La formazione era sbagliata, ne ero e rimango convinto perché senza regista e nei primi 34 minuti si sono viste solo pallate: Arthur, o Lopez, sono indispensabili, poi certo Italiano ne capisce molto più di me e poi…saprà lui cosa fare….

E comunque: c’è stata una grande reazione e alla fine il successo è meritato, perché oltre ai tre gol va ricordata la monumentale occasione sprecata da Gonzalez

Sono parecchio indietro Nzola ed inspiegabilmente, visto il fisico non proprio imponente, Dodo, mentre ieri il migliore è stato Quarta, seguito da Duncan e Kouame

Una gran bella vittoria, col solito siparietto finale di Gasperini, ormai siamo alla replica della replica e tutto è diventato sinceramente stucchevole

Gasperini non ha l’ironia di Conte e nemmeno, pur essendo un ottimo allenatore, la sua bravura e il suo carisma

Ogni sua discesa al Franchi si trasforma in un duello rusticano in cui lui fa la vittima e noi la figura dei provinciali che insultano pesantemente l’allenatore avversario

Proporrei un paio di soluzioni, entrambe valide per finirla una volta per tutte con questo tormentone: trovare qualcosa di veramente ironico, tipo le parrucche contiane o uno striscione tipo “Voi comaschi, noi con le femmine”, oppure, e forse sarebbe la strada migliore, ignorare del tutto quel signore dai capelli bianchi che pare alleni l’Atalanta

Il mio concetto di democrazia, di apertura verso il libero pensiero produce a volte mezzi disastri, tipo quello di far passare messaggi che cozzano con il mio essere più profondo.

Qualche volta è per distrazione, molto più spesso perché il ruolo di censore proprio non mi appartiene, basta pensare che negli anni, e ormai sono oltre quaranta, ho sempre resistito ad ogni forma di pressione, pagando a volte prezzi considerevoli, ma senza mai rinunciare alla mia libertà.

Questo per spiegare il perché a volte il blog è andato sopra le righe, vorrei però ribadire il concetto base di questo nostro incontro: dal 2005 intendo questa piazza virtuale come qualcosa di extra rispetto al mio lavoro, per questo ho sempre detto no ad ogni forma commerciale che mi avrebbe imposto degli obblighi

Io scrivo quando posso e come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi, avere più o meno follower (termine orrendo) non rientra nei miei rischi, non leggete i miei pezzi e…ignoratemi (eviterei lo sputatemi addosso, perché poi magari qualcuno mi prende in parola

Non posso quindi accettare che qualcuno usi questa finestra sul mondo per comizi personali o scarichi rabbiosi derivanti da incontinenza verbale e mi pare che si sia andati un po’ oltre: non perdiamo per favore il gusto di confrontarci civilmente e magari pure di divertirci

E così e’ partita questa nuova avventura, una svolta nella mia passione che sono riuscito a far diventare un lavoro

Niente calcio per un’ora al giorno, solo Firenze, uno dei miei amori che non tradiro’ mai

Mi piace, mi stimola, rompo ancora di piu’ le scatole ai giovanotti che hanno un’eta’ media sotto i trent’anni, meno della meta’ dei miei

Vicino ai 63 sono cambiato pochissimo sul lavoro e ogni giorno ringrazio Marconi di aver inventato la radio

Christian Vieri, “A Firenze tutti sono dispiaciuti dell’addio del serbo ex Real Madrid ed Eintracht Francoforte”.

Abbiamo due ragazzi in rampa di lancio e li lasciamo a candire in panchina, nonostante il quasi straziante stato di forma di Dodo e la conclamata difficolta’ a difendere di Biraghi

Arthur dopo una partita e mezzo si e’ inabissato fisicamente e nell’intervallo non lo cambi con Duncan, che almeno corre. Idem per Bonaventura che in due settimane pare invecchiato di dieci anni

Rispetto a giovedì si buttano dentro solo portiere e centravanti, con esiti pessimi, ma in questo caso dipende dalla qualita’ di chi gioca

In piu’ l’Inter e’ normalmente di almeno una categoria superiore alla Fiorentina, con la stanchezza della Coppa forse due: ecco (forse) spiegata una delle peggiori figure rimediate a San Siro negli ultimi 50 anni, pari solo al 5 a 1 col Milan del 1977 e al 6 a 0 rimediato contro Kaka e compagni nel 2004

Una vittoria molto calcistica, intesa come sofferenza, e anche alla fine meritata, perché il fin troppo sottovalutato Rapid ha avuto le sue occasioni, ma come a Vienna è vistosamente calato nel secondo tempo

Prendiamoci il meglio di una serata di passione perché ieri sera bisognava fare molta prosa e pochissima poesia e meno male che dei tre tenori viola, Gonzalez ha cantato in pratica da solo, con le sue inevitabili pause, ma anche con acuti assolutamente unici

Adesso vediamo cosa viene fuori a Montecarlo, ma questa era una salita niente affatto facile da superare e aver piantato la bandierina viola in cima al monte ci fa sentire oggi tutti molto meglio predisposti verso il prossimo

La Fiorentina ha tre giocatori che sanno giocare a calcio ad un livello superiore alla media: Arhur, Bonaventura e Nico Gonzalez, gli altri possono toccare punte di eccellenza in qualche partita, essere talvolta decisivi, ma non sono così bravi

Per far girare la squadra bisogna che almeno due dei tre siano sui loro standard molto alti, a Genova lo erano tutti e tre e ieri è accaduto nel primo tempo con Arthur e soprattutto Nico, mentre Bonaventura si limitava al compitino

Poi, calato il brasiliano, ci siamo inabissati sulla manovra, che è diventata molto lenta e orizzontale, con il povero Gonzalez che provava a cantare e portare la croce, ma ad un certo punto aveva bisogno delle bombole di ossigeno

Di solito gli uomini decisivi giocano in porta e in attacco, noi invece li abbiamo nel mezzo e non è detto che sia sbagliato, ma è certamente originale rispetto ai consueti canoni calcistici

Il vero problema sarà vedere quanto reggono questi tre e, soprattutto, se ne troviamo altri strada facendo, magari Beltran e Kayode, oppure nei pochi giorni che mancano alla fine del mercato

Un bel passo indietro, e siamo d’accordo, ma senza esagerare nelle critiche

Più che altro e’ mancata la brillantezza e non si capisce perche’ non ci siano stati cambi rispettoo a Genova, a parte Dodo

Ma…il pareggio sarebbe stato piu’ giusto e tutto e’ girato sull’errore di Mandragora, il peggiore in campo

Sconfitta rimediabile, se non ci facciamo prendere da angosce varie ed evitando processi sommari

Lo storico Cardini: “Il generale Vannacci non ha studiato Giulio Cesare, di sicuro era bisex”

«Il generale Roberto Vannacci che si definisce erede di Giulio Cesare, dovrebbe sapere come funzionava la sessualità ai tempi dei romani. Se non era gay, l’imperatore di sicuro era bisessuale, come era normale ai suoi tempi». Il professore Franco Cardini, medievalista, storico e docente universitario, Il mondo al contrario lo ha letto. Cardini, 83 anni, iscritto al Msi dal 1953 al 1965, finito recentemente al centro delle polemiche per aver definito i giovani della Repubblica sociale di Salò, «ragazzi seri e onesti, in buona fede», esprime un giudizio impietoso. «Se il generale avesse scritto di tecniche militari forse avrebbe avuto meno successo, ma sarebbe stato meglio. Di storia ne mastica pochina». 

Cardini, è un brutto libro?

«Un trattato di sociologia storica rischia di scivolare nel brutto se l’autore non è abbastanza preparato. Ci sono molte cose interessanti che però si perdono nell’insieme. Mi ha per esempio sorpreso che un generale che è stato a capo dell’istituto geografico militare, se la prenda con i migranti ignorando la ragione profonda del fenomeno, e cioè lo sfruttamento del territorio da parte delle multinazionali che hanno ridotto le popolazioni alla fame. Da quello che scrive, sembra quasi che partano per fare una gita in gommone». 

A indignare è stata anche la sua definizione dei gay come anormali.

«E Platone? E Socrate? È il concetto stesso di normalità che è stato superato, per studi scientifici ma anche etici. Se il tema è la morale cattolica, anche in questo caso dovrebbe aggiornarsi: se qualcuno domani impazzisse e decidesse di proporre una legge per far diventare reato l’omosessualità, io sarei tra i primi a battermi per fermarla. E non sono certo un progressista. Ma la società è laica». 

Nell’esercito continua a esserci una deriva machista, omofoba, fascista?

«Sono stato ufficiale di complemento, a me l’esercito fa simpatia. Spesso però, non per colpa sua, serve cause sbagliate. Nell’esercito come nella società ci sono sacche di resistenza. Più che di machismo, parlerei di forza di inerzia conservatrice. Bisogna avere un po’ di pazienza, i cambiamenti hanno bisogno di tempo». 

Cos’altro non l’ha convinta del libro?

«Parla della necessità che l’uomo si imponga sulla natura: fa i ragionamenti di mio padre negli anni Sessanta, quando si pensava che le risorse fossero infinite. Gli consiglio di leggere il filosofo Chomsky sul progresso». 

Perché se il libro è tanto debole, la destra si spacca e attacca il ministro Crosetto che lo ha rimosso dal suo incarico, a cominciare da Matteo Salvini?

«Crosetto è Giorgia Meloni, e Meloni non piace a tutta la destra. Un caso per tutti? La guerra Russia-Ucraina: sono in molti a non schierarsi con Zelensky. Ogni occasione è buona per far emergere il dissenso». 

Continua a definirsi fascista?

«Io mi definisco da anni cattolico, socialista, europeista. Non rinnego la mia storia. Ma sarei contento, se, al di là delle frasi fatte, si definisse cosa è fascismo e quindi cosa è antifascismo». 

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