Deludenti, in tutto e per tutto.
No bastano le assenze per spiegare una prestazione così opaca, per giunta contro chi avrebbe dovuto essere più stanco di noi.
Ma le grandi squadre le fanno i grandi giocatori e se oltre a togliere Rossi, Pizarro e Borja Valeo poi si prendo un 5 più che meritato Gonzalo e Cuadrado, come fai a vincere con chi rimane?
Una spruzzata di Joaquin, un buon impegno di Aquilani, un goccio di Mati, ma poi?
Poi bisogna che Mario Gomez si svegli, nel senso che deve rischiare qualcosa in più: magari regge per trenta minuti e basta, ma in quei trenta minuti deve dare tutto a costo, appunto, di rischiare qualcosa.
Matri si impegna tanto, ma non ce la fa da solo e anche in due, purtroppo.
Adesso calma e sangue freddo, stiamo uniti, nessun processo a nessuno e vediamo cosa succede col ricorso per Borja Valero.
Ieri la contestazione con quei toni e quella partecipazione è stata la cosa migliore di una pessima serata.

Che mondo sarebbe senza l’immagnifico direttore di Milan Channel?
Stiamo parlando dell’individuo che giusto un anno fa “utilizzò” la tragica morte di Claudio Lippi, uno dei giornalisti del canale tematico rossonero, per attaccarmi con un confronto che non aveva senso.
Qualche mese prima utilizzò uno stratagemma penoso per intervenire a Radio Sportiva pensando di aver fatto chissà quale pensata.
All’epoca feci un sondaggio tra i tanti tifosi del Milan che conoscevo: uno su tre non sapeva chi fosse, un altro sì e il terzo non lo sopportava.
In testa alle graduatorie di gradimento c’erano come sempre Carletto Pellegatti e Luca Serafini, ma questo è un altro discorso e comunque anche chi vive a Milano mi dice che sono statistiche attendibili.
Non sapendo forse come passare il tempo lo splendido super direttore, così glamour con le sue bellissime giornaliste, si è arrampicato su sentieri tortuosi ed è stato qui che ho scoperto la sua vera natura: è un masochista del web (ma forse anche della televisione), a cui piace essere insultato.
Per questo, vi prego, non dategli soddisfazione e intanto fatevi un paio di risate leggendo quello che ha scritto a proposito della Fiorentina e dei suoi tifosi.

… la solita Firenze sempre in ebollizione, coreografie latitanti per le grandi partite per problemi economici e incomprensioni con le forze dell’ordine.
Insomma, è lo sciopero delle emozioni.
Che va in scena in stadi brutti e obsoleti.
Non si vede la fine, ma tocca proprio a bianconeri e viola fare da esempio.
C’è chi attende con il cuore in gola il loro doppio confronto in Europa League, per paura che tutto questo impasto che dura da Settembre degeneri in maniera irreparabile. Gli Elkann e i Della Valle facciano appello a tutto l’enorme senso di responsabilità di cui sono capaci. Perché in palio c’è molto di più di una qualificazione a un Quarto di finale. Ne va della credibilità e della sostenibilità dell’intero calcio italiano.

Ci aspettano venti giorni di passione a cui seguiranno le partite contro il Napoli ed il Milan, direi che ce ne sarebbe abbastanza per rischiare il corto circuito nervoso.
Cerchiamo invece di far funzionare il cervello di arrivare col cuore caldo e la testa fredda alla prima partita con la Juve che sarebbe pure preceduta dall’impegno di domenica sera contro la Lazio.
Sulla gara di ieri c’è poco da dire, salvo che, in tutta onestà, mi aspettavo qualche progresso in più da parte di Mario Gomez.
E’ vero che deve giocare per tornare lui (e tornerà lui!), ma metterlo in campo in queste condizioni è un rischio che non so se vorrà correre Montella.
Dargli 6 per la prestazione contro l’Esbjerg è secondo me non corretto, anzi gli si fa un danno perché lo si considera diverso, in negativo, rispetto agli altri.
Una domanda maliziosa infine per me e per tutti: scambiereste oggi Neto con Marchetti?

Ci sarebbe un modo per uscire da qusta situazione ad alta tensione nervosa, un ribollire di sentimenti pericoloso per tutti.
Basterebbe che Gervasoni riconoscesse il suo errore: capita a tutti di sbagliare, a me in radiocronaca, ai giocatori in campo, a chiunque nella vita provi a fare qualcosa.
L’intervento di Borja di ieri in conferenza stampa è stato tra le cose più belle degli ultimi anni di Fiorentina, perfino il riferimento al figlio di 4 anni era in linea con il sentimento comune e niente affatto stucchevole, come invece spesso accade in situazioni di questo genere.
Hai sbagliato a scrivere il referto?
Lo ammetti e si riparte da zero, portando le giornate di squalifica da quattro a una, quella giusta per l’espulsione.
Ogni altra soluzione sarebbe solo benzina sul fuco di una protesta popolare che, quasi come ia tempi di Baggio, sta coinvolgendo l’intera città.

Non sta a me dire quante virtù possegga, ma almeno la pazienza me la riconosco.
Riesco a sopportare parecchie cose e anche a lungo e forse sarà per questo che sono così refrattario ai cambiamenti.
Ebbene, la mia pazienza con Stefano Braschi è finita.
Ho avuto con lui nel corso degli anni un rapporto ai minimi termini basato sulla cortesia: ci si vedeva, ci si salutava, magari ci scappava una battuta e stop.
Per me è stato un grande arbitro, ma questo suo finale di partita da designatore è semplicemente penoso.
Non ho ricordi che mi portino ad altre prese di posizione così nette e così reiterate contro una società.
Di mezzo c’è la Fiorentina, ma poteva capitare a chiunque altra squadra, il fatto è che il signor Stefano Braschi sta premeditatamente provocando, cerca lo scontro, aspetta l’incidente.
E noi lì dobbiamo vincere, non cadendo nel tranello.
Non mi interessano le motivazioni di questo atteggiamento indegno di una persona che dovrebbe rispettare nello stesso modo tutte le società che gli forniscono il lauto stipendio mensile (per fortuna fino a giugno).
Magari un ragazzo della Fiesole gli ha rubato la fidanzata da ragazzo, forse ha fatto un provino nella Fiorentina e siccome era scarso (spesso gli arbitri lo sono, come dissi all’ex fischietto Renzi una volta nello spogliatoio di un’amichevole per beneficenza) non lo hanno preso, probabilmente è davvero inguaribilmente juventino e come tale soffre da sindrome da accerchiamento.
Comunque sia, non mi interessa: Stefano Braschi sta provocando da mesi, in pubblico e in privato, come hanno raccontato con dovizia di particolari i ragazzi di “Viola nel cuore”.
Dobbiamo vincere la sua arroganza con l’indifferenza o al massimo con l’ironia, lasciandolo cuocere nel suo brodo che personalmente, a questo punto della storiaccia, mi fa pure un po’ schifo.

Io provo a spiegarmela così: sono molto provato fisicamente perché questa storia dei calcoli sta durando da più di un mese e ancora non siamo alla fine, per questo ho meno freni inibitori.
Poi ci sono le ingiustizie che hanno travolto la Fiorentina negli ultimi diciotto mesi e che evidentemente alla fine hanno travolto anche il mio senso giornalistico.
Ovviamente non ho scusanti dal punto di vista professionale perché non si abbandona la postazione per due minuti per andare ad ingaggiare una rissa (per fortuna verbale) con un signore, per giunta apparentemente distinto, che ti prende in giro dicendo di stare calmo mentre ti incazzi per via del rigore non dato a Gomez.
Non succederà più, lo prometto sulla testa di Nicchi e Braschi, che saranno soddisfatti per l’atteggiamento tenuto da Gervasoni (diranno che ha arbitrato meravigliosamente bene) e i suoi compagni di avventura, con citazione speciale per Celi, davvero adorabile a fine gara.
Ho pure ricevuto un fantastico sms di un super tifoso che mi ha scritto testualmente: “occhio che ti danno il daspo”, che sarebbe poi una novità per i radiocronisti, e poi proprio a me che ho fatto a cazzotti una sola volta in vita mia, quasi quaranta anni fa…
Mia personale interpretazione dei fatti senza aver rivisto con calma le immagini, ma solo il primo replay: il rigore per il Parma c’era, la doppia ammonizione di Diakité pure e posso anche capire che nel casino finale di due che smanacciano tra loro (ma Munari ha fatto molto di più di Borja) l’arbitro li cacci entrambi.
Quello che non va bene è l’atteggiamento generale, la mancata ammonizione di Parolo e Gargano (mi pare) per falli uguali o peggiori a quello di Diakité e soprattutto il rigore non dato a Gomez.
Poi discutiamo pure su tutto il resto: la follia di Tomovic, l’ingenuità di Diakité, l’eccessivo nervosismo di Borja, l’incapacità di contenersi verbalmente di Pizarro, l’isteria di trenta minuti regalati al Parma dopo un primo tempo bellissimo.
Ma intanto dateci il nostro, solo il nostro, e poi vediamo come va a finire.

A Parma abbiamo spesso lasciato punti importanti, a volte decisivi per le varie rincorse dei passati campionati.
Mai tempi del doloroso bluff di Tanzi avevamo incontrato una squadra così in forma, così consapevole delle proprie possibilità.
Sulla carta siamo più forti, sul campo l’hanno inevitabilmente preparata meglio di noi e hanno meno tensioni.
Bisognerà prima o poi rivedere anche il giudizio su Donadoni, schiacciato dal passato in chiaro-scuro in Nazionale (ma il secondo Lippi fece molto peggio e ci eliminò ai rigori solo la futura grande Spagna), un allenatore che con il buon senso ed un’ottima preparazione tattica riesce spesso ad ottenere buoni risultati.
Giocherà Gomez dall’inizio?
Mi piacerebbe, ma forse è meglio di no, almeno per adesso.

Io non vi capisco: ma che bisogno c’è di fare polemica dopo una vittoria come quella di ieri?
Ho letto e sentito di tutto: avversari penosi, difesa che balla, difficoltà di manovra e via a seguire.
D’accordo è una minoranza, però abbastanza consistente e rumorosa, sembra quasi che questa vittoria dopo la sconfitta contro l’Inter abbia dato fastidio.
E poi inviti perentori a non esaltarsi per un successo come quella ottenuto nel freddo danese.
Scusate: ma chi caspita si è esaltato?
Io no di certo e come me la stragrande maggioranza dei tifosi viola, si potrà però dire che abbiamo visto una formazione che ha giocato con grande maturità, che ha segnato gol bellissimi, che si è dimostrata all’altezza della situazione, come sempre del resto in Europa?
E sapete bene quanto io non sia un fondamentalista, cioè un fautore del “va tutto bene madama la marchesa”, ma santo cielo se si vince come e meglio della Juve in Turchia io me la voglio un po’ godere questa Fiorentina.

Pur con il freddo e con la pioggia in faccia è stato un piacere guardarla.
Grande Fiorentina, che bello l’imbarazzo della scelta per il migliore dei viola nelle pagelle del Corriere, alla fine ho scelto Ilicic, ma erano in ballo anche Borja e Aquilani.
Una partita giocata impeccabilmente sul piano tecnico e anche molto bene con la testa, una vittoria senza discussioni per una serata da ricordare a lungo.
Alla fine ho incontrato per caso Jorgensen e abbiamo convenuto che in questa Fiorentina e con Montella si sarebbe divertito molto anche lui, pur restando la sua squadra più pratica.
Non so quanto abbiamo speso e lunedì è abbastanza vicino, ma certe vittorie fanno passare alla svelta la stanchezza.

Lo aiuta l’inflessione partenopea, che addolcisce ogni polemica e porta inevitabilmente più al sorriso che al ghigno.
Ma se qualcuno si prendesse la briga di confrontare il Montella in conferenza stampa di un anno fa con quello di oggi noterebbe una sostanziale differenza di atteggiamento.
Prima giocava sulla difensiva, era diffidente, si concedeva poco.
Ora continua a non concedersi, ma va di fioretto con battute e puntualizzazioni.
Oggi ha consigliato il turn over ai giornalisti (io ho già dato perchè mai avevo saltato due partite dal 1981…) e ancora prima aveva esplicitamente detto che dovremmo fare più attenzione nelle nostre critiche.
A me Montella sta istintivamente simpatico e lo considero bravissimo, pur non avendomi giornalisticamente mai concesso niente, anzi forse mi piace ancora di più proprio perchè non fa differenze, non classifica, almeno mi pare, il giornalista a seconda della sua importanza.
E’ però essenziale che ci si fermi qui, che non si alzi l’asticella: è una stagione pesante e ricca di soddisfazioni, siamo tutti un po’ stanchi e quindi un po’ più permalosi…

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