Alla fine, come spesso purtroppo accade nella vita, il problema sono i soldi.

Il progetto è bellissimo, la presentazione è stata di classe, la presenza di Antognoni ha dato un valore aggiunto a tutto, ma chi si offre di essere partner dei Della Valle in questa impresa da 420 milioni di euro, che diventerebbe la più grande per Firenze da decenni ad oggi?

E non è solo un problema della proverbiale ritrosia dell’imprenditoria fiorentina ad investire se non c’è un  ritorno certo e anche, magari, alla mancanza di feeling tra i Della Valle e il resto della città a livello industriale e commerciale.

Qui il problema è che temo che ci sia davvero poco interesse sull’argomento: mi sbaglierò, ma le reazioni in un certo mondo sono state molto fredde.

Ergo: o se lo fanno da soli i Della Valle, senza un euro di contributo pubblico, questo sia chiaro, o si rimane come siamo ora.

Certo, che se fosse buona la prima ipotesi, altro piazzamento Champions o grandi acquisti: entrerebbero, e per sempre, nella storia.

Devo parecchie cose a questo blog, tra cui la conoscenza di Mattia Alfano, avvocato in rapidissima ascesa e sfegatato tifoso viola.

Ad Alfano piacciono le questioni di principio: va bene la carriera, ma se c’è da buttarsi dentro in qualche giusta causa non ci pensa due volte e a titolo gratuito si infiamma nella lotta.

Stavolta è riuscito in un piccolo miracolo, perché davvero non speravo di avere giustizia di quanto accadde nel gennaio di tre anni fa.

Stavo proponendo in radio a Mario Gomez di devolvere una mensilità in beneficienza, visto che non giocava mai e continuava a scusarsi in tutti i modi.

Avrei preferito un atto concreto al posto di mille parole.

Arriva una mail indirizzata al sottoscritto: “sei il solito ebreo. Come ti permetti di dire quello che dovrebbe fare chiunque.Fatti i cazzi tuoi. Non fai altro che appicciare…”.

Da più di una decina di anni a questa parte non tollero più le offese e quando è il caso querelo, come ho fatto giusto appunto appena due settimane fa con chi, volendo fare lo spiritoso, mi  ha accustao via fecebook di essere al soldo della Fiorentina.

Mattia ha preso  in mano la vicenda e ha chiuso tutto con successo, rinunciando ad ogni compenso, e ottenendo dalla controparte un versamento in denaro, che come sempre faccio in questi casi devolvo a chi combatte per gli altri.

Nello specifico, alla LIFC della Toscana, la Lega Italiana Fibrosi Cistica che proprio in questi giorni sta lanciandoun’ottima campagna legata alle uova di Pasqua da acquistare per sostenere la ricerca di una delle malattie più invalidanti e letali che ci siano (per sostenerla e per le informazioni necessarie sull’argomento basta collegarsi al sito ufficiale www.toscanafc.it o alla pagina Facebook “LIFC Toscana onlus”).

Una grande soddisfazione, credetemi.

Dopo oltre una quarantina di anni di frequentazione con l’altra metà del cielo sono arrivato alla conclusione come per noi uomini capire le donne sia un privilegio di pochi, e ti puoi sforzare quando e quanto vuoi, ma se non hai il tocco magico proprio non ci riesci.

Questione di cromosomi, di imprinting vecchi di millenni o di chissà cos’altro.

Si possono invece comprendere le donne, essere per loro un’isola felice a cui aggrapparsi quando entrano in quelle dimensioni misteriore, lontane anni luce dal nostro modo molto concreto di pensare.

Per riuscirci il segreto è uno solo, ma di difficilissima attuazione: bisogna spostarsi un po’ più in là, lasciare sul divano un po’ del nostro egocentrismo ed ascoltare.

Con attenzione, molta attenzione, ricordandoci poi di quello che è stato detto.

Auguri a tutte le signore e signorine del blog: che questo sia solo uno dei 365 giorni in cui vi rispettiamo tutte, pur amandone una sola.

 

Prestazione decorosa, che non toglie e non aggiunge niente a questa stagione così grigia.

La formazione era coraggiosa, con l’inutile azzardo di Sanchez ancora difensore, ma siamo incappati nella peggiore giornata di Chiesa e di Kalinic, con in più il vecchio Ilicic, nel senso che per larghi tratti della gara era come se non ci fosse.

Certo, mai mi era capitato di andare a Bergamo da “provinciale”, neanche fossimo a San Siro o a Torino e su questo converrà riflettere.

Perché Della Valle avrà sbagliato molto e da qualche tempo non investe come vorremmo, Corvino non ha fatto nessuna “corvinata”, ma sarei curioso di vedere se ad allenatori invertiti, e con le stesse rose a disposizione, ci sarebbero ancora dieci punti di distacco con l’Atalanta.

Mettiamo il caso che si batta l’Atalanta, come è nelle possibilità di questa squadra, anche senza Bernardeschi.

Riusciremo a trovare un briciolo di tranquillità, di equilibrio nei commenti, di ottimismo?

Sulla carta la partita c’è tutta, non siano affatto inferiori e non abbiamo niente da perdere, tanto per tutti o quasi il campionato è andato.

Eppure…quante volte il calcio ci ha regalato storie incomprensibili e bellissime: rincorrere l’Europa può essere un’utopia, ma perché non sognare?

Ci sono versioni contrapposte: Cristina, completamente rapita dal racconto, afferma che abbia dormito per buona parte dello spettacolo, come di solito accade quando usciamo dopo cena, io rivendico invece diversi momenti di lucidità, in cui ho ammirato le grandi capacità divulgative di Vittorio Sgarbi.

Confesso di avere dei veri e propri buchi neri nel mio conoscere e l’arte è la più evidente di queste mie mancanze: ci capisco il giusto e avrei bisogno di una guida che me la facesse amare.

Ecco, se potessi, assumerei per una full immersion Sgarbi e dopo (forse) comincerei a muovermi con un briciolo di sicurezza.

Due ore e mezzo di Caravaggio, inframezzato da lazzi e frizzi sull’attualità: assolutamente affascinante nella storia dell’artista, divertente e dissacrante nelle battute sull’oggi, che si possa essere o non essere d’accordo sui concetti espressi.

E se qualche televisione lo mandasse in onda al posto del niente cosmico che spesso ci infliggono?

Noi non ce l’abbiamo più e qui conta l’allenatore, perché farsi rimontare così in due partite a distanza ravvicinata è qualcosa che sfugge ad ogni logica tecnica.

La squadra si addormenta, lascia fare all’avversari, oltre a non sapersi difendere, intendo come atteggiamento mentale.

Capisco tutte le motivazioni che portano alla continuazione di un rapporto che assomiglia sempre di più ad uno stillicicdio, ma così si danno alibi ai giocatori, che invece sono colpevoli almeno quanto il tecnico.

Dice: e Corvino?

Certo, ha delle responsabilità anche lui, ma il suo lavoro si vedrà compiutamente nella prossima stagione.

In questa ha giocato d’azzardo e ha perso.

Ha pensato che i titolari fossero ancora in grado di fare i titolari, pur non avendoli presi lui e quindi conoscendoli il giusto, e ha portato delle alternative, alcune scarse, alcune passabili.

E ha scommesso su Sousa, non so quanto convinto e/o costretto, evitando il bis del 2005, quando “licenziò” Guidolin e prese Prandelli: qui gli è mancato il fiuto, e credo che se ne stia pentendo amaramente.

Siamo un Paese cattolico, nella peggiore accezione del termine

Un Paese di moralisti, pronti spesso ad entrare in campo solo a parole, quasi mai con atti concreti

Gente che predica bene e razzola malissimo, crociati di battaglie contro la libertà degli altri (leggi divorzio e aborto), ma sempre pronti a darsi giustificazioni per i porci comodi fatti in casa propria. Non è mai colpa nostra

La coscienza va ad intermittenza: funziona per gli altri, sempre.

Per noi, quando corrisponde alle nostre voglie e ai nostri egoismi, si può anche soprassedere.

Al netto di tutto questo, oggi provo un profondo senso di vergogna nell’essere italiano: a più di otto anni dalla morte di Eluana Englaro, siamo ancora senza alcuna legge che permetta ad un essere umano consenziente di disporre della propria vita nel modo che ritiene più opportuno.

O che consenta a chi ha vicino, se lui/lei non è più in grado di farlo, di decidere quando mettere fine alla sofferenza.

Ha ragione Dj Fabo: questa Italia, e dunque tutti noi popolo di moralisti da quattro soldi, lo abbiamo tradito.

 

La Fiorentina è dei Della Valle, ma senza tifosi che Fiorentina sarebbe?

Il vero valore aggiunto è l’amore per questa squadra e lo scrive chi dalla Fiesole ha avuto pesanti contestazioni quando alcune cose non mi sono tornate, leggi per sesempio alla voce Heysel.

Ho preso, incartato e portato a casa, non cambiando mai idea.

E i tifosi, o almeno una parte di loro, hanno fatto lo stesso.

Ignorare il malumore generale porta solo a peggiorare la situazione, i tentativi fatti dalla proprietà per aprire verso chi ha sempre amato questa squadra prima che la prendessero i Della Valle (che non ne erano tifosi) sono apprezzabili, ma non bastano.

Per esempio: com’è possibile che in giornate come queste Antognoni non parli?

Andrea Della Valle deve toccare di persona cosa sta succedendo qui, perché non c’è niente di irreparabile, non rischiamo la B e magari, se Sousa smette di fare il fenomeno e/o viene licenziato, torniamo pure a rincorrere l’Europa, ma è lo stato d’animo generale che promette tempesta.

Venga  Andrea un po’ di giorni a Firenze e si consegni alla città: trarrà certamente più indicazioni di tanti report letti sul computer.

Visto che Andrea Della Valle non può esonerare se stesso e che Corvino ha provato (riuscendoci poco) a mettere delle toppe, non rimane che una soluzione: il licenziamento di Sousa.

Non mi interessano i suoi show ultimamente molto tristi in sala stampa, ma i risultati, che sono fallimentari, perché questo gruppo, per quanto impoverito dal clamoroso calo di rendimento dei senatori, vale di più di quello che vediamo.

Ci sono due punti assolutamente incomprensibili nella gestione del tecnico portoghese: Perez a San Sirro, quando eravamo in piena rincorsa per pareggiare, e l’esclusione ieri sera di Bernardeschi.

“Non aveva intensità”, ha detto a fine gara e non si sa se ridere della battuta o piangere per lo sconforto, sensazione peraltro già provata diverse volte nel recente passato.

Sousa è chiaramente in confusione e va allontanato, poi però resta la Fiorentina.

Che è nostra e soprattutto vostra per la passione, ma che è dei Della Valle come proprietà reale e qui deve partire una rivoluzione mentale perché la disaffezione verso questa proprietà  si vede, si ascolta e si legge tutti i giorni.

E’ tempo di abbandonare i sofismi sui bilanci per tornare a parlare di calcio. è per il pallone che gira che amiamo vedere le partite, non per le plus o minus valenze.

Chiudiamo il ciclo dignitosamente, magari con il sesto posto e comunque con un altro allenatore e spediamo sul fronte mediatico l’accoppiata Antognoni-Corvino, mettendo anche mano al portafoglio.

Pperchè lo slancio per il rilancio deve obbligatoriamente partire da Andrea.

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