Qui ci vorrebbe Gaber e una versione aggiornata di “Qualcuno era comunista”.
Io non lo sono mai stato comunista, ma ho sempre votato quel partito, tranne un inizio da radicale, e l’ho seguito nelle sue infinite e(in)voluzioni.
Da anni mi chiedo perché l’ho fatto e perché persevero ancora.
A dire il vero la risposta più convincente, si fa per dire, è quella per cui se mi guardo in giro non trovo di meglio, e allora tanto vale tenermi stretti quei concetti di solidarietà e di aiuto a chi sta peggio di me che mi porto dentro fin dall’adolescenza.
Quello che da tempo non sopporto più della sinistra è la presunta, molto presunta, superiorità morale, quel voler essere sempre dalla parte giusta, senza se e senza ma.
Noi siamo i più bravi, i più buoni, quelli dalle frasi ad effetto che fanno tanto fumo e niente arrosto, noi non sbagliamo mai, e se per caso lo facciamo è sempre per colpa degli altri.
E non è solo un vizio italiano, basta vedere cosa accade in queste ore in America: ma se avesse vinto Hilary, i repubblicani o quelli che la pensano al contrario della signora Clinton sarebbero scesi in piazza per delegittimare il voto popolare?
Non credo proprio.
In democrazia, come nella vita, le sconfitte si accettano e si riparte, ma si vede che per alcuni illuminati di sinistra questo è un concetto troppo reazionario da accettare.