Non ci vuole molto a capire di chi sto parlando: il titolo di questo post è la frase scelta da Renza per la lapide di Mario ed il Comitato si è occupato e si occuperà di tutte le spese legate al mantenimento del decoro per la sua tomba, oltre che provvedere ai costi iniziali.
Sono i vostri soldi ed è giusto darvene conto, così come è giusto ricordare ancora una volta chi da quasi un anno segue tutte le vicende legate al grande Ciuffi: Marco Galletti, Mario Tintori, Antonello Vannucci, Maurizio Nencini, Paolo Piazzini, Matteo Lucherini, Federico Silvani, Lucia Benvenuti, Mario Tenerani.
Lunedì sera alla Hall of Fame viola ho visto Renza e mi sembrava abbastanza in forma, senza preavviso l’ho pure fatta parlare sul palco per ricordare gli ultimi momenti di vita di Mario:era un po’ sorpresa ma soddisfatta.
Ogni volta che c’è qualcosa di importante sulla Fiorentina mi viene da pensare: questa è la prima volta senza Mario, che è davvero molto difficile immaginare in un altro mondo.

Visto Matos?
Questo ragazzo ha dei numeri e mi pare anche l’umiltà per uscire dal gruppo e regalarci delle soddisfazioni.
L’occasione l’ha sfruttata Joaquin, che non si è seduto sul gol alla Juve, e ha provato a sfruttarla pure Bakic, a cui occorrerebbe giocare di più, ma come si fa?
Yakovenko no, pur impegnandosi molto e si è perfino vista una corsa all’altruismo non comune in una squadra di calcio ai livelli della Fiorentina, quando hanno provato in tutti i modi a mandarlo in gol.
Poi è arrivato Cuadrado e ha spazzato via tutto, regalandoci l’idea che sia tirato a lucido e pronto per i prossimi tre impegni in sei giorni.
Ne abbiamo vinte tre su tre, saranno pure stati scarsi gli avversari, ma non era così scontato, basta chiedere a Lotito e Petkovic…

Non aiuta certo il tempo, che sconsiglierebbe l’arrivo allo stadio, specialmente dove si prende l’acqua, ma questo per i giocatori non conta.
Speriamo arrivino davvero in ventimila, sarebbe una grande dimostrazione d’amore vista la portata dell’avversario.
Ci sono diversi uomini che dalle 21.05 in poi hanno la grande occasione di dimostrare a Montella che magari si sbaglia a tenerli fuori e giovani che sgomitano per cercare spazio.
In verità queste situazioni nel passato non sono mai state esaltanti per gioco e risultato e ancora ricordo come lo scorso anno ci fu bisogno di ributtare dentro Borja Valero e Cuadrado per sistemare i conti della qualificazione in Coppa Italia contro la Juve Stabia, che è molto più debole del Panduuri.
Sono molto curioso di rivedere Matos, che ha la faccia e il fisico giusto per regalarci delle soddisfazioni, pur con tutte le prudenze del caso.
Chiudiamo al 90% il discorso qualificazione stasera e poi abbiamo tre mesi davanti per pensare solo al campionato.

Che ne sappiamo davvero dei nostri figli, da quando cominciano ad arrampicarsi su quella montagna splendida e terribile che è l’adolescenza, dove ogni giorno sembra una finale di Champions e dove il domani non esiste perchè c’è solo l’oggi?
Filtriamo la loro vita, la loro rabbia, le loro emozioni attraverso la nostra esperienza.
Proviamo nel migliore dei casi a fare un gioco di ruoli, a tornare indietro di trenta, quaranta anni e cercare di ricordare come eravamo alla loro età.
Ma noi non siamo loro e non era quello il tempo in cui vivono adesso.
Di solito ragioniamo da adulti (sempre ammesso che lo si sia diventati davvero e, soprattutto per l’universo maschile, io non darei la cosa per scontata) e nella maggior parte dei casi non capiamo, a volte ci arrabbiamo, ci sono momenti in cui siamo sconfortati.
Succede a me, che pure tento di impegnarmi, succede a tutti.
Provate a passare in questi giorni a Firenze dal viale Paoli, un centinaio di metri prima della Costoli, e vedrete sempre almeno quattro, cinque ragazzi che parlano, leggono, fumano, nel punto esatto dove alle 4 del mattino del 13 ottobre è morto Bernardo.
Si danno il cambio senza bisogno di turni, continuano ad amarlo anche se ora è lontano e non tornerà più a ridere e scherzare con loro.
Noi che non avevamo what’s app (si scrive così?), facebook, internet, telefonini, noi che diciamo sempre che ai nostri tempi contavano molto di più le relazioni umane, noi convinti che adesso questi ragazzi si muovano spesso come automi senza anima, noi l’avremmo fatto?
Anzi, l’abbiamo fatto quando è morto qualcuno dei nostri amici in un incidente?
Non è un problema di meglio o peggio: si tratta solo di provare a capire, che è la cosa più difficile di questo mondo.

Buon atterraggio a tutti.
Da stamani, almeno per quello che mi riguarda e dopo la giornata massacrante di ieri (sveglia alle 5, andata e ritorno a Milano, tre cambi di scaletta della Hall of Fame, conduzione della serata per 150 minuti con Mario Tenerani, voce bassissima, lucidità scarsa) si torna alla quotidianità, che non vuol dire rimuovere niente.
Più semplicemente riponiamo la vittoria contro la Juve nella soffitta dei nostri sentimenti e pensiamo a giovedì e soprattutto, questo sì lo confesso, domenica a Verona, perchè è questo il momento della raccolta, dei punti importanti , quelli che ci fanno stare nel gruppetto di testa.
Brutta tegola l’infortunio di Ambrosini, passato un po’ sotto silenzio per via dell’euforia generale: credo che contro il Panduuri ne vedremo pochi di quelli che potrebbero far saltare la panchina a Sannino e anche (e mi dispiace) al mio amico Ciccio Baiano.

Sul due a zero per loro pensavo: santo cielo che trauma sarà per Cosimo questa prima partita contro la Juve e allora ho fatto una cosa che non è davvero nelle mie corde.
L’ho fatto salire e me lo sono messo sulla gamba a cavalcioni sperando di attutire la botta.
Poi è successo di tutto, come se qualcuno avesse scritto la sceneggiatura di film meraviglioso in cui ancora adesso sembra incredibile che sia successo e invece è andata proprio così.
Abbiamo giocato meglio l’anno scorso, non ci sono dubbi, ma è proprio il caso di dire chi se ne frega oggi, in questo tardo pomeriggio di follia viola, dove abbiamo evidenziato le crepe juventine.
Poi un giorno ci racconteranno cosa hanno fatto a Rossi nell’intervallo, vorrei lo stesso trattamento per la mia schiena martoriata, ma temo che non riuscirei mai a segnare tre gol alla Juve…
Siamo ripartiti da Neto, decisivo nel secondo tempo, quando tutto sembrava naufragare e questo sarà bene ricordarlo, ma adesso andiamo tutti a festeggiare, ce lo meritiamo.
Eccome se ce lo meritiamo.

Bello risvegliarsi così e aggiungere qualche altra considerazione in ordine sparso.
E’ andata benissimo anche sul piano dell’ordine pubblico, nessun problema neanche quando eravamo sotto di due gol e con un rigore dubbio preso: bravi tutti.
Anche Montella ha avuto la tentazione di cambiare Rossi, meno male, non ero stato l’unico ad accorgermi che giocava con il freno a mano tirato per via del mal di schiena.
Mi scoccia dirlo, ma alla fine con quei dieci secondi in cui ha fatto finta di dirigere l’orchestra sulle offese a lui dirette, e con la battuta sulle parrucche di due anni fa, Antonio “agghiacciante Conte è meno antipatico di diversi suoi colleghi, che tra l’altro sono meno bravi di lui.
Infine, un’annotazione di servizio: alle 14.30 manderemo in onda la sintesi radiofonica della partita di ieri.
Baci viola a tutti e stasera grande evento con la Hall of Fame!

Meno male che non giochiamo noi perchè altrimenti rischieremmo di andare in overdose da stress ben prima di scendere in acmpo.
E’ una partita da grandi giocatori, di quelli che sanno abbinare la testa alla generosità.
Il primo che mi viene in mente è Borja Valero, ma anche Gonzalo Rodriguez e poi ho quell’idea meravigliosa su Ambrosini.
Ci vuole l’esperienza giusta per non farsi prendere dalla frenesia e la Fiorentina non è una formazione giovane, solo che dall’altra parte sono più abituati a queste gare e anche a partite molto più pesanti sul piano psicologico.
Fiorentina-Juventus comincia questa sera nei due ritiri e con Montella, sotto questo punto di vista, io mi sento tranquillo.

Mi piacerebbe fare una statistica per vedere se è vera quella che a me pare una bufala e cioè che il Milan avrebbe superato la Juve nelle antipatie del popolo viola.
Per me non esiste, ma può darsi che sia rimasto indietro e non conosca bene le motivazioni delle ultime generazioni.
Io sono figlio di Avellino e soprattutto di Cagliari, di un tempo abbastanza lontano in cui il giorno della partita con la Juve davvero quasi non mangiavi per la tensione.
Quelli come si porteranno sempre dietro un senso di esibita soddisfazione ogni volta che fanno un gol a “lei” e non ci basta mai.
Accadeva per esempio anche in B, ancora ricordo il dispiacere di certi pareggi che raggiungevano alla fine e la troppa velocità con cui annullarono la penalizzazione.
Ovviamente è tutto molto e solo calcistico, deve rimanere lì e chi va oltre non ha capito le regole del gioco.
Vanno combattuti centimetro dopo centimetro, in ogni partita e su ogni pallone e, ribadisco il concetto: come loro nessuno, in Italia e nel mondo.

Quale migliore occasione per essere sbeffeggiato e magari (spero bonariamente) insultato domenica dalle 17 in poi…
Eppure a volte non riesco a non giocare la partita prima,ad immaginarmi una soluzione, che, tanto per essere chiari, quasi sempre non si realizza.
Succede per le gare importanti, quando pensi spesso durante la settimana a quello che succederà.
Stavolta sento la partita come ai bei tempi e quindi da un paio di giorni mi frulla per la testa l’azione con l’inserimento vincente di Ambrosini.
Ora che l’ho scritto è come se avessi fatto pace con il fanciullino che tutti noi abbiamo.
Magari poi lui non gioca nemmeno, ma se non ci si diverte così…

Va bene, saranno i palloni i palloni più leggeri.
Ok, le ultime nuove regole hanno costretto tutti ad un cambio di passo, ad un utilizzo quasi contronatura dei piedi.
D’accordo su tutte le giustificazioni possibili, ma non è mica normale che l’Italia sia diventata così scarsa in fatto di portieri.
Ma l’avete visto ieri Marchetti, uno che porterei in collo a Firenzae e che in pratica ha escluso l’Italia dalla prima fascia in Brasile?
Prima regala un angolo assurdo, quando era tranquillamente sul pallone, poi esce come nemmeno il portiere della gloriosa Pizzeria San Gallo (il grande Fabrizio Madiai) avrebbe fatto.
Tutto questo dopo le ultime settimane molto scialbe di Buffon, dopo i disastri di qualche tempo fa di Agazzi, le papere a Napoli dell’enfant prodige Bardi, i continui tentennamenti dell’ex fenomeno Perin.
Mancano i preparatori?
Si sono imbrocchiti tutti di colpo per una curiosa congiunzione astrale?
Lo dico sottovoce e toccando ferro: in questa valle di lacrime, io quasi quasi mi tengo Neto senza troppi rimpianti per quelli che dovevano arrivare.

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