L’unica preoccupazione che ho avuto era quella del risultato, che non è poco, ma era un’ansia che veniva quasi offuscata dal gioco ammirato in campo.
Sono stati strepitosi, un privilegio vederli dal vivo, perché ho potuto ammirare la coralità del gioco di Montella, la partecipazione all’azione di tutti, la voglia di giocare sempre e comunque il pallone, anche con qualche rischio.
Borja Valero fantastico, ma è Toni che non riesco a capire, ovviamente in positivo: ma come ha fatto a tornare così in forma?
Sembrava un vecchio bucaniere dell’area di rigore, pronto per i gol sporchi, ed invece fa tutto con una freschezza atletica invidiabile alla sua età.
Stiamo riuscendo anche a fare a meno di Pizarro e con Aquilani molto stanco, ma che dire di Jovetic?
Era assurdo contestarlo in quel modo e con quella cattiveria.
Scrivo da una Palermo illuminata di viola, il 2012 sta finendo come mai avremmo immaginato: grazie a tutti.

Ovvia, ci siamo arrivati a questa grandissima bischerata del 21 dicembre 2012 e mi pare che per ora non stia succedendo niente.
Io poi prendo pure l’aereo per andare a Palermo, invece di starmene rinchiuso nel rifugio atomico che avevo pensato di farmi costruire dalle parte di Ponte a Ema…
Se penso che ci sono persone che su questa cosa ci hanno fatto soldi, oppure gente che ha condizionato la propria vita recente sulla scadenza epocale del 21/12/2012, non se se ridere o piangere dalla rabbia.
Quando sarà che l’uomo potrà imparare ad usare un po’ meglio quell’organo meraviglioso che lo dovrebbe differenziare per le sue straordinarie funzioni dagli animali e che si chiama cervello?

Confermo quella che è sempre stata una mia convinzione: la partita vista in televisione è un’altra cosa.
Non saprei dire se meglio o peggio, dipende dai gusti, però manacano molte cose, almeno a me che non ci sono proprio abituato.
Dalla tv ho visto una squadra in sofferenza nel primo tempo e un grande portiere, poi è salito in cattedra Borja Valero e a centrocampo negli ultimi trenta minuti non l’hanno quasi più vista.
Vittoria di sofferenza, vittoria col cuore, ora le cose cominciano a diventare interessanti ed il saldo del 2012 si sposta verso l’attivo, dopo i primi cinque mesi da incubo.
Si è un po’ perso Cuadrado, mentre sta per tornare Jovetic, ne riparliamo sabato pomeriggio…

Pur conoscendo benissimo i fiorentini io non ho assolutamente capito il motivo della diffidenza verso Jovetic.
Rientra dopo oltre un mese, fatica moltissimo, gioca obiettivamente male e noi che facciamo?
Gli diamo addosso, diciamo e scriviamo che è meglio venderlo, qualcuno è addirittura convinto che lo faccia apposta.
Follie, non so da cosa generate, ma certamente follie.
Jovetic è il più forte giocatore che ha la Fiorentina, non risulta abbia mai fatto le castronerie di molti suoi compagni (ultima perla, Seferovic, veramente un ganzo a stare in giro per Firenze alle 4 del mattino con l’allenamento alle 11…), eppure gli diamo addosso come se fosse il responsabile di chissà cosa.
Abbiamo aspettao per anni Montolivo-Godot, per due campionati Cerci, qualcuno crede ancora nel recupero di Vargas, potremmo avere la pazienza di attendere una quindicina di giorni uno dei migliori giocatori europei?

Devo applaudire a scena aperta Luca Toni, al di là degli otto gol che farà certamente.
Ci ha dato una lezione di vita mettendosi in discussione e ripartendo da zero, se continuasse così non ci sarebbe davvero bisogno dell’attaccante a gennaio, ma io dico che bisogna prenderlo lo stesso per non sciupare tutto.
Non c’è stata partita, siamo stati superiori in tutto e per tutto, bastava spingere ed il Siena si sbriciolava.
Spettacolari quei tre nel mezzo, ottimo Neto in campo e Viviano fuori con quel suo commentoa fine gara: “prima di tutto viene la Fiorentina”.
A parte la Juve, ce la giochiamo con tutti e tutti hanno paura di questa Fiorentina.
Fanno bene, perché il meglio deve ancora venire.

Non ce la faccio a finire un articolo sulla strage di bambini in America.
Non posso seguire lo strazio dei genitori, la voglia di vita dei piccoli, la loro innocenza spezzata.
Chissà come sarebbe stato se non avessi avuto figli, manca la controprova.
Non riesco neanche a soffermarmi per più di tre secondi sulle foto dei coetanei di Cosimo, le uniche cose che ho letto sono quelle legate alla storia di quello stronzo che ha compiuto la strage.
Sto invecchiando.

Su certe cose sono puntiglioso e forse questo è il segnale della determinazione con cui seguo ancora le vicende calcistiche dopo molti anni.
Quando ho letto sui siti viola più importanti (Violanews, Firenze Viola, Fiorentina.it) che nell’etere si stava diffondendo la notizia di un infortunio a Viviano, un problema all’anca che ne avrebbe pregiudicato la presenza contro il Siena, per una volta ho messo il naso nelle vicende della quotidianità viola e ho chiamato la redazione chiedendo se fosse vero, perché noi avevamo dato e continuavamo a dare molto poco risalto ad un problema che per i ragazzi di Blu era facilmente risolvibile.
Questa storia è andata avanti per almeno un paio di giorni, noi a minimizzare, altri a pompare l’infortunio e devo dire la verità: attendevo con un pizzico di trepidazione professionale la lista dei convocati di Montella.
Se Emiliano non ci fosse stato, avremmo fatto davvero una pessima figura e avremmo dovuto scusarci, cosa che peraltro è già avvenuta e sicuramente succederà in futuro perché l’errore è sempre dietro l’angolo.
Poiché Viviano c’è, è chiaro che ogni eventuale sua presenza in panchina sarà legata solo ed unicamente ad una scelta tecnica, come peraltro con molta onestà e uscendo dal calcese ha fatto capire questa mattina Montella.
Per me Viviano domani dovrebbe giocare, ma questo è solo un parere personale che non ha il conforto degli ultimi allenamenti e neanche delle impressioni suscitate in Montella dall’ultimo colloquio avuto con il proprio portiere.
Deve andare in campo per non creare e/o amplificare il caso e anche perché ritengo (altro parere del tutto personale) che sia superiore a Neto e che l’attuale momento sia solo una fase di passaggio.
Domani mattina, tra un’oliva e un aperitivo, per chi la partita se la guarderà da casa, sapremo come andrà a finire.

Ogni volta che leggo di una cerciata, ogni volta che vedo i pessimi voti di Vargas vengo colto da un fremito di paura: mica ce li renderanno prima del tempo?
Non è che se ne vorranno sbarazzare subito per evitare guai negli spogliatoi superiori ai disastri combinati dal peruviano in campo e al quasi niente (nel quasi c’è purtroppo il gol alla Fiorentina) del “giocatore che ci hanno chiesto i più grandi club europei”.
Non sa in tutta onestà se ci possono rendere a gennaio gli uomini neri, spero di no, e comunque due così non sapremmo davvero dove metterli, dentro e fuori dal rettangolo verde.
Un altro po’ di stordimento lo provo quando cerco di capire quando scadono questi eterni contratti, che assomigliano molto a cambiali pesantissime.
Vargas arrivò nel 2008, possibile che gli si debba dare oltre due milioni e mezzo lordi fino al 2014?
Quando mai gli è stato rinnovato il contratto? Devo aver rimosso.
Cerci ha un quinquiennale?
Meglio pensare un anno alla volta, magari trovando qualche club misericordioso che li ospiti gratis.

Dopo essermi indignato, incazzato e molto preoccupato, sono arrivato a questo rassicurante pensiero: non va considerato.
Va lasciato lì, a sparare le sue assurdità, che poi vengono smentite il giorno dopo, confermate quello successivo e rinnegate verso fine settimana a seconda delle condizioni metereologiche sopra Milano e dello stato di salute di Pato.
Sto ovviamente parlando del nostro ex Presidente del Consiglio, quello che c’è stato tra Prodi e Monti.
Sì, quello strano figuro traslato direttamente dal Museo delle cere che ogni tanto si anima e tira fuori la sua ricetta per farci vivere felici e contenti, “perchè gli italiani, si sa, sono come un bambino di dodici anni”.
L’ultima è quella di fregarsene dello spread, di lasciarlo salire magari fino a mille, come se questo non comportasse strapagare futuri interessi sui titoli di Stato e quindi ammazzare il Paese togliendo risorse da destinare a scuola, sanità pubblica, investimenti per rianimare l’economia.
Come se non fosse stato lui il Presidente del Consiglio che 16 mesi fa richiamava tutti ad un senso di responsabilità per mantenere gli impegni presi con l’Europa.
Stacchiamo la spina, lasciamolo delirare, confiniamolo al 15% di fedelissimi (un’enormità, me ne rendo conto, ma da sempre siamo un Paese fondato su calcio, televisione e f..a) e speriamo che arrivi una destra degna del suo passato liberale.

Siccome ieri gli hanno detto che Pato non rientra fino al 2013, gli è scattato qualcosa nella testa e ha cambiato idea un’altra volta: non si candida più se il ruolo di leader dei moderati lo prende Monti.
Non il vecchio medico del Milan, ma quel signore piuttosto serio di una certa età che aveva delegittimato appena 72 ore prima, accusandolo di ogni nefandezza, prima di tutto di aver rovinato l’Italia che lui salverebbe senza problemi.
Vediamo cosa succede da qui a domenica, promette di nevicare e può anche darsi che decida di invadere la Svizzera per assaltare le cassette di sicurezza e riportare i soldi in Italia e dimezzare il debito pubblico, od organizzare uno sbarco su Marte per i migliori venditori di Publitalia.

No, adesso non si può cominciare a dire che siamo sbilanciati, che ci vuole un mediano, magari che è stato un peccato mandare via Behrami.
Un minimo di coerenza, per favore.
Anche contro la Roma, cioè nella peggiore partita dell’anno, abbiamo fatto più possesso palla degli avversari: sterile, ma di più.
E’ il segno di un DNA preciso, qualcosa in costruzione che piace.
Se stanno bene, bisogna continuare con Aquilani-Pizarro-Borja Valero ed il problema è semmai che non stanno sempre bene e che chi si muove alloe loro spalle è palesemente inferiore (Romulo, Olivera e anche Migliaccio, che però Montella vede come difensore).
A questa stagione chiediamo il divertimento e un posto per l’Europa, ci possiamo arrivare anche solo con il gioco in una sorta di eresia calcistica per l’Italia.
Dobbiamo assolutamente insistere, a costo di perdere qualche punto per la strada e prendendo un attaccante che valorizzi il volume di gioco del centrocampo.

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