Vittoria meritata, sofferta solo per il rigore calciato malissimo e altre occasioni sprecate.

Non e’ quella dello scorso anno, ma ieri bastava e avanzava, quindi calma col tutto sbagliato, tutto da rifare.

Certamente l’attacco resta un problema, se gioca Kouame e non gli altri due, ma ormai fino a gennaio non ci possiamo fare niente, sempre ammesso che si voglia intervenire.

I migliori sono stati i vituperato Ikone e Quarta, dietro a loro il ”dimenticato” suddetto Kouame: può esistere qualcosa di più contraddittorio de calcio?

Partiamo dalla fine: mi sarebbe piaciuto ascoltare Barone o Pradé dopo una disfatta storica, storica per la scarsa consistenza dell’avversario e per le dimensioni della sconfitta, e invece niente, come invece era avvenuto per altri rovesci.

Mi sarebbe piaciuto sentire uno “scusateci”, se non altro nei confronti di chi è andato in Turchia, a cui non sarebbe male regalare il biglietto per le prossime trasferte europee, sperando che siano parecchie, se proprio non si vogliono rimborsare tutte le spese.

Abbiamo invece ascoltato le serene e lucide autocritiche di Biraghi e Bonaventura, due che possono parlare per competenza ed esperienza, e la discreta confusione di Italiano, chiaramente travolto da questo primo mese della stagione.

E ora che facciamo? Semplice: si indossa l’elmetto e si riparte combattendo centimetro per centimetro, lasciando perdere gli svolazzi e mettendo in campo solo quelli che assicurano grinta e dedizione totale alla causa. Sempre sperando che ce ne siano almeno undici in queste condizioni.

A salvarsi in questo inizio terrificante sono veramente in pochissimi: Amrabat, Terracciano, Kouame, forse Sottil e Milenkovic, fino a quando ha giocato, e poi basta: se il calcio fosse una cosa seria e assimilabile al resto della vita, a diversi di questi giovanotti andrebbe decurtato lo straordinario stipendio per scarso rendimento. E lo stesso dovrebbe accadere co Italiano, troppo esaltato in estate, ma non da me.

Non è però il momento dei processi, quelli li faremo semmai nella sosta di novembre, sperando sempre che non ce ne sia bisogno, alla faccia di quelli, e non sono pochi, che pur dichiarandosi tifosi viola adesso godonoe giocano al tanto peggio tanto meglio.

Giochiamo male, e va bene, si fa per dire,

In nove partite i due centravanti hanno segnato la miseria di due gol, e va bene.

Siamo confusi nella manovra e pure nella testa, vedi alla voce Igor e anche Biraghi nel secondo tempo, e va bene.

Ma il fallo di Kasius su Quarta era netto, ancora più di quello di Udine su Venuti e questo non va bene, proprio per niente.

Dateci almeno questi due pareggi striminziti e rosicati e affronteremo i nostri molteplici problemi con un pizzico in più di serenità.

Pessimo risultato, ma prestazione più o meno come era nelle aspettative con la solita variabile: non la mettiamo dentro.

Perché di occasioni vere ne abbiamo avute una decina, ma sotto porta la situazione è disastrosa ed è un po’ colpa di tutti, Italiano compreso, visto che miglioramenti non ci sono stati.

Fischi meritati per via dell’inconsistenza dell’avversario e per la delusione generale, ma fischi d’amore, mi pare, e non di rabbia.

E’ un passaggio difficile della stagione, chi vuole cacciare l’allenatore non sa bene quello che dice e gioca al tanto peggio tanto meglio, un torneo al quale non mi sono mai iscritto.

Quante gare della vita abbiamo visto in un anno e quindi nell’intera nostra esistenza? Venti, cinquanta, cento?

Personalmente ho perso il conto, è il linguaggio calcistico che però a volte esonda le barriere del buonsenso e quindi…per favore: stasera giochiamo una normale partita contro una squadra nettamente inferiore per il primo turno del girone della terza competizione europea.

Perché altrimenti avremmo dovuto considerare Wembley nel 1999 o Bergamo nel 1996 (cito le prime due che mi vengono in mente) gare immortali per noi e i nostri pronipoti….

O si svegliano quei due, uno fisicamente e l’altro capendo qualcosa in più del calcio italiano, o ci mangeremo le mani e altro in diverse partite.

Manca l’attaccante, non un fuoriclasse, ma uno che la sappia semplicemente mettere dentro, che è poi la cosa più difficile nel calcio.

Due gol in sei partite ufficiali sono una prova, non un giudizio definitivo, ma le sensazioni sono poco buone.

A Jovic diamo ancora un paio di settimane, poi ci dovrà spiegare perché non corre, perché è molle nei contrasti, perché tocca il primo pallone dopo 21 minuti: tutta colpa del gioco di Italiano?

Cabral fa più simpatia: si batte, ha la faccia da guerriero, corre il triplo del concorrente, ma no ha la sua tecnica e purtroppo si vede. Magari a fonderli viene fuori quello giusto, ma non si può.

E allora teniamoci il misero punticino di ieri, pur meritando di più contro una buona provinciale che rinuncia totalmente al gioco ma che pare punti lo stesso, misteriosamente, allo scudetto.

Inspiegabile.

Si può giocare male, ma non così, senza neanche un briciolo di cuore, con quell’irritante ondeggiare del pallone da destra e sinistra ad una lentezza che mi ha fatto venire in mente il buon vecchio Kubik.

Il gol dell’Udinese era da annullare, ma resta il fatto che fatichiamo enormemente a tirare in porta e quando lo facciamo conosciamo tutti i tristi risultati.

E’ come se avessimo pagato a Udine gli sforzi olandesi, dopo al sorprendente prova contro il Napoli, e non esiste logica calcistica in tutto questo.

Qualcuno è preso dalla furia distruttiva contro chiunque, Italiano compreso, ma direi di andarci cauti, pur continuando ad avvertire gli stessi pericoli del dopo Vlahovic: ci manca l’attaccante di razza.

Le scelte dell’allenatore mi sono sembrate un po’ troppo cerebrali, perché cambiarne nove su undici è esagerato, però alla fine sono le prestazioni individuali a fare la somma tecnica e non ho mai visto nessun allenatore, da Guardiola a Conte vincere le partite con un suo gol.

Mandragora, Quarta, Cabral, Saponara, Venuti, Maleh, un po’ anche Barak e Kouamé: se otto su undici giocano male, alcuni malissimo, hai voglia te a pensare alle sovrapposizioni o ai piedi invertiti…

Quelli che…cosa vuoi che sia insultare allo stadio, è sempre stato così

Quelli che… quanto è odioso Spalletti, per non parlare di Gasperini, questa è gente che se la cerca

Quelli che… fanno buu ai giocatori di colore, urlano devi morire se l’avversario si fa male, cantano divertiti l’infame coro sull’Heysel, pensando pure di essere ganzi

Quelli che… quanto sono stronzi i giornalisti, però li seguo, sempre, così poi posso offenderli meglio su facebook

Quelli che… voi non potete capire la nostra mentalità e quanto noi amiamo la Fiorentina, non come voi tifosi da poltrona e da TV

Quelli che… mi fanno vergognare di essere fiorentino

Quelli che… sono semplicemente idioti, e lo dico da almeno vent’anni con tutti i rischi del caso perché mi hanno fatto striscioni e minacciato a più riprese: quando finalmente ci saremo liberati di voi violenti il calcio (e pure il resto) sarà molto più bello

L’avrei firmato alla vigilia anche se adesso rimane un po’ di amarezza perché se fossimo stai più cattivi e precisi sotto porta avremmo addirittura vincerla, ma alla fine il pareggio è giusto.

Una grande prova di carattere e anche di tenuta fisica, se solo si pensa alle fatiche olandesi, al viaggio, alla mancanza di tempo per recuperare, alla indubitabile forza dell’avversario

Sono piacevolmente sorpreso da Amrabat, che mi sta smentendo, eppure non riesco a farmi una ragione dell’esclusione di Mandragora, che penso e spero ci verrà molto utile in futuro.

Jovic deve darsi una mossa, non può vivere solo sulla sua classe, in questo calcio non è permesso, quaranta anni fa forse sì, ora proprio no.

Chiusura con gli imbecilli che insultano l’allenatore avversario, che sia Spalletti o Gasperini non importa, da dietro la panchina avversaria: davvero credono di fare il bene della tanto amata Fiorentina, magari davanti a ragazzini che interiorizzano il folle concetto per cui allo stadio è tutto permesso?

P.S. ma individuare l’imbecille e tenerlo fuori dallo stadio per almeno cinque anni non sarebbe un segnale in linea con il pensiero e il comppr di questa societa’?

Un passaggio di turno che aiuterà a crescere, perché ottenuto contro una squadra difficile e in condizioni ambientali molto complicate.

Costruire cinque occasioni da rete in una gara così non è proprio banale, poi certo resta il problema, il solito problema, che fatichiamo a metterla dentro e non c’entrano solo gli attaccanti, ma pure gli esterni, vedi Sottil e Ikone, che però, errore a parte, ha giocato una buona partita.

Sarà molto dura contro il Napoli, in pratica non si allenano mentre Spalletti ha avuto l’intera settimana per preparare la gara, ma pensiamoci da domani.

Oggi godiamoci un ritorno in Europa assolutamente meritato.

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