Stavolta i dirigenti viola si sono arrabbiati di brutto e tra poco a “Viola nel cuore” Sandro Mencucci risponderà a Conte.
Il tecnico della Juve ci sta facendo un gran piacere con le sue assurde dichiarazioni sull’arbitro: sta caricando ancora di più l’ambiente.
Finalmente ricominciamo a considerare Fiorentina-Juventus nel giusto modo, sale la tensione e la voglia di vincere: se non lo capiscono quelli che andranno in campo…
P.S. Mi è arrivato tramite Aurelio Virgili il pronostico di Stefano: 2 a 1, con doppietta di Amauri.

Una sola, in due anni di miserie calcistiche: in fondo è davvero una piccola cosa in confronto al fiele fatto ingoiare in questi 24 mesi di niente.
Stavolta vorrei spiare dal buco della serratura per vedere se stanno passando una settimana a modo, se da domenica sera hanno sospeso le sciocchezze (chiamiamole così, ma avrei altri termini un po’ più coloriti per definirle) che hanno contraddistinto la permanenza fiorentina di molti di questi giovanottini che nella nostra città hanno trovato il paradiso.
Si daranno dati una regolata?
Avranno capito che se non vincono nemmeno stavolta contro la Juventus, e dopo le nefandezze commesse in due stagioni, il loro fallimento sarà totale?
Lo dico subito, a scanso di equivoci: se vinciamo, come spero con tutto il cuore, non cambia niente nel mio giudizio finale.
Io certa gente qui non la voglio più vedere neanche in cartolina e se passa dalle parti del Franchi farebbe bene a proseguire oltre, ma per sabato sera siamo aggrappati a loro e quindi sarà bene che si sveglino dal torpore e scendano in campo con la bava alla bocca.

Ha senso accelerare il rientro di Jovetic, che giocherebbe senza allenamento e con la paura di farsi male?
Direi proprio di no.
Lo so che perdiamo moltissimo in attacco, ma ormai è andata così: ce la siamo voluta, azzrando il reparto offensivo e affidandosi piedi e testa a un campione che arrivava da un anno di inattività.
Recuperiamo Jovetic per Genova, altra partita dai mille sapori e comunque importante per la classifica, lasciando perdere ogni forzatura.
A me sembrava eccessivo l’ottimismo post Cesena, quei dieci giorni messi lì proprio per illuderci di riaverlo contro la Juve.
Mi pare che già in passato certe scelte azzardate non abbiano pagato e quindi direi di metterci l’animo in pace e sperare che Amauri finalmente si sblocchi.

E’ come la questione dei cori su Mihajlovic: c’è un limite a tutto e non va sorpassato.
Chi si mette a disquisire sui motivi che tengono lontano il direttore sportivo da Firenze supera questo limite: io pubblico certi post perché non ci sono offese, ma solo idee.
Però è giusto che esprima chiaramente tutta la mia contrarietà a chi specula sulla malattia di un’anziana signora.
Ciuffi domenica pomeriggio ha riportato parole bellissime: “siccome non le sono mai stato troppo vicino per motivi di lavoro, lo faccio adesso perché mia madre viene prima del lavoro”.
Giusto così, va rispettato l’uomo e il dolore, senza se e senza ma, soprattutto senza dietrologie vergognose.
Il problema per la Fiorentina è un altro: c’è un enorme vuoto da diverse settimane e nessuno lo sta colmando, sia pure temporaneamente.
E di tutto abbiamo bisogno in questo periodo tranne che lasciare la squadra in questo stato.

Domenica stranissima per me, ma penso anche per voi, perché una sconfitta così si spiega malissimo ed è immeritata.
Il fatto è che abbiamo sprecato tutto lo sprecabile, che Gamberini ha commesso un’ingenuità imperdonabile e che i cambi hanno indebolito la Fiorentina (vergognoso Kharja, pure ingrassato).
A me sono piaciuti Vargas e Lazzari, il primo più del secondo, mentre Cerci si è confermato completamente diverso dagli altri, nel bene e nel male.
Sempre più preoccupante Amauri e non può neanche dire che adesso non arrivano palloni, il problema è il suo livello fisico, che pare sempre precario.
E’ una stagione così, che butta male, ma che non dovrebbe farci dannare in modo troppo preoccupante, a patto di esserci sempre con la testa, però oggi dovevamo prendere almeno un punto.

Clamoroso al Cibali: non farò la radiocronaca di Catania-Fiorentina.
Oh, la sto mettendo sull’ironia, perché è chiaro che la piccola anticipazione che vi ho dato non conta nulla per i tifosi viola, però nel mio microcosmo è una notizia.
Nulla di allarmante, solo una scelta familiare, la certezza che l’accoppiata Sardelli-Loreto (a Catania da venerdì e fino a lunedì, ma saranno in villeggiatura?) funzionerà a meraviglia, la voglia di dirvelo sei ore prima dell’annuncio in radio.
Certo, sarà strano: l’ultima volta che non c’ero al fischio di inizio in campionato è stato oltre 22 anni fa, un Fiorentina-Juventus del gennaio 1990, finito 2 a 2.
L’ultima in assoluto senza essere allo stadio, un Inter-Fiorentina di Coppa Italia del 1996, poi c’è stato un Fiorentina-Torino del 2008, sempre di Coppa Italia, a fare il commento accanto a Bardazzi.
In tutto sei partite saltate, sette con questa, dalla stagione 81/82, quando però facevo solo le interviste del dopo-partita, la radiocronaca è arrivata nel campionato successivo.
Non ho fatto chissà cosa in questi trentuno anni, ho solo avuto un po’ di tenacia e molta fortuna.
Per oggi tocca a Giovanni Sardelli, io rientro per la Juve e poi si riparte per nuove avventure…

Grazie ragazzi, tutto a posto, entro in fibrillazione, mancano 50 minuti all’inizio e mio sento strano: forza Giovanni e Tommaso e soprattutto forza viola!

Forse nel passato sono stato troppo severo con Alessio Cerci.
Oppure, per meglio dire, non sono stato severo nella stessa misura con altri suoi compagni di squadra.
Per ora il suo bilancio a Firenze resta per me negativo, lui ci ha messo parecchio del suo fuori dal campo, ma rimane il fatto che è l’unico con Jovetic a cui possiamo aggrapparci se non vogliamo morire di noia alle partite della Fiorentina.
Propongo una moratoria, che nei fatti è già avvenuta una quindicina di giorni fa, quando ho cominciato a caldeggiare il suo impiego, visto il deserto dell’attacco viola.
A Parma ni è molta piaciuta la sua esultanza dopo il gol, quell’abbraccio ideale ai tifosi che mi è parso un modo di ricominciare a dialogare.
Io ci sto, ora però guardiamo se Rossi è della stessa idea e non lo lascia in panchina a Catania.

Sentimenti assortiti ieri sera a Parma: perplessità iniziale per la formazione di Rossi, desolazione e scoramento per il primo tempo, sensazioni positive da Cerci, rabbia per Lazzari e Amauri (che non beccandola mai si è pure arrabbiato con tutti), compiacimento per la conquista dei tre punti con furto, incavolatura nera per il rigore finale.
In quei novanta minuti certo non memorabili del Tardini c’è un po’ tutta la bellezza del calcio, con gli stati d’animo che si rovesciano nel giro di trenta secondi, con le infinite discussioni del dopo.
Per esempio: giochiamo male come con Mihajlovic, eppure potevamo vincere.
O ancora: abbiamo calcisticamente infamato Cerci con qualche ottimo motivo (mai prima però che erntrasse in campo, lì è da stupidi) e adesso senza Jovetic siamo aggrappati a lui e davvero non si capisce perché si continui a tenerlo fuori e lasciare Lazzari in campo.
Comunque sia, ci siamo presi un bel punto robusto che assomiglia un po’ al pollo lesso che ti danno dopo che sei stato male di stomaco.
Non sarà troppo saporito, ma aiuta a star meglio.

Quanto mi piacerebbe vedere un allenamento di Rossi!
Capirei certamente meglio il perché di qualcosa di incomprensibile agli occhi del profano che sono.
Mi spiego: siamo sciaguratamente senza attaccanti da tempo immemore, a gennaio va via Gilardino e il tecnico decide di rinunciare a Cerci.
Ufficialmente per vie delle voci di mercato (chissà in quanti facevano la fila per strapparcelo…), in verità per comportamento immagino molto poco professionale durante gli allenamenti.
Il risultato è che in attacco non esistiamo per tre partite e che forse mettendo dentro Cerci, magari se si era svegliato con la luna giusta, qualcosa avremmo anche potuto combinare.
Ora il bis con Ljajic.
Deve essere veramente irritante averlo alle proprie dipendenze se in assenza di Jovetic, lo si lascia a casa per motivi tecnici.
Come se la Fiorentina avesse da scegliere tra quattro o cinque punte fortissime.
Per l’uomo della cioccolata vale lo stesso discorso fatto per Cerci e ribadito nel post precedente: è un acquisto sbagliato, non ci sono dubbi, con l’aggravante che tranne qualcosa a Novara ha proprio fallito tutte le prove.
Ma non portarselo neanche in panchina (noi partiamo per Parma con Acosty!) non è un po’ troppo autolesionistico?

La differenza è semplice, ma precisa: con Cerci non si sa mai che cosa può succedere e spesso arriva la delusione.
Con Ljajic invece ormai si sa tutto benissimo: non succede mai niente, nel senso che questo ragazzino, che non vuole imparare a crescere ma che è stato pagato una fortuna e che guadagna moltissimo, ancora non ha capito cosa vuol dire fare il calciatore in Italia.
Frulla sempre intorno all’attacco senza incidere, lo spostano senza problemi e gli portano via la palla, semplice.
Ecco perché, dopo tutti i treni che Ljajic non ha preso ne’ al volo e neanche da fermo, sarà giusto provare a far (ri)salire sulla macchinosa locomotiva viola l’Henry di Valmontone, che almeno una traccia di se’ l’ha lasciata in passato.
Certo, fa paura pensare che i due siano costati complessivamente 11 milioni di euro in contanti, cioè sonanti e ballanti.
Una cifra pazzesca per il bilancio viola, con cui avremmo potuto tranquillamente prendere un grande attaccante, ma ormai indietro non si può più tornare.
E allora, guardando avanti alle prossime tre partite (perché per me Jovetic non rientrerà nemmeno contro la Juve) proviamo a vedere se fra un gatto al guinzaglio, un parcheggio in sosta vietata, una passatina e qualche scemenza scritta dalla fidanzata riusciamo a ritrovare un vero giocatore di calcio.

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