Premessa: non ci sono elezioni in vista e quindi non esiste alcun calcolo politico.
Detto questo, io penso che se Matteo Renzi, Leonardo Domenici ed Eugenio Giani non ricoprissero le cariche che ricoprono, molto probabilmente sarebbero andati pure loro alla manifestazione di lunedì.
Magari non avrebbero occupato i binari della stazione (ma forse Renzi…), però da tifosi viola non sarebbero stati fermi.
Scrivo questo per dire che Firenze è certamente la città più compatta tra quelle travolte dal tornado Rossi-Palazzi-Ruperto.
Penso che domani sera se ne accorgerà pure Massimo D’Alema e poi probabilmente trarrà delle conclusioni sull’improvvido giustizialismo ad intermittenza di buona parte della sinistra.
Qui non ci sono divisioni tra noi, siamo tutti terribilmente incazzati (e scusate il francesismo) per la sentenza di venerdì.
Però ribadisco il concetto: è bene fischiare chi vogliamo, fare slogan graffianti contro chi sappiamo, ma basta con azioni che possano determinare disagi per la collettività.
Siamo infatti in pericoloso equilibrio mediatico e un passo in più potrebbe essere fortemente controproducente.
Ultima cosa: scusate se non rispondo ai vostri post, ma fino a sabato andrà così.
Vi leggo con molto piacere, ma ho solo un’ora al giorno di accesso ad internet, dopo gli ultimi avvenimenti modero solo io e quindi non ho purtroppo il tempo materiale per rispondere.

UNA CONSIDERAZIONE VELOCE SU QUANTO AVETE SCRITTO ED UNA NOTIZIOLA ILLUMINANTE SUL NOSTRO DORATO MONDO GIORNALISTICO.
La considerazione è che sono d’accordo sul promuovere il video della Provincia in più luoghi possibili. Se si potesse, è da far vedere in televisione e magari lo potremmo fare a Rtv38, ne parlerò con il direttore Corsi, perchè tanto a livello nazionale (leggi la triste storia Pastorin-Ferrara) la considerazione è minima.
La notiziola è che ho scoperto che il famoso post con la bestemmia è partito da Folgaria, quasi sicuramente da dove è allestito il padiglione per la stampa. Quello che è certo è che, come avevo sospettato, qualcuno dallo stesso padiglione ha “moderato” il commento (penso sia lo stesso che ha fatto partire il bestemmione) dopo aver recuperato appositamente il computer dell’unica persona che in mia assenza era deputata ad entrare nel programmao. So già di chi si tratta e lui sa che io so, bella gente vero?

Una grande dimostrazione di strategia “militare”, un’ottima forma di autocontrollo, un modo efficace per andare sulle prime pagine dei giornali e urlare così tutta la nostra rabbia.
Però, ragazzi, basta così: una volta è sufficiente e ripetere l’occupazione di ieri in altre forme che danneggino nuovamente la collettività sarebbe un clamoroso autogol.
Lo stesso sindaco Domenici non se l’è sentita di andare contro i dimostranti come (pensiamoci bene) imporrebbe il ruolo e questo dà il segno di quanto la misura sia ormai colma, ma adesso bisogna pensare bene a cosa fare e soprattutto bisogna giocarcela alla grande nell’appello sportivo.
A me questa storia del ricorso al Tar piace poco, mi fa istintivamente venire in mente i nostri anni calcistici più bui, quelli in cui ci dicevamo che ci saremmo sicuramente salvati perché tanto mancavano molte partite alla fine del campionato.
Il Tar non ci rimette in serie A, al massimo a fine agosto può decidere di azzerare per un vizio di forma il processo e farlo così ripartire di nuovo, ed è come se rigiocassimo la partita senza nessuna garanzia di vincerla.
Per questo è bene sparare ora tutte le nostre cartucce e poi semmai pensare al ricorso alla giustizia ordinaria.
Stringiamoci quindi di nuovo intorno alla Fiorentina e, dopo lo sfogo di ieri, continuiamo a soffrire in trincea.

Sono mortificato: qualcuno (immagino anche chi) è riuscito ad entrare nella chiave di accesso del blog ed ha infilato un messaggio penoso, pieno di bestemmie di cui mi sono accorto solo ora perché, come vi ho detto, non ho una fruizione normale di internet.
Anche per questo non rispondo alle vostre domande: non è maleducazione, ma solo impossibilità di stare due ore davanti al computer.
Dalla prossima settimana tutto tornerà normale.
Però, dopo episodi come questo, mi verrebbe quasi voglia di chiuderlo questo blog, che è stato creato al solo scopo di parlare con voi.
Operazione riuscita in pieno, ma che ha anche dato modo a qualche imbecille di sfogare la sua frustrazione nei miei confronti e verso il mondo intero.
Non lo chiuderò, ma sarò ancora più selettivo e questo potrebbe portare un rallentamento nella pubblicazione dei vostri post, perchè sarò solo io ad entrare nel programma.
Vi assicuro che qui arriva di tutto ed è molto faticoso, almeno per me, riuscire a stare dietro alle offese alle istigazioni alla violenza, alle bestemmie e alla pubblicità di siti porno..
Comunque scusatemi ancora, giuro che non succederà più e scusatemi anche per la ricostruzione parziale dell’aggressione al fotografo.
Ho scritto in base a poche informazioni, in parte sbagliate, ma resta l’amarezza per quanto accaduto ad Umberto.
Un abbraccio a tutti voi.

Umberto Visintini è all’ospedale con un trauma alla testa e ha ripreso conoscenza solo da un paio d’ore.
La sua macchina fotografica è stata strappata e lui sicuramente picchiato con cativeria da un gruppo di delinquenti che si spacciano per tifosi viola.
Umberto Visentini fa il fotografo per La Nazione e ieri sera lavorava, come da trent’anni a questa parte: il risultato della bravata di questi teppisti è che la protesta di lunedì pomeriggio non avrà riprese televisive e foto sui giornali perché nessuno dei colleghi di Umberto interverrà per protesta.
Cristiano Puccetti è stato aggredito mente faceva il suo lavoro per Lady Radio e per Mediaset ed è stato costretto a lavorare da casa per evitare guai peggiori.
Altri colleghi costretti hanno svolto il proprio lavoro in condizioni difficili e quasi di nascosto per evitare di incorrere nelle ire dei tifosi.
Tifosi? Direi piuttosto imbecilli e violenti e pazienza se qualcuno si arrabbia e magari se la piglia pure con me alla prossima occasione.
Così no ragazzi, così è farsi del male da soli, così è buttare all’aria tutto.
Capisco la rabbia, ma bisogna contenerla, non passando mai alla violenza.
Questa storia delle aggressioni fa male quasi quanto la sentenza: la Firenze che io ho nel cervello e nel cuore non è questa e sono molto preoccupato.
Ora per favore proviamo a calmarci, riflettiamo sul nostro dolore calcistico, aspettiamo la protesta (senza riprese televisive, lo ripeto) di lunedì e ripensiamo alla proposta di boicottaggio economico di questo sistema marcio.

Stavolta la pancia ha il sopravvento sulla testa e davvero non riesco a scrollarmi di dosso questo sentimento di ribellione mista ad astio con cui convivo faticosamente dalle 20.55 di ieri sera.
Pensavo e temevo la B, ma speravo senza penalizzazione, in modo da avere una mezza grazia (secondo loro, è ovvio) in appello.
Così invece ci massacrano e stavolta non sento in giro e non avverto in me lo spirito post alluvione calcistica del 2002 o la dolorosa ironia del 1982.
Avverto piuttosto la rabbia e la cattiveria dei giorni dopo Avellino, quando cedettero Baggio e credevamo di averle già viste tutte ed invece eravamo solo all’inizio.
Sì, sono pericolosamente arrbbiato ed incattivito, quando invece so che è mio dovere stare calmo e ragionare, invitando tutti a stare calmi e ragionare.
Adesso che facciamo?
Intanto non bruciamo i cassonetti e non creiamo problemi di ordine pubblico, anche perché alla fine sono solo problemi nostri, delle nostre forze dell’ordine, di Firenze.
Occupiamo l’A1? Mah, ho qualche perplessità, ci sono pure delle difficoltà logistiche di organizzazione di proteste di questo tipo e poi non so bene che risultati concreti possa portare una cosa del genere.
Qui l’unica è provare ad arroccarsi, nel senso che ci isoliamo dal resto d’Italia e pensiamo solo a fare il nostro, stringendoci intorno alla Fiorentina, che è innocente.
Tutto questo concretamente si traduce in migliaia disdette di abbonamenti a Sky e al Digitale Terrestre e capisco che qualcuno possa vederci interessi radiofonici per via della diretta, ma chi mi conosce sa che non è così: che vengano pure tutte le altre radio a fare la radiocronaca, ci mettiamo d’accordo, non è questo il momento di dividersi.
Una, cinque, dieci radiocronache e niente quattrini ai padroni del vapore: Firenze come l’Inghilterra per secoli, in spledido isolazionismo.
Questi qui (stavo per scrivere altro, ma poi mi querelano) vanno toccati sul portafoglio, uno dei pochissimi argomenti a cui sono sensibili.
Per il resto ci affidiamo a Della Valle e Prandelli e torniamo in trincea, perchè almeno nel 2007/08 io voglio giocare in serie A.

Giornata da incubo, che temo si concluderà con la Fiorentina condannata in prima battuta alla serie B.
Uno scandalo, lo scrivo preventivamente, perché non sono nella condizione di aggiornare il blog come vorrei, avendo accesso ad una postazione internet solo una volta la giorno.
Proprio per questo non mi è possibile, o quasi, rispondere ai vostri interventi e mi scuso quindi con tutti voi.
Continuo ad avere il cuore separato dalla ragione e allora penso che:
1) credo ai Della Valle e a Mencucci. Non abbiamo commesso un bel niente, al massimo, quando ci siamo accorti che ci sparavano addosso da tutte le parti, ci siamo tuffati con leggerezza ed ingenuità tra le braccia di Mazzini (e conseguentemente Moggi e c.), ma solo per avere equità e non favori. Mazzini era il vice presidente della Federazione, da chi saremmo dovuti andare? Anzi è stato quasi lui a venire da noi
2) se ci danno la B e basta (e mi fa senso scrivere una cosa del genere), forse possiamo ancora sperare in una A con forte penalizzazione in seconda battuta, perché è vero che, come mi ha detto una gola profonda a Roma, i nuovi soloni della Federazione puntano soprattutto ad evitare il ricorso ai Tar che paralizzerebbe il calcio per settimane o mesi.
Ma sarebbe lo stesso una cosa da voltastomaco, a cui dobbiamo però reagire in modo composto, per evitare di rovinarci.
Intanto facciamo scorrere queste ore, che non passano mai.

Della Valle con Berlusconi, parrebbe così a leggere l’intervista dell’ex premier, che non troppo casualmente arriva dopo la lettera aperta del patron viola.
Entrambi contro Rossi, il proprietario del Milan con qualche stilettata assolutamente prevedibile verso Borrelli.
Ma non è così. Ci sono, è vero, dei punti in comune, ma è diversa la filosofia di fondo: Berlusconi punta alla moratoria, Della Valle ad una giustizia equa, dove a pagare siano solo i colpevoli, cioè chi ha commesso il fatto.
Intendiamoci: io sono d’accordo con Berlusconi quando dice che è assurdo che gli errori di dirigenti scellerati, corrotti e corruttori ricadano su squadre e tifosi, però qui è la legge ad essere sbagliata e non può essere colpa di chi la applica.
Questa storia della responsabilità oggettiva andava modificata.
Si dovrebbe far pagare solo chi ha commesso il reato: Giraudo, Moggi, Meani, Mazzini, Bergamo, Carraro, Galliani e, se ritenuti colpevoli i Della Valle e Mencucci.
Adesso è tardi per tornare indietro e comunque mi risulta che qualche voce in capitolo in termini di legge Berlusconi l’abbia avuta negli ultimi cinque anni (e la sinistra nel quinquiennio precedente).
La cosa buffa ed in fondo affascinante del calcio è che in fondo rimane una gran livella.
Adesso i due grandi duellanti di Vicenza (ricordate lo scontro all’ultimo sangue in Confindustria nel marzo scorso?) friggono nell’attesa allo stesso modo e con le stesse paure di noi comuni mortali, anche se tutti, noi e loro, ne avremmo fatto volentieri a meno.

Ma perché non si trovano da nessuna parte le intercettazioni in audio di Mencucci con Mazzini o dei Della Valle con Moggi?
Sarei morbosamente interessato ad ascoltarle, perché sono convinto che il tono di quelle telefonate spiegherebbe una cosa che i carabinieri di Napoli e Palazzi non hanno proprio capito: la Fiorentina non faceva assolutamente parte del sistema Moggi o del sistema Juve che dir si voglia.
Comunque quelle telefonate le stanno ascoltando con attenzione Ruperto e gli altri giudici ed io non vorrei essere ottusamente ottimista, ma mi pare che questo allungarsi dei tempi sia un segnale non negativo.
Non credo alla farsa, cioè al fatto che la sentanza sia già scritta e che questa sia solo una messa in scena.
Sarebbe troppo e poi Ruperto, uno che nella vita professionale ha avuto tutto quello a cui un laureato in legge poteva aspirare, a 81 anni si presterebbe ad una buffonata del genere?
No, lì stanno davvero valutando, spero senza pregiudizi.
E a noi non rimane altro che aspettare, inseguiti da un’ansia che cresce ogni giorno di più.

Sto parlando dei festeggiamenti per il quarto titolo mondiale, naturalmente.
Anch’io domenica sera, verso le 22, mi sono trovato a spiegare alle mie due bambine truccate di tricolore concetti che domani certamente dimenticheranno, tipo il fuorigioco o il calcio di rigore, ma è stato appunto lo spazio di una finale.
Ora mi pare che tutto si stia un po’ troppo dilatando, assomigliando sinistramente ai festeggiamenti per lo scudetto della Roma, che nel 2001 durarono un paio di settimane o addirittura di più.
Forse è proprio questo che rende il calcio inviso agli altri sport: la Nazionale di pallanuoto vince le Olimpiadi e viene ricevuta in mezzo a trenta-giornalisti-trenta al Quirinale, per quella di calcio si paralizzano le città, si rovesciano cassonetti, si accordano giorni di ferie per riprendersi dalla sbornia post Mondiale.
E poi è tutta una questione di centimetri, quelli non oltrepassati dal pallone calciato da Trezeguet sulla traversa (ma prima a loro era andata bene con Zidane), ma in fondo è il fascino di questo sport.
Una gigantesca roulette russa, dove se ci andava male avremmo istruito processi a Lippi e Totti, che in pratica è come se non fosse sceso in campo contro la Francia, altro che Circo Massimo, lacrime di telecronisti e Piazza Venezia piena e quant’altro.
Ci siamo (si sono) dimenticati di tutto: tonnellate di miele sui protagonisti scordando le gambe rotte (Cannavaro), le facce aperte (Materazzi), le gomitate date (De Rossi), i conflitti di interesse (Lippi).
Può darsi che sia giusto così e ad un certo punto, verso le 22.40 di domenica mi sono ritrovato a dire ad alta voce che a Del Piero avrei perdonato metà (solo metà eh…) dei suoi peccati se solo l’avesse messa dagli undici metri.
L’ha fatto e manterrò la promessa, però mi spiace che l’Italia del calcio per cui ho sinceramente trepidato abbia sempre bisogno o di eroi o di capri espiatori.
Nel 1970 una grande squadra venne presa a pomodori in faccia una grande squadra solo perché in Messico arrivò seconda, battuta solo dal più grande Brasile della storia, mentre tre giorni fa la Germania è scesa in piazza a festeggiare un terzo posto.
Una lezione di civiltà, su cui sarà bene riflettere.
E da domani si torna a discutere di Fiorentina.

Dopo aver letto qualche vostro commento, occorre qualche precisazione.
Vi confermo che ero, sono e sarò contentissimo per la vittoria azzurra.
Mi ha lasciato dentro un’enorme soddisfazione, che non era la stessa del 1982, ma solo perché ho 46 anni e non più (ahimé) 22.
Solo che se vogliamo davvero cambiare in meglio il calcio credo che si debba cercare il senso della misura.
Questo è un Paese che scorda tutto in fretta, che ha scaricato Bearzot a 59 anni (quasi l’età di Lippi) dandogli di vecchio rincoglionito dopo due grandi Mondiali ed una eliminazione agli ottavi, un Paese che per anni mette al bando Materazzi e poi ne fa un eroe, salvo poi ricacciarlo all’inferno alla prima scazzottata del prossimo campionato nel sottopassaggio di uno spogliatoio.
Per questo mi piace poco l’esultanza smodata a 24 ore da un evento ececezionale e splendido come la vittoria ai Mondiali.
Non mi piace la retorica di tanta gente salita all’ultimo tuffo sul carro dei vincitori, ma forse sbaglio io, che comunque, lo ribadisco tifo e tiferò sempre Italia.
E se proprio devo indicare il mio “eroe” tedesco, scelgo Grosso, per la sua espressione prima di battere il rigore decisivo (e per come l’ha battuto), per il suo “non ci credo” dopo il fantastico gol alla Germania.
Ecco, Grosso, che non a caso si è visto poco nel marasma dei festeggiamenti, dà l’impressione di pensare che “tutto è bellissimo, me la godo, ma da domani c’è di nuovo da lavorare”.
Esattamente come farei io se avessi la fortuna e la bravura di essere al suo posto, però non pretendo di convincervi, ne’ tantomeno di essere nel giusto.

PER LA SERIE: LA MAMMA DEGLI IMBECILLI E DEI DEMENTI E’ SEMPRE INCINTA…
ROMA – Un inquietante episodio di razzismo nel centro della capitale. Durante la notte sono state disegnate nel ghetto di Roma una serie di svastiche. I simboli antebrei sono stati visti questa mattina e si presume che siano stati tracciati nella notte dei festeggiamenti per la vittoria della Nazionale italiana ai Mondiali di calcio. Del fatto si è parlato oggi nel corso della visita del ministro dell’Interno, Giuliano Amato, alla sinagoga, dove ha incontrato i rappresentanti della Comunità ebraica. Amato ha deplorato l’accaduto e ha affermato: “Da italiano mi vergogno”.

Ventiquattro anni fa a quest’ora io ero ancora a cercare di scoprire se Antognoni avrebbe giocato o no.
I Mondiali sono una buona occasione per capire quanto siamo cambiati rispetto a quattro, otto, sedici, venti, ventiquattro anni prima.
Avevamo appena perso lo scudetto, anzi ce l’avevano rubato, ma non mi ricordo che nessuno di noi tifasse Germania nella finalissima o prima ancora Brasile.
Qualcuno sì per l’Argentina, ma solo per la presenza di Bertoni e Passarella.
Quando inquadrarono Bergomi, mi scappò un’espressione blasferma che il mio amico Maurizio Passanti, padrone di casa e molto religioso, mi perdonò solo perché anche lui condivideva la delusione di non vedere in campo la nostra bandiera.
Mi ricordo distintamente che fino al gol di Tardelli tifai per la rpetizione della finale martedì 13 luglio, e lì Giancarlo avrebbe potuto esserci.
Poi mi lasciai un po’ andare, ma festeggiai con misura, appena mezz’ora.
Questa volta i festeggiamenti li voglio fare con la Fiorentina in A e comunque stasera FORZA ITALIA (ovviamente senza alcun riferimento al partito, ci mancherebbe altro).

P.S. Io sono molto contento e perfino orgoglioso di questo titolo di Campioni del Mondo, ma sull’argomento vige la più assoluta libertà di pensiero

« Pagina precedentePagina successiva »