Le mie due figlie lavorano nella scuola e nelle cooperative sociali e hanno dunque ricevuto la prima dose di vaccino Astrazeneca: ovviamente ho passato un paio di giorni difficili ad interrogarmi su cosa fosse giusto fare con la seconda fiala.

Col passare del tempo sono passato dalla pancia alla testa e mi sono convinto che bisogna fidarsi di quello che ci diranno domani: se danno l’ok alla somministrazione, bisogna tornare a mettersi in fila per vaccinarsi.

Non ci sono altre soluzioni, non ci sono scorciatoie, non sono previsti miracoli.

Chi può vaccinarsi, lo faccia, chissà quando toccherà a me, nel frattempo prudenza, attenzione e, speriamo, molta fortuna.

Via, almeno questa l’ho azzeccata.

Quando difendevo Vlahovic dalla crocifissione mediatica intravvedevo qualcosa che potrebbe davvero esplodere nel futuro prossimo venturo.

Sua maestà Batistuta a 21 anni era più o meno a questo livello, anche se non è affatto detto che possa fare anche solo la metà del più forte attaccante viola di tutti i tempi.

Abbiamo vinto meritatamente perché siamo più forti e lo abbiamo dimostrato, una volta tanto.

La stanchezza finale di Prandelli era per me sincera e non nascondeva nessun secondo fine, l’uomo è meglio ancora dell’allenatore e non ha alcun conto in sospeso con la Fiorentina.

Non ci rilassiamo, passiamo una domenica tranquilla. Insomma stiamo sereni, come avrebbe detto un noto tifoso viola ad uno del Milan più o meno sette anni fa.

Mi piace molto lo stile del nuovo Governo sul piano della comunicazione.

In attesa che faccia effetto la cura Draghi, certifichiamo l’uscita dei protagonisti dal girone narcisistico con annessa partecipazione televisiva e sui giornali quasi fosse un’occupazione militare.

Il Presidente del Consiglio lo conosciamo tutti, ma chi ha in mente il generale Figliuolo, l’uomo che sostituito Arcuri, il più presente e il più intervistato nel primo intervistato anno di pandemia?

Di lui sappiamo pochissimo, per esempio che è tifoso della Juve, ma si sa che nessuno è perfetto, e ci auguriamo impieghi il suo tempo per organizzarci meglio la vita piuttosto che scadenzare gli appuntamenti tra la D’Urso e Fazio.

E questo, credetemi, è già un bel passo avanti.

Questi siamo e questi rimaniamo fino al termine del campionato.

Giusta la protesta dei tifosi di sabato pomeriggio, anche se avrei usato altri termini nello striscione, ma la parte più calda del tifo, e non solo quella, non ne può più di certi spettacoli ed se è stata fin troppo buona in questi mesi di stenti.

Non credo che abbia condizionato nessuno, ma purtroppo non ha neanche solleticato l’orgoglio di giocatori spenti, dentro e fuori.

Torniamo al titolo: come li aiutiamo a non farmi perdere la faccia rimanendo almeno in serie A?

Comincerei con una campagna distensiva nell’ambiente, sotterrando l’ascia di guerra e chiedendo un aiuto mediatico a chi ha i mezzi per sostenere su giornali, radio e televisioni la nostra amata Fiorentina: potrebbe servire anche in futuro.

Andrei poi a scavare nella testa di questi giovanotti per capire cosa gli frulla davvero nel cervello, li guarderei nelle palle degli occhi e butterei in campo solo quelli in grado di dare qualcosa in più rispetto al mosciume delle ultime gare.

Meglio Eysseric di Amrabat, tanto per essere chiari, se il marocchino continua a giocare come se ci stesse facendo un favore.

Sull’eventuale cambio del tecnico ho qualche perplessità, ma nessuna idea precisa: decida Commisso secondo il proprio istinto e intanto prepariamoci ad un’altra settimana di passione.

Quando in acqua sei in difficoltà, il primo consiglio che ti danno è quello di mantenere la lucidità giusta per fare poche cose, ma bene.

In questo modo dobbiamo vivere il momento veramente triste che riguarda la Fiorentina e che pare il corollario della nostra difficile esistenza quotidiana.

Infamatemi pure, ma sono sempre convinto che ci salveremo, a patto di non fare processi ora e di evitare il tutti contro tutti, che servirebbe solo a sfogare le nostre più che legittime frustrazioni, ma ci farebbe entrare in una dimensione ancora più caotica.

Non abbiamo giocato male ieri sera, se rapportiamo il volume di gioco e le occasioni alle precedenti soporifere esibizioni, e questa è certamente una circostanza ancora più preoccupante per il futuro.

Ci vuole fermezza e grinta, senza tremori: chi tra i giocatori non ce l’ha, chiunque sia l’uomo seduto in panchina, è bene che non scenda in campo domenica pomeriggio.

La responsabilità della sconfitta è tutta di Milenkovic, inutile fare esercizi verbali o di scrittura del poco che abbiamo visto a Udine.

Fatto salvo il concetto che il pareggio sarebbe stato più giusto, resta la tristezza per il gioco della Fiorentina, per quella sciatteria tecnica da cui negli ultimi anni siamo usciti pochissimo.

Siamo davvero tutti stanchi di vedere una squadra che fa molto meno di quello che in teoria potrebbe fare e di quello che costa a Commisso.

Al presidente converrà interrogarsi sui diversi errori fatti in fase di programmazione, perché quella (ha ragione) c’è stata, solo che è sbagliata.

E converrà pure cambiare atteggiamento con questi giocatori che come ha detto giustamente Brovarone risultano tecnicamente antipatici, con qualche eccezione che sfocia nell’irritazione.

Ci salveremo senz’altro, ma con grande fatica mentale per portare in fondo l’ennesima stagione molto, ma molto grigia.

Come siamo cambiati in un anno?

Come avete passato gli ultimi dodici mesi, i più difficili falla fine della seconda guerra mondiale?

Aspetto le vostre storie.

La mia è di un impegno triplicato nel lavoro, nella paura per la salute delle persone che amo più che per me insieme ad un ottimismo sempre più sfumato per il futuro che ci attende.

Passerà? Certamente sì, ma bisognerà vedere cosa ci lascerà dentro.

Non ho mai sopportato la pretesa superiorità della sinistra, questo sentirsi dispensatrice di bontà e di verità al cospetto di chiunque stia dall’altra parte e non la pensi nella stessa maniera illuminata.

Il tutto servito con il contorno di un buonismo di facciata, ancora più insopportabile.

La pensavo così a 16 anni e non ho mai smesso, il fatto che abbia sempre votato da quella parte mi ha creato non pochi imbarazzi e alla fine mi sono sempre detto che lo faccio solo per due motivi: non esiste da decenni una destra liberale e votata al progresso e, soprattutto, esiste dentro di me la solita vocina che mi suggerisce quanto sia meglio se rinuncio io a qualcosa purché in molti stiano meglio.

Non so quanto durerà, certamente l’ultimo episodio davvero incredibile che riguarda l’emerito professor Giovanni Gozzini, lo stesso che suggeriva insane pratiche anale ai Della Valle, e Giorgia Meloni conferma questa spocchia, assolutamente ingiustificata da qualsiasi parte la si voglia analizzare. Le dimissioni o l’allontanamento mi parrebbero l’unico provvedimento da prendere, ma in Italia finisce tutto a reprimende verbali.

E’ un vizio antico quello della sinistra, una distorsione mentale da cui nessuno di quelli che pontificano e straparlano ha davvero voglia di liberarsi.

 

Meglio Vlahovic e Castrovilli di Agudelo e Saponara, no?

Il primo tempo è stato sconfortante, mancavano idee e grinta, poi abbiamo vinto per via della differenza tecnica e quindi della differenza dei valori assoluti far le due squadre.

Gran bel risultato, che ci aiuta tantissimo e che potrebbe portarci a giocare meglio proprio perché meno affannati.

Ci mancherebbero una punta (da affiancare a Vlahovic) e un regista, guarda caso quello che ci mancava esattamente un anno fa: ne riparleremo a fine campionato.

Forse.

Agudelo gioca una gran partita contro il Milan e siamo già tutti qui a rimpiangerlo.

Sottil in un campionato segna un gol e fa tre assist e da mesi ci stracciamo le vesti perché non lo abbiamo a disposizione.

Quanto dolore a inizio stagione per non avere più Simeone, per non parlare poi di Ceccherini a Verona, che oggi certamente avrebbe preso il posto di Pezzella.

Ma siamo normali?

No, dico: non si potrebbe aspettare un intero campionato per decidere se sia il caso di martellarci l’anima con i rimpianti?

Sono solo due quelli gridano vendetta, accantonati mestamente i casi Zaniolo e Mancini, e sto parlando di Muriel e Ilicic, ma il primo non lo volevano Montella e soprattutto Corvino, mentre col secondo abbiamo ingaggiato una guerra senza esclusione di colpi.

Per gli altri direi di aspettare e semmai di non farne di niente.

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