Siamo spesso convinti che i diritti siano nostri e i doveri degli altri.

Crediamo che gli italiani, cioè noi, siano i più buoni, i più solidali, pronti a stringerci tutti insieme nei momenti di difficolta e via andare con la retorica.

Soprattutto, però, pensiamo di essere più furbi, che le regole siano state scritte per essere eluse, magari nel modo più fantasioso possibile perché, appunto, siamo italiani.

E quindi chi se ne frega di quello che ci hanno appena detto, delle distanze da rispettare e dei divieti che dovresti seguire? Tanto, mica mi beccano….

Questo siamo noi, certo non tutti, ma è nel nostro DNA non rispettare la fila e le leggi: riusciremo a capire che questo è il momento di cambiare qualcosa?

Della Fiorentina parleremo un’altra volta.

Penso a quando tutto questo finirà e torneremo ad essere normali, a fare cose normali.

E allora credo che questo intervallo temporale che ci costringe a convivere con la paura possa servirci ad apprezzare tutto ciò che abbiamo e che ci sembra dovuto.

Una vita comoda conquistata dalle precedenti generazioni: la libertà di muoversi prima di tutto, ovunque e come vogliamo, e poi il resto, che adesso ci manca.

Penso alla meravigliosa “Se me lo dicevi prima” di Iannacci, a quando ricorda “ e allora sarà bello quando nasce il sole”, che nel nostro caso è tornare ad incontrarci, darsi la mano, baciarsi.

Si dice spesso che il calcio sia spesso lo specchio del Paese e certamente non esiste argomento che coinvolga di più, se parametrato sul lungo periodo.

Speriamo che stavolta non sia così perché la pochezza in tutti i sensi mostrata da chi governa il pallone rasenta la follia.

Intanto non si è capito chi deve decidere, tutti alzano la voce, ognuno ha le sue ragioni, peraltro risibili se paragonate all’importanza del contesto generale.

In questi giorni Commisso sta capendo veramente e profondamente il calcio italiano, subito dopo aver conosciuto conosca significhi provare a smuovere e costruire qualcosa: mi piacerebbe molto sapere cosa gli passa davvero per la testa.

Si sta andando a tentoni, senza una precisa idea di quello che è e di quello che potrebbe essere.

Il calcio non è immune da questa situazione anche comprensibile perché nessuno era preparato all’emergenza, ma ho l’impressione che entro una settimana, se non ci saranno rimedi “naturali” vivremo sul filo di un’enorme elettricità sociale.

Dunque a a Udine si gioca a porte chiuse e nessuno ha capito bene il perché la partita non potesse essere rimandata, visti gli impegni delle due squadre, ma ci si adegua ed è già successo.

La novità, se verrà confermata, è il mancato ingresso dei giornalisti e a quel punto procederemo alla radiocronaca da studio, che non è poi chissà quale danno e che potrebbe anche piacervi.

Comunque sia, si naviga a vista, aspettando più che programmando, speriamo solo che come il Marziano a Roma di Flaiano si finisca col convivere abbastanza tranquillamente con questo ospite indesiderato.

Io lo sono, e voi? Il nostro frigo è mediamente pieno, esattamente come ogni giorno dell’anno.

Non siamo alla peste dei Promessi Sposi e non ci sono untori in giro, nemmeno tra i cinesi.

Passata l’ondata emotiva, si faranno dolorosamente i conti e scopriremo che si è parecchio esagerato.

Non vanno bene nemmeno gli eccessi di buonismo tipici della sinistra sempre aperta a tutto e sto ancora aspettando che Enrico Rossi chieda scusa per le sciocchezze dette su Burioni, ma sarà un’attesa vana.

Un gran punto direi, visto come si erano messe le cose. Se poi avessimo vinto nel finale con Caceres o Vlahovic, veniva giù (metaforicamente) lo stadio.

Non giochiamo bene, ma abbiamo un gran cuore, quello di Iachini, che è assurdo mettere ad ogni gara sotto esame per l’eventuale conferma.

Non creiamo a centrocampo per palese assenza del regista, che manca anche quando pensiamo ci sia e ogni volta rimpiangiamo chi tra Badelj e Pulgar non gioca.

Il rigore? Beh, diciamo che se ce lo avessero dato contro, oggi saremmo molto, ma molto arrabbiati…

Se dovessi puntare su un giocatore viola tra quelli attualmente in rosa in grado di segnare almeno 15 gol nella prossima stagione, farei senza dubbio il nome di Vlahovic.

Ci credo e mi piace, ciò nonostante mi sembrano molto azzardati certi paragoni e certe future sicure destinazioni.

Sto parlando di Ibra e del Real Madrid, tanto per volare basso: se vogliamo fare del male al ragazzo, continuiamo pure su questa strada, che è quella sbagliata per farlo crescere nel modo giusto.

Vlahovic è al momento un ottimo prospetto di attaccante, che molto deve ancora imparare e che  per fortuna è dotato di una grande rabbia interiore che lo porta a cercare di migliorarsi ogni giorno.

Spero vivamente che non pensi neanche per un attimo di essere l’erede di Ibrahimovic o di Batistuta, molto meglio per lui essere solo… Vlahovic

Ok, si è messa subito bene per un colpo di fortuna, ma poi i tre punti la Fiorentina se li è meritati tutti.

Una vittoria che dirada diverse nubi e che pone Vlahovic al centro del futuro viola che sarebbe poi il presente… Molto bene anche Lirola, Chiesa e il solito Dragowski, uno dei migliori da inizio stagione.

Il perché ci siano questi sbalzi di rendimento sarà qualcosa che dovrà spiegare e risolvere Inchini, che intanto si gode il “suo” Duncan, apparso subito a proprio agio.

Avevamo tutti una gran paura per questa trasferta genovese, soprattutto dopo i risultati di ieri e non c’è niente di male a dirci che ci siamo tolti un gran peso dallo stomaco.

Comportarsi da adulti, avere una relazione adulti: frasi che entrano sempre di più nel lessico cinematografico e forse anche, senza che ce ne rendiamo conto, nelle nostre case, ma cosa significa veramente?

Confesso di avere sull’argomento idee abbastanza confuse. A pensarci bene sono riuscito solo ad individuare due discriminanti: non è molto, ma da qualche parte si dovrà pure cominciare.

La prima è fisiologica e riguarda la differenza tra chi ha e chi non ha figli. Ci sono modi di pensare e di agire completamente diversi, non esiste un meglio o un peggio, semplicemente si hanno o non si hanno compiti e affanni indifferibili e inestinguibili. Per chi li sente, naturalmente.

La seconda riguarda l’assunzione delle proprie responsabilità verso ciò che ci succede nella vita. Perché, a parte le malattie o gli incidenti, tutto ciò che accade è frutto delle nostre scelte, del nostro egoismo, di ciò che pensiamo e di quanta voglia abbiamo di soffrire e di sacrificarci. Se si dà sempre la colpa agli altri, non si è adulti.

Spero di andare avanti nella ricerca…

Siamo arrivati sfiniti quasi al punto di non ritorno e, come ho già scritto in un altro post, sembra che abbiano tutti ragione.

Sullo stadio si scontrano due diverse visioni della vita e ogni punto di vista è rispettabile: trovare una sintesi vincente mi pare un’impresa degna dell’accordo per il Medio Oriente, dove infatti si litiga 70 anni.

Qui invece ci avviamo solo al dodicesimo anniversario della famosa presentazione del plastico di Fuskas, quando sembrava che al massimo nel 2012 tutto sarebbe stato pronto, Cittadella Viola compresa.

Devo dire che Commisso con il suo fast, fast fast mi ha personalmente risvegliato l’interesse alla vicenda che, al di là del minimo sindacale dovuto alla professione, era pari a quello che avevo per i balletti quando c’erano i programmi televisivi in bianco e nero.

Pare che la Snai stia pensando di quotare le varie possibilità: Mercafir, Campi Bisenzio, Franchi, New York…. e sinceramente non saprei cosa scommettere. 

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