Certe sensazioni sono dentro di noi, le puoi sonmergere di dolore o di rabbia, ma vivono lo stesso anche se nemmeno immagini che esistano.

La pienezza di questo mio Natale è particolare,   unica: niente viaggi particolari o spese pazze, solo la condivisione di sentimenti. Quelli autentici, non di facciata.

Si sta chiudendo un anno fondamentale della mia vita, un anno che ha aperto un capitolo affascinante di un cinquantottenne nel pieno (si spera…) della maturità.

E qui mi fermo, augurandomi davvero che anche voi possiate vivere questi giorni con la mia stessa intensità e serenità.

 

Godiamocela e basta, senza rivincite su nessuno, anche perché non esiste materia più opinabile del calcio.

Non eravamo penosi prima, nonostante il pensiero di alcuni, non siamo da Champions oggi, magari potremmo diventarlo se investono, però per la seconda Europa ci possiamo stare.

Vincere a San Siro ti lascia addosso qualcosa che non si può definire, ad un certo punto se avessi dato retta al mio istinto avrei voluto entrare in diretta al posto di Sardelli da casa per scaricare la tensione.

Lafont e Milenkovic i migliori, ma quasi tutti sono stati sopra la sufficienza e vanno ringraziati perché ci faranno passare un gran bel Natale.

Come sta andando la rincorsa per il Natale?

Certo, il campionato aiuta a non pensare solo a quello e poi temo che molti di voi abbiano problemi importanti che certo non inducono a farsi contagiare dal suggestivo clima delle feste.

Per chi ama la Fiorentina il risultato di domani sarà umoralmente importante, a me piace comunque pensare soprattutto alla serenità che i prossimi giorni porteranno nelle nostre vite.

Personalmente da un po’ di tempo ho smesso di fare i bilanci e anche di guardare al recente passato, compreso lo tsunami che ho attraversato e che mi ha reso profondamente diverso, regalandomi una vita migliore.

Sto pure perdendo un po’ della mia famosa (tra gli amici) memoria, un dono/condanna per cui ho sempre avuto ben chiaro nella testa cosa stessi facendo in un certo periodo della vita e vi assicuro che non è proprio una fortuna possederla: non ricordare tutto, anzi dimenticare un bel po’ di cose, aiuta a rilassarsi.

E’ presto per farci gli auguri e questi sono giorni di regali, però spero con tutto il cuore che vi stiate preparando nel giusto modo a condividere le prossime ore con chi amate.

Il sì è per Simeone: ma se ci dessimo una regolata e la smettessimo di farci del male da soli?

Ok, ha fatto una bischerata e può anche darsi che fosse arrabbiato con i tifosi, però quanto vogliamo ancora continuare con questa storia? Soprattutto ora che ha ripreso a segnare. Abbiamo perdonato di più e di peggio in passato o siamo diventati tutti degli integralisti viola? A me il Cholito pare un gran bravo ragazzo, ha chiesto più volte scusa e quindi veramente la finirei qui.

Il no, assoluto, è per Balotelli. Così come lo era per Cssano: ma teneteveli voi gli irregolari che giocano una partita su quattro, che fanno casino nello spogliatoio e che prendono un ingaggio doppio rispetto al più bravo dei nostri. Mai a Firenze, per carità.

Il lieto fine è la storia della querela, anche grazie al lavoro di super Mattia Alfano.

Non ci sarà, Dario si è messo in contatto col sottoscritto, ha ammesso la sciocchezza, si è scusato (pure lui!) e ha fatto una donazione alla LIFC (Lega Fibrosi Cistica) sezione Toscana.

Bene così, adesso ci clamiamo tutti e pensiamo al Milan.

Finalmente un po’ di cuore e un po’ di tecnica, dopo aver sfiorato la caduta nel baratro.

Vittoria netta, senza discussioni, come ha ammesso l’onesto Iachini.

Vittoria che ci fa respirare, anche se non siamo a niente e molto dobbiamo ancora fare per fare un senso al nostro campionato.

Lascerei perdere le polemiche sullo stupido gesto di Simeone, da prendere in considerazione solo nel deprecabile caso che si ripetesse, ma conoscendo un po’ il ragazzo tenderei ad escluderlo.

Vorrei poi ringraziare gli autori dello striscione che mi riguarda e che mi accomuna a Sconcerti (uno dei migliori giornalisti italiani) per la pubblicità a costo zero che mi stanno facendo: ci sono molti colleghi che pagherebbero per avere la stessa visibilità e invece io non ho tirato fuori un euro.

E a proposito di soldi, i miei benefattori hanno ragione: con la Fiorentina in parte ci vivo (ho anche un altro importante lavoro, che nulla ha a che fare col calcio), così come grazie al Pentasport vivono una dozzina di persone e le loro rispettive famiglie e così come grazie alla Fiorentina vivono nella nostra città almeno un altro centinaio di persone.

Farei però un distinguo importante: noi paghiamo, com’è giusto che sia, la società viola per i diritti radiofonici e siamo quindi “clienti” e non fornitori, ma temo che i miei amici fatichino a capire la differenza.

L’accostamento a Sconcerti è criptico, ma se fosse legato alla richiesta di dialogo fatta ai Della Valle devo convenire che per una volta i miei amici sono perfettamente in linea con la società, da Della Valle a Cognigni.

Il fatto curioso è che lo striscione è arrivato dopo la mia ennesima presa di posizione sull’Heysel, vuoi vedere che…

Comunque sia, continuate così ragazzi, ci divertiamo tutti e la mia popolarità sale: grazie.

La vorrei vincere in tutti i modi questa partita, non mi interessa come.

Per questo penso che ogni eventuale contestazione a chiunque debba essere rimandata a dopo i novantesimo, sempre nel deplorevole caso fosse andata male.

Se invece dovesse finire come speriamo tutti (anche se sono sempre più convinto che ci sia chi gioca al tanto peggio, tanto meglio) darei un po’ di tregua in vista di Milano, ma questi sono solo i pensieri di un innamorato perso della Fiorentina dal 1965, poi ognuno faccia come crede,

Come è giusto che sia.

Non sono completamente bollito, anzi ad essere sincero penso di non esserlo affatto, e quindi so benissimo di aver preso una posizione impopolare, come peraltro è mi è già successo altre volte in quarant’anni di giornalismo.

Sarebbe molto più facile oggi e forse anche domani cavalcare l’onda del malcontento, urlare come e più degli altri, avendo oltretutto magnifiche casse di risonanza: Pentasport, giornale, TV, blog: sarei osannato come tribuno della plebe, ci sarebbero zero offese e applausi a scena aperta.

Peccato che le mie idee non abbiano prezzo e quindi continuo a pensarla allo stesso modo, e cioè che la stagione non è ancora compromessa e che abbiamo tutte le possibilità per raddrizzarla, a patto di non giocare col braccino del tennista, cioè con la paura di sbagliare e perdere.

Perché è questo che annuso nell’aria ed è quanto di peggio ci possa essere per la prestazione sportiva.

Datemi del visionario, ma se chiudessimo l’anno con otto punti in più (vittorie con Empoli e Parma, pareggi a Milano e Genova) forse non saremmo nemmeno troppo lontani dalla posizione europea e magari ci prenderemmo un quarto d’ora di ricreazione dai veleni su Della Valle, Cognigni, Corvino e Pioli.

Ho sempre creduto nell’educazione e nella correttezza e non ho mai considerato lo stadio un luogo in cui si potessero dire o fare cose che nel resto del nostro vivere quotidiano sono vietate.

Ho sopportato molto, poi ad un certo punto ho detto basta e per questo ho deciso di muovermi supportato da un giovane avvocato che sta scalando la vetta del successo e che la pensa come me su chi insulta o minaccia, Mattia Alfano.

A lui vanno tutte quelle pratiche che non porteranno un euro nelle mie tasche, ma che aiuteranno le associazioni che hanno bisogno di fondi per andare in soccorso di chi ha veramente bisogno.

Mattia Alfano devolverà quanto percepito per le spese legali in beneficenza.

L’ultimo genio in questione è tal Dario, che mi ha dato di servo e altro ancora: ci stiamo muovendo per la querela e quanto riusciremo a prendere andrà alla Lega Italiana Fibrosi Cistica, sezione di Firenze.

Continuate pure con le vostre frustrazioni, in fondo aiuterete chi sta peggio di voi.

 

P.S. Per tutti coloro che mi accusano di esagerare nella querela e altre considerazioni su beneficenza: sarebbe bastato che Dario avesse avuto l’umiltà di scrivere chiedendo scusa e ammettendo di aver sbagliato. La querela può essere ritirata in qualsiasi momento. Dario non ha fatto niente, evidentemente perché convinto del suo pensiero.

Dire che la Fiorentina non si discute, ma si ama è una banalità che sopporto a fatica, un po’ come la storia di metterci la faccia solo perché una persona si prende delle responsabilità, cosa che nella vita si dovrebbe sempre fare.

Alla Fiorentina si può volere bene in tanti modi e io non credo che contestare ad ogni partita proprietà, dirigenza e responsabile tecnico sia un modo per dimostrarlo, questo è il senso del mio intervento radiofonico di ieri e del successivo lungo faccia a faccia con i tifosi.

Un concetto che secondo me vale per tutti: giornalisti, opinionisti e tifosi.

Recuperare come abbiamo fatto col Sassuolo è qualcosa di importante, che dimostra una forza interiore che sinceramente faticavo ad intravedere e forse, volendo bene alla Fiorentina, si potrebbe partire da lì nelle analisi e non dagli sbagli (molti) fatti negli ultimi tempi da Della Valle, Cognigni, Corvino, Pioli.

Non sono affatto contento di come stanno andando le cose, siamo sotto la sufficienza, ma alcuni dati sono incontrovertibili: non abbiamo alternative ai Della Valle, che si fida sempre e solo di questi dirigenti.

Fino a gennaio non possiamo cambiare niente sul mercato e almeno fino a giugno non possiamo neanche cambiare Corvino.

Forse potremmo sostituire Pioli, scelta per me profondamente sbagliata, ma con chi? Donadoni? Reja? Zeman? Malesani?

A me pare che questo sia un gruppo serio, ci sarà anche qualche mela marcia, ma evidentemente la sanno nascondere bene, e quindi qui è un problema di resa tecnica che è parecchio inferiore alle aspettative, vedi alla voce Pjaca, Gerson, Simeone, Lafont e anche Veretout, ma non per colpa sua.

Cinque titolari su undici, fate voi, in più c’è Chiesa, bravissimo, ma con appena due gol in quindici partite.

Però dopo aver rimontato due volte in 45 minuti contro chi stava sopra a noi in classifica si parla di Corvino, dei Della Valle e compagnia cantante…

Chi non fa, non falla, quanto è vera questa massima popolare.

Uno dei miei più cari amici mi ricorda spesso che se nel passato mi sono  a volte sbagliato  nella scelta delle persone, a cominciare dalle donne, raramente ho fallito quando si è trattato di radio.

Non so quanto tutto questo sia vero, quello che è certo è che da almeno una quindicina di anni ho abbandonato le incertezze che hanno accompagnato la prima parte della mia vita professionale e mi sono affidato solo all’istinto, cioè a quello che sento veramente dentro.

E’ accaduto così per esempio con la scelta della rassegna stampa extra calcio alle sei del mattino e ancora prima quando ho cambiato emittente dopo 35 anni di amore incondizionato: scelte di testa, ma anche di pancia.

Giovedì sera ho deciso che fosse giusto appoggiare la proposta di Mario Sconcerti che auspica un dialogo tra i Della Valle e chi ama la Fiorentina.

Non si tratta, attenzione, di farsi spiegare progetti futuri, perché questo compito è stato assolto da chi rappresenta ogni giorno i Della Valle, ma di guardarci in faccia e provare a trovare un minimo comune denominatore in questa fase così grigia del cammino viola.

L’esperienza di anni di responsabilità mi ha fatto immediatamente scattare al momento della decisione  l’allarme delle varie reazioni, a tutti i livelli: a qualcuno il “Confronto viola” piacerà, ad altri meno, altri ancora lo boicotteranno in forma più o meno esplicita.

Rispondendo al quesito del titolo dico molto semplicemente che me lo ha fatto fare la convinzione che fosse la cosa sia giusta nell’interesse della Fiorentina e di chi ha a cuore questa splendida signora di 92 anni, e…a culo tutto il resto. (cit. Guccini)

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