Fiorentina in pratica senza attaccanti, anche se in campo con Amauri (ormia un caso, e meno male che ha firmato solo per sei mesi) e Jovetic a nemmeno tre cilindri.
Eppure potevamo vincerla, anche se tutti erano convinti in tribuna stampa che sarebbe finita in un pareggio.
Io no, ci speravo, ma questa è una squadra troppo fragile e se non la chiudi nelle occasioni che hai, poi paghi.
Ci avviciniamo senza neanche troppo faticare alla agognata salvezza, che è poi il traguardo minimo e massimo di questa stagione.
Appena ci arriviamo, prenderemo in considerazione il problema Rossi: io non ho un’idea precisa sull’argomento.
Ogni teoria ha il suo rovescio, ma ne parleremo a quota quarantuno.

E’ proprio vero: Antognoni va al di là del bene e del male e ci deve essere con lui qualcosa di magico (è stato per almeno un decennio il mio unico idolo) che poi riporta tutto in pari, salvo poi trovare qualche altro motivo di discussione.
Ieri sera ho dubitato di me stesso…
I fatti: mi trovo ad una inaugurazione in cui lui è testimonial, arrivo e non ci incrociamo mai, un po’ per caso e un po’ perché magari non ci fa piacere vederci (penso io) dopo la polemica dello scorso settembre in cui lui mi aveva infilato senza nominarmi nel comunicato su Guerini senza che avessi fatto assolutamente nulla contro di lui.nei suoi confronti
Alla fine saluto Piero Lenzi, il padrone di casa, Antognoni è lì a due metri, ci sorridiamo, mi porge la mano e ce la stringiamo.
Poi una tv chiede di riprenderci l’uno accanto all’altro, il che è pure un po’ blasfemo perché lui è Antognoni e io solo un cronista.
Comunque sia, a quel punto è impossibile non parlare e io, che non lo sento da sette mesi (dopo aver parlato e pensato di aver chiarito tutto con Rita), gli dico di quanto mi abbia fatto incazzare con quel comunicato che mi tirava nel mezzo senza senso.
“Quale comunicato?”, mi risponde lui serafico.
Come, quale comunicato?
E lì è cominciata una quasi divertente discussione, con Tommaso Fabiani testimone, in cui lui affermava di non aver scritto assolutamente niente e meno che mai di avercela con me.
Quindi per sette mesi ero stato io ad avercela con lui per un qualcosa che non c’è stato…
Siccome era Antognoni, ad un certo punto ho pensato di aver sognato e che quel comunicato davvero non fosse mai venuto fuori.
Sono tornato a casa, ho consultato internet e il comunicato c’era, ma a questo punto chi se ne frega…

Proviamo ad andare oltre i nomi per disegnare la Fiorentina, non facciamoci ammaliare dalle magie del passato e qui faccio un esempio personale.
Io stravedo per Baggio, per una serie di motivi che adesso è inutile ricordare: quando vedo i suoi filmati, mi fermo incantato, anche se di quei gol e di quelle magie ormai so tutto.
Se però mi proponessero Robertino come allenatore, io avrei delle perplessità perché quel mestiere lui non l’ha mai fatto e, secondo me, non ha neppure la voglia e la pazienza per farlo.
Qual è la triade ideale dei tifosi?
Antognoni direttore generale, Rui Costa direttore sportivo e Batistuta (o appunto Baggio) in panchina.
Se giocassero ancora, sarei capace di digiunare un paio di giorni (sacrificio per me immenso) pur di vederli in campo, ma qui si tratta di altri ruoli e di altre mansioni.
Rui Costa è una persona di intelligenza superiore, ma del calcio italiano, dei suoi maneggi, dei suoi giocatori, non sa quasi niente da almeno sei anni: come farebbe a svolgere un lavoro così delicato?
E Antognoni negli anni di Cecchi Gori non si è mai occupato minimamente di questioni societarie e organizzative.
Il suo talento era capire se un giocatore era buono oppure no e poi col carisma che aveva svolgere compiti di rappresentanza e collegamento con la squadra (insomma, il ruolo di Guerini).
Se nella primavera del 2005 avessero detto che per risollevarci dopo la quasi retrocessione arrivavano un ex juventino doc e un direttore sportivo che a 55 anni era stato solo a Lecce e che non sapeva neanche parlare troppo bene in italiano, in molti avrebbero storto la bocca: ma che vogliono questi due?
Cosa rappresentano per Firenze?
E invece Prandelli e Corvino hanno costruito quattro anni meravigliosi, anche senza avere un passato viola.

Pare che gli schemi di Rossi non siano compatibili con questi giocatori, forse perché prevedono raddoppi continui e una corsa che i nostri eroi non riescono ad immaginare.
Ecco perché ci potrebbe essere una semplificazione degli schemi che porterebbe ad una soluzione non troppo lontana dalla Fiorentina basica di Mihajlovic.
Si giocherebbe insomma in modo elementare, sperando nella luna buona dei singoli (soprattutto, o forse solo, Jovetic) e con la corretta convinzione che sul piano tecnico questa squadra avrebbe almeno sette o otto formazioni inferiori nel campionato italiano.
Certo che contro la Juve la squadra ha risolto in anticipo ogni dubbio tra semplice e complicato: semplicemente non è scesa in campo.

Avvertite gli amici e i procuratori dei nostri eroi di sabato scorso che sarà bene dare un consiglio a quel manipolo di valorosi uomini entrati a rovescio nella storia viola: state belli tranquilli e pensate solo ad allenarvi con impegno, senza tanti grilli per la testa.
Scrivo questo perché mi raccontano che qualcuno avrebbe pure avuto reazioni un po’ scomposte davanti alla (pacata) contestazione dei (pochi) tifosi presenti alla partenza per la catapecchia di Viareggio.
In particolare il grande bomber Amauri non avrebbe gradito il riferimento alla sua media gol, in questo momento non proprio paragonabile a quella di Batistuta.
Ma ce ne sono anche altre di teste calde, che invece farebbero bene a raffreddarsi immediatamente, perché quello che viene detto in questi giorni su di loro non è neanche paragonabile a ciò che da mesi loro fanno sopportare a tutti.

P.S. Ho avuto un flash, spero premonitore, perché vorrebbe dire che ogni tanto si segna: non è che per caso qualcuno di questi geni del calcio se dovesse metterla dentro poi si mette il ditino al naso come a dire che ci ha messo tutti zitti?
Non so perché, ma mi viene in mente proprio Amauri.
Qualcuno spieghi per favore ai nostri eroi che se dovessero fare una cosa del genere, saremmo veramente alla fine di tutto.

Sono un ebreo con ben poche radici: non osservo neanche un precetto e ho da sempre le idee piuttosto confuse su quello che succederà quando ci chiameranno dall’altra parte.
Uno dei sentimenti più terribili dell’essere nati ebrei è quel senso di ineluttabilità che ti entra nell’anima fin dai primi anni di vita.
Ti raccontano che “siamo” stati spesso perseguitati, per tantissimi anni emarginati, alla fine sterminati in sei milioni e tu cresci con dentro questo fatalismo tragico, questo senso della catastrofe che ti accompagnerà sempre nel corso della tua vita.
Poi c’è l’antisemitismo, dichiarato o strisciante con cui non sai mai bene come confrontarti, cosa dire e cosa fare.
E se prendi fuoco quando uno stronzo che passa per guru dell’ambiente viola ti minaccia con “ebreo di merda, vengo lì a staccarti la testa”, poi non sai mai come reagire quando senti le battute sulla taccagneria o altro.
Ridi?
Controbatti?
Col tempo ti si forma dentro una specie di corazza, ma molle, quasi gelatinosa, che magari assorbe i colpi senza però respingerli.
Ecco perché non reagisci come dovresti (cioè ti dovresti incazzare di brutto) anche quando leggi di un attentato ad una scuola ebraica nella vicina Francia.
Dai la cosa come possibile in questa vita, perché ormai siamo (sono) abituati a tutto, soprattutto al peggio.
Ma quando senti che questi bastardi sono stati capaci di inseguire una bambina di otto anni, che scappava terrorizzata, ed ucciderla in una spietata esecuzione, allora riesci a svegliarti dal sonno del “tutto visto” e ti viene da piangere.

Se ne va dunque Pantaleo Corvino, lasciando purtroppo delle macerie dietro il suo addio proprio per il suo modo assolutamente unico di personalizzare il proprio lavoro.
Ha spaccato l’ambiente: o con lui o contro di lui, non esistono e non esistevano mezze misure.
Il mio voto complessivo ai suoi sette anni di lavoro è 6,5, una valutazione che tiene conto delle sue prime ottime quattro stagioni, di una brusca caduta alla quinta e del disastro delle ultime due.
Proprio l’invasione in ogni campo della vita della Fiorentina, soprattutto quello mediatico, fa sì che in molti considerino questo allontanamento (non era quindi vera la proposta della richiesta della prosecuzione del rapporto per altre tre stagioni) come una specie di liberazione dal nemico.
Non è così, ma certamente non era più possibile andare avanti.
Il mio voto è ovviamente al professionista, sull’uomo mi rifiuto di commentare trattenendo a stento il mio caratteraccio messo a dura prova dagli insulti che mi ha rovesciato senza alcun motivo negli ultimi tempi.
Mi ha dato di sciacallo, ha parlato di me come “il male della Fiorentina”, senza nemmeno avere il coraggio di fare il mio nome per paura di una querela (minacciata e in alcuni casi arrivata, quando disse che cinque giornalisti fiorentini si svegliavano solo pensando a come danneggiare la Fiorentina).
Il motivo di tanto rancore/odio è tutto nelle critiche personali e nel soprattutto nel suo pensiero più volte smentito dal sottoscritto (ma non gli entrava proprio in testa) che io avessi un controllo sugli opinionisti di Radio Blu, in modo da far dire loro quello che volevo.
O, ancora, pretendeva che togliessi alcuni nomi “perché loro vogliono il male della Fiorentina”.
Alcuni aspetti professionali/personali del rapporto Corvino/Radio Blu di questi anni li conoscno bene solo alcuni fidati collaboratori e vi assicuro che a volte mi sono stupito della mia pazienza e tolleranza.
Ha fatto del bene alla società viola, è stato un protagonista tutto sommato positivo, si è speso moltissimo per la causa ricevendo in cambio un adeguato compenso da professionista, si è creduto bravo in tutto e spesso ha esagerato, il tempo lo collocherà nella giusta posizione, che a parer mio rimane buona.
Ma io David Guetta, con 45 anni di amore viola alle spalle, oltre 1200 radiocronache, ed un’onestà professionale che non baratterei per nessuna cifra al mondo, un caffè con lui non l’andrei mai a prendere.

1: Da domani tutti in ritiro
2: A Cerci devono essere raddoppiate le giornate di squalifica, va lasciato in tribuna a meditare o a scambiare messaggi via sms con Federica
3: Andrea Della Valle da sabato è a Genova con la squadra e domenica si presenta a Marassi, perché sarebbe il proprietario della Fiorentina ed io in trasferta l’avrò visto cinque volte in dieci anni
4: Smettiamo tutti, io per primo, di vagheggiare il ritorno di Diego. Smettiamo di implorarlo, perché non è da noi e ci stiamo facendo pure una brutta figura: non gliene frega niente, altrimenti sarebbe già intrvenuto, no?
5: Visto che non è colpa dei tifosi, e neanche dei giornalisti, se la famiglia Della Valle ha perso oltre venti milioni di euro nelle ultime due stagioni rimediando queste figure vergognose, a giugno si ripiana il debito e si danno al nuovo direttore sportivo almeno altrettanti soldi per il mercato
6: Bisogna capire il prima possibile se Delio Rossi è in grado di tenere tecnicamente la baracca, se non è troppo depresso o in confusione. Chi lo deve fare non saprei, visto che da quasi cinquanta giorni siamo senza un responsabile tecnico in società, forse Andrea Della valle stesso
7: Si invita il direttore sportivo (che ha responsabilità enormi sull’azzeramento della Fiorentina) a prolungare il suo doloroso periodo di congedo in Salento fino al termine del campionato. Poi lo si saluta con o senza medaglina, dipende dai gusti
8: Facciamo scattare il coprifuoco per i giovanottini che non avessero capito che aria tira a Firenze e tra il popolo viola dopo l’umiliazione di ieri. Chi becca in fuorigioco questi milionari ridicoli si armi di telefonino o telecamera e segnali l’evento, peraltro molto più frequente dei tiri di Amauri
9: Troviamo un minimo di compattezza tra di noi che amiamo veramente la Fiorentina per scongiurare il disastro maggiore, la retrocessione. Recuperiamo lo spirito di Fiorentina-Genoa del maggio del 1978, e chi c’era sa di cosa parlo
10: Questa partire deve rimanere nella storia, quasi come una retrocessione. E’ un punto di non ritorno da cui dobbiamo ripartire

Stavolta non ce la faccio a commentare, sono troppo arrabbiato e triste.
Mi sono vergognato per chi era allo stadio e anche per chi era a casa, hanno giocato in tutto dodici minuti.
Mettele voi le parole, aspetto solo la salvezza per la tabula rasa.

grazie di cuore a tutti i tifosi viola!

david
ringraziali tu da parte mia
tramite la radio
ho ricevuto dai tifosi viola piu di 350 messaggi
non riuscendo a risp a tutti
dammi tu una mano

un forte abb a tutti i tifosi viola
con affetto

stefano borgonovo

ps doppietta di amauri

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