Partita stranissima, che abbiamo vinto perché abbiamo giocatori nettamente al di sopra della media dell’Europa League e anche per questo c’è da essere fiduciosi per il futuro.
Certo, chi doveva dimostrare qualcosa come Alonso e Iakovenko ha fallito completamente la prova, ma in Portogallo avranno certamente una nuova occasione.
Malino anche Mati Fernandez e grande Montella nel dopo gara, quando ha bacchettato Matos, tanto per tenere basso il livello, visto che è il cannoniere di Coppa.
Prime quattro partite in Europa e quattro vittorie, non so quanti confronti ci siano in Italia, con la Fiorentina non ricordo una cosa del genere, almeno da quando la seguo professionalmente.
Siamo stati cinici, ma la vittoria è meritata, anche se temo che non potremo mai fare a meno di tre giocatori: Cuadrado, Borja Valero e Gonzalo Rodriguez.

Non ce la faccio e stare zitto, non ci riesco.
Vale per me che sono ebreo, ma dovrebbe valere per tutti gli uomini e le donne dotati di cervello e cuore.
Silvio Berluscon poteva dire la stessa stronzata riferendosi ai neri durante gli anni della schiavitù in America, gli oppositori al regime comunista sotto Stalin oppure dove preferite, non cambia il senso dell’enormità uscita dalla bocca di colui che è stato Presidente del Consiglio.
Dunque Marina, Piersilvio, Barbara, Eleonora e Luigi stanno come sono stati i deportati nei campi di concentramento: ma vi rendete conto del livello in cui siamo precipitati?
Questo uomo va fermato e chi ancora lo sostiene si rende complice di tutta questa massa putrida di veleni.
E’ arrivato ilmomento in cui è impossibile fare finta di niente.

Visto che sottolineate come non abbia parlato di campi di concentramento, vi invito ad usare il cervello per ricordare che secondo lui prima di andarci nei campi di concentramento gli ebrei, gli zingari, i diversi, gli oppositori si sentivano come si sentono oggi i pargoli cresciuti di Berlusconi, che sono certo si vergognano di queste parole infamanti.
Vi va bene così?
Ho un’esperienza indiretta sull’argomento perchè i miei nonni materni, con mia mamma che aveva 6 anni, sono stati per mesi a San Vittore (mio nonno fu torturato) in attesa di essere deportati, poi furono salvati dagli americani.
Se fossero vivi, chiederei loro se la loro sofferenza è simile a quella che prova oggi quella povera famiglia di Arcore dimenticata da Dio e dagli uomini.

Per spiegare quanto sia dura per un giocatore tenere la concentrazione vi racconto questa: mentre tornavo da Milano domenica sera, pensavo ai tanti impegni della settimana e li mettevo in fila giorno per giorno, salvo accorgermi che la settimana era più che dimezzata dalla trasferta a Cluji.
Insomma, me ne ero completamente dimenticato, anche perché avevo fatto tutte le prenotazioni ad agosto.
Bollito? Può essere, ma tenderei a pensare anche per una certa forma di auto-benevolenza che questa partita di Europa Leagues sia veramente la più dura da preparare dal punto di vista psicologico.
Siamo già quasi passati, arriviamo dal grande successo di Milano, ci mancano un sacco di giocatori e Montella dovrà davvero essere bravissimo per tenere alta la soglia di attenzione.
Cluji è la terza città romena che visito, dopo la caotica Bucarest e l’allucinante Bistrita (ma eravamo nel 1996): mi dicono che sia una delle più vive della Romania perché là ci sono le migliori università del Paese.
Intanto abbiamo mandato il neo-sposo Sardelli in avanscoperta, poi andrò a verificare di persona.

Guizzo della memoria alle 21 di ieri sera, al termine della solita giornata intensa e faticosa: cavolo, ma stasera c’è l’imperdibile commento post partita del signor direttore piacione Mauro Suma su Milan Channel, come faccio a perdermelo?
Ecco quindi che da fedele abbonato mi sono piazzato davanti alla tv e mi sono bastati un paio di spunti per divertirmi molto e capire che gli 8 euro per questo mese non erano buttati via.
Ora la metto sul ridere, ma non ho certo dimenticato il vergognoso accostamento che nello scorso aprile il signor Suma fece tra un mio post su Montolivo e la tragedia della scomparsa del giornalista Claudio Lippi, tirando in ballo un presunto stile Fiorentina, che sull’argomento c’entrava come me con Cameron Diaz, cioè niente.
Comunque sia, è stato divertente perché il direttore-piacione ha prima messo in risalto le differenze di piazzamento tra il Milan e la Fiorentina e la Roma negli ultimi tre anni e poi si è lanciato nel momento clou della serata.
E’ accaduto quando, assetato di sangue viola, voleva dimostrare che il fallo su Matos da cui è nata la punizione del primo gol era inventata, insomma il solito complotto contro il Milan.
Il grande Carletto Pellegatti (lui e Luca Serafini sono infinitamente più popolari del signor direttore-piacione tra i milanisti proprio perché sempre sinceri) e l’ottimo Lodetti lo seguivano a fatica, ma lui ha proseguito fremente e rabbioso.
Vi assicuro che è stato bellissimo, sono bastati quei dieci minuti per farmi andare a letto soddisfatto.

Non ho visto per ora nessuna squadra, Roma compresa, nettamente superiore alla Fiorentina.
Non c’è la Juve dell’anno scorso a schiantare le altre, ed è comunque inutile ora andare alla ricerca dei punti persi fino ad oggi.
Ce ne saranno altri, spero non molti, ed è sempre avvenuto così, visto che ancora oggi siamo a cercare di capire dove abbiamo perso lo scudetto del 1982, furto a parte: pareggiando in casa col Cagliari, con l’Ascoli, non vincendo a Milano contro l’Inter?
Montella ha costruito una formazione che gli altri non riescono a decifrare, ne ho avuto la percezione ieri prima di “Quelli che il calcio..” parlando con i cosiddetti addetti ai lavori che non vedono sempre la Fiorentina ed è questo il grande merito dell’allenatore: non essere mai scontato, evitando di specchiarsi “sacchianamente” in se stesso.
Siamo dunque padroni del nostro destino, dipende solo da noi e certo non sarà semplice gestire l’Europa, ma adesso è il momento delle seconde scelte: a riposo in Romania molti dei protagonisti di Milano e dentro i giovanotti che ci devono dimostrare qualcosa per poi ripartire più freschi che si può domenica con la Sampdoria.

Se continua così, altro che Prandelli, che pure è stato un grande.
Il bis a San Siro porta la sua firma: abbiamo vinto con la squadra B e con due che nemmeno dovevano essere in panchina, Vargas e Matos.
Contro dei fantasmi, fra l’altro molto più aiutati dal pubblico di quanto mi sarei aspettato (hanno cominciato a contestarli solo ad un quarto dalla fine, gli interisti avrebbero iniziato molto prima), abbiamo giocato da grande squadra e senza Gomez, Cuadrado, Pizarro, Mati Fernandez, Ilicic, mettiamoci pure Bakic, che sarebbe entrato invece dello spento Vecino, e poi pure Ambrosini.
Borja Valero nel secondo tempo ha ridicolizzato come l’anno scorso Montolivo, così scontato nei suoi appoggini a centrocampo e all’indietro, l’unico a meritare un po’ di rispetto tra loro è Kaka, mentre su Balotelli ogni commento è superfluo.
Infine una considerazione personale, da babbo.
Sarò grato tutta la vita a Montella, e ovviamente anche a questi giocatori e alla dirigenza, per la doppietta Juve-Milan che ha esaltato Cosimo.
Ieri voleva venire in tutti i modi da me ad urlare gol e solo tra una decina di anni, se se lo ricorderà, avrà la piena percezione di cosa vogliano dire queste due vittorie vissute con la straordinaria incoscienza di un bambino di nemmeno sette anni.
Oggi pomeriggio vado a “Quelli che il calcio…” e mi sento addosso un orgoglio speciale: grazie Fiorentina!

Ragazzi, mi sarò sbagliato su Vecino, che vi devo dire?
Sarà stato il pathos della partita, ma a me pare che abbia perso troppi palloni e che ci abbia messo un po’ troppo ad entrare in partita, poi leggo i voti e noto che solo il Corriere della Sera gli dà come me 5,5, che non è certo una stroncatura.
Dovrei rivederla tutta, le pagelle, con gli attuali tempi dei giornali, si fanno in trenta minuti…

Un giorno basta e avanza per piangerci addosso, per la rabbia e per le recriminazioni.
Prendiamo esempio da Montella (grandioso!) e pensiamo al Milan, che è già domani e che è furente per vari motivi.
Come tutti sono abbastanza pessimista sulla vicenda Cuadrado e comunque anche senza di lui, e con il ritorno di Gonzalo Rodriguez, siamo più forti: lo dice la classifica, lo dice il gioco, lo dice il nervosismo che dalle parti di Milanello è ormai di casa.
Potrebbe essere l’occasione per ripartire con Vargas dall’inizio ed io sto ancora aspettando un seguito al gol e alla prestazione contro il Parma e San Siro è una vetrina straordinaria per farci ricredere tutti.
E’ una grande partita, emozionante come tutte le volte che vado in quello stadio che per me rappresenta il calcio come nessun altro impianto in Italia e..vabbeh, lo dico: visto il ponte, mi porto dietro Cosimo, che vedrà la Scala del pallone a nemmeno sette anni.
Io ne avevo 21 quando ci sono entrato per la prima volta e ancora ricordo il brivido di quando me lo trovai davanti, quasi all’improvviso, nel settembre del 1981…

Io non oso immaginare cosa sarebbe successe se fosse accaduto contro la Juve e il Milan, e per spiegare chiaramente la situazione sarebbe bastata una telecamera su Saverio a fine partita: lui, solitamente così tranquillo, era infuriato col mondo e per poco non ingaggia una rissa con i colleghi di Radio Kiss Kiss seduti a pochi metri da noi.
Abbiamo giocato una grande partita, concretizzando poco e sprecando abbastanza, siamo stati nettamente superiori al Napoli, che però prende i tre punti.
La sintesi della più triste serata della stagione è tutta qui, ed io sono proprio curioso di vedere quando rimanderanno in campo l’ineffabile Calvarese, il nuovo Don Abbondio della classe arbitrale, perchè uno il coraggio se non ce l’ha non se lo può inventare.
Aquilani purtroppo non si è tirato su ed è rimasto sempre lì nel limbo, Compper ha deluso, Pasqual era sotto tono, ma il resto della squadra ha giocato come si sperava, forse anche oltre, se si considera che era la quarta partita in dieci giorni.
Non abbiamo nemmeno il tempo di piangerci addosso, a Milano sarà parecchio dura senza Cuadrado, ma torna Gonzalo, che ieri è mancato uvunque, in difesa, nell’impostazione e sui calci piazzati.

Confesso di avere un debole per Alberto Aquilani e non certo perchè, come dice Leonardo Vonci in un suo delirio, assomiglia a Penelope Cruz…
Il mio invaghimento è ovviamente calcistico: sarà perché dopo lo scempio di Silva e Olivera la maglia numero dieci ha finalmente un degno proprietario, sarà perchè ha un’eleganza che un po’ ricorda chi sappiamo tutti, fatto sta che lo considero fortissimo.
L’ho pure conosciuto superficialmente, com’è normale che sia in questo calcio sempre più liofilizzato, e l’impressione è stata molto buona.
Mi ero entusiasmato per la sua partenza di campionato e a Bergamo ero convinto che questa sarebbe stata la sua annata, poi non ho capito bene cosa gli sia successo.
Piano piano ha cominciato ad inabissarsi, a diventare sempre più trasparente, ad incidere pochissimo.
Non pare ci siano problemi fisici e quindi il tutto è inspiegabile.
Continuo a pensare che sia più forte di Montolivo, a cui ha dato il cambio a Firenze, ora però è arrivato il momento di ricominciare a giocare da Aquilani e non da Kharja.

Sarò sincero: a metà del primo tempo ho avuto paura dell’effetto Juve in campionato.
Mi sembrava che non andassero, che giocassero mentalmente col freno a mano tirato.
Poi è chiaro che avere i giocatori più forti serve a questo: una giocata di Rossi, una sterzata di Caudrado, fino a quel momento un po’ evanescente a sinistra, una rasoiata e la rimetti in parità.
Nel secondo tempo invece abbiamo giocato da Fiorentina, creando molto, sprecando qualcosa e con un Gonzalo strepitoso a centrocampo a fare pressing e non lasciare passare niente.
Sono stati tre punti fondamentali, che ci lanciano verso mercoeldì con sorrisi grandi così, anche se mancherà proprio Gonzalo, che a me pare ancora più forte dell’anno scorso.
Una settimana fa volavamo, stasera siamo molto soddisfatti, con tre vittorie in tre partite consecutive e nove gol senza avere il centravanti titolare: non mi sembra un risultato da poco.

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