Il 2015 della Fiorentina vale 7,5 e tolgo mezzo punto perché essendo stato a Cagliari ed Avellino a me quei tre gol della Juve a Firenze sono rimasti ancora qui.
Il Siviglia no, era più forte e ha passato il turno con uno scarto definitivo abbastanza mortificante, però era giusto così.
Sul resto siamo andati davvero molto bene e non si possono certo dimenticare i due successi a Milano contro l’Inter, l’illusoria notte di Coppa a Torino, la goduria infinita dei 3 gol europei alla Roma e soprattutto questo secondo posto, che solo a pensarci vengono i brividi.
Abbiamo trovato e perso Salah, abbiamo scoperto Kalinic, abbiamo abbandonato al suo risentito destino Gomez, ci siamo molto divertiti e ogni tanto arrabbiati.
E il 2016 promette di essere ancora più bello, auguri a tutti.

Come avete passato il Natale?
Io molto bene, sono ancora in fase di scarico, immerso nel clima rallentato di questi giorni che tanto aiuta secondo me a pensare.
E tra le varie idee e considerazioni più o meno profonde sui variegati aspetti della vita ho pescato qualcosa di calcistico che riguarda Suarez e Rossi.
Dato per certo che Sousa non è un masochista e che se i due avessero dato altri segnali in partita e in allenamento certamente avrebbero giocato molto di più, siamo proprio così sicuri di mandarli via?
Voglio dire: dopo dobbiamo prendere non più due rinforzi, ma quattro, cioè il difensore, l’esterno, più appunto un centrocampista e un attaccante.
Intanto però ci priviamo di un signore che ha fatto pochi anni fa la finale di Champions e di un talento che sotto sotto Conte sta ancora aspettando.
Per portare in viola chi al posto loro?

Il 2 gennaio 2014 cominciò la mia personale battaglia contro i calcoli renali, ancora non lo sapevo ma stava per iniziare sotto tutti i punti di vista il biennio più difficile della mia vita.
Due anni che hanno stravolto e alla fine rivoluzionato il mio modo di percepire il mondo e di stare con gli altri, due anni che mi hanno fatto diventare un uomo profondamente diverso, spero migliore per chi mi sta accanto.
Mi sono accorto di tante cose che prima vedevo, ma non “guardavo”.
Ho capito molti errori, ho finalmente perso la mia paura sui cambiamenti: si possono non solo accettare, ma addirittura sfruttare per uscire “dall’egoismo sdrucciolo che abbiamo tutti quanti”.
Il 2016 dovrà essere l’anno della raccolta di quanto ho molto faticosamente seminato in tutti questi mesi pieni di tante cose, la maggior parte delle quali purtroppo molto amare, ma evidentemente dovevano accadere proprio per cambiare.
Per questo l’augurio di passare un Natale di grande pace con voi stessi, che credo sia il massimo dei regali, è in questa vigilia ancora più sincero del solito.

Ottima reazione, dopo la settimana più difficile da quando è arrivato Sousa.
Aver vinto in questo modo è molto confortante, in pratica non c’è mai stata partita e la differenza tecnica è stata evidente.
Chiudiamo un anno solare da grande squadra, con punte di godimento che poche altre volte abbiamo raggiunto nella storia e va bene che non abbiamo vinto niente, ma essere secondi in campionato è un traguardo assolutamente impensabile in estate.
Kalinic e Ilicic sopra a tutti, ma anche il dinamismo di Bernardeschi, che se continua così andrà certamente agli Europei.
Resta sullo sfondo il problema di Pepito e anche la domanda se abbia avuto abbastanza spazio per risalire la corrente oppure no.
Qualcosa si deve essere rotto nel rapporto con l’allenatore, adesso va trovata una soluzione che vada bene a tutti, ma ricordandoci che la Fiorentina viene prima di ogni altra cosa.

Domani non mi interessa se la Fiorentina gioca bene, mi interessa vincere.
E’ troppo importante chiudere senza veleni al secondo posto in classifica, cioè là dove nessuno dotato di buonsenso poteva pensare di stare a fine 2015.
Ero ieri sera alla cena degli sponsor (come Radio Bruno) e non ho notato molte differenze con gli anni passati, con un ADV in ottima forma e neanche un po’ (beato lui) ammaccato dall’imprevista eliminazione in Coppa Italia.
Tutti danno Rossi titolare ed io invece ci andrei molto cauto perché mi pare che Sousa applichi al suo lavoro una logica stringente dove a questo punto del campionato non c’è molto spazio per dei rischi sia pure motivati dalla fondamentale necessità di recuperare Pepito.
Sarei invece sorpreso se non giocasse Borja Valero, che ha fallito la partita di Torino, ma mi pare fosse in ottima e (purtroppo) nutrita compagnia.
E in porta secondo me giocherà ancora Tatarusanu, per cui faccio il tifo più di tanti di voi che mi contestano per le critiche, ma i fatti sono quelli che sotto gli occhi nell’ultimo mese e l’apporto del rumeno è stato senz’altro al di sotto delle aspettative.

Ad un certo punto ho avuto la tentazione di contarli, ma poi ho lasciato perdere perché sono persone e non numeri.
Serata di auguri al Pentasport con tutto il gruppo, compresi i fanciulli e le fanciulle di “Viola nel cuore”, e caduta oltre ogni limite immaginabile dei freni inibitori.
Un esempio per tutti: mi sono esibito nuovamente in “Una carezza in un pugno” con gli stessi esiti disastrosi di qualche tempo fa, con l’aggravante però della presenza di tutta la redazione e di mia figlia Camilla che mi ha ripreso per futuri ricatti in termini sindacali di paghetta.
Il meglio però lo ha dato Vuturo, assoluto protagonista della scena perché non solo canta (beato lui) benissimo, ma si è addirittura improvvisato capo animazione con un gruppo di malcapitate signore finite nella stanza accanto alla nostra che si sono messe a seguirlo nelle danze.
Ed io immagino che qualcuna di loro si sia innamorata di Pietro e che a fine cena (io come al solito sono andato via prima) lo abbia pure inseguito…
Me li guardavo uno a uno (mancavano purtroppo Saverio, Leonardo e Matteo Sestini) i “miei” giornalisti pensando che di loro so più o meno tutto in termini professionali e immaginavo come possano “vivermi”, le speranze e magari le delusioni che ogni mia decisione comporta nella loro vita di tutti i giorni.
Una bella responsabilità, che però mi piace tantissimo e che ho avuto la possibilità di continuare a vivere grazie a Radio Bruno, che mi e ci ha regalato un incredibile entusiasmo.
Ed è stato ancora più importante aver creato tutto questo insieme a Maurizio, l’amico di una vita, che c’è, c’è sempre stato e ci sarà sempre.

A proposito di Radio Bruno: scaricate nel modo che volete “Natale è tutto qua” (molto carino) realizzato dalla nostra sede centrale, i 99 centesimi del costo andranno interamente ad AGEOP RICERCA ONLUS, che da trent’anni accoglie ed assiste a Bologna i malati di tumore e le loro famiglie.

Analizzando la partita obiettivamente il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, ma é una magra consolazione.
Siamo stanchi, corriamo meno e corriamo male e se Kalinic gioca sotto la sufficienza é notte fonda.
Avrebbe dovuto e potuto venirci in soccorso Rossi, che in questo momento é un lusso che non possiamo permetterci perché sta addirittura peggiorando dalle prime partite.
Uscire così é una macchia nella stagione e anche piuttosto vistosa.
Ora tocca a Sousa porre rimedio e si vedrá quanto è bravo.

Da un po’ di tempo è arrivato il tempo delle riflessioni e di conseguenza dei cambiamenti, più o meno importanti.
Uno dei quesiti apparentemente banali, però più profondi di quanto si possa credere a prima vista, riguarda Babbo Natale: ma Cosimo, ormai prossimo ai 9 anni, davvero crede che la nuova piattaforma elettronica gliela vada a prendere e gliela consegni quel corpacciuto e simpatico signore con la barba vestito in un modo così improbabile?
Essendo dentro ad ogni cosa e quindi infinitamente più avanti e più furbo alla stessa età del sottoscritto (che tra l’altro non aveva neppure il Natale per questioni religiose), mi chiedo se non stia al gioco solo per non deludermi e che quindi sappia benissimo che (purtroppo!) Babbo Natale non esiste.
Io comunque continuo.
Almeno fino al 25 dicembre 2016, quando credo che mi prenderà da una parte e mi dirà: “via babbo, ora puoi anche smettere, grazie per tutti i regali che mi hai fatto!”

Abbiamo un problema, se davvero vogliamo puntare alla Champions, e quel problema è il portiere.
Non chiedo fenomeni, ma uno alla Frey, cioè almeno tra i primi cinque in Italia, perché purtroppo Tatarusanu non lo è ed il gol preso dopo 4 minuti da quello di Ilicic ci ha condizionato.
Non è voglia di capro espiatorio, ma semplice constatazione tecnica: fateci giocare in vantaggio altri trenta minuti e poi vediamo che succede.
La Juve non ha rubato niente e Orsato ci ha pure aiutati non cacciando Borja e dandoci un rigore che a parti invertite ci avrebbe fatto infuriare e questo a Torino accade raramente, ma non ne abbiamo saputo approfittare.
Buffon non ha fatto una parata, però potevamo pareggiarla e sarebbe stato un successo,invece così usciamo un po’ ridimensionati anche se restiamo secondi.
Peccato perderere negli ultimi dieci minuti, con tutto lo straordinario seguito viola, ma non è il caso di fare drammi ma solo di pensare a come rinforzare un’ottima squadra.

Sensazioni frizzanti, voglia di esserci, soddisfazione per avere il privilegio di trasmettere Juve-Fiorentina.
Il clima della vigilia è quello giusto, stavolta non ci faremo schiacciare come avvenne, e lo ricordo ancora con dolore calcistico, nei primi due anni di frequentazione allo Juventus Stadium.
Sarà decisivo il centrocampo, se Badelj, Borja e Vecino riusciranno a fare la loro partita, se saranno da 6,5 allora si potrebbe mettere davvero bene.
Da sedici anni non arriviamo lì così avanti in classifica e i punti di differenza ci stanno davvero tutti.
Nessuna paura, ma una sana sfrontatezza per batterli e volare sempre più in alto.

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