Lo dice la storia della Roma: quando comincia a scricchiolare il rapporto con Totti e De Rossi le cose a Trigoria si mettono male.
Psicologicamente siamo più forti noi, non fosse altro perché il peso del pronostico è dalla loro parte e un’altra eventuale ed auspicabile eliminazione aprirebbe di fatto una crisi importante.
Poi, certo, conta il fattore tecnico e lì la situazione si complica: ne faremo probabilmente giocare diversi si giocatori così e così e questa è una scommessa su cui si basa l’intera partita.
Reggeranno fino al novantesimo Borja, Aquilani, Gonzalo, forse Babacar?
E’ una grande sfida, più semplice di quella contro la Juve perché questa Roma è molto peggio di quella squadra cinica che un anno fa ci ha sbattuto fuori.

Sinceramente avrei fatto volentieri a meno della cosiddetta “botta salutare” che ci riporta sulla Terra, anche perché mi sembrava che da queste parti non fosse decollato nessuno.
Se poi non si può neanche galoppare un po’ con la fantasia dopo tre grandi vittorie contro Tottenham, Inter e Juventus, di cui due in trasferta, ditemi quale sarebbero le motivazioni che ci fanno seguire il calcio.
Ieri sera non c’è stata partita: troppo più forti, troppo più pimpanti loro, troppo scarichi noi.
Sono mancati i costruttori di gioco, da Mati a Badelj, soprattutto Diamanti, che si è sgonfiato dopo l’Atalanta.
Si è fermato Salah, ma era naturale, non è in condizione Gilardino, e questo è un problema per il futuro.
Se non ci fosse stato Neto sarebbe stato un disastro storico e sinceramente avrei molti dubbi sull’eventuale rientro dell’incolpevole Tatarusanu, che è bravo, ma non quanto l’altro.
Lecchiamoci le ferite e ripartiamo, non vedo altre strade in questo martedì calcisticamente molto grigio, anzi direi proprio tendente al nero.

Se non ce lo concediamo nel calcio il diritto di sognare, quando mai è possibile?
E allora via con i pensieri proibiti: se stasera vinciamo all’Olimpico si punta diritti alla Champions e non è detto che sia per forza con il turno estivo preliminare.
Ci manca mezza squadra, e va bene, ma è l’atteggiamento psicologico quello che conta
In un contesto di grande positività, anche uno come Ilicic funziona bene e ha recuperato posizioni: Neto in porta e Ilicic (perché per me gioca lui e non Gilardino) falso nove in una partita chiave: se ce lo avessero detto un mese fa ci avremmo amaramente riso sopra.
Ed invece è tutto vero ed il bello che non siamo per niente preoccupati.

Basta con le dichiarazioni di principio e basta anche con le elucubrazioni sui massimi sistemi.
Vorrei che questo 8 marzo fosse diverso dal solito, vorrei partire dal privato per provare a cominciare ad annullare quella vergogna che è la disparità tra uomo e donna.
C’era ieri su Repubblica un bellissimo articolo di Natalia Aspesi in cui si parlava di questi personaggi così illuminati in pubblico e così meschini tra le mura della propria casa.
Un vero e proprio oscurantismo in salsa democratica.
Ecco, è da lì che si può e si deve partire.
Noi e voi siamo diversi nella sensibilità, nella forza fisica, nell’esternare emozioni, ma dobbiamo essere uguali nei diritti e nei doveri.
E condividere è un verbo bellissimo, che spero faccia parte della vita di tutte le meravigliose donne che ho avuto la fortuna di conoscere, a cominciare da quelle di casa mia.

Lo spazio che segue è bianco, anzi viola: riempitelo voi come meglio credete e volete.
Non svegliatemi, io sto ancora calcisticamente godendo…
Grazie Fiorentina!

Era successo raramente che andassimo a Torino, sponda bianconera, con la consapevolezza di essere alla pari con i più forti d’Italia.
Domani ce la giochiamo alla pari, sul piano psicologico stiamo benissimo ed è scattata la giusta mentalità dell’uno per tutti, tutti per uno, nel senso che ci saranno pure tante assenze, ma chi va in campo ha una motivazione doppia.
Allegri non è un martellatore come Conte, però non credo che snobberanno la Coppa Italia, non è nel DNA della Juve, questo dobbiamo dirlo e ammetterlo con molta onestà.
Sarà una grande serata per Gomez, quasi un anno dopo quelo gol fantastico che mi fece stare senza voce per un paio di giorni: sono pronto a correre in farmacia e comprare le pastic

Sono sempre stato parco nei voti e con le parole, non mi sono mai piaciuti gli eccessi, ma quella di ieri a Milano è stata davvero un’impresa.
Qualcosa di esaltante da vivere sul posto, raccontandola a chi non c’era.
Vincere in nove a San Siro, contro una squadra data in grande forma fortifica la convinzione di essere un grande gruppo “dentro”, cioè come forza dello spogliatoio, che è poi componente essenziale per costruire i successi.
Stiamo vivendo una stagione incredibile, fotografata dalle prestazioni di Neto: una storia nella storia che meriterà di essere raccontata meglio quando tutto sarà finito.
Sembravamo in declino ed invece a marzo corriamo come treni.
Tiriamo un attimo il fiato e godiamocela almeno per oggi, poi da domani penseremo alla Juve.

Una serata da sogno, grazie Fiorentina.
Li abbiamo annientati, prima col secondo tempo di Londra e poi con una prestazione di grande autorevolezza in cui si vede la mano di Montella.
Sta diventando una stagione di belle soddisfazione: a marzo corriamo ancora su tre fronti, quante altre volte era successo nella storia viola?
Salah è straordinario, un colpo di mercato assolutamente impensabile, ma è la prestazione collettiva quella che entusiasma.
Si vede che questa è una “squadra”, che esiste uno spirito che accomuna tutti quelli che vanno in campo, in panchina e in tribuna.
Molto bene anche Neto, che si è dimostrato un ottimo portiere.
Prendiamoci un po’ di libertà dalle polemiche: tra poco si gioca a Milano e questa mattina è ancora più bello di sempre tifare viola.

E ci andrei quasi certamente, se non fosse che in contemporanea ho la grande fortuna di commentare la Fiorentina contro il Tottenham.
Succede che in pratica a casa mia, non so perché, viene a parlare l’altro Matteo, di cui non condivido niente e anzi provo pure un certo imbarazzo nel sapere che rappresenta una consistente fetta dell’elettorato italiano, fra l’altro (purtroppo) in ascesa di consensi.
Salvini nella roccaforte rossa di Bagno a Ripoli è un ossimoro politico, non ci sono dubbi, ma è altrettanto certo che in un Paese democratico un leader di un partito sia libero di andare dove gli pare a raccontare le proprie idee, per quanto queste siano opinabili o detestabili.
E invece no.
Alcuni miei concittadini, che girano con la patente di illuminati democratici a giorni alterni (e oggi se la devono essere evidentemente dimenticata a casa), hanno deciso che Salvini a Bagno a Ripoli non può e non deve parlare, né nel ristorante dove aveva fissato il comizio e neanche dentro la biblioteca comunale.
Renzi, Alfano, Grillo, (forse) Berluconi sì, lui no.
Intimidazioni di vario genere, stamani un vergognoso volantino a Grassina e via andare.
Ovviamente Salvini gongola e i suoi pretoriani gonfiano il petto: poteva nel giorno di Fiorentina-Tottenham riuscire meglio una simile operazione mediatica?
Complimenti a questi geni della propaganda rossa: io li manderei tutti a vendere l’Unità porta a porta, se solo l’Unità fosse ancora in edicola.

Neto non va fischiato, ovviamente.
Me nemmeno esagererei con le mozioni di affetto, che suonerebbero palesemente false.
Niente applausi, dunque, anche perché non si capisce come mai lui debba essere diverso dagli altri dieci che domani sera andranno in campo.
L’indifferenza nei suoi confronti è l’atteggiamento più corretto: è pagato per fare il portiere?
Lo faccia dando il massimo delle proprie possibilità, altrimenti cosa parleremmo continuamente di professionismo?

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