Questione di feeling, che non è mai scattato davvero, perché il calcio è molta emozione e ben poca razionalità

E’ passato poco più di un mese dal divorzio tra la Fiorentina e Italiano e non si avverte nessuna mancanza particolare, come se questi ultimi tre anni, con altrettante finali perse, siano passati come acqua fresca nel cuore dei tifosi viola

Viene in mente Terim, grande istrione, che lasciò una Fiorentina in piena caduta libera, anche se in finale di Coppa Italia, poi vinta da Mancini: nell’immaginario di tanti è ancora ricordato con un sospiro di rimpianto, eppure quando abbandonò la nave di Cecchi Gori, perché si era già accordato col Milan, aveva perso tre gare di seguito e pareggiato in casa col Brescia

Italiano non ha mai capito Firenze e si potrebbe dire tranquillamente anche il contrario, ma l’onere della prova, spiace dirlo, è sempre sulle spalle di chi viene ad allenare da queste parti diventando così la seconda persona più importante della città dopo il sindaco, salvo superandolo in certi particolari frangenti

Prandelli, ad esempio, lo ha compreso benissimo, Montella molto meno, Italiano per niente

Cosa sia il calcio perimetrale non lo ha capito nessuno, ma suonava così bene che tutti ce ne siamo un po’ invaghiti e lo abbiamo fatto nostro

Il calcio perimetrale del quasi fiorentino Spalletti, raccontato insieme a diverse altre affabulazioni linguistiche di alto profilo, assomiglia alle convergenze parallele di Aldo Moro di fine anni sessanta, anche quelle non significavano niente, ma avevano un bell’effetto

Nel vedere la più brutta Nazionale degli cinquant’anni, ho pensato alla nostra eccessiva bulimia linguistica e un po’ anche al bombardamento tattico a cui Italiano ha sottoposto la Fiorentina, specialmente nell’ultima stagione

Conosco un po’ Spalletti, mi ci sono scontrato qualche volta, e lo ammiro per come allena e anche per come sa sempre tenere la scena, con lui non ci si annoia mai, è uno dei nostri: le galline del Cioni, la testa battuta sul bancone della sala stampa, i polpastrelli di Hugo e molto altro ancora.

Ho però l’impressione che pensasse di allenare ancora una squadra di club e non la Nazionale, dove devi fare bene e in fretta, non sciorinare tutto il tuo sapere calcistico, lo sapevano benissimo Bearzot, Valcareggi e Lippi, molto pragmatici, e anche il massimo filosofo del pallone, Arrigo Sacchi, deve solo ringraziare il divino e detestato Baggio se non è finito a casa contro la Nigeria

Abbiamo visto una squadra penosa, che dava l’impressione di cercare mandare a memoria schemi frettolosamente provati in poche settimane, in cui la fantasia era bandita, un po’ come è accaduto spesso nell’ultima stagione viola: tieni le distanze, fai quella sovrapposizione, se parte tizio te devi essere pronto a fare la diagonale, insomma un bel calcio perimetrale

E credo che a tutto questo gigantesco equivoco abbia dato un discreto aiuto la nostra incontenibile incontinenza verbale: per una battuta noi fiorentini e toscani ci giochiamo le amicizie, ma il calcio è molto più semplice di quanto vogliano farci credere gli scienziati del pallone e  il già citato Sacchi, se al posto di Tassotti, Baresi, Costacurta, Maldini, Donadoni, Gullit, Van Basten avesse avuto Dodo, Milenkovic, Quarta, Biraghi, Ikone, Barak e Nzola forse avrebbe vinto un po’ meno, anche con gli schemi più geniali del mondo

Non sono sorpreso dalle infamanti dichiarazioni antisemite dei giovani di Fratelli d’Italia perché quelle offese, quelle schifezze, le ho sentite tante volte negli ultimi trent’anni, basta pensare all’invito di prendere il treno per Mauthausen rivoltomi nel 2016 nella metropolitana di Londra da dieci deficienti vestiti di viola

In un certo senso sono un fortunato: la mia esposizione mediatica ha permesso nel corso del tempo lo sviluppo degli anticorpi necessari a non sentirmi più avvampare dalla rabbia come accadeva nelle prime occasioni in cui mi davano di ebreo di merda

E, soprattutto, ho capito una cosa fondamentale, non facile da interiorizzare, ma necessaria: con gli stronzi bisogna conviverci, non c’è niente da fare

Era inimmaginabile che una destra che inneggia ancora a chi impose le leggi razziali non avesse una tale considerazione degli ebrei: esseri inferiori, portatori del male nel mondo, tutti ricchi, taccagni e profittatori, meglio eliminarli, come aveva giustamente pensato il cugino Adolf

E la sinistra? Illuminata, certo, come sempre, ma non abbastanza da scindere gli ebrei con Israele e quindi le nefandezze di Netanyahu, i 40.000 morti di Gaza per cui provo un gran senso di colpa, devono ricadere su tutti noi, compresi quelli agnostici e contrari alla politica israeliana

Come se ne esce? Non se ne esce, mai, perché sarà sempre così e guai, almeno per me, usare la via di fuga del vittimismo perché sarebbe un vicolo cieco

Si convive con gli stronzi, e per chi ce la fa si prova a seppellirli con una risata di scherno

Io non l’avrei preso, ma, per dirla alla Vanoni, “ho sbagliato tante volte ormai che lo so già, che è una volta in più cosa può cambiare…”

Dunque Kean, scommessa robusta verrebbe da dire, un prezzo accettabile e un’assicurazione sui gol che farà molto fumosa, tanto che la prossima scommessa sarà sulle sue reti

Fisico notevole, testa si spera maturata, voglia di rivincita certa, rendimento tutto da scoprire

Da oggi e per almeno una quindicina di partite: viva Kean, sperando che Palladino abbia ragione

Nessuno si senta offeso dal titolo, ma fatico molto a capire perché si parli così tanto di Kean e di Zaniolo, non esattamente due esempi di maturità, visto che sono ormai ad un bel punto della loro carriera

Al di là delle loro continue dimostrazioni di immaturità, ci sono poi le prestazioni, che non paiono proprio essere così esaltanti, specialmente per l’attaccante juventino e allora perché dovrebbero vestire la maglia viola

Se la Fiorentina deve diventare una specie di Cepu calcistico, per la rieducazione di presunti talenti, allora tanto vale fare le cose in grande e sentire se anche Balotelli avesse voglia di venire da queste parti, dando ovviamente un colpo di telefono a Cassano per il ruolo di mental coach

Quando hanno proposto la sua candidatura ero fiducioso sul popolo italiano e comunque mi chiedevo perché lei sì e altri ingiustamente detenuti e maltrattati nelle carceri di tutto il mondo

Non che si pretenda per tutti quelli che rientrano un’accoglienza maestosa stile Chicco Forti, con conseguenti agevolazioni carcerarie, ma, insomma, mi sembrava un po’ forzato pensare di eleggere una signora di 39 anni, che era andata a far casino a Budapest, al Parlamento europeo solo per via della sua ingiusta detenzione ungherese

Immaginavo, e mi sbagliavo profondamente, che sarebbe stata quasi ignorata e invece in 160.000 hanno scritto il suo nome due settimane: sono chiaramente un ingenuo, come lo ero nel 1987 con Ilona Staller e poi via a seguire con tutta quella gente che con la politica c’entra come il sottoscritto con la fisica nucleare

Bene, la eleggono e la sua prima uscita pubblica è una rivendicazione dell’occupazione abusiva delle case, il prossimo immagino sarà l’affermazione che la proprietà è un furto per finire con l’esaltazione del bolscevismo

A questo punto mi arrendo e penso tristemente all’idea europea di Spinelli e di altri che come lui credevano in noi italiani

Ogni giorno arrivano in redazionea a firenzedintorni.it proposte e controproposte di Sara Funaro ed Eike Schmidt: è un fluire di idee apprezzabile, ma forse eccessivo

Facciamo fatica noi a tenere il conto di quello che pensano di fare una volta eletti, figuriamoci chi andrà a votare, anche perché Firenze non è una città scivolata nei bassifondi del vivere civile: da queste parti si sta bene,  non è detto però che si possa stare meglio

I temi sono quelli: sicurezza, turismo da regolare, un freno all’affitto selvaggio, viabilità, aeroporto e in ultima analisi lo stadio, molto di moda nelle ultime ore

Tanto altro non c’è e credo che alla fine si voterà più di pancia, cioè in base al credo politico e alla simpatia verso i candidati, che di testa, cioè provando a ricordare quello che hanno detto

E con Firenzedintorni ci saremo anche dopo, a controllare cosa verrà o non verrà fatto di quanto promesso

No Retegui e nemmeno Pinamonti, che a me continua a piacere, ma ne ho toppati talmente tanti in passato, da Cutrone a Nzola, che preferisco evitare

Non esiste nessuna clausola che garantisca il futuro rendimento e da sempre nel calcio si paga per quello che si è stati e non per quello che sarà, per questo sono tutti investimenti a rischio, soprattutto quelli più costosi

Detto questo, non è permesso sbagliare il sesto attaccante di fila, soprattutto se si considera che i cinque precedenti hanno fallito abbondantemente il traguardo del minimo sindacale, bilancio ancora più amaro se si considera che alla fine Cabral e Jovic sono stati i meno peggio

Si parte dal centravanti e si va avanti, magari trovando un punto di incontro con Bonaventura e Castrovilli perché nel calcio il pallone è importante e chi lo sa trattare con cura per me vale più di tanti podisti

Ottanta anni fa, in questi giorni, a Firenze si ammazzava e si torturava per provare a fermare la democrazia, basta farsi un giro a Villa Triste e rileggersi la storia di quel posto per essere scossi da un fremito libertario: andateci, se avete un po’ di tempo

Sono morti, sono stati torturati dalla feccia nazifascista per noi, che siamo figli e nipoti di quei martiri, perché due anni dopo si potesse essere liberi di scegliere chi dovesse guidarci politicamente, ma non è solo quello

Chi non va a votare, sbaglia, a prescindere; puoi votare contro o a favore oppure mettere la scheda bianca, ma astenersi non ha il minimo senso, non è una forma di protesta, piuttosto di ignavia, di delega ad altri di decidere della nostra vita quotidiana

E tutto questo non ha il minimo senso

Potremmo anche aspettare prima di lamentarci, vediamo se arriva davvero un centravanti degno di questo nome e che soprattutto faccia gol e quali saranno gli altri nuovi arrivi

La conferenza è stata meglio di quanto ci si potesse aspettare: scuse, dichiarazioni abbastanza impegnative per il futuro, la voglia di non mollare

Su Palladino ogni valutazione è inutile e prematura, nessuno, credo neanche lui, sa dove possa arrivare: gli piace il profilo basso e sarà interessante vedere se e come resiste alle pressioni fiorentine, speriamo solo che non sia permaloso perché da queste parti è poco consigliabile

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