Ho visto ieri sera il bellissimo documentario di Vetroni dedicato a Paolo Rossi e nel finale mi sono messo a piangere

E’ stato quando, come una pugnalata, un cazzotto nello stomaco, è spuntato il video in cui Pablito faceva gli auguri di compleanno a Maradona: eravamo a fine ottobre 2020 e i due trascinatori dei Mondiali 82 e 86 avevano solo pochi mesi da vivere, uno lo sapeva benissimo, purtroppo, e l’altro no, perché intontito e raggirato dalla sua vergognosa corte dei miracoli

Rossi aveva quattro anni più di me, Maradona un mese in meno, ragazzi della mia generazione, la meglio gioventù calcistica, qualcosa che quando rivedi le azioni e i loro gol ti fa restare per sempre giovane, anche se il tempo va avanti

Paolo era un’altra persona, irriconoscibile, sfregiato dalle cure che lo avevano raddoppiato e invecchiato di vent’anni e bisognava sforzarsi molto per riscoprire quel sorriso di ragazzo perbene che aveva conservato per tutta la vita, anche coi capelli bianchi, conquistando tutti

E allora ho ripensato una volta di più alla precarietà di questa esistenza , “alle coraggiose battaglie che avevo vinto o perso” (citazione di un grande pezzo di Gaber, “Il dilemma”), a tutto il tempo sprecato per cazzate e/o con persone insignificanti. Ah, potessi tornare indietro…

Amate la vita, in tutti i suoi aspetti e se potete (e se ce la fate) relativizzate le cose senza una vera importanza, perché quelle che contano sono davvero poche: buon Natale a tutti voi

Ero chiuso da un’ora in una cabina telefonica e stavo decidendo del mio futuro, sentendomi in po’ come il protagonista di Scirocco di Guccini

A distanza di trent’anni posso dire tranquillamente di aver preso la decisone sbagliata, ma dovevo scegliere: o vai di qua o vai di la’

Ad un certo punto, per argomentare le mie ragioni le dissi una frase che mi e’ poi risuonata negli anni: “hai fatto una cosa che io non avrei mai fatto, neanche se me l’avesse detto Sconcerti”.

Non i miei genitori e neanche il mio migliore amico: Sconcerti

Questo per spiegare l’ammirazione totale e profonda che avevo per lui, mio idolo giornalistico, poi compagno per decenni in radio

Un uomo sopra le righe, in tutto e per tutto, un lucido visionario, molto fiorentino, a volte pure troppo. Un fuoriclasse.

Mi manchera’, non era un amico, ma un maestro e trovarne e’ sempre piu’ difficile

Racconta lo scopritore svizzero di Cabral che il ragazzo non si sta esprimendo al meglio perché sente troppo la pressione e qui occorre andare in profondità, non solo per quello che riguarda il volonteroso ragazzo brasiliano, ma più in generale

Cos’è esattamente la pressione che si avverte nell’esercizio del proprio lavoro?

E ancora: esiste qualcosa per cui siamo disposti ad impegnarci che non comporti pressione?

Voi credete che un minuto prima di entrare davanti ad un palco davanti a 500/1000 persone io non abbia avuto strizzoni di pancia? O che non abbia pensato: ma se mi impappino, se non ricordo la scaletta, che figuraccia faccio?

E quando arrivano i dati di ascolto, o quando quotidianamente devi cercare di rendere le trasmissioni all’altezza delle aspettative di chi ci ascolta?

Pressione quotidiana, stress continuo, che fa parte di chiunque nella vita faccia qualcosa che lo sottopone al giudizio degli altri

Quindi per favore cerchiamo di limitare l’uso improprio di certe parole e non surfeggiamo su frasi che hanno poco a che vedere con la realtà, e questo vale per Cabral, il suo scopritore e tutti i presunti stressati del mondo

Amrabat fino a otto mesi fa era un esubero, qualcuno da scambiare con un altro centrocampista che sapesse verticalizzare e che dimostrasse pure più voglia di stare a Firenze

Ora, dopo quattro ottime partite ai Mondiali e un più che discreto inizio di stagione in viola, pare che gli si debba offrire Palazzo Vecchio, e magari pure un’opzione sull’eventuale rivendita degli Uffizi, per convincerlo a rimanere con noi

E’ del tutto indifferente ai più il fatto che con la Fiorentina abbia un sostanzioso contratto fino al 2024, con rinnovo automatico fino al 2025 e che sia stato pagato puntualmente tutti i mesi, anche quando stava in panchina.

No, bisogna svenarsi per prendere quello che già era nostro oppure arrendersi alla logica del più forte o del fatto “che non si deve trattenere nessuno contro la propria volontà”, e questo vale per tutti gli Amrabat passati per Firenze e per il resto del mondo calcistico negli ultimi vent’anni

Quindi, o gli si raddoppia più o meno o lo stipendio o lo si vende in Inghilterra

E poi ci si stupisce dei miliardi di debiti accumulati dal pallone per cui vengono richieste vergognose contromisure che continueranno ad arricchire calciatori e procuratori

Che sollievo leggere che la Fiorentina non c’è tra i commensali della cena targata Juve in cui sembrava ci fossero soldi per tutti

Come no? I soldi del Monopoli

Pare che la molto virtuosa Atalanta fosse interlocutrice privilegiata ditta Agnelli/Paratici/Cherubini più altri soci minori.

C’era tanta gente a tavola quella sera, compreso il presidente della Lega dell’epoca Del Pino

Pensando a Chiesa e Vlahovic (auguri ragazzi…) temevo che che ci fossimo anche noi e invece niente

E questo vale più di diverse vittorie sul campo, vale la mia personale ammirazione per la ruvida coerenza di Commisso

Amo giocare a poker, mi distende molto e purtroppo non lo faccio da anni per svariate ragioni.

Una, è che dovrei trovare qualcuno che ha la mia stessa disponibilità economica e non è facile, in alto e in basso. Questo per dire che quando mi siedo intorno al tavolo verde vorrei farlo con le stesse potenzialità degli altri e con i vecchi amici ci siamo persi di vista.

Se poi qualcuno trucca le carte, tutto crolla e il divertimento diventa incubo.

Quello che sta succedendo alla Juve, tutti lo sospettavano, ma nessuno era mai andato in fondo per opportunismo e convenienze reciproche, ma se alteri i bilanci per comprare i più bravi trucchi il gioco, esattamente come il baro che si siede allo stesso mio tavolo.

E con te non voglio più giocare.

E non un trequartista, questo almeno e il mio modesto pensiero

Non insisterei su Cabral, sia pure con gran dispiacere per la simpatia suscitata dal brasiliano e per il suo impegno, ma una stagione calcistica credo che basti per formulare un giudizio.

E poi, bisogna chi andiamo a prendere, considerando chi abbiamo in casa: per Luis Alberto farei un grande sforzo, per altri sinceramente no

Non credo sia stato abbastanza risalto a quello che hanno fatto i giocatori della Nazionale iraniania: non cantare l’inno è qualcosa di stupefacente e per me vale molto di più della protesta di Tommie Smith e John Carlos alle Olimpiadi di Messico 1968.

Perché un conto è denunciare la schifosa discriminazione razziale e poi tornarsene senza problemi di incolumità fisica all’esistenza di tutti i giorni e un altro è rischiare la vita per protestare contro la NON vita di Paesi come l’Iran.

E ancora: di Smith e Carlos ci ricordiamo tutti, o almeno si ricordano coloro che hanno un minimo di coscienza civile, ma qualcuno sa il nome di questi eroi silenziosi che avranno certamente delle conseguenze a fine Mondiali?

Tra quanto tempo ci dimenticheremo di quanto successo ieri, mentre invece, giustamente, quei pugni alzati sono entrati nella storia?

Onore a applausi a questi ragazzi, sarà importante vedere come continuerà la loro vita, per evitare ancora una volta di girarci dall’altra parte.

Quanto ci piace sparare sugli altri le nostre insoddisfazioni e frustrazioni?

E ancora di più: quanto è divertente demolire chi si è innalzato fino a cinque minuti prima a eroe o a qualcosa di simile?

La vicenda Gonzalez proprio non la capisco: confesso di essere rimasto sorpreso dalla violenza di molti commenti e dalla intransigenza di chi ha probabilmente in passato lasciato correre molto di più.

Neanche a me è piaciuto l’atteggiamento dell’argentino, ma non sono nello spogliatoio e neanche nella testa di Gonzalez, quindi non so giudicare fino in fondo il suo comportamento.

Da qui a farne un capro espiatorio però ce ne corre, anche perché ci stiamo facendo del male da soli, come vogliamo continuare?

Lo mettiamo agli arresti domiciliari o gli diamo il foglio di via?

Trattasi del giocatore più prestigioso della rosa, tralasciando il prezzo del cartellino e dell’ingaggio, uno che ha vinto da quasi titolare la Coppa America, uno dei più bravi esterni del campionato anche se molto, direi troppo, incline alle cadute

E con chi lo sostituiamo?

C’è un altro Callejon in giro da poter prendere, come abbiamo fatto due anni fa quando è stato ceduto Chiesa e sembrava fossimo a posto?

Infine, l’odio sportivo per l’Argentina, a mezzo Gonzalez.

Per me siete tutti matti.

Argentina vuol dire Bertoni, Passarella, Batistuta: vi basta o dobbiamo proseguire?

Il pareggio già si digeriva male, figuriamoci la sconfitta

La più bella Fiorentina di questo campionato gioca meglio del Milan e perde, non solo per colpa sua, anche se i gol bisogna farli mentre sarebbero da evitare uscite a vuoto, specialmente a San Siro.

Quarta partita in cui c’è qualcosa da dire, o urlare, per la direzione arbitrale, inutile ricordare gli episodi, meglio provare a tenersi la fluidità di manovra senza un terminale.

E qui, al di là della simpatia che si prova per Cabral, bisogna sciogliere il primo nodo: va preso un attaccante che dia qualcosa in più, magari che corra meno, ma che la butti dentro o almeno ci provi. Ieri niente, neanche sul piano della battaglia fisica.

Chiudiamo la prima fase del campionato al decimo posto, piazzamento deludente che si può spiegare in diversi modi, ognuno scelga il suo.

Il mio è quello di una concatenazione di circostanze: acquisti che per ora non incidono e alcuni sembrano proprio sbagliati, errori arbitrali e soprattutto l’impegno europeo, da molti sottovalutato.

« Pagina precedentePagina successiva »