Sta andando così, nel modo più inaspettato e meraviglioso che potessimo immaginare non solo due mesi fa, ma anche a luglio

Una metamorfosi completa, che meriterebbe approfondite analisi, se non fosse che si gioca sempre e che quindi bisogna pensare subito a cosa arriva tra qualche giorno

La squadra non si è minimamente preoccupata del mezzo passo falso di sabato e gioca con una naturalezza perfino superiore alla passata stagione e i meriti di Italiano sono evidenti

Siamo o saremmo sulle copertine italiane, ma vedo e sento che contano più altre cose: niente vittimismo, non è proprio nel mio DNA, ma solo una semplice considerazione

Pazienza, come va di moda da settembre in poi: meglio se non ci vedono arrivare

Ci hanno provato, con la lucidita’ e le forze che avevano, dando comunque tutto

Avremmo meritato di vincere, ma nel calcio il merito conta relativamente e a volte aumenta il rammarico

Peccato, davvero peccato, mi sembra comunque che la reazione generale sia stata buona: niente isterismi, a parte qualche bordata ingenerosa a Sottil, che mi deve convincere a libello generale e che non puo’ essere giudicato ora dopo mesi di assenza

Cercate di passare una Pasqua serena, traguardo non sempre facile da raggiungere in considerazione del livello generale di intelligenza e sensibilita’ in cui siamo quotidianamente immersi

Mi piace molto l’atteggiamento della società dopo la fantastica serie delle nove vittorie consecutive: profilo basso, ancora non è stato fatto niente e via andare

Giusto così, nessuna voglia di voltarsi all’indietro per rinfacciare critiche eccessive, a volte veramente cattive e comunque si giocava male ed era giusto interrogarsi sul perché e fare i tifosi non richiede esercizi di equilibrio

I critici e i giornalisti lo dovrebbero avere, ma questo è un altro discorso e tutti siamo passibili di critiche, basta essere in buonafede nel farle e non troppo permalosi nel riceverle

Personalmente sono contento se mi sono sbagliato su Cabral, che avrei dato via a gennaio, e pure su Italiano, che mi pareva in gran confusione, mentre rivendico la fiducia su Mandragora, che mi piaceva fin dai tempi di Udine

Quando la Fiorentina fece il precedente filotto di nove successi uno in fila all’altro non ero ancora nato, e siamo quindi quasi all’archeologia viola: adesso mi piacerebbe parecchio continuare così ed entrare nella storia raccontandola capitolo dopo capitolo

E’ sbocciata la viola, titolava bucolicamente La Nazione qualche decennio fa, a proposito di un’impresa della Fiorentina a Milano

Romanticamente si può riproporre oggi senza problemi, dopo aver visto una partita di grandi soddisfazioni sotto ogni punto di vista: e chi se l’aspettava un mese così, con tutti i patimenti della prima parte della stagione?

Alla fine, vado a scrivere le pagelle e mi accorgo che hanno giocato quasi tutti bene, alcuni benissimo, ma non c’è stata la stella, il campione, che risolve. E ho pure dato qualche insufficienza, che certamente farà discutere.

Merito quindi del collettivo e, salendo ancora di categoria, di Italiano, che ha raddrizzato parecchio o che forse aveva impostato la preparazione per arrivare a dare il massimo negli ultimi due mesi

Bello essersi sbagliati, ancora di più godersi questa domenica da protagonisti e con prospettive affascinanti per il futuro prossimo venturo

Qualcuno se ne e’ accorto tra Nardella, PNRR, Campi Bisenzio e il resto?

Quella sera in Versilia non camminavo: volavo.

Che periodo meraviglioso, estate 1980, avevo vent’anni, un grande amore che poi ho rovinato, un sacco di capelli e una passione inestinguibile per il giornalismo.

Mi piazzavo davanti al Teatro Tenda munito di un registratorino da poche lire e soprattutto di una faccia tosta che a pensarci oggi quasi me ne vergogno.

Passarono in tanti e molti furono intervistati senza che nessuno dall’alto me lo chiedesse perché già all’epoca ero l’editore di me stesso. Editore un po’ squattrinato ad essere sinceri: diecimila lire per mettere dieci secondi di pubblicità nel Pentasport e a fine mese difficilmente si arrivava a 200/300 mila lire, ma era tutto bellissimo.

Una sera passa Gianni Minà, mi butto senza paracadute e lo intervisto. Dopo averlo ringraziato, lui non va via è incuriosito dalle mie domande e mi chiede un riferimento perché ha bisogno di ragazzi in gamba che abbiano voglia di fare qualcosa: scrivo emozionato e comincio a sognare.

Ce l’ho fatta! Ce l’ho fatta! Senza uno straccio di raccomandazione, vado dove mi chiede di andare, vado ovunque, la fidanzata capirà: sono un giornalista.

Quella telefonata non è mai arrivata e dopo qualche mese ho pure smesso di pensarci, nel senso che avevo ormai metabolizzato il fatto che non ci sarebbe stata alcuna chiamata al soglio pontificio del giornalismo.

E ogni volta che lo vedevo in televisione ci pensavo, con un pizzico di rammarico che è poi diventata nostalgia per i miei vent’anni.

E ogni volta mi dicevo: ma quanto è bravo.

E come sarebbe stato bello averlo avuto come maestro.

Non capisco e neanche mi sforzo di farlo: perché tutta questa ansia mista a frenesia per i due anni lontano dal Franchi?

Lo sapevamo da quando si e’ deciso che bisognava ristrutturarlo perche’ in un triste balletto di scaricabarile, con Pessina protagonista assoluto, non e’ stato possibile fare altro, tipo costruirne uno nuovo a Campi o da altra parte

È un grave danno per tutti, tifosi e Fiorentina, ma come raccontava il grande Jannacci ”bisogna saperlo prima”

E tutti noi lo sapevamo

Partita parecchio scadente, ma bisogna essere in due per giocare bene e la Fiorentina era veramente stremata, fisicamente e psicologicamente.

A me piace vincere così, ammiro il calcio di Sacchi e di Guardiola, ma sono figlio degli anni settanta, in cui contava soprattutto il risultato e se vincevi non meritandolo alla fine c’era anche più gusto.

Sfido chiunque a dire però che il Lecce avrebbe meritato di più, perché ha fatto ancora meno di noi, che abbiamo combinato poco.

Settima vittoria consecutiva, quarta in campionato e con una panchina che promette alternative interessanti, a cominciare da Castrosvilli: un mese fa un inizio di primavera così non se lo aspettava nessuno

A volte conta lo stato d’animo e allora devo dire che non ero neanche troppo preoccupato quando Erdogan, nome abbastanza impegnativo…, l’ha messa dentro ipotizzando scenari molto più complessi

La squadra ha carattere, oltre ad essere superiore tecnicamente a molti avversari, e alla fine i valori sono venuti fuori quasi per emersione naturale

Cabral continua a segnare e Mandragora a giocare bene, ci manca ancora Gonzalez, ma speriamo sia solo una questione di tempo

Quello che è successo a fine gara con Bianco ha dell’incredibile e non parlerei neanche di terzo mondo calcistico, ma di vergogna planetaria.

Una scena del genere dovrebbe essere trasmessa in tutto il mondo e mi ha ricordato cosa accadde al Milan nel 1969 con l’Estudiantes in Argentina, nel ritorno della finale della Coppa Intercontinentale: vediamo che provvedimenti verranno presi, ricordando Salerno e la squalifica del Franchi post Barcellona del 1997

Non è mai troppo tardi, però qualche volta sì nel calcio, ma forse siamo ripartiti in tempo per goderci due mesi molto interessanti

Giochiamo più velocemente e in verticale, pur non avendo in forma due tra i più talentuosi della rosa: Gonzalez e Castrovilli, ma è stato come se la squadra riprendesse coscienza della propria forza e, guarda caso, tutto questo è avvenuto dopo che gli attaccanti hanno cominciato a segnare

E’ cresciuto molto Mandragora, sta tecnicamente lievitando Barak e Amrabat, giocando più dietro e senza troppi compiti da suggeritore, comincia vagamente ad assomigliare a quello visto ai Mondiali

Tre vittorie consecutive in campionato, tutte assolutamente meritate e un solo gol preso, peraltro a fine gara: ora siamo una buona squadra, che per diventare ottima deve contare sulla continuità delle punte.

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