Un conto è Moena, un altro le partite vere.

Sarà dura, se giochiamo con la stessa rosa della scorsa stagione, più o meno.

Poi, si spera di sbagliare, ma sono passati sette giorni dalla fine del ritiro e nulla è successo: sono tutti lì e quindi delle due l’una.

O a Italiano va bene così, cioè li ha promossi tutti, oppure gli e’ stato detto di provare a fare la frittata con le nuove che ha, tanto per parafrasare il buon vecchio Sousa. E lui ha accettato.

Se poi va via, come pare quasi certo, Milenkovic e torna Nastasic, allora addirittura peggioriamo, pur aspettando San Gonzalez.

Fatico veramente a comprendere e conta il giusto la partita di ieri, che nulla toglie e nulla aggiunge ai dubbi che mi portò dentro da maggio.

Dice: ma sono tutte ferme. E’ vero, solo che dovevamo essere noi a correre perché è la Fiorentina che da tre stagioni (di cui due con Commisso/Barone/Pradè) sta facendo disperare i propri tifosi.

E se non si è capito questo, si va davvero poco lontano.

Questa sera, per la prima volta per una mia scelta, non sarò allo stadio mentre gioca la Fiorentina. Non succedeva dal 1966, quando mi innamorai di Hamrin.

Facciamo le prove generali per un nuovo modo di raccontare la partita del Franchi perché, dopo 39 anni di radiocronaca, la società ha deciso di non vendere a Radio Bruno i diritti radiofonici regionali.

Nessun problema e nessun dramma, è un nuovo percorso che mi stimola moltissimo: sarà un Pentasport lungo oltre quattro ore in cui, come sempre, ci metteremo al servizio di chi ci ascolta e a cui dobbiamo la grande fortuna di guadagnare facendo qualcosa di molto divertente.

Grazie ai tantissimi che nei mesi scorsi hanno espresso solidarietà per la decisione della Fiorentina peraltro legittima: diritti delle partite a Firenze sono loro e ci fanno quello che vogliono.

C’era anche chi voleva organizzare una raccolta di firme o chiedere al Comune di Firenze di intervenire, ma ho sempre risposto che non era il caso.

L’unica cosa che davvero conta è cercare di fare al meglio il nostro lavoro, con onestà e competenza. Alla fine, nella memoria della gente, rimane solo quello.

Non ho una risposta: che fare se arriva un’offerta concreta di 65/70 milioni per Vlahovic?

Mi auguro che ci sia un piano B, nel senso che sia pronta una proposta per Belotti, sempre ammesso che accetti di venire a Firenze, cosa che non mi pare così scontata.

Va detto che Commisso ha dimostrato di tenere botta, non è tipo da farsi mettere i piedi in testa o cedere a tentazioni economiche mirabolanti. Se ha ceduto per Chiesa, è accaduto solo dopo aver fatto una proposta faraonica al giocatore, peraltro neanche considerata dalla controparte.

Sono però passati dodici mesi, in cui è successo un po’ di tutto: polemiche sanguinose e assolutamente evitabili con l’ambiente, la seconda ondata del Covid con conseguente crisi economica, contestazioni (per ora) vi web.

Il nodo da sciogliere rimane lo stesso di Chiesa: se Vlahovic non prolunga (e per ora non prolunga) in un campionato il suo valore come minimo si dimezza, al di là delle conferme tecniche della passata stagione.

E allora si torna al quesito iniziale: che fare? Qualunque sia la scelta, ci sarà sempre il rovescio della medaglia.

Molto probabilmente non alzerà il PIL come tre settimane fa il rigore parato da Donnarumma, ma vale tantissimo, direi come una vittoria Mondiale.

Dieci minuti che restano nella storia, che faranno ricordare e tutti noi dove eravamo a quell’ora il primo agosto 2021.

E siccome domani è il quarantunesimo anniversario di un’Italia “ferita al cuore”, urlo con tutto il fiato che ho “viva l’Italia, l’Italia che non muore”.

Io mi sento italiano e per fortuna lo sono, grazie ragazzi.

Questi giocatori sono fantastici, quelli della Fiorentina anche.

Hanno sempre dei sassolini da togliersi dalla scarpa e vanno giù diritti, tanto possono farlo e nessuno gli dice niente.

Un giorno Lirola, regolarmente stipendiato da Commisso, urla per interposta persona la sua voglia di andarsene a Marsiglia.

Oggi invece abbiamo assistito alla consueta gladiatoria presa di posizione di Biraghi, che ha giocato a fare la vittima, il cane bastonato. Un incompreso, in tutti i sensi.

Passano poche ore ed ecco Castrovilli che se la prende con chi, sempre suo soliti social, aveva avuto qualcosa da ridire sulle sue vacanze: mai letto niente sull’argomento. ma non ho le sue frequentazioni web.

Parlano e straparlano come se fossero reduci da stagioni strepitose, si sentono sempre in credito con il mondo, pensano che tutto sia loro dovuto. Coccolati e viziati.

Siamo passati dall’epopea del viale dei Mille coi poveri Desolati e Speggiorn all’accettazione di tutto quello che dicono questi giovanotti che purtroppo non comprendono un principio fondamentale: cominciate a giocare bene e magari iniziate a vincere e poi magari esternate qualcosa di polemico contro giornalisti e tifosi.

Alzandomi molto presto, da qualche giorno sto seguendo ogni mattina fino alle 6 “Tutte le Olimpiadi minuto per minuto” e confermo quello che sto pensando dalla mia prima radiocronaca: se fossi un ascoltatore, mai staccherei da Rai Uno e quindi dal mitico “Tutto il calcio”.

Per la fortuna mia (e dei miei figli…) in tanti nel corso dei decenni non l’hanno pensata come me, ma resta il fatto che il cosiddetto prodotto radiofonico è assolutamente migliore di quello televisivo, per qualità dei cronisti, per ritmo, per completezza delle informazioni.

Non è un caso che tanti colleghi bravissimi alla radio siano poi diventati star televisive, mentre invece non mi risulta il contrario. Anzi, a volte abbiamo assistito a temporanei inserimenti sull’FM motivati solo dall’effimero successo televisivo: dopo pochi mesi di programmazione, non si sono più visti.

La radio è passione pura, adrenalina che scorre quando sei davanti al microfono, cambi di programma in corsa, intuizioni, capacità di capire l’interlocutore anche se non lo vedi negli occhi.

A volte ci riesci, a volte no: quelli della Radio Rai ci riescono quasi sempre.

Mi vergogno per essere concittadino di quelli che continuano ad accostare il green pass alla persecuzione nazista, di quelli che hanno tirato fuori la stella gialla ebraica accostandola al green pass, di quelli che non vedono differenze tra il non entrare in un ristorante ed entrare in una camera a gas.

Sono nauseato dalla piega che sta prendendo la protesta dei no vax, non ho più la voglia di provare a capire le loro ragioni: non vi volete vaccinare? Bene, fate come vi pare, ma rispettatte le regole della maggioranza.

In quanto al resto, io, ebreo non praticante e solo per discendenza genitoriale, spero di non avere mai a che fare con qualcuno di voi in nessun momento della vita: sono nauseato dalla vostra ignoranza ed imbecillità.

Si va dunque profilando una modifica abbastanza marginale della rosa che negli ultimi due anni, per qualcuno tre, ha molto deluso è molto fatto dannare.

E’ un grande rischio, si punta tutto quelle capacità quasi magiche di Italiano che dovrà essere tanto, ma tanto, ma tanto più bravo del terzetto Montella/Iachini/Prandelli.

Spero con tutto il cuore che abbiano ragione loro, i dirigenti viola.

Io non l’avrei fatto e andrei ad incidere radicalmente sui nomi, ma la Fiorentina non è (purtroppo) mia e quindi tifo per un mio errore di valutazione.

Green pass obbligatorio e vaccini, è l’unica soluzione possibile.

E chi deliberatamente decide di non vaccinarsi sia responsabile delle sue azioni, in tutti i sensi.

La mia libertà finisce quando comincia la tua e viceversa, io non voglio pagare per scelte che considero folli, ma ognuno si regoli come crede basta che non comprometta la mia vita.

E’ suonata la campana dell’ultimo giro e ci sono ancora milioni e milioni di persone che non si vaccinano pur potendolo fare in qualsiasi momento e a me pare di vivere in un mondo di matti.

Chi ama la Fiorentina non può che lasciarsi alle spalle i tristi casi Gattuso e Ribery (inteso come versione diametralmente opposta fornita dalle parti) e il lacerante addio di Antognoni.

Non c’è altro da fare, la società è questa, ha un suo stile, che è dato dal carattere e dalle convinzioni di chi la guida.

Può piacere o non piacere, ma questo è, senza dimenticare che la Fiorentina non è un bene pubblico, ma una società privata e ad ogni protesta più o meno civile Commisso può rispondere (e lo ha già fatto) che lui a casa sua fa quello che gli pare.

Noi possiamo solo giudicare, esprimere auspici, fare previsioni per il futuro, un compito molto più agevole di chi deve guidare la macchina, ma ci sarà pure un motivo che giustifichi la differenza di stipendio tra me e Barone o Pradè.

Votiamo pagina e aspettiamo i nuovi acquisti, perché, sempre a proposito di previsioni, il semplice rattoppo della vecchia rosa mi pare un inizio niente affatto confortante. 

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