Non l’ho proprio capita la decisione di Montella di giocare senza centravanti, col falso nove, per 74 minuti, specialmente dopo il vantaggio del Monza.

Ho notato che questo aspetto è stato quasi ignorato nei commenti del dopo partita e va bene così, perché alla fine abbiamo vinto con Vlahovic e anche con Chiesa, che ha dato tutto quello che poteva dare.

Oltre al giovane bomber e ovviamente a Montiel. mi sono piaciuti tra i giovani Sottil e Ranieri, soprattutto per la personalità dimostrata, la stessa del fiorentino Venuti che non pare affatto inferiore a tanti presunti laterali di livello visti (e scartati) a Firenze negli ultimi anni.

A proposito di Federico, non ho capito perché non sia più il vice di Pezzella dopo che per buona parte dell’estate era stato ipotizzato addirittura di promuoverlo a capitano.

Non ho ascoltato lo speaker ricordare Davide Astori alla lettura delle formazioni, così come per la prima volta non è partito l’applauso al tredicesimo minuto, spero davvero di ritornare all’antico contro il Napoli.

Sembrano passati anni e invece non sono nemmeno tre mesi.

È cambiato tutto, anche se i giocatori sono più o meno gli stessi, ma è il clima ad essere diverso, direi bonificato.

Merito della contagiosa empatia di Commisso e Barone, ora andiamo alla verifica dei fatti, un po’ come esattamente sette anni fa col Novara, sempre con Montella in panchina.

E allora, come spesso mi accade, vado col pensiero a cosa facevo, come vivevo e a cosa pensavo il 18 agosto 2012.

È cambiato tutto, molte in meglio, ma è rimasta la stessa sensazione di essere molto fortunato a poter raccontare via radio la Fiorentina.

Un bel po’ di giocatori, mi pare, ma soprattutto uno: l’attaccante.

È abbastanza divertente il calcio estivo, ma non è quasi mai veritiero e a parte il fatto che Vlahovic, direi a questo punto per fortuna, non ha segnato valanghe di gol, a me pare molto pericoloso partire con lui e Simeone come riferimenti offensivi.

A dirla tutta, al momento mi sembra si stia peggio dell’ultima disgraziata stagione perché Muriel ha sempre segnato molto più di Boateng.

Ci vuole l’attaccante da 15/20 gol di media, sperando che non sbagli la stagione.

In questa ottica sono stati acquistati gli ultimi grandi bomber viola, da Toni a Gilardino.

Poi mancano difensori e centrocampisti, esterno compreso, ma quelli in ordine di importanza arrivano dopo la punta, che non può assolutamente essere sbagliata.

Li voto da quattro decenni, dopo un inizio pannelliano, convinto che sia giusto stare un po’ peggio io se sta un po’ meglio chi se la passa veramente male.

Non succederà, ma se dovesse succedere, ecco che dopo diversi voti dati tappandomi il naso stavolta avrei veramente chiuso con il PD, ex PDS, ex DS, ex PCI.

Mi hanno illuso e deluso, reso orgoglioso (vedi alla voce Berlinguer) e fatto incazzare, ma li ho sempre votati, persino con D’Alema.

Ma se stavolta fanno l’inciucio con i 5 Stelle pur di impedire il voto, dando così la ciambella di salvataggio ad un Movimento in caduta libera e per occupare poltrone e seggi, beh allora per me avrebbero chiuso.

Molto meglio votare e che alla fine l’Italia si confermi il Paese di destra che nelle sue radici in fondo è sempre stato.

Ero molto incerto sul ritorno di Badelj.

Non mi piaceva affatto il modo in cui era andato via, sapevo che Corvino non lo amava, ma che aveva fatto lo stesso un più che discreto tentativo per non farlo partire.

Lui aveva scelto in altro modo, deludendo un po’ tutti, a cominciare da Pioli.

Ho un brutto carattere, credo di essere generoso, ma se mi fai un torto grave non dimentico e ancora più difficilmente perdono e a me quell’addio odorava di tradimento, sentimento acuito dalla stima verso l’uomo e il calciatore.

Ieri però Badelj mi ha convinto e coinvolto con la sua umiltà, niente affatto scontata nel mondo del calcio e quindi adesso ripartiamo da dove avevamo interrotto.

Greta mi sta fortemente antipatica e non capisco tutto il fervore e il furore per quello che dice e per quello che fa: non mi sembrano concetti troppo diversi da quelli che negli anni settanta impastavo con un discreto italiano per prendere sempre 8 nei temi. Non si tratta di essere d’accordo o meno con quello che dice, è ovvio che abbia ragione, ma trovo le sue affermazioni banali.

Le donne corrono più piano degli uomini, hanno meno resistenza e meno forza, per questo il calcio maschile sarà sempre molto più affascinante.

Non accetto nessuna discriminazione verso gli omosessuali, ma non comprendo perché si debba parlare di matrimonio, che è tra uomo e donna, e non di unione civile che garantisce gli stessi diritti. E un bambino deve avere genitori di sesso diverso.

E ora, vai con la lapidazione a mezzo blog…

Ora facciamo il gioco al contrario, dopo quasi due mesi di parole, emozioni ed effusioni, ma zero acquisti.

Pensiamo cioè a quello che avremmo detto se Corvino avesse portato a Firenze Boateng, migliore di tutti i nostri centrocampisti, incluso Veretout, e il laterale destro under 21 di una delle Nazionali più forti al mondo.

Certezze e non scommesse.

Beh, saremmo stati piuttosto soddisfatti, no?

E allora speriamo che sia davvero solo l’antipasto, perché molto c’è da cambiare e molto verrà cambiato.

Penso che ci divertiremo.

Mi sveglio come al solito molto presto, scarrello la TV e atterro su Liverpool-Fiorentina di quasi dieci anni fa.

Tralasciando i ricordi personali, cioè com’ero, chi mi circondava e via andare, rimango come un bischero a rivedere la partita, anzi lo sto facendo adesso mentre De Silvestri va vicinissimo al gol.

Accidenti a Sky!

Possibile che si debba avere nostalgia di Montolivo (che partita ha fatto!) e Natali?

Possibile, perché quella era una squadra che giocava a memoria e che ci metteva il cuore, pur non essendo eccezionale tecnicamente.

Ed eravamo senza Mutu, con Castillo che giocherà pure un pezzo di partita.

Torno alla visione: stanno andando benissimo e forse alla fine vinciamo…

Torno dalla passeggiata mattutina con Tristano e Isotta, i due “bambini a quattro zampe e pelosi” che regalano gioia a me e Cristina, e ordino il caffè nel solito bar di Tonfano.

Mi avvicina il sessantanovenne venditore di tutto per chiedermi come va, aspettando che divida con lui una parte infinitesimale di quanto per merito o per fortuna ho accumulato negli ultimi quaranta anni di vita.

Mi frugo in tasca e tiro fuori una moneta: è da due euro.

Scatta il ragionamento: è troppo, la mia testa da perfetto uomo occidentale integrato nella società dei consumi ha stabilito la razionalizzazione della carità, non si possono dare due euro a tutti quelli che chiedono l’elemosina.

È una specie di economia di scala in salsa umanitaria.

E mentre tiro fuori l’euro da donare a questa persona che ha avuto una vita molto diversa dalla mia, provo un senso di vergogna che mi accompagna per un paio di ore.

Ha senso infamare Chiesa per il suo poco entusiasmo di restare qui?

Secondo me no, e dovremmo smetterla di pensare che ci vada bene solo quello che ci piacerebbe che gli altri facessero o dicessero.

Vale nel calcio, ma soprattutto nella vita.

Resta col mal di pancia? E va bene, Chiesa è un ragazzo corretto, la famiglia è perbene, mai e poi mai metterà un grammo in meno di impegno per poca motivazione o peggio per fare un dispetto alla società.

Chi lo insulta non capisce che alla fine fa un fanno alla Fiorentina.

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