Non quella di sospendere la partita, perché davvero nella zona vicino alla tribuna sembrava di essere al Motovelodromo quarant’anni fa, ai tempi delle mie gloriose partite invernali alle 8.30 della domenica mattina.
La scelta discutibile è stata quella di insistere ancora su Tello titolare, spedendo Bernardeschi in panchina.
Ora, io non so (come tutti, perché gli allenamenti non ce li fanno vedere) quali siano le reali condizioni di forma di entrambi, ma se uno viene convocato in Nazionale e l’altro faceva la riserva della riserva al Barcellona qualche piccolo dubbio sulla bontà della scelta mi viene.
Non starei a sottilizzare troppo sui 28 minuti giocati, pur concedendo agli iper-critici che poco prima della sospensione il Genoa ci aveva messo sotto e stavamo faticando parecchio ad uscire dalla nostra area, solo che le partite sono lunghe e a volte basta un episodio a far girare tutto.
E Kalinic mi sembrava nelle condizioni ideali per inventarsi qualcosa.

E’ un po’ come essere di Firenze: ti trovi in qualsiasi parte del mondo, ti annusi, ti riconosci e capisci che fai parte dello stesso mondo.
Ecco, noi delle radio siamo fatti così.
Lo sapevo già da tempo, ma ne ho avuto l’ennesima dimostrazione ieri sera, quando molto cortesemente gli amici di Controradio mi hanno invitato al piazzale Michelangelo per parlare…di me, argomento che peraltro conosco benissimo.
Con Raffale Palumbo gran cerimoniere e Gianfranco Monti (lunedì parte il suo nuovo programma alle 16 su Radio2, auguri!) il tempo è volato via a raccontare inizi, aneddoti e tutto quello che ci passava per la testa.
Avremmo potuto continuare per chissà quanto, ci siamo divertiti.
Niente steccati, rivalità quanto basta per mantenere comunque il rispetto per il lavoro degli altri, la voglia di esserci dietro un microfono, anche se non è quello tuo.
La vita a volte è veramente una questione di fortuna: da ragazzo volevo a tutti i costi scrivere sul giornale, ero complessato per via della erre moscia, non sopportavo la mia voce e avrei pensato ad uno scherzo se mi avessero detto che mi sarei guadagnato da vivere parlando in radio.
Ed invece, saltando al volo nell’ormai remoto 1977 sull’unica occasione che mi ero procacciato per farmi un po’ di spazio, ho avuto l’immensa fortuna di scoprire un mondo che insieme ai vari Palumbo, Monti, Conti, Baldini e decine di altri “amanti” delle FM abbiamo (hanno) completamente rivoluzionato dalla rigidità pre radio-libere costringendo, Mamma Rai ad imitarci in tutto e per tutto.

Quello che segue è tratto da quanto scrive Serena perché ci sono donne che preferiscono non vivere sulle spalle degli altri e hanno una propria e grande dignità.
Quello che scrive Serena mi piace particolarmente perché non ho mai sopportato chi si lamenta, i parassiti/e e chi dà sempre la colpa dei propri fallimenti a chi sta accanto
Si può lavorare andando ogni giorno in ufficio o dove sono impegnate, essere madre e far funzionare alla grande una famiglia senza sentirsi continuamente sacrificate, basta averne voglia
Chapeau

Un piccolo sfogo personale: ma quelle mamme che NON LAVORANO che dicono o postano commenti (o se lo dicono da sole) che fare la mamma e’ un ruolo impegnativo, che quanta fatica si dura, anche l’allattamento stanca tanto, ci vogliono momenti di relax e coccole con il bambino, ecc. ecc. e poi si fanno aiutare giornalmente dalle proprie mamme e suocere e aiutanti varie, di quale ruolo faticoso stanno parlando???? Io sinceramente non mi faccio aiutare da nessuno, io e mio marito siamo completamente soli a tirare su i nostri figli, NESSUNO ci ha mai dato una mano, mai. Io i figli me li porto a scuola, li riprendo, li trasporto ad allenamenti vari, gli cucino tutti i giorni e faccio almeno una lavatrice al giorno che mi stendo e mi stiro rigorosamente da sola. Per non parlare della pulizia della casa, la spesa, l’accudimento dei miei adorati cani e mi ci rientra anche il divertimento e le attivita’ sociali con i bambini. Ma queste mamme che se ne stanno un mese al mare contornate da dame di compagnia, sorelle, mamme tuttofare, suocere dal cuore d’oro e che trovano anche il tempo di leggere un libro sotto l’ombrellone, a quale tipo di ruolo “impegnativo” si stanno riferendo? Il ruolo impegnativo ce lo hanno le mamme che fanno le mamme a 360 gradi e che fanno tutto da sole. Le altre, secondo me, fanno le “comparse”, lasciando ai nonni il duro compito di allevare i marmocchi.
Ecco, sara’ probabilmente invidia la mia, ma io con queste mamme mollicce e svogliate non ci voglio avere nulla a che fare. Sono felicissima ed orgogliosissima di non dover chiedere nulla a nessuno.

Dubito che gli idioti della metropolitana di Londra che nel febbraio scorso mi invitarono ad andare nei campi di concentramento tedeschi (vista l’ignoranza, non sapevano che erano stati sigillati da oltre settanta anni) fossero al seguito della Nazionale italiana ad Haifa.
Siccome però la mamma degli imbecilli non solo è sempre incinta, ma ha pure (purtroppo) già abbondantemente partorito in passato, ecco salire agli onori della cronaca i minus habens che nello stadio israeliano fanno il saluto romano al momento dell’inno italiano.
Questi qui si fanno una trasferta piuttosto lunga e immagino costosa solo per la soddisfazione di sentirsi fascisti “in casa degli ebrei”, non conoscendo naturalmente niente di storia ed ignorando che fino alle famigerate leggi razziali molti ebrei erano purtroppo fascisti, come del resto la maggioranza degli italiani.
Ovviamente la domande nel titolo del post è retorica: questi nel cervello hanno due neuroni che funzionano a corrente alternata, ma il problema è che in giro di gente così ce n’è molta di più di quanto si possa immaginare e qui la colpa non è proprio di nessuno, se non di madre natura, in questo caso particolarmente matrigna con i genitori di tali deficienti.

A me pare che questa sosta ci stia facendo bene.
Mi sbaglierò, ma sento cominciare a defluire i veleni di un mercato piuttosto triste e crescere invece la curiosità verso giocatori che magari potrebbero essere meglio di quanto crediamo.
Lo scorso anno di questi tempi eravamo messi più o meno nello stesso modo, anche se gasati dalla vittoria contro il Milan sciupata però dalla sconfitta di Torino e, insomma, i punti in classifica erano gli stessi, così come l’umore generale.
La differenza a questo punto dovrà farla Sousa, dentro e fuori dal campo, da questa stagione si capirà se è meno un grande allenatore.

L’aspetto peggiore delle penose vignette di Charlie Hebdo è che non fanno ridere.
Peggio ancora: sono proprio brutte, neanche cattive o sarcastiche, ma proprio senza nulla di divertente
Poi c’è l’indignazione, che è sacrosanta e non ci si appelli alla libertà di pensiero o di satira, che in questo caso non c’entra niente
Una vicenda veramente triste, di cui avremmo fatto volentieri a meno

Ai miei tempi da semplice tifoso, ormai vecchi di oltre 35 anni, il giorno dopo la fine del mercato non ci pensavo più a quello che era stato e a quello che poteva essere, non mi portavo i veleni o le dolcezze della campagna acquisti-cessioni: soffrivo per la Fiorentina e stop.
Il calcio sarà pure cambiato in tutto e per tutto, ma vorrei ritrovare quello spirito, pur sapendo che adesso ho delle responsabilità e che parlo e/o mi faccio leggere da molte persone.
Se amiamo calcisticamente la Fiorentina, se ci sono andati bene Rocchigiani, Ricciarelli, Bruzzone, Bolatti e non so più nemmeno quanti altri, beh allora sarà il caso di sotterrare l’ascia di guerra e di discutere solo di calcio giocato, almeno fino a gennaio.

Ho preferito scrivere deluso e non deludente perché il giorno dopo mi si è accesa una fiammella: e se Pantaleo avesse avuto un fiuto straordinario e ci avesse portato giocatori che costando meno di cartellino e di ingaggio poi rendono di più?
Per questo ho preferito metterla sul sentimento personale, perché davvero mi aspettavo un nome che accendesse un po’ il fuoco dell’emozione e mi sarei accontentato pure di Sportiello per il semplice fatto che considero Tatarusanu non all’altezza di una squadra che abbia ambizioni di alta classifica.
E invece niente, finisce con una grande plusvalenza e con (immagino) il plauso societario a Corvino per come ha saputo vendere e non era facile.
Ma il calcio è molto di più e molto altro rispetto alle chiusure dei bilanci, alle perdite di esercizio, agli utili, agli ammortamenti e ai progetti più o meno fattibili per stadi e cittadelle.
Il calcio è qualcosa da sognare, un’emozione impalpabile che ti accompagna per giorni fino al fischio di inizio della partita, poi, a quello finale, si ricomincia.
E il calcio a Firenze è qualcosa ancora di più, perché è il senso di appartenenza di una città, anche di coloro a cui del pallone non gliene frega niente, ma questo non so se in società riusciranno mai a capirlo.
E semmai succederà, sarà sempre troppo tardi.

A quelle cifre Alonso andava venduto, non ci sono discussioni.
E qui c’è una legge del contrappasso, perché se è vero che per anni il mercato è stato fatto grazie alle plusvalenze della gestione Corvino (Nastasic, Jovetic su tutti), è ora altrettanto certo che la gestione Pradè ha lasciato ottime eredità: Badelj, Alonso, Kalinic, per non parlare di Gonzalo e Borja Valero.
Di questo però oggi ci interessa il giusto perché siamo tutti in febbrile attesa di sapere se quella montagna di soldi abilmente “estorti” al Chelsea per Alonso saranno o meno investiti.
Tra poche ore ci toglieremo la curiosità, intanto però sono preoccupato, perché qui c’è bisogno di una scossa, tecnica e ambientale.
Spero veramente che Pantaleo abbia qualche asso nella manica e sinceramente non credo che basti l’eventuale ritorno di Jovetic, che peraltro mi pare sempre più in salita.
Qui ci sono tra le altre cose oltre ventimila abbonati a cui rendere conto, un dato secondo me stratosferico se rapportato alla tristezza generale che anche per colpa di Sousa e delle sue malinconiche conferenze stampa si respira da mesi.

VI ASPETTO STASERA DALLE 20 IN POI SU RADIO BRUNO, RISPONDO ANCHE ALLE TELEFONATE, SARA’ UNA SERATA INTENSA…

E’ andato tutto bene, a cominciare dal risultato.
Ottima organizzazione, anche se il ruolo di presentatore lo avrei affidato a Gianfranco Monti, pur essendo stato Alessandro Capasso molto professionale, ma sono dettagli.
Inevitabile e vincente la scelta di far entrare per ultimo il “capitano”, bello il messaggio di Bati, sarebbe stato ancora meglio se pure Rui e Baggio avessero avuto lo stesso pensiero, ma non è dipeso certo dalla Fiorentina.
Prima della partita ho rivisto e abbracciato Toldo e Pecci: passano gli anni, ma certi rapporti resistono, non si possono definire amici, perché quelli sono pochissimi e selezionati, ma uomini con cui stai volentieri insieme sì, e non conta il loro passato da calciatori.

La vittoria ci regala tre punti e forse la consapevolezza che in porta si può anche osare, pur sapendo di rischiare qualcosa.
Dispiace per l’infortunio di Tatarusanu, ma l’atmosfera allo stadio era quella del passaggio di consegne, poi vedremo cosa deciderà Sousa.
Kalinic è sempre disperso in attacco, Tello un frullino che funziona 10 minuti su 90, Borja ancora fuori forma, meno male che Ilicic aveva la luna giusta e comunque si è vinto, il resto in questo momento conta davvero poco.

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