Ho appena saputo che il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha accettato l’invito di Dario Nardella di venire a Firenze per Fiorentina-Atalanta dell’8 febbraio.

Tutto è partito dal Pentasport di ieri e spero che sial’inizio della fine di questa stucchevole polemica tra Gasperini e il popolo viola da cui mi aspetto parecchia ironia per quel sabato particolare.

Ne siamo non solo capaci, ma autentici maestri e quindi cerchiamo di vincere alla nostra maniera, per poi bissare sul campo il successo di mercoledì.

Uno sberleffo invece dell’insulto e via andare, magari chiudendo col peggiore dei trattamenti: non curarsi minimamente di Gasperini, ma guardare e passare.

Era la stessa squadra di domenica?

Non sembrava proprio: altra determinazione, altra tecnica, altro schieramento e risultato straordinario, in considerazione dell’avversario e dell’uomo in meno.

Giocare con gli attaccanti non è una cattiva idea e forse ci potevamo pensare anche prima.

Eravamo senza i due in teoria più bravi, Chiesa e Ribery, ma sono stati tutti ampiamente al di sopra della sufficienza.

Nessuna esaltazione, ma con Inchini siamo a due vittorie e un pareggio: e avessimo svoltato?

Brutta partita, prendiamoci i tre punti e ringraziamo la dea Eupalla che ci ha voluto bene.

Una vittoria pesante, che ci aiuterà, a patto di trovare un po’ di gioco e un rendimento più elevato da parte di diversi giocatori che in teoria sarebbero molto meglio di quello che si vede.

In teoria.

Ci sono in particolare un paio di uomini che si stanno inabissando sul piano del rendimento: Dalbert e Boateng, che sarebbe un centravanti talmente falso da non sembrare vero.

E comunque le ultime tre sono più lontane…

Ha ragione Commisso a pretendere un altro passo, stupendosi delle pastoie burocratiche italiane. Vuole investire, vuole costruire una Fiorentina diversa nelle strutture portanti e si sente prigioniero di una realtà diversa da come se la immaginava.

Ha ragione Nardella a confermare che non può fare proprio nulla di diverso da ciò che sta facendo per non finire nel tritacarne della giustizia: ha vincoli precisi, percorsi obbligati da seguire e non può pensare alla Fiorentina come a qualcosa di diverso da altri soggetti privati.

Hanno ragione i tifosi, esasperati da undici anni abbondanti di nulla sullo stadio, con l’aggravante di quasi quattro stagioni di niente sul campo. A molti di loro basterebbe avere un tetto sopra la testa quando guardano la partita e servizi igienici degni di un paese occidentale: è chiedere troppo?

Hanno ragione quelli a cui della Fiorentina non gliene importa niente e che pretendono che non venga toccato un euro pubblico per aiutare una squadra di calcio di proprietà di un miliardario  e che eroga stipendi milionari.

Ma se hanno ragione tutti, chi ha torto?

C’è già qualcuno che contesta Iachini, probabilmente perché pensava che lui fosse il nuovo Conte e che la Fiorentina avesse una rosa simile a quella del Barcellona.

I giocatori sono questi e qualcuno lo abbiamo pure sopravvalutato, però qualcosa di nuovo a Bologna si è visto: maggiore dinamismo e più combattività.

Come si dice in questi casi, meno era davvero difficile e comunque si rimane sempre lì: se non la butti dentro è molto complicato vincere, anche quando trovi un gol capolavoro come quello di Benassi.

Altra nota positiva, Chiesa. Penso che il padre Enrico e Iachini non siano estranei alla trasformazione di Federico, che sembrava un altro rispetto ad un mese fa.

Per il resto è ovvio che abbiamo perso due punti, inutile girarci intorno: fa male, ma bisogna che passi in fretta. 

Non riesco a capire tutte le perplessità a proposito dell’arrivo di uno che la metta dentro.

Che sia Cutrone o Petagna io non starei troppo a sottilizzare e vorrei ricordare che nella storia viola ogni giovane che doveva farsi largo ha sempre avuto davanti qualcuno di ingombrante, a partire da Monelli con Graziani e proseguendo con Batistuta con Borgonovo, Flachi con Batistuta, Pazzini con Vieri o Babacar con Gilardino. Cioè, se sei forte esci lo stesso.

Ho fiducia in Vlahovic, ma questa è la Fiorentina e non l’incubatrice di giovani talenti, e se da un lato è giusto che il ragazzo sbagli partite senza essere bocciato, dall’altro noi dobbiamo fare gol e punti.

Da due stagioni il nostro reparto offensivo è al limite dell’impresentabile in fatto di realizzazioni e ora dovremmo pensare che sia più importante il centrocampista dell’attaccante?

Quello che sapete della mia vita, ammesso e non concesso che interessi a qualcuno, lo troverete solo sul blog: non ho Facebook o altri canali che esaltano il narcisista che è dentro ognuno di noi e che oggi, in un’epoca in qualche modo degenerata dai social, si esprime sotto varie forme

Il 2020 che comincia domani mi porterà al misterioso traguardo dei 60 anni, che sono un’enormità rapportati al ragazzo che ero e che però mi risultano oscuri perché davvero non me li sento addosso e comunque ci sono.

Fino a buona parte della prima metà dei primi cinquanta anni non facevo altro che ripetermi quanto ero stato fortunato e indubbiamente lo ero: vita liscia, nessuna malattia, famiglia apparentemente perfetta, lavoro soddisfacente sotto ogni punto di vista.

Poi sono stato messo alla prova ed è iniziato il viaggio nel dolore.

All’inizio ho dato il peggio di me, atrribuendo come spesso accade la colpa di tutto agli altri: tradimenti, meschinità assortite, falsità.

Un po’ alla volta ho capito che la responsabilità era solo mia, dei miei errori, della mia superficialità nelle scelte fatte nel passato, della mia volontà a voler vivere senza profondità,

Visto come ora da lontano direi che non è stato facile, ma se mi immergo di nuovo a come stavo in quel lungo periodo, direi che quelle settimane, quei mesi e quegli anni siano stati l’esperienza più importante e dura della mia esistenza

E comunque, oggi posso dirlo, sono stato ancora fortunato, e se ogni tanto un demone mi trascina nella tentazione di piangermi addosso, qualcosa di molto più saggio e alla fine vincente mi ricorda quello che ho oggi, che è tanto.

Grazie a tutte le persone che mi vogliono bene e buon 2020 a tutti voi.

P.S. Purtroppo il 2019 finisce veramente male

Ho appena saputo che è morta Marcella, la moglie di Gianni De Magistris, una uomo a cui sono affezionato da più di 40 anni.

Non ci sono molte parole, solo il mio affetto per lui e per lei, che ho conosciuto e che era la giusta compagna di una persona speciale.

E’ un vecchio compagno di calcio, uno che non sembrava nemmeno facesse il calciatore talmente era normale.

Ora che ha la grande occasione della sua vita, qualcosa di veramente irripetibile, mi sento solo di augurargli il buon viaggio e non solo perché è E sarà anche il nostro percorso.

Si merita la fortuna che i tifosi viola non hanno da anni e sarebbe bello riscattarci insieme, lottando come faceva lui contro Maradona, Platini e il “nostro” Baggio.

Il mio primo Natale è stato 40 anni fa e il solo scriverlo fa un certo effetto e comunque il prossimo 27 settembre saranno 60 e quindi conviene abituarsi all’idea.

Da bambino e fino ai 14 anni a Natale andavo a scuola, a meno che non fosse sabato o domenica, e il fatto che non mi sembrasse strano spiega meglio di ogni altra cosa come si possa assorbire completamente  ciò che ci circonda sembrandoci quindi naturale tutto ciò che ci dicono di fare o non fare.

Non sono mai entrato nello spirito natalizio e mi dispiace, col passare del tempo e con l’aiuto di chi sta accanto a me ho però compreso quanto sia importante arrivare all’essenza della festa e alla sua forte spiritualità, che purtroppo non mi appartiene.

Sono dunque stato e sono uno dei tanti che partecipa all’orgia consumistica di questi giorni, con l’aggravante di non essere nemmeno cattolico e di perpetrare così un rito al solo scopo di essere contento nel regalare cose a chi amo.

Comunque sia, il mio augurio è che troviate in questi giorni molta serenità e soprattutto, per le persone che soffrono per motivi di salute, un po’ di pace.

Sto parlando dell’allenatore, perché mi pare che qui esista un enorme problema psicologico che solo l’arrivo della persona giusta può risolvere.

D’accordo, Pradé non ha azzeccato la campagna acquisti e come successe anni fa col mancato difensore non comprendo la logica del mancato attaccante, anche perché si è preferito mandare via Simeone e Muriel (ma qui la decisione è stata di Montella e dei Corvino) provando l’azzardo di due giovani tutti da scoprire.

Non venitemi però a dire che l’organico viola messo a disposizione dell’ex allenatore sia da zona retrocessione, perché altrimenti qui si è persa ogni cognizione tecnica.

I più ottimisti, e io per un fatto di cuore lo sono sempre quando si parla di Fiorentina, potevano pensare a lottare per l’Europa, i pessimisti a veleggiare tristemente, ma tranquillamente, tra l’ottavo e il decimo posto.

Così no, così ci stiamo incartando e siamo vicini a scivolare in un infermo calcistico per cui nessuno è attrezzato, nonostante il tentativo di Montella nella passata stagione di farci abituare all’idea di lottare fino all’ultimo minuto per la salvezza.

Iachini? Prandelli? Blanc? Mister X? Non saprei, la logica suggerirebbe Iachini, ma non è detto.

E comunque, se sbagliamo il tecnico, abbiamo serie possibilità di retrocedere. 

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