Faccio molta fatica a comprendere come mai al 20 gennaio noi abbiamo gli stessi difensori di agosto, quando era per tutti che ce ne mancava almeno uno.
Arrivano esterni offensivi e centrocampisti che per carità ci serviranno pure, ma meno di chi deve prendere il posto di uno tra Tomovic e Roncaglia, o di tutti e due se si fa male o viene squalificato qualcuno.
Non è possibile quantificare se e quanto questo ritardo ci faccia perdere dei punti in classifica perché manca sempre la controprova, ma pur il calcio tutto meno che una scienza esatta, certe logiche elementari andrebbero rispettate.
E invece noi no e allora, ancora una volta, devo citare il grande Nanni Moretti: “continuiamo così, facciamoci del male”.

Previsioni purtroppo azzeccate: uno tra Tomivic e Roncaglia è già un lusso che non ci possiamo permettere se vogliamo puntare alla Champions.
Con due insieme, il gol preso è sicuro.
E se poi ci aggiungiamo un portiere ormai chiaramente (se va bene) al massimo da sei, come si fa a pensare di battere il Milan?
Questa bruttissima sconfitta ce l’hanno in conto parecchi, ma prima di tutto chi ha scelto di non presentarsi con un difensore titolare all’inizio di gennaio.
Poi si discute del resto, perché trovo normale che Kalinic abbia un calo di forma e Bernardeschi una crisi di crescita, che ci siano gli infortunati e le squalifiche.
Ora arriva il momento più duro della stagione, siamo al solito quarto posto che all’inizio della stagione sarebbe stato un mezzo miracolo per la rosa allestita e che adesso non piace più a nessuno perché a stare bene ci si abitua molto in fretta.
Vediamo chi arriva e quanto è bravo Sousa a gestire la situazione, il nostro futuro passa da qui.

NANI E BALLERINE
Dunque: finisce la partita, sono in sala stampa dopo aver preso come tutti un freddo bestiale e scrivo alla radio di chiamarmi.
Sono passati almeno venti minuti dalla fine della partita, non sto ascoltando niente e penso che Brovarone abbia concluso il suo intervento.
Non è così, non so assolutamente cosa abbia detto e comincio ad interagire con lui con grande calma, pensandola allo stesso modo in alcune cose e in un altro per alcune sue idee che non condivido.
Dialogo tranquillo.
Stamani mi raccontano che su facebook, che ho la fortuna di non frequentatore, qualche sfaccendato del nostro ambiente parla di mia censura verso Bernardo, di prevaricazione.
Segue dibattito, con interventi comici e tutti ovviamente offensivi nei miei confronti.
Peccato che si stia parlando del niente, come ha ricordato Bernardo in radio alle 13.20.
Come diceva Craxi a proposito della politica, qui siamo pieni di nani e ballerine: per le seconde ci attrezzeremo, per i primi (senza alcun riferimento offensivo, stiamo parlando di cifra professionale) siamo invece già al tutto esaurito.

Il solito gennaio pieno di mercato e dunque di parole con il calcio giocato che sembra quasi un riempitivo.
Però domani c’è il Milan, non proprio una partita qualsiasi, contro diversi ex e parecchia gente che è messa peggio di noi.
Cerchiamo (cerchino) di recuperare concentrazione, perché si giocherà in condizioni climatiche ed ambientali particolari per via del freddo e della loro determinazione a sfuggire dalla sindrome da ultima spiggia che ha contagiato Milanello.
Sono molto curioso di vedere quale formazione manderà in campo Sousa, come sistemerà il centrocampo senza Badelj e se darà più spazio, quasi certamente a partita in corso a Pepito.
Un po’ di paura, dico la verità, ce l’ho: abbiamo troppo discusso in settimana e c’è un nervosismo eccessivo, per questo oggi ascolterò con molta attenzione le parole della vigilia perché sabato scorso il tecnico aveva lanciato un segnale cercando di spostare l’attenzione su altri temi (gare ravvicinate e doping) per evitare di raccontare quanto la squadra fosse stanca e forse anche un po’ stressata.

Questa storia dell’attesa dell’acquisto comincia ad essere pesante
Stiamo per entrare nel clima pre Milan ed è la terza partita di gennaio senza nessun rinforzo, la prima è andata benissimo, le seconda malissimo, la terza chissà..
Io capisco tutte le difficoltà su Lisandro, comprendo la prudenza che impone il mercato di gennaio, ma che eravamo maledettamente corti in difesa lo sapevamo da almeno quattro mesi e una soluzione di riserva avremmo pur dovuto averla.
Quella di San Siro diventa una partita ancora più importante, abbiamo tuttora, pur senza Gonzalo, tutte le possibilità per vincerla, ma in caso contrario entreremmo in un ginepraio di nervosismo e polemiche da cui faticheremmo molto ad uscire.
Non si poteva evitare?

…la gente della mia età andare via, lungo le strade che non portano mai a niente, cercare il sogno che conduce alla pazzia…
Quanto la sentivo mia questa poesia in musica del grande Francesco!
Avevo vent’anni e osservavo perplesso tutti quelli e tutte quelle presi e prese da furore quasi mistico, al limite dell’esaltazione.
La politica rigorosamente a sinistra del partito comunista (perché essere di destra ti portava alla gogna sociale), la filosofia orientale, il cattolicesimo più integralista che negava aborto e divorzio.
Mi sentivo fuori posto e anche un po’ sbagliato perché leggevo tanto, mi documentavo, discutevo, ma non riuscivo proprio ad entusiasmarmi per nulla in particolare: niente India, niente Lotta Continua, niente afflato religioso, che nel mio caso poteva essere magari una permanenza più o meno lunga in Israele.
Ho continuato a leggere, ad osservare e, devo essere sincero, ad un certo punto ho cominciato a divertirmi sganciandomi definitivamente da quel senso di colpa che aveva accompagnato buona parte dei miei vent’anni.
Per carità, solo gli stupidi non cambiano mai idea, ma ho visto tanti di quei salti da un’ideologia all’altra compiuti con un furore agonistico stile Gattuso da chiedersi se uno è o ci fa.
Ecco perché quei versi, secondo me destinati ad essere tramandati anche alle prossime generazioni, continuano ad essere attuali anche per noi cinquantenni.
Ecco perché alla fine non è stato poi così male esaltarsi poco e farsi sempre delle domande, anche quando fatichi moltissimo a cercare una risposta.

L’avevo sospettato mentre ascoltavo venerdì la conferenza di Sousa: il tecnico portoghese aveva capito che qualcosa non funzionava, sentiva puzzo di bruciato e per questo aveva sollevato un po’ di polverone sul controllo doping e sul calendario.
Erano pretesti poco corretti per mettere un po’ le mani avanti e in campo si è capito il perché.
Nella ripresa avremmo meritato il pareggio, ma la Lazio era molto più di noi “dentro” la partita e ha vinto senza neanche soffrire troppo.
In una gara mediocre due sono stati peggio degli altri e stiamo parlando di giocatori di levatura internazionale, con un bel passato alle spalle, ma con poco futuro viola davanti: Kuba e Mati Fernendez.
Nettamente inferiori a Bernardeschi e Ilicic e qui converrà ripensare al valore complessivo delle riserve, o di quelli che sono diventati riserve, che è il più basso tra chi lotta per scudetto e Champions.
Intanto verrà squalificato Gonzalo e forse sarebbe il caso di presentarsi a San Siro con il nuovo acquisto in difesa…

Scusate, chi aveva ragione sulle voci riguardanti Babacar?
Credo che in questi casi vada stabilita una cifra che se offerta non si può rifiutare, una cifra molto alta.
E lo stesso vale per Vecino: facciamo 15 milioni per Baba e 20 per l’altro?
Naturalmente bisognerebbe già aver individuato il sostituto, cioè averlo comprato prima di cedere, operazione che al momento mi pare oltremodo rischiosa.
Ho parlato di mercato alla vigilia di una gara importante come quella contro la Lazio perché mi fido completamente della capacità di concentrazione della squadra…

Primo tempo da favola, da grande squadra, da formazione che può pensare allo scudetto.
Siamo chiaramente gli intrusi tra le altre tre grandi del campionato (la Roma mi sembra in piena confusione) e proprio questo potrebbe essere il nostro punto di forza.
Ora ci sembra tutto facile, a cominciare dal vincere contro formazioni sulla carta inferiori, ma non è assolutamente così e questa regolarità di rendimento è l’aspetto più confortante della gestione Sousa.
Ci stanno cominciando a credere tutti, il lavoro dell’allenatore è soprattutto nella testa dei calciatori ed è il valore aggiunto di un gruppo di ragazzi molto tranquilli in cui mi pare Gonzalo e Borja siano i leader silenziosi.
Se vinciamo con la Lazio siamo a 41 punti, Allegri, che se ne intende, ha detto che per conquistare lo scudetto ce ne vogliono 82 e visto che la matematica non è un’opinione…

Torna puntuale il domandone di ogni mercato, a cui sinceramente non so dare risposta.
So quello che ci servirebbe, ma credo che raccontare di sapere come giochi Lisandro Lopez sia millantato credito, io almeno ho visto un paio di spezzoni e niente più e un calciatore va invece visto e monitorato a lungo.
Difficile fare acquisti miracolosi a gennaio e poi qui di miracoli non c’è da farne, vista la strepitosa stagione (Coppa Italia a parte) che stiamo giocando.
Rimanere così non si può, su Rossi mi pare che ci sia una discreta corrente di pensiero che porterebbe verso il no ad una sua cessione, sia pure in prestito.
Visto che siamo in corsa per lo scudetto, cercherei di comprare il prima possibile per attenuare al massimo i problemi di inserimento ed è proprio questo che immagino abbia chiesto Sousa.

…e così alla fine mi sono detto: perché no?
Perchè non provare la conturbante esperienza di andare all’Ikea il sabato pomeriggio, verso le cinque, per acquistare (in teoria, molto in teoria) solo quattro cuscini per le seggiole e un stand per gli abiti (ovviamente per il termine stand mi sono fatto aiutare, perché ero rimasto a Celentano al suo Stand by me…)
Il primo sussulto arriva ad un paio di chilometri dal traguardo, proprio come in una tappa del Giro d’Italia: ma che cavolo succede oggi a Firenze?
Come mai c’è tutto questo casino?
Poi l’illuminazione (assistita): non é che andranno tutti all’Ikea?
Risposta esatta, trenta minuti di coda, più o meno come uscire dal Franchi dopo la partita.
Animato da uno spirito che teneva fortemente conto dei cambiamenti avvenuti nella mia vita privata negli ultimi mesi ho iniziato il mio viaggio verso l’ignoto.
Per caritá, conoscevo giá il posto, ma diciamo che la mia predisposizione d’animo delle prime volte non si sposava proprio alla perfezione con l’attenzione che antropologicamente si dovrebbe riservare a certi luoghi.
Per esempio l’osservazione dei volti maschili (tendenti allo sbadiglio e con lo sguardo quasi sempre rivolto allo smartphone) e quelli femminili (attente, acute, direi quasi rapaci nel cogliere l’ultimo arrivo e quel colore arancio che l’altra volta non c’era).
Naturalmente l’acquisto dello stand e dei quattro cuscini si è trasformato in tre capienti sacchi colmi di oggetti, “tutti indispensabili e comunque abbiamo fatto alla svelta”.
In effetti…
Un’ora esatta tra l’arrivo e la partenza, penso che a molti di voi sia andata molto peggio.

P.S. Stamani bis, con minore difficoltá ad essere sinceri: spesa alla Coop
Voto complessivo per le due prestazioni: 6 pieno, ma convinto e consegnatomi con la seguente motivazione “è di stimolo per ulteriori miglioramenti, restano come elementi negativi l’impazienza, e la scarsa partecipazione all’avvenimento”.
Sì, va bene, ma mica era Fiorentina-Juventus…

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