Quanto è facile essere solidali e illuminati con la pancia piena, uno stipendio sicuro, la casa di proprietà e qualche soldo da parte?
Ora che però tutto sembra scricchiolare come se ci stessimo preparando alla slavina, in quanti conserveranno quell’atteggiamento buonista che ho sempre sopportato a fatica e che ogni volta fa dire la cosa giusta al momento giusto?
Siamo contro chi taglia gli alberi in Amazzonia, dalla parte delle donne che trent’anni dopo denunciano molestie, assolutamente favorevoli ai diritti degli ultimi, a patto però che non ci passino avanti: basta e avanza se rimangono penultimi, noi dobbiamo stare davanti.
Per non parlare dei gay, dei neri e degli ebrei: noi (voi) ci schieriamo al loro fianco in ogni loro battaglia, qualcuno ha dei dubbi?
Ma… anche adesso che il mondo sembra annunciare nuove albe sempre più nere?
Siamo disposti a rinunciare davvero a qualcosa di nostro, che sia qualcosa di concreto, di economico o anche la semplice limitazione nel muoversi.
Conte si affida al senso di responsabilità degli italiani e a me viene in mente, appunto, l’egoismo sdrucciolo che abbiamo tutti quanti, perché tutti hanno (abbiamo) un valido motivo per spostarsi.
La nonna, il fidanzato/a, un amico/a che non vedo da anni, portare il regalo per il bambino appena nato alla coppia di amici che abita a trenta chilometri.
E tutto ci sembra non solo credibile, ma addirittura dovuto: libera, libera, libera.
Libera nos domine.