Ci siamo rimessi in careggiata, senza troppi aiuti esterni e solo con le forze di una squadra e di un allenatore che alla fine di un percorso frastagliato ha avuto l’intelligenza di cambiare.

Si può discutere su quei venti minuti del secondo tempo in cui sembrava non toccasse alla Fiorentina, ma complessivamente è stata una vittoria assolutamente meritata, con un bel po’ di occasioni sprecate.

Segnano gli attaccanti e tutto diventa più semplice, in fondo il calcio non è così difficile da capire: e adesso che facciamo a gennaio? Continuiamo con Jovic e Cabral o cerchiamo qualcosa di meglio.

Senza nessun intento polemico, io suggerirei di vedere se esiste una possibilità di avere qualcuno ancora più forte e terrei Gonzalez, perché non ha proprio senso farci del male da soli rinunciando ad uno dei migliori, anche se con un carattere molto particolare

Vittoria meritata e senza discussioni, anzi ci sarebbe pure da arrabbiarsi per il rigore prima concesso e poi misteriosamente negato, ma è un anno un po’ così con gli arbitri e nella stagione se ne sono viste di peggio.

Vince sempre la qualità, nel calcio come nella vita, e non sarà un caso che Bonaventura sia stato il migliore in campo, seguito a ruota da Milenkovic, il più pagato della rosa.

Sull’attacco converrà fare un’approfondita riflessione durante la sosta perché siamo a metà strada: magari lo spento e apparentemente svogliato Jovic ci prende sulle spalle e ci porta in Europa, ma forse anche no e allora ci rimane “spadaccino Cabral”, uno che si butta su ogni pallone con la foga del Pagliari dei miei tempi adolescenziali, ma per ora anche (purtroppo) con la stessa resa realizzativa.

Insomma, si tratta di andare in una direzione oppure nell’altra, di scommettere su un ruolo dove ci vorrebbero solo certezze.

Quarto successo consecutivo, un gol preso in 360 minuti abbondanti: non è male questo lunedì.

Terza vittoria di fila e ancora una serie di invettive nel Pentasport del dopo partita, ma si può?

Non è che si debbano fare dei caroselli per conquistato tre punti in Lettonia, ma un po’ di serenità non guasterebbe.

Lo sport, e soprattutto il cacio, consentono di praticare il vizio dell’incoerenza, dipende sempre dalla prestazione e in base a quella si giudica: la Fiorentina di oggi pomeriggio avrebbe probabilmente vinto ad Empoli e pareggiato a Bologna per un motivo molto semplice: è diventata più concreta sotto porta.

E allora perché vi arrabbiate tanto? Che cosa vi aspettavate dalla partita di oggi pomeriggio? Potevano darci qualche punto in più in campionato?

Tutto è andato secondo le previsioni con due chicche: il colpo di tacco di Barak a smarcare Cabral e il fantastico gol di Saponara, che dovrebbe aver cominciato da poco la stagione.

Qualcuno, e lo penso da tempo, ce l’ha con la Fiorentina perché non sopporta Commisso e neanche Barone, tralasciando Pradè: liberissimi di farlo, a patto che poi non ci si definisca tifosi viola,

A me piace tantissimo prendere tre punti al novantesimo, in questo modo corsaro, senza aver comunque rubato niente

Non siamo certo a livello dello scorso anno, ma ci sono stati dieci minuti trascinanti in mezzo ad una discreta applicazione collettiva

Non e stata una grande partita, Terracciano ha i voti più alti, però in attacco si comincia a segnare (e a prendere pali)

Cerchiamo almeno di vedere il bicchiere pieno a metá…

Non ricordo in 55 anni coscienti di Fiorentina di aver mai sentito l’autore di due gol uscire tra i fischi, perché qualcuno sarà pure stato per Italiano, ma la maggior parte erano solo per Jovic.

Mi sto domandando da ieri sera il perché questo ragazzo serbo così impenetrabile nello sguardo sia così incupito col popolo viola e sinceramente non trovo alcuna motivazione: chi lo ha mai contestato platealmente?

I fischi a volte sono arrivati (giustamente) per tutta la squadra, mica solo per lui e quindi…perché?

Detto questo, rimane la prestazione convincente, con una caterva di gol sbagliati e con l’attesa della controprova domenica pomeriggio.

Il turno è passato, il primo posto resta un miraggio e qualcosa di buono si è visto come velocità di manovra, che è poi la chiave per provare a tornare quelli della passata stagione

Diciamo che, per usare un eufemismo, in questa stagione siamo piuttosto sfortunati con gli arbitri: dopo Udine e Bologna, il fallo su Milenkovic era solare e il gol doveva essere annullato, senza contare la mancata sanzione su Di Marco, di qualsiasi colore dovesse essere il cartellino, comunque molto tendente al rosso.

Un punto in più cambiava poco la classifica, ma dava molto morale, anche perché raggiunto in rimonta con tre gol dell’attacco, i due su azione bellissimi.

Ha tradito la difesa, con errori enormi da parte di Milenkovic e Dodo in uscita e con lo sciagurato finale di Venuti, che a questo punto non so nemmeno come reagirà davanti alla sensazione generale che non sia all’altezza della Fiorentina, fosse anche quella al tredicesimo posto attuale.

Senza contare che Quarta, alla fine il meno peggio, si è fatto saltare come un birillo da Lautaro e che Biraghi è da tempo a livelli bassissimi e lo si nota soprattutto per come si sbraccia con i compagni e non ho capito perché debba battere lui tutti o quasi i calci piazzati, neanche avessimo un incrocio tra Platini e Maradona: ma Jovic, Bonaventura e magari Quarta sono così peggio?

Sconfitta brutta proprio perché immeritata e situazione compromessa, e non da ieri, per sogni europei, davvero una pessima domenica viola.

Non andiamo più di così, dopo due mesi converrà farsene una ragione.

Manca fluidità, manca il regista dinamico (do you remember Torriera?) che fa girare la squadra, abbiamo certamente gli attaccanti più scarsi tra le possibili pretendenti ai primi sette posti in classifica.

Direi che questo basta e avanza per capire come mai siamo in quella posizione e anche il perché di certe prestazioni ondeggianti tra la noia assoluta e il vorrei ma non posso del secondo tempo di Lecce.

Se a questo aggiungiamo che l’apporto dell’allenatore è proprio scarso, nel senso che le idee sono poche e sempre le stesse, ecco disegnato il quadro della nostra attuale mediocrità. Non sarà certo solo colpa sua, ma non riesco a intravedere alcun suo merito specifico

Ammetterlo può essere doloroso, ma anche onesto, senza drammi e/o cacce alle streghe, perché le annate nascono in mille modi e questa sta vengono fuori piuttosto maluccio, cerchiamo di farcene una ragione

Non ci arrivo a capirlo: vinciamo 5 a 1 con un ottimo primo tempo e c’è un sacco di gente arrabbiata.

Chi perché gli avversari erano scarsi (ma mica potevamo cambiarli…), chi per la rete presa, chi per il palo, chi perché Cabral è entrato a quattro minuti dalla fine, chi per il mancato impiego di Bianco nel secondo tempo, chi per motivi suoi e, soprattutto, chi non sopporta Commisso e tutti i suoi discorsi sui soldi e i fiorentini.

Figuriamoci se mi esalto per la vittoria di ieri, ma se avessimo pareggiato o vinto di misura al novantesimo cosa avremmo detto e scritto?

Siamo pericolosamente sull’orlo di una crisi di nervi, credo che contribuisca anche il clima fuori dal calcio che è il peggiore mai respirato nei miei 62 anni di vita, ma un briciolo di buonsenso sarebbe auspicabile.

Si doveva vincere e si è vinto, si doveva far gol e se ne sono fatti cinque, si potrebbe per una sera e magari un mattino essere moderatamente soddisfatti?

Solito copione degli ultimi tempi: bravini, ma non segniamo e quindi, bene che vada, si pareggia.

O se ne prendono quattro, se anche la difesa tradisce le aspettative.

Si può dire, senza che qualcuno si offenda, che le troppe scommesse fatte le stiamo tutte perdendo, a cominciare da quella più importante e cioè l’attaccante.

Il bilancio offensivo è…appunto offensivo per la passione dei tifosi e la pochezza di chi sta davanti e che avrebbe dovuto sostituire uno dei migliori attaccanti del campionato.

Ci manca pure Torreira, ma a dirlo sembra che dsi commetta reato.

Poi c’è Italiano, in chiara difficoltà generale, su cui si sono appuntate le critiche di molti e c’ la societa’ che soprattutto ha speso male.

Intanto scivoliamo in classifica; salutando l’Europa e con immersione totale nel grigiore, che è una delle condizione più odiose da vivere come appassionati viola.

Sono anni che l’ho messo del dare e avere di una vita molto soddisfacente: appena non gestirò più il Pentasport e non avrò un ruolo così visibile nel panorama giornalistico fiorentino, molto rapidamente cadrò nel dimenticatoio, non riceverò più le chiamate di tanti che vorrebbero un po’ di visibilità e me ne tornerò da dove sono partito 45 anni fa. In silenzio e senza nessuna recriminazione per il tempo che è stato.

Ho interiorizzato tutto questo e penso e spero che non ne soffrirò, esattamente come mi è successo quando dopo una difesa eroica durata un decennio ho perso i capelli o come quando ho dovuto smettere di giocare a calcio per non stare bloccato giorni interi dopo un’appagante e meravigliosa partita con gli amici.

E’ il tempo che passa, bisogna rendersene conto, esattamente come non si dovrebbe mai abusare della propria posizione, pensando di essere chissà chi solo perché qualcuno ti riconosce per strada o ti dice bravo con un messaggio scritto o audio.

Per esempio, la radio.

Uno può anche essere potenzialmente un incrocio tra Bocca, Montanelli e Biagi, ma se non hai un mezzo per trasmettere, magari ben irradiato, potresti (come dico spesso) diffondere il tuo verbo via citofono, casa per casa, altro che popolarità.

Il fatto è che siamo tutti provvisori, nessuno è davvero indispensabile e ne sono ancora più convinto .se penso alle decine di giornalisti che sono arrivati e poi andati via dal Pentasport, che è andato avanti lo stesso, piacendo o non piacendo, ma certamente anche senza tutti quelli che si sono alternati in questi decenni.

E ovviamente io faccio parte a pieno titolo della compagnia, con la differenza di rappresentare un caso unico nel panorama almeno toscano, nel senso che da quarant’anni sono l’editore di me stesso e quindi, quando smetterò finirà quasi certamente anche il Pentasport, inventato insieme ad altri quattro diciannovenni nel 1979.

Il mondo però andrà avanti lo stesso, anche senza di noi e piano piano ci si dimenticherà dei miei urli e della mia esultanza per i gol della Fiorentina e delle migliaia di ore dietro al microfono.

« Pagina precedentePagina successiva »