Abbiamo tre cani, esperienza che non avrei pensato di provare perché fino a cinque anni fa avevo paura di loro, anche se mi erano sempre piaciuti.

Ho imparato ad apprezzarne le doti uniche e sono sempre più convinto che commettiamo un grave errore quando etichettiamo come bestie chi si tende autore di efferati delitti, vedi ultimamente alla voce Colleferro.

No, gli animali non uccidono per sadismo o noia, ma solo per bisogno alimentare o per difendere i propri cuccioli.

Le bestie non stuprano e non picchiano per affermare il proprio ego o per citarne le ferite.

Se ci fosse un tribunale universale sarebbe giusto che facessero causa a chi usa a sproposito questo termine.

E noi che credevamo di essere conosciuti nel mondo per quelle due bischerate di Michelangelo, Leonardo e altre figure minori del nostro Rinascimento.

Macché, tutto sbagliato, il vero vanto di Firenze è lo stadio, costruito nel 1931 e assurto a bene di interesse storico solo nel 1984 perché da perfetti ignoranti ci sono voluti 53 anni per capire che non aveva proprio niente da invidiare al Colosseo.

Ora mi spiego perché Diego Della Valle ha scelto Roma per la sua sponsorizzazione da 25 milioni di euro: non poteva farlo col Franchi ed è dovuto scendere di livello.

Eppure era semplice, bastava scorrere il passaporto, operazione comune a tutti i fiorentini (pare che qualcuno lo faccia due volte al giorno, prima dei pasti) e a pagina 31 eccolo lì: lo stadio, così come è stato costruito e che nessuno osi toccarlo, meno che mai quel cattivone di Commisso.

Non lamentatevi più per le code in curva o in maratona per andare nei bagni, che chiamarli così è un esercizio ardimentoso, o per la pioggia (eh sì, pare piova anche sui capolavori architettonici) che vi riduce a stracci da strizzare dopo tre ore passate in questo miracolo dell’era moderna.

E’ lo stadio Franchi, non sei su scherzi a parte, e se te lo dice Pessina ci puoi credere.

Fra i danni dei social il più evidente, come diceva Eco, c’è quello di dare voce e risonanza a chi prima al massimo poteva essere popolare come “lo scemo del quartiere”, o del paese.

Poi ci sono gli odiatori di professione, tra loro anche laureati e stimati professionisti che davanti al computer si esibiscono nel peggio del peggio.

Come quelli che si accaniscono in questi giorni contro Berlusconi e affidano al Covid il compito di riparare a chissà quali torti.

Non So a voi, ma a me fanno venire il voltastomaco.

Ieri è stato un giorno speciale e non credevo che saremmo arrivati a sbloccare la situazione.

FIrenze e la Fiorentina hanno unito le forze politiche e sinceramente non me ne importa niente della primogenitura dello “sbloccastadi”.

Mettiamola così: Renzi è stato il centravanti che ci mancava, il PD ha giocato benissimo a centrocampo costruendo il gioco, la Lega e FDI in difesa hanno chiuso ogni varco, per questo abbiamo vinto la partita pur partendo da sfavoriti.

Se non ci fosse stato il ciclone Commisso, oggi parleremo d’altro, anzi forse non ne parleremo affatto perché lo stadio era diventato un tormentone che interessava poco o niente.

Nel nome di Firenze e della Fiorentina i nostri parlamentari hanno giocato una gran partita, adesso la palla passa a Rocco e Nardella perché nella gara di ritorno entrano in campo loro, ma stavolta partiamo favoriti.

Mi piacerebbe sapere in quanti sanno che il referendum del 20 settembre è confermativo e non abrogativo.

E cioè chi vota sì vuol dire che è contrario a questo numero di parlamentari e viceversa.

Ancora: quanti sono a conoscenza che non occorre alcun quorum, nel senso che chi, perché magari contrario, pensa di boicottare non andando al seggio?

Credo che la confusione sia tanta sotto il cielo italiano, compreso il fatto che chi diceva una cosa prima ora afferma il contrario, altri sono indecisi a tutto e in tanti non sanno proprio che pesci prendere

Ripetere in continuazione che la proprietà deve spendere, a prescindere.

Sposare l’idea che siamo “noi” a fare un piacere a chi ha comprato la Fiorentina e che il solo modo per ripagare il debito morale è spendere il più possibile.

Non considerare mai le variabili esterne tipo ricavi da marketing, bacino di utenza, scadenza di contratto dei pezzo più pregiati: hai comprato la Fiorentina? E allora spendi.

Non mettere limiti alla spesa, visto che sei ricco, anzi ricchissimo, dimostracelo.

Fare un collage delle varie dichiarazioni presidenziali, ignorando i tempi diversi in cui sono avvenute e soprattutto dimenticando altre parole che potrebbero indurre alla prudenza.

Tu hai promesso, non importa quando e come n quali circostanze e adesso spendi.

Se non lo fai, ci hai tradito

Ok, sarà un mercato lungo, ma lungo quanto?

Perché tutto negli ultimi quattro anni è stato abbastanza lungo: l’autofinanzimento, l’assenza dall’Europa, la Mercafir, i problemi di Bagno a Ripoli, la mancanza di un attaccante decente da Kalinic ad oggi, escluso qualche sprazzo del primo Simeone.

E Iachini che dice? E, soprattutto, che pensa?

Con questa rosa non siamo competitivi, ci manca la punta importante e un vero regista, se vogliamo sperare di giocarci l’Europa.

Sinceramente, accorcerei i tempi di attesa.

Premesso che non sono mai stato un frequentatore di eventi (quasi sempre cerco una via di fuga quando mi invitano) e anche da ragazzo non ho organizzato niente e neanche ho frequentato discoteche e/o posti alla moda, una domanda me la sto facendo: cosa diavolo c’è da festeggiare in questa estate post tragedia Covid?

Perché la gente, non solo i giovani, si dà appuntamenti pericolosi e numerosi per lanciarsi in danze e altro come se vivessimo in un mondo privo di pensieri?

Sinceramente non capisco lo spirito del tempo.

Non dico che dopo la terrorizzante ipotesi della quarantena si debba vivere in una quaresima continua, ma esisterà pure una via di mezzo tra la triste seriosità di chi pensa che tutto debba andare sempre e comunque peggio e la spensierata imbecillità con cui in tanti si buttano in queste feste oceaniche senza mascherina e distanziamento sociale

Quando ad aprile pensavo all’estate me la immaginavo stravolta, quasi violentata dalla malattia.

Non che la cosa mi tornasse particolarmente, non sono mai stato un fanatico delle vacanze, figuriamoci che fino a non troppi anni fa mi dava noia la sabbia, ma ho lo stesso frequentato a lungo la Versilia per questioni affettive.

Pensavo però al mondo circostante, il mio e quello più vasto che sarebbe poi la società ed ero seriamente preoccupato, anche perché avevo ben chiaro che la quarantena avrebbe creato voragini psicologiche soprattutto in chi non aveva avuto come me la fortuna di lavoratore.

Non è accaduto niente di tutto questo e a parte le mascherine e le code per entrare in qualche negozio a Tonfano sembra un’estate normale, così come ovunque, e allora sono doppiamente preoccupato.

Perché sta andando in scena una rimozione collettiva e personale di quanto è accaduto, stiamo scivolando verso la fine dell’estate con la stessa mentalità di chi prova i brividi della roulette russa.

Può darsi che ci sia un clic, ma potrebbe anche essere che possa esplodere il colpo in canna.

Ma non dovevano essere al massimo due mandati?

Ne vedremo delle belle nel 2023…

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