di chi siete, vi identifichi e vi cacci via dallo stadio a pedate nel culo.

 

P.S. Il Salvini che è in noi, e quindi anche in me, significa il bisogno primordiale che abbiano di ordine, legamite discoplina. Bisogno che Salvini ha intercettato benissimo.

Siccome questo è un blog di emozioni, senza alcun vincolo commerciale orologi replica, scrivo sempre e solo quello che sento.

Per la parte professionale ho la fortuna di potermi esporre con radio, giornale e televisione.

Ve lo chiedo per piacere: non fate cori sull’Heysel, non fatemi vergognare di essere fiorentino e tifoso viola.

Odiamo sportivamente la Juve e fermiamoci lì, non infanghiamo ancora una volta la memoria di quei 39 poveri corpi italiani calpestati dalla furia inglese in una tragica notte di maggio di oltre 33 anni fa.

Pensate a Davide Astori, a quello che avrebbe detto e pensato lui di questi cori infami.

Il capitano che venne omaggiato in un triste e a suo modo bellissimo mattino di marzo dai giocatori della Juve, che dormirono quattro ore dopo una loro storica vittoria a Londra, presero un aereo privato e vennero a piangere insieme a noi in Piazza Santa Croce.
replica watches
Vorrei che la sua tragedia servisse almeno a questo: fischiamo, saltiamo al solito grido, diciamo quello che vogliamo ai protagonisti di oggi, ma lasciate stare chi non c’è più e non date un ulteriore dolore a mogli, madri, padri e figli.

 

 

In cinquanta anni di Fiorentina-Juventus vissuta da tifoso e cronista non mi ricordo una così clamorosa differenza di valori in campo e tutto per merito di loro.

Sulla carta non esiste partita: anche se facessero giocare undici giocatori diversi da quello che ieri hanno battuto il Valencia credo che potrebbero batterci, figuriamoci con i titolari.

E’ la prima volta che tornano a Firenze dopo l’emozionante mattinata dei funerali in Piazza Santa Croce, dove hanno conquistato più o meno tutti per il loro atteggiamento, ma ovviamente la rivalità calcistica resta ai massimi livelli.

E’ come se dovessimo scalare l’Everest senza bombole di ossigeno, ma è anche…Fiorentina-Juvenus, e allora tutto è possibile.

…non la mettiamo mai dentro.

Non so cosa abbia Simeone, ma davvero la situazione sta diventando molto preoccupante.

Cambiarlo con Thoreau non mi è sembrata una grande idea, ma ormai giochiamo con la consapevolezza di essere sterili.

Non è solo colpa sua, ovviamente, ma il quinto pareggio consecutivo in una partita che avremmo meritato ampiamente di vincere, ci trascina verso una mediocrità che non meritiamo e che potremmo ribaltare solo sabato prossimo alle 18, ma sarà molto più di un’impresa.

Da Donatella Colasanti, la ragazza che nel 1975 sopravvisse al massacro del Circeo, ad oggi ho già scritto diverse volte di donne e di femminicidi e ora ne ho sinceramente poca voglia.

Fiumi di parole per essere più a meno allo stesso punto, in attesa di ascoltare o leggere con desolazione o rabbia della prossima pazzia, del prossimo atto vile e violento.

Preferisco riflettere sui miei rapporti con loro, su dove ho sbagliato e dove sbaglio.

E pensare in silenzio a tutte le madri, mogli, sorelle e figlie che oggi non possono celebrare la giornata dedicata a loro che però, per colpa di una mano maschile, non non ci sono più.

Bisogna insistere su Pjaca e ovviamente Simeone, non vedo alternative.

In questo momento non sono il massimo, ma certamente rimangono più affidabili di Vlahovic, Eysseric e Mirallas, per tacere dello scomparso Thereau.

Il livello tecnico dei due rimane certamente non inferiore alle aspettative viola, che sono da sesto, settimo posto, poi toccherà ai protagonisti darsi una mossa.

Nel loro e nel nostro interesse.

C’è nell’aria parecchia paura per la trasferta di Bologna, qualcosa di inspiegabile tecnicamente e che si comprende solo se si ripensa alle quattro rimonte subite nell’ultimo mese.

Bisognerà essere arrabbiati, cattivi agonisticamente, non nervosi.

E qui davvero deve venire fuori il lavoro di Pioli, perché il voltaggio di uno spogliatoio dipende in gran parte dal proprio allenatore.

Non è colpa del tecnico se un giocatore strapagato sbaglia un gol fatto, ma sulla testa dei giocatori il suo lavoro incide moltissimo e nella gara che precede la partita della partite bisognerà non sbagliare una mossa sul piano psicologico.

La formazione, in questo contesto, è quasi un dettaglio perché siamo superiori al Bologna e abbiamo l’obbligo di giocare per vincere.

Mi trovo in una fase della vita in cui spesso pubblicamente raccolgo più di quanto semini ed avendo pedalato per decenni a testa bassa provo pure un leggero imbarazzo.

Ultimo esempio, il Tribute Band splendidamente organizzato venerdì sera da Paolo Boccia, che sul palco insieme a Giorgia Palmas mi saluta e invita le migliaia di spettatori presenti a tributarmi un inaspettato applauso che mi regala orgoglio e soddisfazione.

Ma non avevo fatto niente, se non essere lì!

E allora ancora una volta mi è venuto da pensare a come sarebbe stata la mia vita senza la Fiorentina, amore puro dell’infanzia e dell’adolescenza, poi diventato strumento di lavoro.

Devo moltissimo a lei: mi ha regalato una fama che non saprei dire quanto meritata e che spero senza falsa modestia di meritare con la mia disponibilità e negli incontri quotidiani con sconosciuti che mi salutano e mi chiedono della viola.

La mia massima aspirazione negli anni duri e lunghi delle porte sbattute in faccia era essere assunto a La Nazione e scrivere di qualsiasi cosa, altro che popolarità. Mi bastava la firma, traguardo per me fantastico, tanto che il grande Sandro Picchi, che mi ebbe come borsista proprio a La Nazione, disse che avrei firmato anche le lettere anonime e non è che avesse torto…

Sarei un bugiardo se dicessi che tutto questo non mi fa piacere, ma ho sempre avuto ben chiaro in testa che è qualcosa che può finire da un momento all’altro.

La chiamo “sindrome da Pippo Baudo”, nel senso che bisogna essere ben preparati a quando le luci della ribalta si spengono o non si è più in grado di andare in onda, altrimenti si entra in depressione.

E comunque, davvero: grazie Fiorentina.

« Pagina precedentePagina successiva »