Chi c’era negli anni settanta può (forse) capirmi: ci siamo assuefatti alla morte, abbiamo perso il conto delle vittime di Gaza, non fanno più notizia i bambini trucidati o amputati senza anestesia, i prigionieri ucraini o russi torturati

Li ricordo bene quei tempi che sembravano non finire mai, non c’erano (che benedizione) i social, si aspettava il telegiornale con la consapevolezza che ci sarebbe almeno un uomo o una donna ammazzati dal terrorismo, i gambizzati erano di serie B

Mi chiedevo nella mia brama informativa se e quando tutto sarebbe finito, immaginando che invece sarebbe durato a lungo, un po’ come noi ragazzi che stavamo crescendo pensavamo che la DC sarebbe stata eterna

E invece è scomparsa la Democrazia Cristiana e il terrorismo per fortuna è stato sconfitto, o meglio ancora si è esaurito per mancanza di adesioni, ma su quello che accade a Gaza e in Ucraina sarà durissima tornare ad una normalità, che, nel caso dei palestinesi, non potrà mai essere quella di prima

E’ vero che spesso la storia si ripete, ma i corsi e ricorsi così cari a Vico con il calcio hanno poco a che fare, perché lo sport ha regole che sfuggono a qualsiasi valutazione casistica o statistica

Capisco che sia facile, e in fondo anche giusto, ripensare al marzo del 2018 e quindi più o meno inconsciamente immaginare una botta adrenalinica che portò la Fiorentina a vincere consecutivamente sei partite, ma era tutta un’altra storia e anche altri uomini, a parte Milenkovic e Biraghi

La tragedia di Davide, uno di loro, il capitano,  è stato un pugno nello stomaco diretto, da cui ci si poteva anche non riprendere e non verrà mai ricordata abbastanza l’opera meravigliosa di Stefano Pioli, che divenne il padre di quei ragazzi smarriti

La straziante agonia di Joe Barone è diversa, non era uno di loro, ma un riferimento che non c’è più e comunque i questi casi la reazione è individuale e quindi imprevedibile

Ci vuole forza, tenacia e coesione: buon viaggio Fiorentina

Nessuno sapeva, ipotizzo, quanti anni avesse Giuseppe Barone, diventato Joe per tutti, perché quando si arrabbiava, e succedeva spesso, aveva la tempra del trentenne che si vuole affermare, mentre nelle dichiarazioni pre e post gara pareva che fosse nel calcio da decenni

In qualche modo posso dire di averlo conosciuto abbastanza bene

Non amava i giornalisti, alcuni proprio li detestava, ma evidentemente lui e Commisso avevano un’idea diversa del sottoscritto per via delle diramazioni imprenditoriali che hanno portato alla costruzione del Pentasport

Un giorno mi chiese di raccontargli com’era nato il nome e di divertì molto a sentire le varie vicissitudini capitate in oltre 45 anni di radio

Ha costruito il Viola Park e basetrà rivedere lo speciale di DAZN per comprendere l’orgoglio con cui mostrava le meraviglie di qualcosa che è veramente unico

E’ stato lui a togliere i diritti a Radio Bruno, ma è stata una scelta aziendale, che ho sempre amaramente rispettato, spostando poi tra noi l’attenzione su altri temi, rintuzzando attacchi e avendo sempre un rapporto basato sul reciproco rispetto

Facile ora parlarne bene, troppo facile: aveva i suoi difetti e i suoi pregi, come tutti noi, ma soprattutto aveva solo 58 anni.

Aveva una moglie e quattro figli, che quando l’onda mediatica si sarà fermata rimarranno disperatamente soli

Sei ore di diretta e oltre 450 messaggi mi hanno regalato una posizione privilegiata per “ascoltare” il sentimento comune legato al dramma che sta vivendo Joe Barone e la sua famiglia.

Non esiste ipocrisia nelle mozioni di affetto di tutto o quasi il popolo viola e di Firenze in particolare

Firenze è questa: rude, abrasiva, ma sincera, soprattutto nei momenti difficili

Non c’è l’insopportabile buonismo che avvolge tutto in circostanze come queste, ma la vera preoccupazione per le sorti di un uomo di 58 anni, con quattro figli e dopo viene la Fiorentina

Poi verrà il resto, cosa succederà in società, se e come Commisso reagirà a questa botta e tutto quello che impone l’incedere quotidiano

In tutti i sensi, per la qualificazione, che era prevista, ma non scontata, e anche per gli strascichi extra calcio, assolutamente prevedibili, anche se dispiace che la Fiesole non sia fuori da ogni contesa politica

E comunque ognuno pensa con la propria testa e quindi, così come quando si parla genericamente di “popolo viola” è sbagliato generalizzare, chi voleva contestare lo ha fatto senza andare oltre le parole e le bandiere

In campo è stata una partita fiacca, ma non spettava certo alla Fiorentina attizzare il fuoco e in mezzo a Roma e Atalanta era da immaginare che non ci fosse un gioco spumeggiante

Siamo ai quarti, con una certa fortuna nel sorteggio, in semifinale in Coppa Italia e non lontani da dall’Europa migliore in campionato, e siamo come l’anno scorso in pieno marzo ancora in pieno furore agonistico: non male

…sì, ma mettilo dentro, soprattutto se giochi in serie A

Con buona pace del maestro De Gregori, ci sono rigori e rigori: quelli sbagliati dalla Fiorentina sono costati nel 2024 quattro punti in classifica e la possibilità di giocare la finale di Supercoppa, un po’ troppo per non essere preoccupati

Poi c’è pure la mancata espulsione di Paredes, inspiegabile sotto ogni punto di vista, anche se non esiste la controprova che la Roma non avrebbe pareggiato in dieci

Una partita monumentale nel primo tempo e buono nella ripresa, meritavamo di vincere e siamo giustamente arrabbiati

Il calcio però è fatto di tiri in porta, compresi quelli dagli undici metri

Battuta che mi è rimasta in testa, regalatami da Alessandro Lucarelli nell’anno della B, quando gli elencavo i vari errori difensivi della squadra

Ecco, appunto, non siamo il Real Madrid, e neanche il Bayern o il Manchester City, siamo semplicemente la Fiorentina, una buona squadra, che se va bene tutto arriva quinta, e se le cose non funzionano non centra l’Europa

Con queste prospettive, che molti non hanno ben chiare, è abbastanza normale fluttuare tra prestazioni ottime contro la Lazio e scialbe come contro il Torino, o anche a Budapest, dove comunque si è visto un gran carattere

Poi si guardano i risultati e allora, pur non essendo il Real Madrid, si potrebbe anche evitare di giocare al tanto peggio tanto meglio, sempre che si metta la Fiorentina davanti alle varie antipatie verso Commisso, Barone, Pradè, Italiano, Biraghi e via andare

Appaiono e spariscono, lo strano caso dei soldi per il Franchi

Colpa mia, ma giuro di essermi applicato, come quando avevo l’interrogazione di tedesco il giorno dopo: non sono riuscito a capire se alla fine i 55 milioni aggiuntivi per il Franchi ci saranno oppure no

L’aggravante è che ho pure rapporti privilegiati con tutti gli attori in commedia e quindi chiedo, mi informo, ma non c’è niente da fare: non lo so

Voto 4 e rischio di essere rimandato a settembre

Nel frattempo, memore di diverse sanguinose ristrutturazioni di case, ho però ben chiaro che ci vorranno molti più soldi rispetto agli ormai famosi 55 milioni, ma intanto se ci fossero quelli si potrebbe cominciare a chiamare il muratore e l’elettricista

Torno a studiare e chissà che alla fine riesca a farmi un’idea un po’ più precisa

Ci avessero detto quattro punti tra Lazio e Torino avremmo firmato immediatamente, così invece rimane un sapore amarognolo, motivato da una prestazione piuttosto deludente sul piano del gioco

Si è rivista la vecchia Fiorentina, cioè quella di gennaio e quasi tutto febbraio, lenta e ripetitiva e comunque non si scappa: se non giocano da 7 almeno due tra Arthur, Nico e Bonaventura siamo una squadra banale e spesso noiosa

E ieri, per svariati motivi, tutti e tre hanno fatto il minimo sindacale, non andando oltre il 6

Se poi si aggiunge la giornata negativa di Belotti (sembrava Nzola, con un pizzico in più di cattiveria) e la dispersione tecnica di Beltran, che rimane un attaccante, ecco che non si trovano validi motivi per cui avremmo dovuto vincere, anche con un uomo in più per un tempo

Siamo lì, a metà del guado, ancora in corsa su tre fronti, ma senza sapere se abbiamo abbastanza fiato per arrivare vincenti, o almeno piazzati, al traguardo

Invito tutti a leggere l’intervista a Veronica Lario, ex signora Berlusconi, di Maria Latella, dopo di che uno dovrebbe fare il seguente esercizio mentale: dimenticarsi chi è la protagonista e porsi una domanda: come ha fatto questa povera donna a tirare avanti fino ad oggi e ad arrivare sempre alla fine del mese?

Un’eroina dei giorni nostri

L’ex first lady si è molto lamentata per essere stata privata di tutto, di aver molto sofferto, ma è riuscita lo stesso a trovare la forza per ripartire, nonostante l’età non più giovane, e adesso è addirittura un’imprenditrice

Bravissima

Nulla fa sapere però sulle vagonate di milioni di euro percepiti al momento del divorzio, compresi i 46 milioni che avrebbe dovuto restituire a Silvio e che invece le sono stati abbonati

Credo che ci sia un limite alla decenza e se è vero che ci sono fin troppi casi in cui gli ex mariti non fanno il proprio dovere di mantenimento dei figli, è altrettanto certo che ci sono (e lo so benissimo…) donne che considerano il divorzio un vitalizio, una specie di rendita su cui lucrare personalmente anche a discapito dei soldi versati per la prole

La signora Lario batte comunque tutti e tutte, da Hilary all’ex moglie di Palacios, che dopo quattro anni matrimonio si separa, ma non riesce, non si sa perché, a lavorare

Per questo motivo ha venduto i trofei del marito: poveretta, dovrà in qualche modo pagare i conti del pizzicagnolo sotto casa!

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