E’ uno snodo cruciale per Vincenzo Montella, il primo vero momento difficile della sua carriera.
La situazione è complicata e i giocatori sono sfiduciati, sta al tecnico trovare un minimo comune denominatore.
Finora si è sempre detto che fosse bravo, adesso vediamo quanto.
Ci deve portare fuori dal guado, ridare serenità e magari farci pensare che anche nella prossima stagione si posa girare l’Europa.
Sinceramente le sue dichiarazioni di domenica sera mi sono sembrate dettate più dalla pancia che da un ragionamento da allenatore.
Adesso ha il tempo riordinare le idee e anche per farsene venire di nuove, magari migliori delle ultime.

Male, malissimo: battuti in tutto e per tutto.
Ora lecchiamoci le ferite e smettiamola con i sogni impossibili,tipo terzo postoo perché anche entrare in Europa mi pare un’impresa,
Ilicic è stato impresentabile ed indisponente, ma è responsabilità anche di Montella che continua a schierarlo.
Ma non è solo lui, sono in tanti, a cominciare da Gonzalo Rodriguez, a marcare visita e chi entra non cambia mai la partita.
Il Napoli è sembrato di un’altra categoria e Montella ci ha capito il giusto.
Proviamo a non passare due settimane di inferno, ma mi pare dura.

Per come la giochiamo e per il risultato finale.
Non possiamo permetterci di perderla, pareggiarla servirebbe a poco.
Ci vuole la prestazione super, stile Inter e non è detto che basti perché il Napoli è superiore.
Spero molto nel centrocampo, nella prestazione di Borja Valero, che deve uscire dal 6 e tornare a giocare come un anno fa.
Per me Gomez va in panchina ed è giusto così, meglio affidarsi all’inizio al dinamismo e alla voglia di fare di Babacar, poi magari ci sarà spazio per il tedesco.
Non si parla di ordine pubblico e questa mi sembra già una vittoria.

Sembra Paolino Paperino, non gliene va bene una.
No, dico: ma anche mettendola male, un rimpallo, un inciampo, com’è possibile che Gomez non la butti mai dentro?
Troppo assurdo per essere vero, e allora sposo la tesi Brovarone e continuo ad essere fiducioso, forse perché l’ennesimo digiuno di ieri non ci ha fatto poi così male.
Pochissima gente allo stadio e non è che gli assenti abbiamo avuto torto, la gara è stata piuttosto bruttina, ravvivata dalla partita nella partita del tedesco: chissà se avrà convinto Montella a dargli una maglia da titolare contro il Napoli?

Immagino già la replica: non dovrebbe aiutarsi da solo?
Eh sì, ma evidentemente non ce la fa e allora stasera pochi brusii e molti applausi, anche se mi pare che andranno davvero in pochi allo stadio.
Aiutando Gomez si aiuta la Fiorentina a crescere, a uscire da questa stagnazione che sta avvelenando l’aria.
Vorrei vedere un po’ di rabbia, di sana incazzatura, ad un suo gol sbagliato, ad un suo contrasto perso.
Niente scuotimenti della testa, niente dialoghi con se stesso mentre è in campo: che giochi come sa e ha sempre saputo, noi proveremo a dargli una mano.

Ok, Montella ha sbagliato diverse uscite mediatiche e pure qualche formazione.
E’ bravo, ma permaloso, per esperienza diretta conosco bene la categoria (quella dei permalosi, non dei bravi).
Ma guardiamo un po’ come stanno e come sono andati quelli che dovrebbero fare della Fiorentina una squadra da terzo posto.
Rossi: mai pervenuto e non si sa quando arriverà.
Gomez: ormai circondato dallo scetticismo al limite dello scherno ogni volta che gioca, circostanza in verità piuttosto rara negli ultimi 18 mesi.
Cuadrado: involuto tatticamente e mentalmente, paga il post Mondiale e avrà giocato da Cuadrado al massimo una partita e mezzo. Però ha firmato un grande contratto e questo fa stare tutti noi molto più tranquilli.
Gonzalo Rodríguez: perso in non si sa quale posto. Non segna più, sbaglia rigori, si fa superare come un Verga qualsiasi, addirittura è messo in ballottaggio con Basanta.
Borja Valero: sempre belle le sue parole, incantevole il quadro familiare, ma in tutta la stagione ha giocato solo un tempo (contro l’Udinese) all’altezza delle aspettative.
Pizarro: sciaguratamente ritenuto ancora indispensabile, continua a perdere almeno un pallone importante a partita e qualche volta è il pallone decisivo. Pochissimi assist, ancora meno tiri, ma l’alternativa è peggio di lui.
Aquilani: l’unico che sta rendendo secondo le proprie potenzialità e quindi non è vero che il contratto distrae.
E noi, in questa valle di lacrime dovremmo sperare nel terzo posto o dare a Cognigni (o Della Valle, Pradè, Macia, Mencucci, fate voi) il ruolo dell’orco cattivo?

Brutta sconfitta, ma più ampia nel risultato che nei contenuti.
Hanno contato gli episodi e se sbagli un rigore, spadellato in modo assurdo da Gonzalo, il peggiore in campo, poi diventa durissima.
Bisogna dare una calmata a Cuiadrado, che voleva battere dagli undici metri, bisogna che Borja faccia di più, bisognerebbe capire a che punto è Gomez, perchè non è possibile che sia così poco.
Scordiamoci il terzo posto, ma non esageriamo nel disfattismo, quattro giorni fa gridavamo alla resurrezione dopo i tre gol all’Udinese.

Quasi sei mesi fa andava in scena la vergogna dell’Olimpico, la finale di Coppa Italia più triste della storia.
In tutto questo tempo si è parlato molto e fatto niente: domani in uno scenario da potenziale far west si gioca Napoli-Roma, tra nove giorni c’è un’altra volta Fiorentina-Napoli e siamo tutti lì a sperare che non accada niente, come se non dipendesse da noi.
Nel mio piccolo avevo provato in estate a promuovere un’iniziativa congiunta con la radio di Napoli per stemperare gli animi, perché la partita di domenica 9 novembre fosse un’occasione per abbattere steccati, rimuovere stereotipi, far capire che alla fine vinciamo noi che abbiamo il calcio e lo sport pulito e non i bastardi violenti che fomentano scontri.
Ho fatto un buco nell’acqua, in pratica non ho mai avuto una risposta vera “perché dobbiamo sentire la società”, “poi ti faccio sapere” e così alla fine ho lasciato perdere anch’io.
E ora eccoci qui, nudi al traguardo, con due partite che fanno paura e in cui purtroppo non si penserà a Totti, Higuain o Borja Valero, ma solo agli eventuali disordini: che tristezza.

E non è, almeno per ora, Mario Gomez.
No, non si era seduto Babacar e nella partita di ieri ha dimostrato altre cose, oltre al fatto fondamentale di aver segnato la doppietta che ci riporta in linea di volo.
Ha retto molti palloni, ha svariato da un fronte all’altro dell’attacco, si è reso affidabile per i compagni.
E’ stata una partita molto più complicata di quello che non dica il risultato e l’abbiamo vinta prima di tutto con la testa, segno che il gruppo è ancora unito, che ci sono magari degli spifferi, ma ci si può lavorare sopra e tornare competitivi.
A me sorprende la sicurezza di Neto, ormai padrone assoluto della porta, mi sorprende se la rapporto alle incertezze dei suoi primi anni in viola e mi è molto piaciuto Basanta mentre su Ilicic non calcherei troppo la mano: ha sbagliato un gol che era un rigore in movimento, però mi è sembrato bello vivo.
Godiamoci questo successo senza esaltarci troppo e cerchiamo di essere ottimisti.

Non ci possiamo permettere di pareggiare di nuovo, ci infileremmo in un tunnel di mediocrità che a Firenze proprio non sappiamo sopportare.
Non so come sarà possibile arrivare a vincere la gara di questa sera perché l’Udinese è più in forma di noi, più libera di testa e dunque pericolosissima.
Pur senza Gomez (quasi angosciante la telenovela del suo rientro) e Rossi, dovremmo essere più forti, ma a patto che Borja Valero e Cuadrado siano presentabili, cioè oscillino almeno dal 6 al 6,5.
Ci vorrà anche l’aiuto del Franchi, che intanto dovrebbe ignorare Ilicic, evitando brusii se lo sloveno dovesse entrare in campo, come pare più che probabile.
Mi preoccupa un po’ Babacar, non vorrei si fosse “seduto” dopo il capolavoro all’Inter: non se lo può permettere lui e, soprattutto in queste settimane, non ce lo possiamo permettere noi.

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