Non ricordo in cinquanta anni di interesse per le cose che mi girano intorno un periodo così difficile: la pandemia che torna a galoppare, la guerra col razionamento del gas, la siccità, l’inflazione ai livelli degli anni ottanta che si mangia gli stipendi e riduce il potere di acquisto, il lavoro che non si riesce a capire se manca o se viene offerto a condizioni vergognose e miserevoli.

Continuo a correre come sempre per far girare tutto quello che mi sta intorno e mi sembra di essere come l’antilope in Africa braccata dai leoni: quanto li ho distanziati?

Ebbene, in mezzo a questa situazione che definirei vicino al dramma dalle parti di Roma, zona Montecitorio, stanno pensando di far cadere il governo per il termovalorizzatore di Roma e anche per dirimere questioni interne agli ex uno vale uno, che peggio di così non potevano essere.

Se fanno saltare Draghi, lo spread si impenna, il debito schizza in alto, la Borsa tracolla una volta di più, ma questi sono problemi di chi ha soldi investiti. Peccato che sia come una slavina che travolge tutti, PNRR compreso.

Oppure pensiamo che un altro Presidente del Consiglio sappia far funzionare tutto meglio di Draghi e abbia maggiore credibilità internazionale?

Ci vorrebbe una retata della “Polizia del buonsenso” per fare piazza pulita e non vedere più in giro certe facce.

All’improvviso si e’ aperto uno squarcio di cielo e il viola e’ tornato a brillare.

Troppa poesia? Puo’ essere, ma una partenza per il ritiro così serena non ricordavo da molti anni.

Siamo una squadra logica, con alcune scommesse, ma le hanno tutte tranne forse l’Inter, e se ci fosse il miracolo di non vendere Milenkovic sarebbe tutto ancora piu’ bello.

A voler essere cattivi si potrebbe dire che il rendimento viola di Pradé è molto più alto nelle conferenze stampa che negli acquisti, ma la qualificazione europea del maggio scorso riequilibra un po’ le delusioni dei primi due anni del nuovo corso, per ora inferiore al precedente.

Come sempre il DS è stato schietto e ha raccontato la sua verità, a me è piaciuto e non è una novità, ma due osservazioni vanno fatte

La prima riguarda Amrabat: dove sia stato questo rendimento così alto del marocchino da preferirlo per il futuro a Torreira, io proprio non lo so so. Ha giocato gare sopra la sufficienza, ma saranno state quattro o cinque al massimo, nulla di straordinario e nemmeno di confrontabile con il reietto uruguagio.

L’altra è su Kokorin. Ora, capisco che ognuno debba difendere il proprio operato e anch’io a volte mi sono trovato a declinare qualità di miei collaboratori per omettere le grandi bischerate fatte, ma a tutto c’è un limite.

Parlare di progressi per uno dei peggiori acquisti della storia viola facendo forse riferimento ai dieci minuti conclusivi di Napoli, mi pare “leggermente” esagerato, ma siccome l’argomento è marginale, (certamente di più rispetto a Torreira-Amrabat), si fa finta di niente e si va avanti.

Dice oggi l’arbitro israeliano Klein: col VAR l’Italia avrebbe vinto 4 a 2, perché il gol di Antognoni era regolare.

Ma vaffanculo, detto di cuore e mi frega assai se siamo capitati nella stessa religione.

Antognoni, il mio Antognoni, darebbe entrato nella storia, non si sarebbe dannato l’anima per segnare finalmente un gol ai Mondiali, non avrebbe messo il piede per provare un tiro impossibile contro la Polonia, avrebbe giocato la finale, battuto il rigore al posto di Cabrini, ovviamente segnandolo.

Quindi, di nuovo: vaffanculo, di cuore, detto e scritto da uno che con la Germania tifava per la ripetizione della partita con pareggio pur di vedere Giancarlo in campo.

Si puo’ essere così pessimisti il 29 giugno?

No, non si puo’: a me piacciono piu’ Torreira e Pinamonti di Mandragora e Jovic, ma potrebbe essere che sbagli io, anzi lo spero.

Non credo che Commisso stia lì a farsi impallinare quotidianamente dall’inizio della stagione in poi e il motivo e’ quasi banale: ma chi glielo fa fare?

Per questo attendo con trepidante curiosita’ gli acquisto, ma senza atteggiamenti tafazziani che mi paiono sinceramente fuori luogo.

Dieci anni dopo, siamo sempre li.
Nel 2012 il maldestro tentativo di far ricadere la colpa del mancato rinnovo di Montolivo alla societa’, ieri il comunicato in cui ci si scusa per l’uscita improvvida della vendita della Fiorentina, sparata guarda caso il giorno della firma di Italiano.

Una vicenda degna del Vico: corsi e ricorsi della storia.

Dovra’ essere una scelta ponderata, ma non si puo’ pensare di partire con Amrabat regista.

Dopo l’attaccante importante, questa la priorita’ piu’ urgente, poi si puo’ anche pensare all’ex Verona come possibile sostituto, anche se ci torna indietro Pulgar.

Nomi in giro ce ne sono molti, però io ancora non ho capito la rinuncia a Torreira, ma deve essere un mio limite.

Questa partita silenziosa tra Italiano e la Fiorentina potrebbe lasciare delle ferite di cui avremmo fatto volentieri a meno.

Sto assolutamente dalla parte della società per quanto riguarda le richieste economiche del tecnico per i motivi etici che ho fin troppe volte scritto e detto, ma è chiaro che se si vuole proseguire nel percorso di crescita (perché la Fiorentina proviene da un’ottima stagione) bisogna che allenatore e proprietà siano allineati e convinti l’uno dell’altro/a, senza permali o ancori.

Sarà possibile? Se la risposta è no, meglio chiuderla qui con tutte le recriminazioni del caso.

Se invece, come spero, si traccia una bella riga e si riparte più uniti di prima, il cielo comincerebbe a tornare sereno, esattamente come la sera dell’ultima gara con la Juve.

Sembra passato un secolo ed era appena venti giorni fa.

Gestione Pontello: strepitosa campagna acquisti nel 1981, investimenti importanti fino al 1985, compreso l’acquisto di Baggio col ginocchio rotto, e lento rientro dal 1986, a cominciare dall’addio di Galli, Massaro e Passarella.

Gestione Cecchi Gori: ciliegine e ciliegione fino al pasticcio Seat e al divorzio di Vittorio. Dal 2000 sprofondo rosso, tra cessione di Batistuta e ammanco di 70 miliardi di lire per salvare la finanziaria di famiglia. Il risultato, mentre si chiedeva quanto costava Rivaldo, è il fallimento da cui non tutti si sono ripresi, compreso chi scrive.

Gestione Della Valle: soddisfazioni e gran colpi di mercato anche dopo calciopoli, poi si decide di rientrare e dal gennaio 2016 di proseguire con l’autofinanziamento. Proteste e invettive in tutti i luoghi e in tutti i laghi e Cognini diventa l’uomo nero per tutti.

Gestione Commisso: ci mette dentro molti soldi all’inizio, finanzia nel 2020 a gennaio una sontuosa campagna acquisti, purtroppo molto sbagliata, e adesso fa sapere che più di quello (ovvero 40 milioni, che non mi sembrano proprio pochissimi) tra sponsorizzazione a fondo perduto e perdite correnti di esercizio) non ci mette e che quindi per il mercato bisognerà fare con quello che abbiamo, cioè con i 50 milioni avanzati tra le sontuose e dolorose cessioni di Chiesa e Vlahovic e gli acquisti dell’ultimo anno.

Piacerebbe a tutti avere un Moratti che in sedici anni ci rimette un miliardo di euro o un Berlusconi che nei momenti splendore metteva mano senza problemi al portafoglio per concedersi dei fantastici regali, ma loro due sono eccezioni e non hanno mai tifato Fiorentina.

Sul resto bisognerà farsene una ragione: amare la squadra, ma tenendo ben presente la storia e l’economia.

No, non vi preoccupate (per chi si preoccupa per me…), non sono caduto in depressione.

Il titolo è riferito al fatto che ormai sono rimasto tra i pochissimi a cercare una logica nel calcio, ma è evidente che sono destinato a soccombere, anche se non cambio idea nel modo più assoluto.

Non ho nulla contro Italiano, che non ho mai avuto il piacere di conoscere, però qualcuno mi dovrebbe spiegare perché dovrebbero adeguargli il contratto firmato un anno fa, aumentandolo pare del 40%: se non andava bene, gli toglievano i soldi? Se per caso lo avessero esonerato, lo pagavano o no? Possibile che tutti i rischi siano solo a carico della Fiorentina?

E ancora: perché mai la Fiorentina dovrebbe dare delle garanzie a Italiano? Semmai dovrebbe essere il contrario perché nessun redattore del Pentasport ha mai chiesto garanzie al sottoscritto, e non credo che accada in qualsiasi altro ambito lavorativo.

Sarà la Fiorentina a costruire una squadra insieme alle indicazioni di Italiano e semmai gli unici giudici sull’operato societario sono i tifosi, che possono andare o non andare a vedere la squadra, la possono fischiare o applaudire. Noi dei famigerati media possiamo intanto esprimere opinioni più o meno in libertà.

Queste logiche perverse hanno portato il calcio alla bancarotta, nonostante l’enorme seguito e passione con cui continua ad essere seguito e da queste logiche mi pareva che Commisso si volesse smarcare proprio attingendo alla sua storia personale di imprenditore di grande successo.

Vediamo come andrà a finire, io un’idea ce l’ho già, ma…scusate non mi lego a questa schiera, morrò pecora nera.

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