Finalmente ci siamo divertiti a veder giocare la Fiorentina, grazie all’asse Ribery/Castrovilli, ma non solo.

Hanno fatto girare il pallone, sono arrivati senza troppi problemi nell’area del Torino, salvo poi confermare che in fase realizzati a non siamo mai abbastanza cattivi.

Abbiamo vinto con merito e sono contento soprattutto per Iachini, che se ne andrà da signore, proseguendo idealmente il gemellaggio con Pioli a Milano.

Non so quanto potrà durare a questi livelli Ribery, sinceramente non mi aspettavo un rendimento così elevato e continuo: il segreto forse è che si sta divertendo anche lui.

Poi, certo, bisogna essere Ribery, cioè avere le sue qualità, ma questo è un altro discorso.

Missione compiuta.

Beppe Iachini salva la Fiorentina a cinque giornata dalla fine del campionato e adesso ci possiamo anche rilassare e magari cominciare a divertirsi.

Ho uno scenario in testa che mi stuzzica: e se adesso facciamo un sacco di punti e raggiungiamo quota 50, che facciamo?

Poco credo, con l’allenatore, però almeno Beppe saluterebbe con l’onore delle armi e con il cuore pieno di orgoglio.

In trasferta ha quasi sempre azzeccato la formazione, si è inventato Ghezzal mezz’ala e alla fine ha ricucito con Chiesa, ieri il migliore in campo.

Già, Chiesa. Avrebbe fatto bene a chiedere scusa, poi ha preferito parlare sul campo mettendo a tacere tutti quelli che lo considerano un giocatore normale.

Vittoria strameritata, con un marziano di quasi 37 anni che ci sta spiegando cosa sia il giusto mix tra classe e dedizione alla causa.

Ho difeso Federico Chiesa e continuerò a farlo sul piano tecnico perché mi pare una grande idiozia sperperare un patrimonio economico per la Fiorentina e complessivamente disperdere il suo talento.

Ma il ditino no, quello non si può vedere, soprattutto dopo una stagione come la sua, la peggiore da quando ha esordito in serie A, per giunta arrivata dopo un’annata, quella 18/19, niente affatto memorabile.

Il ditino contro chi? I tifosi che non c’erano? I giornalisti che ti criticano? Iachini, peraltro abbracciato con trasporto, che lo ha relegato a riserva dell’inesistente Sottil?

E poi dopo che hai giocato quasi 50 minuti di niente, sempre ammesso e non concesso (e io non lo concedo) che chi gioca alla grande possa permettersi questi gesti infantili che lasciano il segno, vedi alla voce Simeone.

Per punizione direi di obbligare Federico a rivedere una cinquantina di volte il ditino di Batistuta al Camp Nou nell’aprile 1997, sei mesi prima che lui nascesse. Anche Gabriel zittiva il pubblico, e lì erano in centomila, ma era quello avversario…   

Quelli che sono contenti delle esclusioni del nostro giocatore con la migliore quotazione di mercato mi sembrano il famoso marito che….

Che senso ha godere del fatto che sia caduto in una crisi tecnica di cui non si vede la fine imminente, anche perché questo calcio così accelerato non permette sconti?

Le faccine della scorsa estate e la volontà più o meno esplicita di andarsene non sono piaciute neanche a me, ma non sono una novità nel calcio: dobbiamo far pagare a Federico la nostra rabbia anche per frustrazioni passate?

Il primo che deve dare una mano a Chiesa è lui stesso, non si può certo dire che non ci metta impegno, solo che deve smetterla con certi atteggiamenti deleteri, tipo le proteste per ogni fallo fischiato contro o ammonizione (giusta, come ieri) presa.

Un po’ però bisogna darci una regolata anche noi: non è diventato un brocco, ha appena 22 anni ed è in una fase di crisi di crescita abbastanza comune per un ragazzo della sua età.

Smettiamo di polemizzare su ogni cosa che lo riguardi e trattiamolo da giocatore della Fiorentina, squadra fra l’altro per cui tifa da sempre.  

L’ha vinta Iachini, con una formazione che mi aveva sorpreso in negativo e che invece si rivelata giusta.

Evidentemente in questo torneo folle ed estivo la condizione atletica conta più della classe, quindi dentro Venuti e fuori Chiesa, in panchina Castrovilli per far posto a Benassi, peraltro deludente.

L’abbiamo vinta meritando e ci siamo tolti un bel peso, in ogni senso.

Restano le perplessità per l’attacco, dove non la mettiamo dentro nemmeno per sbaglio, ma qui l’errore è alla base, quando non abbiamo preso un bomber vero.

Speravamo e credevamo di rimediare do Cutrone, ci toccherà invece aspettare l’evoluzione di Vlahovic.

Impossibile da pensare dieci giorni fa: siamo franati sotto diversi punti di vista.

Oltre al gioco, manca l’anima e qui siamo alla sorpresa. Amara, perché con Iachini in panchina ti aspetteresti gente determinata e invece niente: mollicci e con la paura di prendersi le proprie responsabilità.

Il Sassuolo ci ha preso a pallate, dandoci una memorabile lezione tecnica e tattica.

La rosa (e gli ingaggi)  della Fiorentina è superiore alla trista classifica e ancora di più al quasi vuoto cosmico visto ieri.

Beppe si ferma qui: dispiace, ma è il campo la Cassazione del calcio e proprio non ci siamo.

Poi ci sono Pradè e i calciatori.

In questo momento di grande confusione di calendario e anche di paura conviene mantenere la testa fredda, visto che il cuore caldo ce l’hanno davvero in pochi. Poi si faranno i conti, anche se continuo a pensare che il DS debba avere una prova d’appello.

L’unico da tenere fuori è Commisso: che doveva e che deve fare di più? Sarà interessante ascoltare la sua reazione per capire cosa bolle nella pentola viola, oggi così indigesta per tutti.

C’è un prima e un dopo nella mia vita e se volessi trovare una data spartiacque la indicherei nel 30 giugno di cinque anni fa.

Quel giorno finiva dopo oltre trentacinque anni la mia storia con Radio Blu e ne cominciava un’altra piena di mistero a Radio Bruno, quasi in contemporanea con un altro cambiamento profondo e decisivo della mia vita personale.

Oggi che mi avvicino ad essere un sessantenne spero ancora presente a me stesso, mi guardo indietro e mi capita di provare la stessa sensazione di quando ripenso a come sono riuscito a laurearmi senza mai frequentare: una fatica immane, una scalata di enorme difficoltà, che ho comunque compiuto ed evidentemente ne avevo le possibilità e le capacità.

Quando ti capita qualcosa di contrario nella mia vita, pensi spesso che la tua croce sia insopportabile, che sia sempre colpa degli altri, mai ti soffermi sui tuoi errori: è un esercizio molto complicato, che però consiglio caldamente a costo di passare delle nottate con il mal di stomaco. Se scali quelle montagne, pur scivolando ogni tanto, alla fine vinci te.

Ho avuto fortuna, o forse me lo sono meritato: fatto sta che cinque anni fa sono ripartito dalle macerie non da solo e oggi che sembra tutto così normale è giusto che ricordi con un sorriso dove ero e come stavo il 30 giugno 2015.

Un’ora di grande Fiorentina, assolutamente inaspettata.

Chi contesta Iachini per la partita di ieri ce l’ha con lui a prescindere, perché solo l’idea di Ghezzal, per me assurda, è qualcosa di importante: vuol dire che lo ha visto benissimo in allenamento e lo ha rischiato.

Purtroppo il problema è sempre lì davanti, dove Cutrone sta molto deludendo e Vlahovic ha commesso una grande bischerata che si può perdonare solo guardando la carta di identità e comunque proprio no facciamo gol e siamo sempre aggrappati all’immenso Ribery.

L’arbitro ci ha danneggiato e in questo campionato dovremmo avere dei crediti da riscuotere se il calcio fosse un bilancio con la partita doppia.

Ma non lo è, e quindi eccoci qui a leccarci le ferite e non sapendo se essere arrabbiati perché si è perso e per come si è perso, oppure se essere soddisfatti per quello che abbiamo ammirato per oltre due terzi di gara contro chi aveva il doppio dei nostri punti.

Mettiamoci dentro tutte le giustificazioni possibili, ma…era il Brescia, rattoppato e predisposto mentalmente a giocare una partita neanche troppo cattiva.

Abbiamo avuto venti minuti interessanti in cui è emersa una volta di più la lacuna principale di questa squadra: manca un attaccante da quindici/venti gol a stagione. Vlahovic non lo è ancora e Cutrone deve essere proprio fuori forma, se Iachini non lo ha buttato dentro quando in area piovevano diversi palloni.

Non si pretendeva il gioco, ma un inizio così moscio, con mezz’ora quasi inguardabile non era davvero nelle previsioni.

Un bruttissimo pareggio, con poche cose da salvare e con la preoccupazione che sabato sera a Roma sarà veramente durissima, se non ci svegliamo un po’ e cominciamo a prendere, oltre a Castrovilli e Ribery, qualche iniziativa in più.

Dieci anni senza Manuela, ricordi bellissimi sulla 27sima ora di corriere.it e un bel po’ di ipocrisia, atteggiamento che lei odiava come poche cose al mondo.

Donna passionale, di una bravura unica, è stata attaccata spesso per il suo non essere mai, appunto, ipocrita e molto perché donna.

Non dimentico cosa NON fece la Fiorentina al suo funerale: NON partecipò, NON mandando neanche un vessillo, i soli Prandelli, ormai in uscita, e RIghetti parteciparono a titolo privato.

Giornalista poliedrica e divisiva, non voleva piacere a tutti e così accadde, in molti la accusarono di essere contro la Fiorentina, proprio lei…

Mi spiace dover scrivere queste parole, ma Manuela avrebbe approvato, troppo facile dopo…

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