Il valore aggiunto di chi racconta una partita di calcio via radio credo sia la propria percezione dell’avvenimento.
La puoi descrivere bene o meno bene, ma la devi “sentire” e quindi sbilanciarti e quindi pure sbagliare conseguentemente a quello che provi in quel momento.
Prendiamo il gol della Samp domenica scorsa: me lo possono far rivedere cento volte, farmi notare che Tatarusanu aveva un paio di giocatori davanti che lo coprivano, ma io mi devo fidare della prima impressione e cioè che Tata sia partito con quel secondo di ritardo che per un portiere è tutto.
E così è stato per mille e mille altre azioni raccontate in quasi 1400 radiocronache, perché quando si ha un microfono in mano e si parla della propria squadra del cuore non si è semplici notabili dell’avvenimento.
Al contrario lo si vive come quando, nel mio caso personale, si andava in Ferrovia e con quella fantastica maglia viola c’erano Antognoni più altri dieci.
Per questo continuerò a sbagliare, ma non rinuncerò mai a trasmettere le mie emozioni.
E d’altra parte, se avessi voluto essere in un altro modo, diciamo pure un radio/telecronista normale, la prossima domenica non sarei andato ad Empoli, ma in un qualsiasi altro campo della serie A per raccontare via satellite una partita qualsiasi di cui non me ne frega assolutamente niente.

I miei sospetti di una ventina di giorni si stanno dimostrando fondati: siamo stanchi, corriamo poco e corriamo male, soprattutto ci muoviamo pochissimo senza pallone.
La brillantezza di un tempo è un ricordo che fa male, basta pensare alla gara di andata contro la Sampdoria a Genova.
Il problema è che oltre ad aver preso tre punti contro Verona, Frosinone e Sampdoria non avremmo meritato di più e questo è gravissimo.
Ci stiamo avvitando e scendendo in classifica, meno male che come tutte le primavere sta rifiorendo Ilicic, oggi assolutamente il migliore in campo.
Come contro il Verona eravamo passati in vantaggio, la potevamo gestire e non ci siamo riusciti e questo è un problema di personalità, quindi un problema di Sousa
Non siamo più disillusi, ma preoccupati, almeno per me è così.

Vabbeh, ho le mie attenuanti…
E’ da un po’ di tempo che prediligo la qualità alla quantità e quindi passare del tempo con i miei figli è il massimo della vita.
Vado quindi spesso a prendere Cosimo a scuola e là davanti c’è uno splendido prato, invitante per il “matchino”, succede che sono in cinque e i novenni mi chiedono di partecipare in abiti lavorativi (e meno male che odio la cravatta!) alla sfida.
“Ok, mi metto in difesa e non tiro”: avevo detto che dopo l’infortunio dell’estate non avrei più giocato e invece…
Il resto non ha prezzo per un padre diversamente giovane come il sottoscritto, perché sono in squadra in Cosimo e dialoghiamo calcisticamente come immaginavo non sarei mai riuscito a fare visti i 46 anni di differenza.
E non mi sono neanche fatto male, ora però davvero basta, a meno che…

Per me Montella è stato un ottimo tecnico, che ha regalato gioco e quarti posti, che nella filosofia corviniana vorrebbero dire scudetti.
Non capisco quindi perché dovrebbe essere fischiato quando domenica tornerà al Franchi e non credo che alcune sue improvvide uscite sui tifosi e l’ambiente, vedi soprattutto dopo il Siviglia, scalfiscano quanto di buono realizzato nei tre anni in viola.
Quello che proprio non comprendo è però la sua tenacia nel pensare di avere ragione sulla famosa clausola rescissoria, che Montella ha liberamente firmato senza troppi problemi e che ha cominciato a stargli sulle scatole fin dall’inizio della scorsa stagione.
Per una mia costruzione mentale e morale non riesco a sopportare chi si sottrae agli impegni presi, che siano scritti o verbali: a costo di farmi del male, voglio sempre rispettare la parola data.
Per questo le disquisizioni giuridiche di Montella, con cui sull’argomento ho avuto un vivace scambio di opinioni a Palermo dieci mesi fa, mi deludono parecchio.

Giornate piene di dolce far niente, anche se mi sono preso uno spavento con Cosimo sugli sci, ma i bambini hanno (purtroppo non tutti) un loro angelo protettore che li assiste e che condannano per fortuna il genitore solo allo stress.
Bellissimo avere davanti ore non programmate, cene non fissate, una lentezza avvolgente e piena di fascino.
Domani si fa il bis e poi si riparte, con un bel carico di benzina nel serbatoio: speriamo che ce l’abbia pure la Fiorentina.

Non ha detto cose sensazionali, ma era necessario che parlasse.
Andrea Della Valle è uscito dal castello ed è sceso tra noi a raccontarci che non vuole mollare, che bisogna crederci, che la famiglia ha messo anche quest’anno venti milioni: se avesse evitato la solita differenziazione tra tifosi bravi (quelli che non contestano) e meno bravi (quelli che contestano) il voto sarebbe stato altissimo.
Così comunque mi è piaciuto, è stata un’uscita a sorpresa che non placherà l’ira funesta di chi odia i Della Valle a prescindere, ma dà secondo me compattezza all’ambiente e in questo momento penso che ce ne fosse un gran bisogno.

Il quesito di fondo è capire quale sia la vera Fiorentina?
Perché forse il miracolo del girone di andata aveva fondamenta fragili e cioè una preparazione ottima, ma anche impostata per avere una avvio sparato che è poi proseguito per me tre mesi.
Un’analisi completa di partenze e arrivi ci regala un organico indebolito rispetto all’anno scorso ed è da lì che è nato il mio “insufficiente” alla fine del mercato estivo, e questa è una responsabilità della società, che non a caso si è ridimensionata in termini di ingaggio.
Ma poiché il calcio non è solo numeri, ma anche fantasia e fiuto, ecco che c’è sembrato di averli fregati tutti e forse lo hanno pensato pure dentro la sede viola, raddoppiando il “non investimento” con i risultati che vediamo.
Detto tutto questo, ribadisco il concetto per cui non è possibile immaginare di non aver battuto il Verona e il Frosinone perché non sono arrivati difensori e centrocampisti.
Cioè, sono arrivati, ma è come se non ci fossero..

Mentre uscivo dallo stadio di Frosinone ripensavo a Spalletti e alle sue dichiarazioni post eliminazione a Madrid.
Ecco, dopo aver preso due punti contro l’ultima e la penultima in classifica, riterrei opportuno adottare lo stesso atteggiamento: silenzio e a casa contriti.
Poi si può discutere sul rigore non dato a Kalinic, molto nervoso e non è un caso, o appellarsi alla sfortuna per i due legni colpiti nel finale del primo tempo, ma resta il fatto che il Frosinone il suo punticino se lo è guadagnato tutto.
Siamo mosci, senza continuità di gioco e andare meglio che contro il Verona mi pareva proprio il minimo.
E’ colpa della società e dei mancati acquisti a gennaio?
Ne ho diffusamente discusso con Bernardo nel Pentasport di fine partita: per me non è possibile che sia così, che cioè dei professionisti strapagati si blocchino perché la Fiorentina ha sciaguratamente deciso di farsi del male da sola.
Se così fosse, io li manderei tutti a casa, perché i giocatori e Sousa hanno il dovere di dare tutto fino al 15 maggio e se ne devono fregare di chi c’è o non c’è, poi si discute
Con questo parametro di giudizio cosa dovrebbero dire e fare i loro colleghi che vengono pagati un mese sì e tre no?

Per evitare il bis della passata stagione, Cagliari e Verona, bisogna giocare bene e vincere a Frosinone.
Se vogliamo parlare di clima acceso per via dell’esordio di Lezzerini all’andata o perché loro si giocano le ultime possibilità di salvezza, facciamolo pure, ma sono teorie fragili perché abbiamo avuto una settimana di tempo per preparare la gara.
E poi recuperiamo il centrocampo titolare, il resto sta tutto nelle scelte di Sousa, che dovrebbe aver capito la lezione di domenica scorsa: qui non c’è tempo per recuperare nessuno, bisogna far giocare quelli più forti e pazienza se qualcuno mugugna.
L’importante è che sia contento il popolo viola.

Ahi, pensavo si fosse colta la polemica con le improvvide dichiarazioni di Bertolaso sulla Meloni e sul fatto che deve pensare al suo futuro ruolo di mamma, come se tutte le donne che lavorano otto e più ore al giorno non potessero svolgere benissimo lo stesso ruolo.
Certo che non lascio, anche perché devo e dovrò mantenere per chissà quanto un bel po’ di persone ed anche se è uno…sporco lavoro (oh, sto scherzando ancora, so benissimo che seguire la Fiorentina è un mestiere da “invidiato” speciale), qualcuno lo deve pur fare.
Al massimo ne salterò qualcuna durante l’anno, ma qualcosa di sopportabile…
Comunque grazie per la mozione di affetto dimostrata!

Ora invece parliamo seriamente dei dati di ascolto delle radio che si occupano con diverse ore di programmazione di Fiorentina.
Sono usciti i numeri relativi all’ora media e alla provincia di Firenze e sono i seguenti: Radio Blu 37.000, Lady Radio 28.000, Radio Bruno 26.000, questi dati si riferiscono al secondo semestre 2015.
Mi sembra giusto fornire gli stessi dati relativi al primo semestre 2015, quando il gruppo del Pentasport era a Radio Blu
Radio Blu 75.000, Lady Radio 39.000, Radio Bruno 13.000.
A voi che mi seguite sul blog e (spero) ci ascoltate in radio ogni tipo di considerazione

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