Nessuno e’ contento della prestazione di ieri, molti sono stati i problemi, ma mi pare che sia stata scordata una verita’ piu’ volte ricordata da luglio da chi scrive.

L’Europa porta via energia e punti, e’ ’ sempre stato così, succedeva anche a Batistuta e Rui Costa, figuriamoci a Jovic e Mandragora.

Poi certo restano i problemi e il primo e’ la velocita’ con cui si attacca: troppo lenti, senza cambi di ritmo.

E poi non si tira mai in porta, ci manca la conclusione da fuori e quando la proviamo i risultati sono pessimi: possibile che attaccanti, esterni e centrocampisti siano a questo livello?

Non abbiamo preso gol e alla fine resta l’unico aspetto positivo di un pomeriggio piuttosto dimenticabile.

Siamo diventati esigenti, molto esigenti, forse troppo.

Lo sono anch’io, che a fine gara mi sono chiesto con un certo allarme il perché di questi cali nel secondo tempo: è un problema fisico o di testa? Abbiamo giocatori che faticano a tenere la concentrazione per l’intera durata della gara?

E però le prime due le abbiamo vinte, meritando e senza particolari colpi di fortuna, perché la papera di Radu fa il paio con quella di Gollini.

Col Twente l’inizio è stato travolgente, funzionava tutto, specialmente sulle fasce, dove per la prima volta Sottil ha giocato una seconda gara all’altezza della prima e forse ancora migliore.

Poi caliamo sensibilmente, dando spazio agli avversari e chiudiamo con piccoli affanni, tutto sommato trascurabili.

Per ora direi che è il caso di accontentarci, poi miglioreremo, o almeno si spera.

Nessun dubbio sul fatto che meritassimo i tre punti, poi si può e si deve discutere su come sono arrivati, ma il pareggio sarebbe stato stretto, strettissimo.

Molte cose da migliorare, come era immaginabile, e alcuni dubbi pesanti: Gollini e soprattutto Quarta.

Sono contento di aver rotto le scatole a tutti su Kouamé, ora vediamo se lo assiste la testa, nel senso che dovrebbe accettare fi giocarsi un ruolo non secondario nella Fiorentina, ma in ritiro era il più in forma degli attaccanti.

Mi è molto piaciuto Jovic, per come si muove da attaccante di razza, speriamo trovi presto la migliore condizione perché si nota benissimo come non sia un giocatore uguale agli altri.

E comunque abbiamo vinto, e alla fine, di questi tempi, è quello che conta.

Ho visto nascere violanews 21 anni fa. Mi ricordo di una riunione quasi carbonara a casa Guetta in cui Saverio ipotizzava scenari assolutamente oscuri per un troglodita digitale come me.

Come all’inizio degli ottanta, essendo rimasto il Prof un autentico disinteressato agli aspetti economici del mondo, ho un po’ aiutato il nuovo nato a livello di organizzazione commerciale e anche con il supporto radiofonico.

In questi due decenni ho visto crescere violanews fino a raggiungere livelli difficilmente immaginabili e ho sempre detto di no a collaborazioni di ogni genere.

L’ho detto a Saverio e a chi, bontà loro, me lo ha chiesto pi volte e comunque eventualmente non potevo che fare qualcosa con uno dei pochi amici veri che ho, e non solo nel giornalismo.

E cosi da oggi ho deciso di divertirmi un po’, spero insieme a molti di voi.

Non voterò mai per Giorgia Meloni e sono pure parecchio preoccupato per le eventuali derive populiste, sovraniste che potrebbe avere un Governo guidato da Fratelli d’Italia, un partito che insieme a persone da cui comprerei un auto usata, come il mio amico Paolo Marcheschi, presenta gente impresentabile ad ogni livello, che faccia il maledetto saluto romano o peggio ancora sia negazionista.

Detto questo, constato con rammarico il vecchio imperdonabile vizio della sinistra di sentirsi sempre meglio degli altri (Lerner che per il compleanno scrive a Sofri di “essere sempre dalla parte giusta”: vomitevole), di sparare ad alzo zero sul nemico, demonizzandolo oltre ogni logica e con risultati disastrosi, come già accadde ad Occhetto e alla sua “gioiosa macchina da guerra” contro Berlusconi nel 1994.

Quasi ogni giorno ne viene fuori una nuova sulla Meloni, che sia vera o no poco importa, ma pare che stando ai sondaggi gli italiani se ne freghino dei giornali (che purtroppo ormai non legge quasi più nessuno) e continuino a dare alla destra una maggioranza schiacciante, mentre Calenda, Letta e Frantoianni si azzannano tra loro.

Una tattica suicida, che avvantaggia l’avversario politico, che così può recitare senza troppi problemi il sempre conveniente ruolo di vittima.

E va bene.

Nell’anno di grazia 2022, nel mese di ottobre (magari proprio il 28), avremo la prima Presidente del Consiglio donna i cui antenati cento anni prima fecero la marcia su Roma, ma siccome l’Italia ha una sua Costituzione e una sua storia democratica ormai vecchia di 74 anni, io continuo a fidarmi del mio Paese e anche di chi lo governerà.

Vedendola dal vivo la Fiorentina è un’ottima orchestra a cui per ora manca l’assolo finale, o l’acuto, se preferite.

Manca il gol, che è da sempre la merce più rara da trovare e infatti di solito gli attaccanti sono strapagati (prima ancora di più, ma la differenza resta ancora sensibile).

Siamo a scommettere su Cabral e Jovic perché è inutile perdersi troppo in elucubrazioni algebriche; tra Ikone, Saponara, Sottil, Gonzalez, Mandragora, Bonaventura, Duncan e Maleh sarebbe bellissimo se arrivassero tutti insieme a trenta gol, ma ho del forti dubbi.

Altri quattro cinque potrebbero (forse) arrivare dai difensori (una preghiera per la permanenza di Milenkovic…), ne rimarrebbero da fare venticinque per poter ambire all’Europa.

Nella scorsa stagione ne segnò 17 Vlahovic in metà campionato, qui siamo veramente a sperare che quei due vadano almeno in doppia cifra in tutte le 38 partite.

Se non succederà, l’ottimo spartito di Italiano diventerà una sinfonia tristemente sterile.

Logico che sia cambiato tutto, sono passati vent’anni, un lasso di tempo molto lungo, soprattutto per la frenesia con cui viviamo da internet in poi.

Se poi penso alla mia vita, nulla e’ uguale: un figlio (inaspettato e benedetto) in piu’, una compagna diversa, mille cambiamenti fuori e dentro di me.

Resta pero’ immutato, e penso immutabile, il ricordo di come ho vissuto il fallimento della Fiorentina, quel dolore inestinguibile che sento ancora, anche se siamo piu’ o meno tornati quelli di prima.

Quelle ore angoscianti in cui ero come tagliato in due: da un lato il David che dal 1966 andava allo stadio e soffriva per la maglia viola, dall’altro il dovere del professionista, il peso di due redazioni da guidare (Radio Blu e Canale Dieci).

Non dormii la notte prima del fallimento, come poi mi sarebbe successo anni dopo per cose certamente piu’ importanti per la mia vita della Fiorentina, ma quell’angoscia resta qualcosa che non smettera’ mai di fare male.

Dopo due mesi di pressing sono riuscito ad avere in diretta Beppe Signori per raccontare una delle piu’ vergognose storie degli ultimi decenni.

La sua gogna, il suo arresto e il pochissimo risalto dato al fatto di essere completamente innocente non sono degni di un Paese civile.

E la categoria dei giornalisti ha grandi responsabilta’ per aver sbattuto il mostro in prima pagina, peccato pero’ che non c’entrasse nuente col calcio scommesse e di ricoclaggio di denaro sporco

Peccato anche che per farselo dire da un giudice siano passati dieci anni, in pratica una vita, se uno e’ caduto nell’inferno della persecuzione mediatica.

Ha scopato?

Scusate la brutalita’ dell’incipit, ma e’ come una valvola di sfogo, come quando da bambini si dicono le parolacce.

Che cazzo (riscusate) ha fatto quella mentecatta criminale che ha fatto morire di fame e di sete la figlia di sedici mesi, abbandonandola per sei giorni per andare dal nuovo fidanzato.

Cosa ha pensato in quelle 144 ore? Come ha potuto dormire, mangiare, scopare?

Sia maledetta lei e tutti/e quelli/e che fanno del male agli indifeso: bambini, anziani, animali.

La cartina tornasole e’ mio figlio Cosimo, 15 anni e scarsa passione calcistica, nonostante i miei reiterati tentativi di appassionarlo al pallone.

Ad un certo punto lo sento urlare nella piazza di Moena ”Vincenzo, Vincenzo”, neanche gli avesse detto che gli avrebbe preso in anteprima la prossima PS6

Mai visto un entusiasmo così, anche perchè ai tempi di Batistuta i ritiri non erano kermesse popolari e a quelli di Antognoni, normali sezioni di lavoro.

Ottima organizzazione, facce distese, sorrisi e tanto viola dappertutto, in questo senso siamo partiti alla grande.

« Pagina precedentePagina successiva »