Per me è stato immenso, dei tre grandi viola degli ultimi cinquant’anni quello con cui sono più entrato in sintonia.

Antognoni era la divinità, Batistuta lo strapotere calcistico che nei rapporti personali (almeno con me) sfociava nell’arroganza, Baggio il calcio, per come lo intendo io.

Cinque anni intensi, di cui due di grande sofferenza, quando eravamo davvero in pochi a crederci.

Il Pentasport nel 1987 non era certo ai livelli attuali, ma sostenemmo una guerra senza esclusione di colpi contro chi lo voleva mandare in prestito a Cesena o Genova sponda Samp.

Da compagno di chiacchierate sono passato ad ammirarlo come campione e ho sempre goduto sempre delle sue giocate, tranne ovviamente quando era alla Juve.

Lui non si è mai dimenticato di Firenze e il fatto che questo Peter Pan fantastico oggi compia 55 anni è il segno indelebile di come il tempo sia passato, anche se lui invecchia allo stesso modo di quando giocava: con una classe insuperabile.

Un grande successo, che va al di là dei tre punti e dove c’è il marchio di fabbrica di Italiano.

Abbiamo dominato e pareggiare avrebbe davvero lasciato l’amaro in bocca e invece il finale è stato da sceneggiato sciogli lacrime di Rai1.

Lassù qualcuno lo ama, o almeno non gli vuole male, ora vediamo se Amrabat si sblocca dopo diciotto mesi di quasi niente.

Assurdo non pensare all’Europa, bellissimo pensarci andando con la memoria a dove eravamo l’estate scorsa.

Serata davvero speciale, con stati d’animo altalenanti, com’era anche normale che fosse, vista la forza dell’avversario e per il fatto che giocavamo a Bergamo.

Non è una grande partita, ma tutto passa in secondo piano rispetto al risultato e a come è stato ottenuto.

Preferisco avere la Juve in semifinale: troppo bello giocarsela in questo modo, poi sarà quel che sarà.

Con Italiano non ci si annoia mai, molto nel bene, qualche volta nel male, ma fa parte del gioco. Non ero d’accordo sulla formazione iniziale e su Milenkovic forse avevo ragione, ma non importa.

Questa vittoria così sofferta e così bella spero unisca: si possono avere pareri diversi sul tecnico e sulla proprietà, ma senza pregiudizi nei confronti di nessuno.

Il 2 marzo avrei molta voglia di andare allo stadio, ma, sia pure a malincuore, non lo farò per dirigere “Pentasport-la partita”: il dovere prima di tutto…

Essere arrabbiati e buttare via tutto proprio no, ma non si può fare finta di niente.

Più che l’assenza di Vlahovic, e dando a Cabral il giusto tempo per capire in che calcio si trova, a me preoccupa l’involuzione del centrocampo, che costruisce pochissimo e che con Torreira in quelle condizioni filtra ancora meno.

Bonaventura da un bel po’ è fuori fase, e ieri ha sbagliato il secondo gol di seguito, mentre a sinistra stiamo ancora cercando di capire chi sia il più forte, o almeno il più affidabile. Certamente non adesso Castrovilli, disperso da tempo, ma che bisogna provare a recuperare.

Non ho compreso la scelta di Nastasic, ma non è che Igor e Quarta fossero stati chissà cosa, e soprattutto perché continua a giocare Callejion, con tutt quella batteria di esterni che abbiamo a disposizione.

Una bella botta, presa in pieno viso, che per me vale di più delle polemiche post cessione, ma che deve far riflettere su cosa e come cambiare, perché non eravamo dei fenomeni prima, ma non siamo così scarsi adesso.

Basta con i discorsi, si faccia parlare il pallone.

C’è molta curiosità nel vedere la Fiorentina orfana di Vlahovic, per me siamo sensibilmente più deboli, ma sono ben felice di sbagliarmi.

Italiano meglio di Sarri, in questa stagione: non l’avrei mai detto e forse stare a Firenze è più semplice che combattere ogni giorno a Roma contro tutto e tutti, ma non è solo questo.

Domani me la vedo da spettatore: positivo, senza nessun particolare problema, solo stanchezza. Santo vaccino.

Al posto mio giocherà Loreto, ma non cambia la squadra vincente del Pentasport: Riganó, Bucchioni, Pestuggia, Zoccolini, da studio Sestini e Bigiotti, più la batteria di opinionisti allo stadio.

Le capisco le vostre critiche al mio ultimo post, ma non cambio idea perché appartengo ad un altro calcio.

Perché non ho Facebook, non twitto, non pubblico storie su Instagram non commercializzo i banner su questo blog, che per me è come chiacchierare tra persone più o meno amiche e non un social.

Perché il mio calcio e la mia Fiorentina sono nate con le lacrime per la partenza di Hamrin, con il sogno di conoscere un giorno Chiarugi, con la foto di Antognoni appiccicata con lo scotch sul televisore quando giocava la Nazionale.

Perché ho vissuto i giorni di Baggio accanto a lui, ho coltivato conoscenze profonde e vere in 45 anni di Fiorentina: Pecci, Graziani, Pin, Buso, Toldo, Carnasciali, Flachi, Padalino, Amoruso, Riganó e altri.

Perché ho combattuto mediaticamente con Batistuta, e penso ancora di avere ragione, ma ne ho riconosciuto l’immensa grandezza e lui una porcata come quella di Vlahovic non l’avrebbe mai fatta.

Il mio calcio è altro, profuma di olio canforato, quello che per anni ho usato anch’io nel campo periferici fiorentini, e non di plusvalenze e ancor meno di like di giovanotti spocchiosi e milionari.

Quindi, sì avrete anche ragione, ma voi che mi contestate vi tenete il vostro calcio e io mi tengo il mio.

Cari giocatori della Fiorentina che avete messo i like (che termine penoso…) alle esternazioni amorose dì Vlahovic pro Juve dovete sapere quanto sia nauseante l’apprezzamento nei confronti del vostro sodale.

Se guadagnate in un mese quanto chi ha la fortuna di lavorare prende in cinque anni è perché ci siamo stati e ci siamo noi, solo per quello.

Noi che abbiamo amato il calcio di cinquanta anni fa, trasmettendo questa passione a figli e nipoti, un calcio costruito sulle rivalità che a volte sfociavano nell’odio calcistico, la Juve più di tutti e tutte.

Odio calcistico, solo quello, niente Heysel, Superga o altre schifezze.

È grazie a noi che ci sono gli abbonamenti in TV, il merchandising e i diritti di immagine che ingrassano fuor di misura i vostri già imbarazzanti conti correnti.

Ed è a chi ha costruito tutto questo che dovete rendere conto, a chi ama la Fiorentina e a cui avete pesantemente mancato di rispetto con il vostro atteggiamento vergognoso di appoggio a Vlahovic.

Noi vuol dire tutti, dai novantenni ai bambini: io sono nauseato dal vostro fregarvene del nostro sentire. Abbiamo preso nota di tutto.

Credetemi, anche se farete benissimo sul campo (per alcuni di voi impresa complicata) non rappresentate chi ama davvero la Fiorentina

P.S. Non parlatemi di vicinanza tra colleghi: quella si esprime con una telefonata o un messaggio privato.

Quando metti pubblicamente un like su una cosa che fa incazzare così tanto i tifosi, i casi sono due: o non capisci in quale squadra giochi e chi alla fine paga il tuo stipendio o te ne freghi di tutto perché ti senti al di sopra di ogni cosa.

La sto vivendo come una partita di calcio: tifo a senso unico per Elisabetta Belloni, l’ho anche detto ieri nel Pentasport.

Sarebbe un cambiamento epocale: donna, competente, fuori da ogni conventicola politica.

Vedremo domani, io ci spero tantissimo.

Nell’aprile di 32 anni fa ero in macchina con Baggio, Dunga e Barend Krausz, l’assistente fiorentino di Caliendo, di ritorno da Roma dopo un pareggio viola. Roberto mi giurò e spergiurò che voleva rimanere e che comunque non sarebbe mai andato alla Juve.

In tutti questi anni ho sempre voluto credere che sia stato costretto al trasferimento, forse perché innamorato calcisticamente di un ragazzo che ho visto crescere nella sofferenza. Non sono mai stato obiettivo, lo ammetto.

Dopo  ho perso l’innocenza e non ci ho creduto più, in un crescendo di cessioni a quelli là che partono dalla mancata vendita di Jovetic, nonostante supplica a mezzo stampa del montenegrino.

Poi è arrivato Bernardeschi, alla fine il più onesto, con esclusione dei problemi digestivi al ritiro, le boccucce di Chiesa e adesso il capolavoro di questo ventunenne dotato di immenso talento messo al servizio di quella che secondo lui è furbizia.

Da un anno a questa parte Dusan Vlahovic ci ha preso per il culo e scusate il francesismo, ma siamo in casa nostra e possiamo lasciarci andare ad un linguaggio non politicamente corretto.

Lui e sui sodali hanno ricattato la Fiorentina che ha fatto offerte in linea col valore del giocatore e che è stata umiliata da silenzi e richieste impossibili.

Il peggio del peggio, che pensavamo già di aver visto negli anni passati, ma a cui evidentemente non c’è mai fine.

Giusto aziendalmente che finisca così, ma adesso abbiamo una voragine da riempire in attacco e non sarà semplice.

Un passo indietro, che ci può stare e che impone una riflessione su cosa siamo senza Vlahovic.

Lui e il suo staff stanno ricattando la Fiorentina, è qualcosa di nauseante e qualsiasi cosa deciderà Commisso dovremmo accettarla con serenità.

Tecnicamente però senza il serbo non andiamo in Europa, esattamente come eravamo molto più normali senza Batistuta, che comunque aveva compagni ed eventuali sostituti molto bravi.

Partita cominciata benissimo, ma due errori come quelli dell’ opaco di Bonaventura e Biraghi si pagano, non c’è niente da fare.

Fatica Gonzalez, Ikone deve imparare,e non riemerge Castrovilli: chi può dare la qualità?

Ci ha salvato Sottil con un gran gol, ma a Cagliari abbiamo lasciato due punti. Nessun dramma, ma dispiace lo stesso parecchio.

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