Siamo quelli di Genova o quelli di Roma?
Non bastano Pizarro e Savic in più a spiegare un cambio così importante, credo che sia una questione di mentalità, di crederci oppure no.
Capisco che la tentazione sia di mollare qualcosa in campionato in favore delle Coppe, ma è un grande rischio perché la Juve è più forte di noi e in Europa la strada è lunghissima.
Insisterei su Diamanti e Gomez in attacco, sperando che Joaquin continui in questo modo perché è lo spagnolo il vero valore aggiunto degli ultimi due mesi.
All’andata l’Atalanta giocò un’ottima partita e vincemmo con un bel gol di Kurtic, quando ancora pareva che Kurtic potesse essere utile alla causa viola, ma non è detto che alla fine non faccia comodo anche lui.
Sono curioso, e non credo di essere il solo, di vedere Salah, di cui in tutta sincerità mi interessano solo le prestazioni calcistiche almeno fino a quando non dirà cose tali da far scattare un commento, ma mi pare che anche grazie al livello morale della Fiorentina e alla sua attenzione su determinati argomenti non esista nessun pericolo che questo accada.

E’ stato tanto bello quanto inaspettato il ricordo fatto dal Presidente Mattarella di Stefano Gay Taché, il bambino ebreo di due anni ucciso nel 1982 da un vile attacco terroristico davanti alla Sinagoga di Roma.
Un gesto riparatorio, perché Stefano non è mai stato riconosciuto come una vittima del terrorismo (e chissà allora per cosa è morto, secondo questi geni) e la famiglia aveva giustamente protestato perché era una mancanza di rispetto per la tragedia che avevano vissuto.
Mattarella ha definito Stefano “il nostro bambino, un bambino italiano”, parole semplici che racchiudono il senso di una coscienza che dovrebbe appartenere a tutti e che invece si va smarrendo nei labirinti dei nostri egoismi.
Non esistono bambini ebrei, musulmani, cattolici, rom.
Esistono i bambini.
E in quanto tali andrebbero sempre difesi, anche quando non sono italiani.
Su di loro non ammetto mediazioni: chi tocca un bambino, anche se non è mio figlio, mi fa scattare dentro una rabbia che non penso e non voglio reprimere.

Serata fantastica, di quelle che ti fanno amare il calcio anche dopo 37 anni di frequentazioni più o meno professionali.
Abbiamo giocato un secondo tempo da urlo, non gliela abbiamo mai fatta vedere, meglio ancora del primo contro di loro a Firenze, dove dovevamo fare il secondo gol.
E’ tornato SuperMario, crediamoci almeno per una notte: quelle reti, in quel contesto e in quel modo sono da centravanti di razza e intanto sono cinque in tre partite.
Ammetto senza problemi che dopo tante speranze andate perdute ero entrato anch’io nel girone degli scettici, anche se non capivo come mai Gomez si fosse infilato nel tunnel della depressione calcistica, visto che nessuno lo ha mai contestato e che la stragrande maggioranza dei tifosi lo ha sempre aspettato con fiducia.
Pasqual è stato monumentale, Joaquin commovente nell’impegno, Savic un gigante in difesa e ha funzionato bene la strana coppia Pizarro-Badelj.
Una soddisfazione clamorosa, senza nessun appiglio per l’arbitraggio.
Una partita da ricordare a lungo e tutti da ringraziare, da ADV a Montella, dai dirigenti ai giocatori.
E’ sempre bello tifare Fiorentina, ma certe notti lo è ancora di più.

Impossibile essere soddisfatti, sulla carta.
Poi ci sono le partite, che rovesciano tutto e ti scalfiscono certezze granitiche.
Pensare che la Fiorentina si sia rinforzata da questo mercato invernale è un esercizio di puro masochismo, c’è da augurarsi che le scelte siano state condivise da Montella.
E a questo proposito mi pare che ci sia un po’ troppa speculazione sulle dichiarazioni montelliane in conferenza stampa, per esempio quelle di Genova.
Sinceramente non mi era sembrata un’entrata a gamba tesa sulla società, ma un modo più o memo azzeccato per uscire dalle domande di mercato.
E comunque: abbiamo quattro nuovi giocatori, qualche pacco lo abbiamo mandato in giro per il mondo, ci mancherà parecchio Cuadrado.
Ma stasera si gioca e se passiamo il turno (difficile, ma non impossibile) ci passano anche parecchi mal di pancia.

La domanda di fondo è: la Fiorentina, quella di ieri senza Savic, Pizarro e Cuadrado, è più forte del Genoa?
Secondo me sì, però in campo non si è visto e sinceramente non me la sento di non comprendere Gasperini ed il suo rammarico a fine gara.
Abbiamo giocato una partiutuccia, con un paio di giocatori (Borja Valero e Mati Fernandez) che avrebbero dovuto costruire e invece si sono persi, specialmente lo spagnolo.
Mi ha deluso Babacar, che avrebbe potuto e sfruttare molto meglio l’opportunità di partire titolare.
Dice: potevamo pure vincerla nel finale con Gilardino, ma onestamente mi pare una ricostruzione un po’ faziosa, perché il Genoa ha avuto molte più occasioni da gol.
Siamo in mezzo alla stagione, in tutti i sensi, come obiettivi e come forma: anche se la Roma sta abbastanza male, se martedì all’Olimpico giochiamo così usciamo dalla Coppa Italia.

Io Cuadrado a 35 milioni di euro non l’avrei mai comprato, quindi per me è stato un affare venderlo.
Dispiace moltissimo sul piano tecnico, perché Juan era veramente uno che faceva divertire e nelle giornate migliori quasi vinceva da solo le partite, ma avevo l’impressione che il suo rapporto con la Fiorentina fosse a fine corsa.
La cifra realizzata è importante, adesso va spesa molto bene, per evitare sprechi che non ci possiamo permettere.
Darmian sarebbe una buona soluzione, ho paura però che il Torino alzi il tiro sapendo che sono entrati tutti quei soldi.
Mi auguro che Pradé abbia avuto il tempo di sondare il mercato prima che il Chelesea facesse sapere di essere disposto a pagare la clausola.
A quel punto la società poteva fare poco, perché nessuno credeva che l’uscita fosse possibile a gennaio, mentre più o meno tutti eravamo convinti della partenza di Cuadrado la prossima estate.
Dispiace, ripeto, ma non è un dramma.

Domani no, dopodomani nemmeno, sabato certamente.
Pare dunque che entro la fine del mese avremo il nuovo Presidente della Repubblica e sembra di assistere ad una partita di poker: bluff, buio, contro buio, vedo, rilancio.
E’ sempre stato così, per carità, probabilmente è il rito che negli anni mi ha stancato e non credo di essere il solo.
Faccio il tifo per una donna, e sarebbe uno straordinario segnale di cambiamento e di vitalità, ma chi?
Sulla Finocchiaro non voglio fermarmi a quella incauta spesa all’Ikea, però non è che veda tanto altro, la Pinotti mi pare un po’ acerba, l’unica che mi sarebbe piaciuta davvero era la Bonino, ma ha purtroppo altro a cui pensare.
Alla fine eleggeranno un uomo, temo un politico e qui davvero si brancola nel buio.
Voi chi votereste?

E’ il mio atteggiamento mentale consueto: prendo una botta, magari pure di quelle tremende che ti fanno boccheggiare per settimane o mesi, ma poi riparto, provo a ripartire, combatto, ce la metto tutta.
Ecco, bisognerebbe fare così anche con il calcio e la Fiorentina: piovono rigori e favori vari a Napoli, Roma, tra un po’ sicuramente anche a Milano?
Noi ce ne freghiamo e non andiamo a vedere cosa c’è nel piatto degli altri (e qui chiunque abbia almeno due figli mi capisce benissimo).
Basta arrabbiarsi, non serve a niente, meglio concentrare le nostre forze solo sulla Fiorentina, sfruttando magari la nostra grande arma dell’ironia, che davvero non ha confronti in Italia.
Mi aspetto qualche striscione sulla falsariga di quelli che hanno fatto la storia del tifo viola negli ultimi quaranta anni.

In alto i cuori, è tornata la Fiorentina.
Quella dei momenti migliori, con qualcosa in meno a centrocampo, ma finalmente con Mario Gomez.
A quelli scontenti per il pareggio contro la seconda squadra italiana consiglio di andare a vedersi il campionato dell’Inter del Milan, che saranno “sempre in corsa per il terzo posto”, ma che fanno piangere sul piano del gioco e dei risultati.
E’ stata una partita molto bella, molto meglio di quella con la Juve, perché nessuna delle due squadre ha rinunciato a vincere e anche questo è un segno di maturità.
Insomma, non ci siamo accontentati.
L’errore individuale di Basanta è stato pesante, ma onestamente non saprei dire se saremmo riusciti a tenere il vantaggio perché la Roma del secondo tempo mi è sembrata molto forte, almeno per i primi quindici minuti.
Se ci credono in tanti al piazzamento Champions, possiamo farlo tranquillamente anche noi.

Non posso immaginare che Babacar non rinnovi perché è arrivato Gilardino: a ventidue anni non si dovrebbe avere paura di niente e di nessuno e quindi non può essere un grande ex a determinare le sue scelte future.
Semmai il problema riguarda più Gomez, chiamato a confermarsi con una certa urgenza perché dietro adesso ne ha due invece di uno.
Certo che siamo una bella razza: se stanno fermi, ci lamentiamo, se prendono Gilardino non ci va bene per tutta una serie di motivi.
Il vero problema sono le condizioni fisiche del Gila e anche di Diamanti: noi abbiamo bisogno di gente pronta subito, non è che possiamo aspettare troppo per rivederli in forma.
E comunque, al di là dell’infelice battuta sulla luce che si era spenta, e di cui si è certamente pentito, non mi pare che Alberto abbia lasciato un brutto ricordo nell’ambiente e soprattutto nello spogliatoio, fattore assolutamente decisivo per andare a riprenderlo

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