La prima cosa che ho fatto stamani è stata leggere le novità su Pepito: siamo tutti coinvolti emotivamente.
Ora sto ascoltando Manzuoli a Radio Blu, che mi ha confortato: non è più gravo del previsto e quindi potrebbero essere rispettati i tempi di lunedì, che a me in verità erano sembrati ottimistici.
Metterei ancora la firma per i tre mesi, che vorrebbe dire riavere Rossi per le ultime sette, otto giornate di campionato.
E a quel punto speriamo che la fibrillazione su Mario Gomez sia solo un lontano ricordo…

Non esiste limite al pudore: pare che Delio Rossi voglia i soldi del contratto in scadenza 2013, contestando il licenziamento per giusta causa, e anche qualcosa in più per danni di immagine.
La sua.
Non quella della Fiorentina, sputtanata a livello mondiale da una delle più vergognose scene mai viste su un campo di calcio.
Sono proprio curioso di vedere come andrà a finire la battaglia giudiziaria tra la società e l’ex allenatore, che non solo non si è pentito mai veramente delle botte rifilate a Ljajic, ma che considera quanto accaduto il 2 maggio 2012 un fatto normale, qualcosa che rientra nella consueta dialettica tra un tecnico e un giocatore.
Quanto ci siamo sbagliati tutti quanti, io per primo, nell’invocare Delio Rossi come soluzione di una Fiorentina che stava scomparendo!
Nel suo piccolo, tralasciando il giudizio su quanto visto in campo, molto, ma molto meglio come uomo Sinisa Mihajlovic e sono curioso di vedere chi afferma il contrario.

Ma quanto è bravo Montella!
Ieri sera era una prova di maturità non da poco e il Chievo se l’è giocata almeno fino al gol di Joaquin.
Nessuno si è pianto addosso per le assenze pesantissime e non era affatto facile vincere, specialmente in quel modo, con un dispendio di energie che può essere considerato soddisfacente.
Il secondo tempo è stato infatti poco più che un allenamento e a Torino, sotto questo punto di vista, non dovremmo pagare chissà quali pedaggi.
Sul piano strettamente qualitativo non avere i tre titolari in attacco conta molto anche se qualcosa si intravede in Rebic e Matos, mentre speriamo che Joaquin e Mati si ricordino del loro livello internazionale e aiutino, come è avvenuto col Chievo, a tamponare le falle.
Siamo comunque alla seconda vittoria consecutiva di gennaio, il mese peggiore di Montella..

Vorrei che fosse chiaro un concetto: quella di stasera è davvero la Fiorentina bis, ovviamente meno forte della prima e per questo da seguire con maggiore affetto.
Al di là delle valutazioni che farà Montella, mancheranno i tre titolari dell’attacco: Cuadrado, Mario Gomez e Rossi, più certamente Aquilani e vorrei vedere quale squadra non risentirebbe di assenze di questo calibro.
In più il Chievo è una buona squadra, con cui abbiamo faticato (con Rossi e Cuadrado) a Verona, quando loro erano ancora in piena crisi.
Mi fa molta paura questa partita, anche perché continuo a vedere intorno un sostanziale disinteresse per la Coppa Italia e sarebbe perfino stucchevole stare qui a ripetere i soliti discorsi sull’importanza di questa competizione.
Vediamo quanta gente andrà allo stadio e già da quello si capirà che aria tira.

E’ vero, ci sono stati commenti fuori dalle righe e me ne scuso, ma alla fine vince sempre o quasi il mio essere per la libertà di espressione.
Vi assicuro che ne ho tagliati molti di commenti folli, ma non è questo il punto.
Il punto è che io non mi iscrivo alla guerra di religione tra Firenze e Livorno ed è anche per questo che ho organizzato lo scambio di idee tra Nardella ed il sindaco Cosimi.
Perché ci sono cose molto più importanti del calcio, questo è bene che se lo mettano in testa tutti.
Sul web circolano fesserie e frattaglie da denuncia alla polizia postale, ma io mi chiedo: se nemmeno dieci anni fa c’erano stati incontri conclusivi per suggellare il gemmellaggio tra tifosi, da dove nascerebbe questo odio che sembrerebbe antico?
Altra cosa è il giudizio sul fatto calcistico, che riassumerei così: il fallo era cattivo ed intenzionale, da arancione, cioè a metà tra ammonizione ed espulsione, ma si è visto di peggio.
Il punto di non ritorno è stato l’atteggiamento di Rinaudo, quella reazione da invasato con Pepito a terra a urlare di dolore e lì, pensandoci a freddo, sarebbero dovuti intervenire Biagianti e Luci: uno se ne è fregato, l’altro ha attizzato ancora di più il fuoco.
Nicola si è dimostrato inesperto e insensibile a fine gara, ma il mio ulttimo pensiero prima di chiudere la vicenda va alle 30 famiglie che hanno in casa una persona afflitta dalla FOP.
Per loro quella di ieri sera è stata la peggiore delle serate possibili: speravano di avere visibilità e sono stati oscurati dalla violenza del campo.

Perché é Pepito, ma non solo per quello.
Non si possono fare falli di quella intensità in quella zona del campo.
Non è tollerabile la reazione del signor Rinaudo, che non solo non si è scusato, ma si è pure messo a protestare, ritenendo eccessivo il cartellino giallo.
Non si possono accettare, proprio no, le parole fuori luogo di Nicola a fine gara.
Non parlatemi per favore della mia simpatia per il Livorno, questa sera non è il caso.
Abbiamo vinto, ma è una delle vittorie più amare che ricordi: come col Genoa nel 1981, come con la Sampdoria nel 1984 e ogni volta c’era Antognoni di mezzo.
Pepito non è il capitano, non ci sono paragoni da fare in questo senso, ma questa è una serata amara come poche altre.

Il grande Mario avrebbe auspicato la meteorite, che però non è prevista domani su Torino e allora è lecito porsi una domanda: visto che per lo scudetto per questo campionato siamo out, non ci converrebbe una bella sconfitta della Roma per risucchiarla dentro il mischione Champions?
Capisco che tifare Juve sia un atto contronatura, un peccato che, per restare in tema-Ciuffi, meriterebbe una decina di frustate senza vasellina, ma non è che poi la Roma sia così simpatica, anche al di là delle mie questioni familiari.
E poi forse, se vogliamo davvero crescere, e lo dico con somma fatica, probabilmente dovremmo uscire qualche volta da certi sentieri del passato.
Certo, ci fosse il derby di Torino, e il Toro fosse in lotta con noi per qualcosa, io me ne fregherei e farei un tifo pazzesco per i granata, ma è Juve-Roma e allora forse ci conviene sperare nel risultato più utile per la Fiorentina.

Qui con Gomez rischiamo ogni giorno di farci del male.
Proviamo ad uscire dall’emotività, che ci fa essere un giorno molto ottimisti e un altro sconsolati, e proviamo a ricordarci cosa disse Montella: ci vorranno una quindicina di giorni da quando rientra in gruppo per vederlo a certi livelli.
Il conto alla rovescia dobbiamo quindi cominciare a farlo da quando arriva l’agognata notizia: si allena con gli altri.
Altrimenti rischiamo veramente il corto circuito mediatico e sotto questo punto di vista mi sembra che si sia già dato.
Niente Chievo, niente Torino e forse neanche niente Catania, proviamo a pensare all’eventuale auspicabile successivo turno di Coppa Italia.
Ma senza ansia, anche se capisco che una sfortuna così poteva capitare solo…al Torino, oltre che alla Fiorentina.

Un altro anno è andato, la sua musica finita, quanto tempo che è passato e passerà…
Grande Guccini: in tutta la Val Badia penso di essere stato l’unico a sciare cantandolo a squarciagola con le cuffiette infilate nelle orecchie (e poi dicono che i figli non ti insegnano niente: e chi le sa mettere le canzoni dell’epoca “preistorica” nell’ipod?).
Dicono che ripartire il lunedì sia uno dei piccoli traumi della civiltà occidentale, che però possono provare solo i fortunati che hanno un lavoro.
A me non è me pesato particolarmente perché da 33 anni la domenica è il mio giorno più impegnativo, però effettivamente oggi non è stato facile cercare di trovare subito il passo giusto per essere all’altezza dei vari impegni.
Un piccolo letargo mentale da cui nessuno è immune, credo.
Buona ripartenza a tutti.

Ragazzi, lo so che è giovedì, non sono ancora completamente bollito
Ma è anche il 2 gennaio e riparte un po’ tutto, no?

E’ stato un anno duro, ma positivo.
Ovviamente la valutazione è personale e ad un certo punto della vita ti accorgi che interessa sempre di meno conquistare chissà cosa preferendo invece coltivare ciò che hai.
Sul piano professionale sono stati dodici mesi di grandi soddisfazioni, come sempre vissute nello spazio di cinque minuti, per colpa o merito di questo carattere tendente sempre al domani.
Naturalmente la famiglia viene al primo posto e il bilancio soddisfacente viene da lì, metterei la firma per una lunga ripetizione di quanto appena passato.
La Fiorentina è andata bene, la società è creciuta, manca ancora quella disponibilità ad aprirsi completamente che invoco da anni (allenamenti aperti, per esempio), ma se penso a dove eravamo tra il 2010 e il 2012 le cose fatte mi paiono miracolose.
Siamo sempre angosciati per il futuro, però oggi la palla è in mano a due giovani, almeno politicamente, ed io mi sento un po’ più fiducioso, anche se capisco benissimo le ragioni di chi ha perso la speranza ed è sempre più arrabbiato.
A loro, a voi, a tutti e soprattutto a coloro che non godono di un bene inestimabile come la salute l’augurio di un 2014 migliore.

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