Li avete visti gol presi dal Torino e dal Genoa?
Roba da matti, e tra i pali c’era gente di assoluta esperienza e affidabilità (uno lo conosciamo bene) ed il fatto è che nessuno ormai ci fa più quasi caso.
La frittata del portiere viene messa nell’ordine naturale delle cose: a Roma Viviano ne ha combinate di cotte e di crude, però non è che a parte Buffon e forse Handanovic gli altri siano messi meglio ed è di pochi giorni fa un giudizio piuttosto sintetico di Galliani a proposito del proprio numero uno.
Sarà stato il fascino dell’uomo solitario, ma io ricordo bene come negli anni settanta ci fosse una specie di liturgia del ruolo.
Esistevano i mostri sacri (Zoff e Albertosi, che per me era superiore), ma anche una batteria di straordinari portieri che la nazionale non la vedevano neanche col binocolo e che pure rappresentavano sicurezze assolute: Vieri, Vavassori, Battara, Castellini, Superchi, tanto per dire quelli che mi vengono in mente.
Se uno di loro fosse nato quaranta anni più tardi, oggi sarebbe stato senz’altro il vice di Buffon.

Viviano è indifendibile e lo sa lui per primo: ha preso dei gol che neanche il Madiai (portiere del glorioso Pizzeria San Gallo) avrebbe beccato.
Adesso però va fatto giocare ancora e sinceramente, assumendomi tutta la responsabilità per quello che dico, lui vale molto più di Neto.
Ma avremmo perso lo stesso anche con un altro più bravo in porta, perché alla fine almeno tre cose ottime Viviano le ha fatte e la Roma ci ha veramente asfaltato.
A me pareva di essere tornato indietro di una quindicina di anni, a quando cioè le formazioni di Zeman ci facevano a pezzi all’Olimpico e ogni volta si ripartiva dallo stadio con la sconsolante sensazione di essere nettamente inferiori.
Ieri è andata così, con un Totti straordinario e forse bisognerà interrogarsi un po’ più a fondo su tutta la nostra meravglia a proposito dei gol di Toni: c’è chi sa fare di più e molto meglio.
Ma Luca è davvero l’ultimo dei problemi, perché lui ci mette il cuore e arriva dove può, che è troppo poco, giocando da titolare, per le ultime scintillanti ambizioni viola.
Il problema è che questa squadra senza Pizarro si perde e sinceramente mi aspettavo qualcosa in più in termini di personalità da Borja Valero e Aquilani, anche loro smarriti senza il centro di gravità permanente della manovra.
Da Olivera invece non mi aspetto più niente, che sia scarso l’ho sempre detto fin dall’inizio (due partite buone in un anno, Lecce e contro il Bologna), ma non pensavo che fosse così deleterio, visto che anche ieri avrebbe meritato l’espulsione.
Complimenti a chi l’ha preso (dal Lecce…), gli ha fatto un bel triennale e colpa anche di Montella che non so perché gli dà in mano la regia della Fiorentina quando manca Pizarro.
Cassani ormai funziona più nell’esultanza dalla panchina per i gol dei compagni che in campo e Cuadrado non doveva giocare per via dell’infortunio, meno che mai in appoggio a Toni, dove non ha lo spazio per l’affondo e comunque poi nel secondo tempo ha perso tutti i duelli con Balzaretti.
Ci hanno veramente fatto a pezzi, molto più di quello che dica il risultato perché poi rubando con un colpo macrochiappico magari potevamendo pure pareggiare, ma la lezione ci servirà per capire che non abbiamo rincalzi adeguati e che soprattutto ci vuole subito a inizio gennaio un ottimo attaccante.
E comunque dobbiamo ripartire senza isterismi, non scordando ciò che siamo stati da fine agosto ad oggi: quattro mesi che da soli valgono molto più degli ultimi due anni di annientamento viola (dove Prandelli non c’era, come ieri ha opportunamente ricordato il Commissario tecnico azzurro).

P.S. Leggo che molti di voi giudicano eccessivo il titolo: ragazzi, non eravate a Roma e dalla televisione le partite si vedo con un occhio completamente diverso.
Vorrei l’opinione di chi era all’Olimpico, perchè sul campo la differenza di passo, di personalità e di pericolosità era veramente netta.
Ma si tratta di una partita, non dell’analisi di un campionato e non sono affatto pessimista per il futuro.

Senza Pizarro, quasi senza Jovetic, contro una squadra che pare gasata da vittorie non sempre limpidissime: se non perdiamo è già un successo.
Se poi strappiamo i tre punti, ci candidiamo ufficialmente per la Champions.
Mi sento meno convinto che a Milano perché l’assenza di Pizarro ci toglie tante sicurezze a centrocampo: De Sisti lo ricordo dalla Ferrovia e nel mio vissuto da giornalista solo Pecci e in misura inferiore Dunga hanno saputo dare tanto equilibrio al centrocampo.
La soluzione Olivera è poco convincente, ma se Montella la ripropone per la quarta volta su quattro vuol dire che certi equilibri funzionano meglio con lui che con altri.
Temo molto questa partita, non mi piace particolarmente l’Olimpico, dove si vede malissimo anche in tribuna, e diffido del clima che si è creato intorno alla gara perché sembra quasi che il campionato italiano non aspetti altro che il ritorno della Roma nella corsa di alta classifica.
Dovremo essere più che bravi, senza cedimenti di ritmo durante la gara, sembra facile a dirsi e invece sarà davvero durissima.

Auguri a Primula viola per il primogenito, chissà se riuscirà a seguire la partita…

Cerco come sempre il dialogo e quindi chiedo con grande rispetto alla metà (o poco meno o poco più, non importa) degli italiani che preferisce la destra a Bersani due cose fondamentali: sono pronte queste persone a votare nuovamente Berlusconi?
E ancora: con quale spirito lo fanno e perché?
Non sembra a tutti questi concittadini, che non sono di serie B, come invece vorrebbe far credere una pessima vulgata di sinistra, che Berlusconi abbia fatto danni notevoli, che abbia perso ogni possibile credibilità in Italia e ancora di più all’estero, che si vada verso lo scontro finale proprio come nel film peraltro non proprio memorabile di Nanni Moretti?
Davvero sareste disposte e disposti dare il nostro futuro e quello delle generazioni future nelle mani di questo anziano signore di 76 anni, quasi mummificato nel suo tentativo di nascondere il passare degli anni, che vive circondato da fantasmi, che è assetato di rivincite politicamente sanguinose e che mi pare sempre più assomigliante a certi personaggi foschi del nostro passato che hanno scritto il triste finale della propria storia asserragliati nel proprio bunker?
Se lo fate, se gli date dopo 19 anni ancora fiducia, perchè lo fate?
Se dite che la sinistra è peggio, che Bersani non è presentabile, io accetto la vostra idea, ma, e lo dico preventivamente, mi sembra un pensiero estremamente debole, qualunquista.
Sono curioso…

A Roma Jovetic va in panchina, pronto per l’uso.
E’ una mia idea, suffragata da quello che ho visto e sentito: non se la sentono di rischiarlo dal primo minuto, ma allo stesso tempo un nuovo forfait potrebbe creare polemiche, e soprattutto c’è la voglia del giocatore di tornare in pista.
Qui infatti va sgombrato il campo da ogni dubbio: Jovetic voleva e vuole giocare, non esiste calciatore che non pensi di stare meglio delle sue reali condizioni fisiche.
Chiunque abbia giocato un po’ a calcio lo sa bene: alla vigilia della partita quel risentimento al muscolo, quel dolore alla caviglia ti sembra ampamente superabile, poi battono il calcio di inizio, fai il primo scato e senti la fitta.
Parlo per esperienza diretta dai miei infimi trascorsi calcistici (massimo toccato, seconda categoria) e dalle tante chiacchierate fatte con giocatori più o meno bravi di serie A.
Se poi sarò smentito, tanto meglio, ma mi pare molto difficile che Stevan possa partire dal primo minuto.

Vi dico subito che oggi sarò impopolare, ma come sempre non rinuncio a dire quello che penso.
Per me stiamo esagerando sul discorso degli arbitri, nel senso che Valeri ci ha certamente penalizzato, che in generale siamo in credito nel saldo tra quello che c’è stato tolto e dato, ma bisogna abbassare i toni altrimenti rischiamo il corto circuito.
Soprattutto bisogna evitare di focalizzare la nostra attenzione e le nostre attenzioni su chi commenta che cosa.
Non possiamo farne un caso se Ferrara va dai suoi vecchi amici in televisione (non era anche lui un commentatore) a giocare di sponda nel proporre le proprie tesi assurde sui metri guadagnati sui calci di punizione.
Tornando a domenica sera, io credo che l’ammonizione su Pizarro ci potesse stare perché così si puniscono oggi i falli di mano se considerati volontari, allo stesso modo mi è sembrato che Mati Fernandez abbia accentuato di un bel po’ l’intervento in area di rigore della Samp.
Mi lascia molto più perplesso il fallo di mano (due pesi e due misure con Milano, ma purtroppo anche due arbitri diversi) e soprattutto la mancata ammonizione sull’intervento criminale su Cuadrado: qualcosa che sapeva molto di mossa a tavolino, non troppo lontano da West su Kanchelskis a Milano giusto quindici anni fa.
Però, ripeto, non esageriamo, non diventiamo isterici e manteniamo un nostro profilo alto, da fiorentini.

Per qualcuno siamo già scoppiati, per altri facciamo lo stesso campionato degli ultimi due anni: ragazzi, ci diamo una regolata?
Siamo calati nell’intensità, è vero, ma giochiamo senza attacco e purtroppo qualcuno sta deludendo, vedi alla voce Mati Fernandez, mentre altri (Seferovic) non sono proprio all’altezza.
Senza Jovetic (e quelli che dicevano che andavamo meglio?), Aquilani, Toni, Ljajic, con Cuadrado azzoppato, abbiamo rischiato di vincere una partita che forse non avremmo meritato, ma in tutti questi anni ho visto di molto peggio.
Siamo imbattuti dalla sconfitta di Milano, datata 30 settembre e siamo pure quarti in classifica non lontani dal secondo posto: per me ha ragione Montella a non essere troppo abbattuto per un pareggio che in queste circostanze ci poteva tranquillamente stare.
Se ci disuniamo e facciamo casino ora, in una settimana fondamentale per il nostro campionato, siamo proprio senza speranza.

Bruttissimi risultati, fortuna enorme dell’Inter e Roma che sta tornando sotto.
Qui stasera bisogna vincere per evitare di essere risucchiati dal gruppone e per dare un segnale al campionato.
Capisco che non sia semplice, che non abbiamo gli attaccanti titolari, ma questi sono i diktat dell’alta classifica: fai tantissimo, ma ogni volta è un’esame di maturità, una prova per capire a che punto sei con la testa e con le gambe.
E’ più importante che a Torino e ci vorrà tanta pazienza perché ci chiuderanno gli spazi e proveranno a ripartire in dontropiede.
Ci gufa contro mezza Italia, facciamoli schiantare.

Mi sono appena asciugato il ciglio, vibratamente commosso davanti all’intervista de La Gazzetta dello Sport (complimenti per il colpo) a Pantaleo Corvino e propongo ufficialmente che domani venga intonato un coro per lui e che almeno un paio di striscioni siano dedicati al mago di Vernole che tutte le migliori società calcistiche europee stanno inseguendo da mesi.
Ho scoperto con stupore, grazie all’incalzante giornalista e alle sue terribili domande, come l’anno scorso proprio, prima che lui abbandonasse il campo, fossimo ad un passo dall’Europa.
Se ne deduce che se fosse rimasto a Firenze forse in Europa ci saremmo andati davvero.
E pensare che io ad un certo punto ho pure avuto paura di finire in B grazie ai casini di ogni genere che succedevano dentro e fuori dallo spogliatoio.
Ma torniamo al coro, alle ovazioni e agli striscioni per Pantaleo: domani bisognerà in qualche modo dimostrargli tutta la nostra riconoscenza per quello che ha fatto a Firenze, nei primi cinque anni, ma anche e soprattutto negli ultimi due.
Perché il niente che abbiamo visto per 24 mesi era tutto un bluff, un modo per mascherare (benissimo, a dire il vero) la rinascita viola di questi mesi.
Di chi è dunque il merito di questa nuova Fiorentina?
In gran parte di Pantaleo Corvino, naturalmente.
Lui ha seminato, lui ha creato gli agganci per prendere gli attuali giocatori che sempre lui aveva visto e suggerito: gli altri hanno semplicemente rispettato le sue linee guida e meno male che (stavolta e senza fax in ritardo o altri fantasiosi intoppi) le controparti hanno rispettato gli impegni presi (ovviamente da lui).
E nel settore giovanile tutto funziona a gonfie vele ancora per merito di Pantaleo Corvino.
Quello che non capisco è perché Pradé e Macia continuino a percepire regolarmente lo stipendio: che ci stanno a fare in Fiorentina?

Quasi casualmente il primo dicembre è diventato un giorno molto importante della mia vita professionale.
Sette anni fa cominciava questo blog, due anni fa partiva la grande avventura di Radio Sportiva, stamani sto scrivendo mentre ascolto “Il meglio del Pentasport” che ha preso il via alle sette.
Un nuovo impegno, una sfida importante, un divertimento unico perché vi assicuro che non c’è per me cosa migliore di vedere nascere e crescere le trasmissioni a Radio Blu, avendo da quasi sei anni un controllo giornalistico completo sull’intera programmazione.
E’ una di quelle cose che un po’ mi preoccupano, perché ho paura di non riuscire a capire quando sarà il momento giusto per lasciare senza scendere a compromessi o esporsi a figure ridicole pur di esserci, di farsi sentire o vedere.
Vi assicuro però che sono abbastanza spietato con me stesso e la domanda fatidica (devo mollare?) ogni tanto me la pongo: per ora la risposta è sempre negativa, ma prima o poi il momento arriverà.
Per adesso mi godo questa piccola nuova creatura radiofonica e vi ringrazio per il settimo compleanno passato insieme sul “nostro” blog.

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