Comunque vada a finire è veramente un triste e lungo addio, cominciato un anno fa.
Sto parlando del distacco di Jovetic dalla Fiorentina: se ne sta andando via piano piano dall’estate 2012 senza un sussulto, con chirurgica lentezza, niente che abbia a che fare con un minimo di passione.
Che vada pure alla Juve, e d’altra parte dove vuoi che finisca se “vuole rimanere in Italia”?
Una storia prosciugata dagli interessi, con i soldi che fanno da sfondo a tutto: i mal di pancia, l’arrivo di Andrea Della Valle a Moena, il nascondersi per un anno a taccuini e telecamere per non dire quello che tutti sanno.
E’ veramente come fare l’amore con una donna che ti piace, mentre sai che lei pensa ad un altro.
Lo fai oggi, lo fai domani e alla fine non provi più niente, la sua freddezza ha anestetizzato tutto, in questo caso anche i fischi che non vale neanche la pena di fare quando nel prossimo campionato verrà al Franchi con la maglia bianconera.
Ma i 28/30 milioni di euro lui e il suo compare ce li devono portare: cinici loro, cinici noi, almeno in questo siamo alla pari.

Strano mondo il calcio: se si chiudesse ora l’avventura fiorentina di Luca Toni, stavolta farebbe più male che nel 2007, quando pure se ne andò via nel pieno della carriera e da Campione del Mondo.
Me ne sono accorto, ma ne avevo già il sentore prima, ieri nel bel pomeriggio passato insieme a lui e a tutti coloro che sono venuti a riscuotere alla pasticceria Villani la scommessa sugli otto gol segnati.
Non so bene cosa accadrà, se Luca accetterà la proposta di Andrea Della Valle di entrare come dirigente nella Fiorentina oppure se vorrà provare ancora un’ultima sfida da calciatore, fatto sta che la gente gli vuole davvero più bene di prima.
Perché la sua è una storia pulita, perché ha rovesciato per una volta lo stereotipo del cavallo di ritorno che non funziona, perché lui è davvero una brava persona, molto disponibile con tutti.
Uno che non se la tira, al contrario di chi ha fatto un quarto della sua carriera e che pare sia stato unto dal Signore.

Giornata di grande impegno e, spero, di soddisfazione.
Stamani alle 11 al Museo del calcio di Coverciano presento il libro di Pecci, che poi sarà ospite in Anteprima Pentasport e sarà un tuffo fantastico nel passato, con chi c’era quando Eraldo era qui e magari anche con chi è più giovane di noi.
Poi alle 18.30 ci troviamo alla Pasticceria Villani in piazza Antonelli con Luca per pagare gli aperitivi della scommessa e forse Aurelio Virgili, oltre a rappresentare la Fondazione Borgonovo, mi farà il regalo di portare il babbo Beppe, il grande Pecos Bill, che guarda caso ha segnato con la maglia viola in seria A gli stessi gol di Toni.
Sono quelle giornate in cui ti svegli con un sentimento strano, un misto di preoccupazione e soddisfazione: andrà tutto bene?
E, ripensando proprio a quando con Pecci facevamo il Pentasport il giovedì pomeriggio, certo che ne è passato del tempo…

Balotelli è un provocatore, in campo e spesso anche fuori.
Chi casca nelle trappole mediatiche disseminate lungo il cammino della sua carriera è però perlomeno ingenuo.
Nella vicenda della stazione di Firenze, di cui oggi a livello nazionale si parla più che dei favori arbitrali ricevuti dal Milan, c’è stata una concatenzaione di errori che nemmeno a pensarli potevano venire meglio, o peggio, a seconda dei gusti.
Per quale motivo si vada alle una di notte in una stazione ferroviaria a offendere una squadra avversaria e alcuni giocatori in particolare qualcuno me lo deve spiegare.
Io queste cose con le concepisco: c’è lo stadio per manifestare il proprio dissenso contro questo o quel giocatore, contro chi ti sta sulle scatole.
E’ una questione di civiltà.
Ma nessuno riesce a capire perché il Milan scelga di partire da Firenze dopo la gara di Siena, con tutti i rischi che alla vigilia si potevano facilmente prevedere.
Sembra quasi una provocazione, anche se penso si tratti soprattutto di pessima organizzazione.
Poi la storia di Landucci di cui ho capito pochissimo avendo ricostruzioni assolutamente contrastanti, ma anche in questo caso comunque si tratta di pessima pubblicità per tutti.
Ripeto: Balotelli è un provocatore, ma se la smettessimo di andargli dietro?

Io, se fossi un tifoso del Milan, mi vergognerei ad andare in Champions in questo modo.
Se invece fossi Montolivo, eviterei di parlare con quel ghigno a presa di giro.
Se fossi uno della sua corte dei miracoli fiorentina, sarei sparito mediaticamente per un bel po’ di tempo dagli scenari toscani, dopo tutti i danni della passata stagione e non è mai troppo tardi per farlo.
Se fossi Suma, ma.. per fortuna non lo sono e così evito il problema.
Se fossi Nicchi e Braschi, proverei molto imbarazzo per come è stato condotto dagli arbitri questo campionato, da Fiorentina-Roma in poi.
Se fossi uno di quei poveracci che a Pescara ha esultato per il gol di Mexes, andrei a chiedere a Galliani un biglietto omaggio per il preliminare così tristemente raggiunto.
Se fossi Berlusconi, direi che la Fiorentina avrebbe meritato come e più del Milan di conquistare il terzo posto.
Poichè sono solo un innamorato perso dei viola, stasera dopo tanti anni vado a letto con un giramento di scatole che mi riporta ad Avellino e Cagliari, ma con la certezza di essere nel giusto quando dico che ci hanno rubato la Champions.
E domani si riparte, tutti insieme, alla faccia di chi ci vuole male.

Leggo che in molti vi lamentate per certe frasi completamente fuori luogo scritte quasi certamente sotto dettatura da Pietro Mazzara sul sul sito milanista.
Che dovrei fare secondo voi?
Mettermi al livello dell’altro suo direttore e cacciarlo da Radio Sportiva?
Si vede che non avete imparato a conoscermi in tutti questi anni.
Mazzara lo giudico solo per come svolge il suo lavoro, non per le corbellerie che scrive da altre parti, non ho mai sopportato le vendette trasversali ed il lavoro è una cosa seria.
Se non sentirete più Mazzara su Sportiva sarà solo perché avrò individuato una soluzione migliore per l’emittente.

La Fiorentina ha gestito benissimo questa settimana di passione, certamente avvantaggiata dall’essere la squadra che ha meno da perdere, ma anche dando una bella prova di maturità.
Non si è arroccata, non ha mai dato segni di nervosismo, ha concesso qualche giocatore ai media e anche nella storia della mia scommessa da pagare con la presenza di Toni sono stato io (figlio di un calcio antico…) a dire che sarebbe stato più opportuno rimandare a mercoledì per evitare distrazioni.
Montella poi è stato davvero molto bravo, sia a Siena, che nella bella intervista concessa ad Alessandro Bocci (uno dei migliori della nostra categoria) al Corriere della Sera.
“La forza dei nervi distesi”, si potrebbe dire, parafrasando una vecchia pubblicità degli anni sessanta e davvero pare che ognuno abbia interiorizzato l’atteggiamento giusto per vivere nella dimensione più idonea questi ultimi novanta minuti di passione.
Dalle parti di Milanello mi pare invece che non sia proprio così, ma sarà una mia impressione sbagliata: magari oggi do un colpo di telefono al mio amico Suma (a proposito: avete sentito ieri al Pentasport che esistono pure milanisti simpatici, oltre che molto bravi, come Luca Serafini?) e sento un po’ come vanno le cose.

A otto giorni di distanza dalla troionfale trasferta di Pescara il sito ufficiale del Milan pubblica questa commovente storia di tifo….

MILANO – La recente trasferta rossonera a Pescara è stata scandita dall’entusiasmo. Tanti milanisti in attesa della squadra all’aeroporto, altrettanti, se non di più, alle porte del ritiro di Francavilla al Mare. Lo stesso Adriano Galliani ha firmato decine di autografi allo Stadio Adriatico, al termine della gara vinta sul Pescara.

Il Milan in Abruzzo ha un grande sguito: ci sono 25 Milan Clubs nelle varie province di Pescara, Chieti, L’Aquila e Teramo. Sei di questi Milan Club sono intitolati ad Adriano Galliani, Barbara Berlusconi, Franco Baresi, Paolo Maldini, Rino Gattuso e Pippo Inzaghi. Nonostante si giocasse in turno infrasettimanale, Pescara-Milan è stata seguita da 20.476 spettatori, gli stessi di Pescara-Inter di inizio campionato con grande entusiasmo della tifoseria locale neo-promossa, e 6.000 in più rispetto ai 14.000 tifosi presenti all’Adriatico per Pescara-Juventus.

Il grande seguito del Milan in una regione rossonera come l’Abruzzo, si sposa con la storia personale di Massimiliano Allegri, a sua volta molto applaudito lo scorso 8 Maggio. Allegri è un tifoso dichiarato del Pescara, squadra nella quale ha giocato dal 1991 al 1993 (64 partite e 16 gol) e dal 1998 al 2000 (46 partite e 4 gol).

Prima di tutto grazia a Luca e alla Fiorentina per aver accettato di intervenire al nostro ritrovo che vuole anche essere un pensiero per Stefano.
Ci troviamo alle 18.30 di mercoledì 22 maggio alla Pasticceria Villani in piazza Antonelli.
Esistono due modi per farvi offrire l’aperitivo: o portate una documentazione della scommessa (il post mandato sul blog, l’sms o la mail con destinazione Radio Blu) o, meglio ancora, copia del bonifico effettuato alla Fondazione Borgonovo anche per chi non ha partecipato alla scommessa.
Tutti gli altri sono i benvenuti, ma con loro si fa alla romana.
Vi aspetto numerosi e, spero, sempre più sorridenti doopo Pescara.

L’IBAN DELLA FONDAZIONE BORGONOVO E’

IT 53 M 08329 51610 000000202000
BCC ALTA BRIANZA – FILIALE DI OGGIONO

In questi giorni di grande passione calcistica ogni tanto vengo colto da un pensiero molesto: non è che stiamo pensando un po’ troppo a Siena e poco a Pescara.
Perché, ad essere oggettivi, è più Lecce-Roma la nostra partita che l’altra, non fosse altro che per la differenza tra le due squadre retrocesse (una sarebbe ancora in corsa senza la penalizzazione).
E’ anche per questo che ho evitato di insistere per pagare le colazioni o aperitivi in questa settimana: non vorrei contribuire a rilassare il clima con festeggiamenti che è bene fare solo dopo domenica.
Noi cominciamo a concentrarci su Pescara e pur capendo le difficoltà della domenica sera non sarebbe male che la squadra venisse accompagnata da un bel po’ di tifosi.
Perché il “braccino” può venire a loro, ma non è che noi ne siamo completamente immuni.

Avrei voluto scrivere di Fiorentina e Milan, perché stamani all’alba mi sono rivisto l’ammissione di errore di Galliani sulle maglie, oltre all’imperdibile show del solito temerario Suma (“dottor Galliani, secondo lei è giusto che Muntari abbia dedicato il tapiro a chi fa i buu a Balotelli?”), ma poi ascoltando i primi notiziari mi è passata la voglia.
Una ragazza di vent’anni massacrata dal fidanzato geloso nel casertano, un’altra signora torturata e chissà cosa sto per leggere sui giornali.
Basta!
Noi uomini che usiamo il cervello abbiamo il dovere di fermare questo massacro, di intervenire quando avvertiamo nell’aria che qualcosa non va, di non essere conniventi con il nostro silenzio con questa vergogna, non possiamo tacere davanti agli scatti di rabbia dell’amico o del parente.
“Ma cosa vuoi che sia”, ci viene spesso da pensare.
Oppure: “e che sarà mai uno schiaffo…”.
Basta!
Questa è diventata un’emergenza nazionale che ormai non fa più notizia, un po’ come le brigate rosse alla fine degli anni settanta.
Ammazzavano un poliziotto ed era solo un titolo a due colonne, talmente forte era radicata l’idea che tanto ogni giorno dovesse succedere qualcosa.
Si andava in prima pagina solo con giornalisti, magistrati e politici.
Con la violenza alle donne è uguale: lo stupro è diventato ordinaria amministrazione.
Basta!
Lo dobbiamo gridare forte, con tutto il fiato che abbiamo, se non vogliamo regredire a livello dei trogloditi, che però almeno non si nascondevano dietro alle convenzioni sociali.

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