Mi avete convinto, accetto la sfida e scommetto che Luca Toni farà meno di 8 reti in questa stagione tra campionato e Coppa Italia.
Ovviamente spero di perdere e comunque i termini della sfida solo questi: se Toni segna dagli 8 gol in su io pago a tutti sli scommettitori una mega colazione alla pasticceria Villani a fine campionato o comunque quando Luca-gol avrà raggiunto la cifra richiesta.
Se il bomber viola non ce la dovesse fare chi ha scommesso dovrà fare una donazione della cifra equivalente alla mega-colazione alla Fondazione Borgonovo.
Il termine ultimo per partecipare è il 15 ottobre, potete aderire sul blog o a Radio Blu (pentasport@radioblutoscana.it oppure mandando un sms al 3358090525).
Forza Luca, fammi pagare!

Sono sostanzialmente d’accordo con il grande Corrado Orrico quando affermava che i bravi ragazzi vanno bene come eventuali generi e non sono strettamente necessari in una squadra di calcio.
Ergo: meglio Maradona con le sue cattiva compagnie che un normale centrocampista che va a letto tutte le sere alle undici.
Nonostante questo, mi ha messo di buonumore la notizia che Borja Valero abbia passato la domenica a visitare San Gimignano, che immagino sia un luogo sconosciuto anche solo per il nome a diversi suoi colleghi.
A me questo centrocampista che vale meno di Iniesta e Xavi (e solo per “colpa” di loro due non gioca in Nazionale), ma molto di più di tutti quelli che c’erano l’anno scorso a Firenze, piace sempre di più.
Non è che uno debba per forza tuffarsi tra le bellezze toscane per giocare bene a calcio ed essere utile alla causa viola, ma mi pare che visitare posti inimitabili per imparare qualcosa sia meglio che tirare fuori i genitali, fare lo sbruffone o portare via volatili impagliati nelle baite di montagna.

Al di là dei precedenti storici che vedono il calcio italiano sempre in difficoltà nel primo mese di attività, mi chiedo perché ci sia così tanta sorpresa per il non gioco degli azzurri ieri in Bulgaria.
Il livello è questo, ne’ più, ne’ meno.
Abbiamo attaccanti che appena dieci anni fa le partite le avrebbereo viste (per imparare) dalla televisione, basta pensare a Baggio lasciato colpevolmente a casa da Trapattoni ai Mondiali nippo-coreani del 2002.
A me Vieri sta profondamente sulle scatole (rise dopo aver sbagliato il rigore decisivo contro i Rangers, è una persona veramente sgradevole), ma mica lo vorrete paragonare quando era decentemente allenato a Matri-Pazzini-Osvaldo?
O Totti a Giovinco e via a seguire.
No via, siamo scarsi.
Ci sono ancora pochissime eccellenze stagionate (Pirlo, Buffon), uno straordinario centrocampista sempre più malmesso (De Rossi) e una massa di comprimari che forse Prandelli può elevare di tono se ha un mese per lavorarci sopra, ma non certo trasformare in calciatori di livello internazionale.
Uno come Giaccherini avrebbe fatto fatica a trovare spazio in una qualsiasi squadra che punti all’Europa e qui gioca titolare (qualcuno mi deve spiegare a cosa serva un esterno così): roba che Domenghini, Caudio, Claudio Sala, Bruno Conti e Donadoni dovrebbero mettere su un sit-in di protesta.

Luca Toni è un uomo intelligente, io credo che stia rischiando molto sul piano del prestigio perché sinceramente mi pare difficile un recupero a certi livelli, però lui ci vuole provare.
E se da un lato ho delle perplessità, dall’altro penso all’orgoglio di un Campione del Mondo che torna nel luogo e tra la gente dove in fondo è iniziata la sua ascesa verso il tetto dell’universo calcistico e che non ci sta a farsi prendere a pernacchie e sorrisini di sufficienza.
Dopo le sue parole e il suo atteggiamento di ieri ho la quasi certezza che sul piano fisico e dell’impegno darà tutto per non fare brutte figure, innanzitutto con se stesso e poi con noi.
Se alla fine ci riuscirà, avremmo vinto una bella scommessa e quasi certamente potremmo iniziare a programmare le prossime trasferte europee per la stagione 2013/14.

Stavolta è andata meglio con la sindrome post intervista che mi prende inevitabilmente la mattina dopo sotto la doccia.
Ogni volta penso (a cose fatte): “certo avrei potuto chiedergli questo…”, “ma perché non mi è venuto in mente di domandargli di quella faccenda…”.
Stamattina sotto il getto dell’acqua mi è venuto in mente che avrei potuto sentire quale fosse il colpo mancato, a parte ovviamente Berbatov, ma insomma poteva andare peggio.
E devo dire grazie ai miei due badanti, Pestuggia e Loreto, che hanno secondo me integrato molto bene l’intervista alla fine.
Mediaticamente Pradé è molto efficace e ogni confronto con il recente passato è improponibile e allo stesso tempo ingeneroso, credo che il popolo viola si senta rassicurato nel sentirlo parlare.
Sui concetti espressi ogni giudizio è lecito, a me è molto piaciuta la richiesta di rimborso del biglietto aereo a Berbatov: è anche da queste piccole cose che si giudica una società.
Però spero che il discorso sull’attaccante che non si sa se arriva a gennaio sia solo pretattica…

Tendinopatia.
Per noi profani della medicina assomiglia un po’ alla fascite plantare, nel senso che è qualcosa di misterioso, ma per fortuna Alberto Aquilani non ha nulla da spartire con quel bel tipo di Morfeo, che accampava scuse di ogni genere pur di non giocare nella sciagurata Fiorentina prefallimentare di undici anni fa.
Però qui siamo sempre fermi agli allenamenti differenziati e non si vede ancora la fine del tunnel, con in più il fastidioso retropensiero delle tante assenze accumulate nel corso della carriera da uno dei più forti centrocampisti italiani.
Un giocatore che a noi farebbe un comodo immenso, perché mi pare sulla carta quello più adatto per gli inserimenti e anche per provare il tiro da fuori, che lui ha tra le caratteristiche migliori.
Attendiamo fiduciosi e un po’ preoccupati i prossimi report medici.

Ci deve essere un virus autolesionistico che da almeno trent’anni circola dalle parti di Firenze e che a volte si propaga negli ambienti viola fuori città.
Non si spiega altrimenti l’accanimento verbale e scritto di alcuni nei confronti di Emiliano Viviano.
Sembra per alcuni che un bel giorno Macia e Pradè uscendo dalla sede e facendo un giro lungo abbiano visto in una partitina alle Cascine un tipo alto con la maglia viola addosso, uno che parava qualcosa, gli abbiano chiesto se tifava per la Fiorentina, se fosse mai stato in Fiesole e dopo le sue risposte entusiastiche lo abbiano portato al Franchi, fatto firmare il contratto e mandato in porta.
Uno sprovveduto, insomma.
Uno che poteva essere chiunque altro e che ha avuto solo la fortuna di amare la maglia viola.
Basta, non se ne può più.
Io ho dato l’insufficienza a Viviano, perché a caldo e dal vivo non mi pare che sia stato reattivo nella carambola Hamsik-Borja Valero, ma da qui a definirlo una sciagura per la Fiorentina ce ne corre.
Gli si voleva dare la fascia di capitano, la maglia numero dieci e ora ci sono quelli certi che Neto sia meglio o addirittura che sia stata una disgrazia rinunciare a Boruc (infatti si è visto le corse che fanno per prenderselo…).
Emiliano Viviano è tra i quattro migliori portieri italiani, non è ancora la meglio della condizione e può pure darsi che abbia un eccesso di tensione per il fatto di essere il portiere della Fiorentina e allora noi che facciamo?
Lo martelliamo e ci martelliamo i testicoli per il solo gusto di farci del male.
Vediamo un po’ per quanto andrà avanti questa storia.

Primo tempo spettacolare, con il Napoli annichilito, ma quante volte abbiamo tirato nello specchio della porta?
Mai.
La prima vera parata De Sanctis l’ha fatta solo nel secondo tempo, sotto di due gol, su un bolide di Roncaglia e poco dopo dopo ha chiuso in uscita su Ljajic e allora mi chiedo: ma è possibile sprecare tutto questo?
Sia chiaro che siamo in un’altra dimensione rispetto agli ultimi due anni terribili e che avremmo assolutamente meritato di pareggiare, però quante altre volte rischieremo di mangiarci le mani perché non concretizziamo?
E El Hamdaoui non è andato nemmeno male, solo che è tutto un tic e toc, divertente e anche utile per arrivare ai sedici metri, ma poi alla fine chi tira?
Una soluzione sarebbero gli inserimenti dei centrocampisti e quindi speriamo che Aquilani recuperi presto la migliore condizione (non va mandato in Nazionale), oppure che Matias capisca alla svelta i meccanismi del calcio italiani e comunque Romulo pare spesso un corpo estraneo rispetto al livello tecnico dei compagni.
E’ stata una sconfitta amara e bellissima perché ci ha restituito definitivamente la Fiorentina e quindi bisogna proseguire su questa strada.
Certo, se avessimo pure un bomber vero sarebbe tutto molto più semplice, specialmente per Montella.

Pare che il signor lingua biforcuta Berbatov abbia chiamato Firenze per sentire se caso mai… nel caso in cui…
Detto che non esiste limite al livello di degradazione morale di questo piccolo uomo, io sono molto orgoglioso del fatto che gli abbiano riattaccato il telefono (ma la chiamata sarà stata a carico del destinatario?) senza nemmeno stare ad ascoltarlo.
Certo, con lingua biforcuta Berbatov avremmo risolto tutti i nostri problemi in attacco e la campagna acquisti cessioni viola sarebbe stata da urlo, ma io preferisco un Toni super-stagionato e di ritorno ad uno così.
Se me stia a casa sua con signora e prole (se ne ha) il signor Berbatov, meglio qualche punto in meno e tanta dignità in più.
Poi magari ha chiamato pure Marotta.
O forse no, perché furbo com’è deve aver capito che alla Juve delle sue prestazioni importava il giusto.
Ciò che interessava a quei maestri di correttezza e lealtà lo ha spiegato benissimo Andrea Della Valle nel suo comunicato di ieri.

Hanno rigirato la Fiorentina come un calzino ed è venuta fuori a costo zero (anzi con una robusta plusvalenza in fondo firmata Corvino) una squadra intrigante che la gente è tornata ad amare.
Hanno in pratica bonificato l’ambiente, facendo piazza pulita in uno spogliatoio pieno di gente veramente da dimenticare.
E’ saltato l’ultimo colpo, il più importante, quello che ha fatto infuriare Andrea Della Valle, autore di un comunicato straordinario che cementa il rapporto con il popolo viola perché mai si era sentito un presidente della Fiorentina così scatenato contro la Juve.
Non potevamo non prendere un attaccante e allora è arrivato Toni e qui il dibattito è aperto, perché le suggestioni del passato si vanno a scontrare con un presente pieno di incognite.
Sono stati complessivamente bravissimi, hanno lavorato a fari spenti e adesso dobbiamo guardare il bicchiere mezzo pieno.
Niente voti, ma per come si era messa alle 17 di oggi poteva andare peggio.

Consentitemi di fare i complimenti a Tommaso Loreto che è stato straordinario arrivando prima di tutti su Toni, riuscendo pure a farlo parlare in diretta a Radio Blu

« Pagina precedentePagina successiva »