Ho avuto la fortuna di andare a Wimbledon il giorno in cui le italiane e Seppi arrivarono agli ottavi e ho assistito alle conferenze stampa della Vinci e della Pennetta.
Deliziose, simpatiche ed il pensiero andò immediatamente a qualsiasi calciatore che se la tirava molto di più dopo una vittoria con l’Atalanta.
Per me questa finale americana è qualcosa di incredibile, soprattutto perché sono due giovani donne, ma abbastanza in là con gli anni dal punto di vista agonistico.
Difficile fare il tifo per una dei due:vla Pennetta è affascinante, la Vinci è più grintosa ed è sempre stata considerata soprattutto una bravissima doppista.
Sono ancora incerto, probabilmento mi asterrò dal tifare, esercizio praticamente impossibile per qualsiasi italiano, soprattutto nel tennis.
Spero che la Rai compri i diritti e faccia vedere in chiaro lapartita più importante della storia di questo sport così affascinante.

Non ce la facciamo proprio ad uscire dal girone infernale del mercato.
Ieri al Pentasport i tre quarti delle telefonate erano su quello o su come i Della Valle dovrebbero comportarsi, sul fatto che non hanno mantenuto gli impegni e via di seguito.
Scusate, ma questi argomenti a pochissimo dalla ripresa del campionato mi annoiano: capisco che dentro ci sia molta più verve rispetto a parlare per esempio del dualismo Babacar-Kalinic, però io non ce la faccio.
A questo punto la squadra e la rosa sono quelle che conosciamo e mi dovete spiegare che senso ha oggi polemizzare oggi su Salah (aspettiamo il verdetto) o su come ADV abbia o non abbia spiegato l’addio di Montella: tanto ormai non lo spiega più e fa male, però chi se ne frega, ora.
Riusciamo a pensare alla partita di domani, che va vinta di riffa o di raffa?

No, non quelle di Sacchi, ma le vostre: come è andata la ripresa piena dell’attività?
Settembre è il mese del ripensamento, scriveva e cantava il sommo poeta dei nostri anni, e chissà se davvero siete riusciti a soffermarvi su cosa fosse stato giusto e cosa meno delle azioni e nei pensieri degli ultimi tempi prima della pausa estiva.
Fin da quando andavo a scuola bastava osservarmi negli ultimi giorni di agosto per capire che proprio normale non ero: aspettavo infatti con trepidazione il giorno del ritorno in classe e mi beavo nell’acquisto rallentato di quaderni, penne, zaini, astucci e diari (fantastici quelli di Iacovitti).
Mi piaceva moltissimo il pensiero di ritrovare i compagni e nemmeno mi sfiorava l’idea della noia e della fatica legata allo studio.
Era quindi quasi normale che molti anni più tardi le mie figlie, ma lo farà presto anche Cosimo, mi accusassero affettuosamente di “non essere mai stato giovane”.
Il rischio in questi casi è quello della crisi di mezza età, con repentino rincoglionimento adolescenziale, ma per ora pare che il pericolo non esista o almeno così dice chi condivide con me le giornate.
Per ora, però, è bene precisare…
Intanto comunque settembre continua a piacermi moltissimo e nemmeno faccio troppa fatica a ritrovare i ritmi giusti, questione di bioritmi e forse di passione per le cose che faccio.
Sono però curioso di sapere come è andata a voi.

Ad una settimana dalla fine del calciomercato direi che possiamo pure fermarci qua per le analisi e le critiche.
Come la penso ormai lo sapete da un po’ di giorni, continuare a farsi sangue amaro per il difensore in meno non ha senso.
Ancora meno sperare che le cose vadano male per poi poter dire “lo avevo detto!”.
Mi auto-sospendo da ogni discorso di acquisti e cessioni e penso solo al fatto tecnico e semmai a ciò che accade fuori dal campo, nell’universo viola.
Poi a gennaio ne riparliamo.

Ho molto apprezzato gli sforzi di Daniele Pradè per spiegare che va tutto bene, che siamo più forti dell’anno scorso, che i Della Valle non hanno alcuna intenzione di smobilitare.
Stimo molto l’uomo Pradè: ha una correttezza di fondo che poche volte si ritrova nel mondo del calcio ed una gentilezza nell’eloquio che colpisce.
Detto tutto questo, continuo a non capire perché fino a gennaio abbiamo tafazzianamente deciso di andare a controllare ogni giorno se Gonzalo Rodríguez ha un raffreddore e soprattutto che uno tra Tomovic e Roncaglia (o tutti e due) debba esser titolare inamovibile.
Perché insomma la Fiorentina abbia la peggiore difesa, certamente dal punto di vista numerico, ma temo anche a livello qualitativo, tra quelle sei/sette squadre che puntano all’Europa.
E siccome mi pare che il problema del difensore (o dei difensori, perché non sarebbe male prenderne due molto buoni) sia all’ordine del giorno, altrimenti non si spiegherebbe l’opzione per il prossimo gennaio, Pradè o Sousa mi devono convincere come questi quattro mesi di campionato più coppe possano trascorrere senza pagare pegni pesanti.
Temo fortemente che non sia così, ma ancora più fortemente spero di sbagliarmi per il bene della Fiorentina.

Mentre guardavo la foto di Aylan morto su una spiaggia turca cercavo dentro di me qualcosa che mi portasse un po’ più in là della semplice indignazione o del sentirsi in colpa perché davvero Aylan dovrebbe davvero diventare “il figlio di tutti noi”.
Ma questa affermazione, per quanto sincera, odora molto di retorica, perché poi tra tre giorni avremo altre cose di cui occuparci e scivoleremo inevitabilmente nel nostro microcosmo quotidiano fatto a volte di piccole e grande miserie.
Provando a spingere le emozioni su terreni un po’ meno battuti, mi è venuto in mente che anche quando si muore si può essere più o meno fortunati.
Il piccolo Aylan è diventato un simbolo e almeno in questo il padre, unico sopravvissuto della famiglia, avrà qualcosa di cui parlare, una piccola “distrazione” ad un dolore che non riesco nemmeno ad immaginare.
Ma Galip, il fratello di Aylan?
E i migliaia di bambini che muoiono ogni giorno nelle guerre e nelle stive di questi criminali da diporto?
Loro per noi non hanno un nome: scivolano via e basta, come se non fossero mai esistiti, ed è come se fossero morti due volte.

…alla Nazionale di giocare a Firenze contro Malta?
Ci sarebbe voluta una campagna di stampa faraonica e migliaia di biglietti regalati per portare gente al Franchi.
Sapete come la penso sulla maglia azzurra: per me dopo quella viola e quella granata viene prima di tutte le altre, certe emozioni non si dimenticano, dal 4 a 3 alla Germania, ai Mondiali vinti e le partite di Antognoni.
E però io faccio molta fatica a ricordarmi la formazione di stasera, colpa della decadenza tecnica dei tempi che porta in Nazionale gente che non sarebbe mai entrata nemmeno per sbaglio a Coverciano.
Se uno deve contestare (chi? cosa?) è meglio che allo stadio non si presenti, perché poi il conto in qualche modo ce lo presentano.

Vediamo che omelette viene fuori, certo è che a Sousa sono state date delle uova di dubbia provenienza.
Ci sono molte scommesse, alcune pure intriganti, come quella dell’esterno polacco dal nome non facilissimo, ma sempre scommesse restano.
le scommesse si possono vincere e si possono perdere, io avrei sperato in qualcosa di più affidabile, soprattutto per la difesa, dove siamo molto tristemente all’anno scorso con Astori al posto di Savic e non mi pare sinceramente un gran guadagno.
Alla fine ADV non ha staccato il famoso “assegnino”, poi qualcuno sarà più preciso, ma così a spanne mi pare che si sia fatto pari o giù di lì: non è detto che la proprietà ogni anno debba versare l’obolo, ma da appassionato della Fiorentina sono deluso perché mi aspettavo di meglio.
E’ stata un’estate molto difficile, che la Fiorentina si è complicata da sola con uscite e non uscite mediatiche poco felici, ma alla fine contano i fatti.
E questa squadra farà, temo, molta fatica a ripetere i risultati di quella della passata stagione

Devo ancora moderare gli oltre 100 commenti arrivati dopo la partita, ma me li immagino…
Per un’ora l’ottimismo del post precedente era più che giustificato, sembrava che in campo ci fosse una sola squadra, la Fiorentina.
Poi ci siamo squagliati nel caldo di Torino senza una sola giustificazione plausibile, perché loro non è che avessero alzato troppo il ritmo.
Penso che con Joaquin al posto di Gilberto avremmo potuto chiudere la partita nel primo tempo e trovo la situazione dello spagnolo assurda, ma questo è solo un piccolo appiglio.
Il resto lo deve trovare Sousa, che non era un genio prima e non è un fallito ora: doveva cambiare Alonso (da multare per l’idiozia pro Joaquin e anti gemellaggio post gol) e accorgersi che stavamo finendo la benzina, ma ci sarà pure del merito se per sessanta minuti il Toro non l’ha mai vista.
Attendiamo con scetticismo notizie da ora alle 23: un difensore, dando per buono (speriamo) Verdu non è necessario, ma come avrebbe detto il grande Mario, indispensabile.

Io ragazzi non vi capisco ho letto commenti di gente che pure stimo e che si preoccupa astiosamente perché Baez ancora non è arrivato.
O perché abbiamo preso Verdu, che certamente è una pippa, che sicuramente non servirà a niente, mentre Joaquin per alcuni fa bene a strepitare perché tanto “la Fiorentina è una squadra senza società”.
Mi si può accusare di molte cose, per esempio prendere fittonate, arrabbiarmi troppo con chi mi critica, una certa visione “guettocentrica” dell’universo radiofonico, ma non penso proprio di aver evitato critiche alla società.
Fatta questa premessa, a me dovete spiegare perché dopo una vittoria squillante come quella contro il Milan, e dopo i successi internazionali estivi, si debba passare la settimana che abbiamo passato, con questo nervosismo e questo livore.
Ma andiamo a Torino ottimisti, accidenti.
E’ una festa, stiamo giocando bene, c’è il gemellaggio, magari stasera alle 23 siamo pure in testa al campionato (sì, lo so toccatevi, fate bene).
Rilassatevi per favore e se non lo volete fare peggio per voi, non sapete quel che perdete.

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