Appello a tutte le forze viola in campo ed in particolare a chi sta in panchina: ci sono tanti modi per dirsi addio, cerchiamo di scegliere per favore il più dignitoso, anche perché questo alla fine è un divorzio che non fa male a nessuno.

Sousa non è Prandelli, cioè un’icona per i tifosi almeno fino al 2010, e non è neanche Montella, molto meno empatico ed “emozional” del portoghese, ma certamente portatore sano di godimenti calcistici assoluti che nelle ultime due stagioni non abbiamo più visto.

Cerchiamo intanto di prolungare la rincorsa fino a quando è possibile, magari ricordandoci che proprio a Genova vedemmo una Fiorentina scintillante, una squadra che sembrava davvero da Champions.

A volte non è il lasciarsi, ma è come ci si lascia: ci vuole classe in tutto, soprattutto in quello.

Ho più di un’ora di tempo libero tra un impegno e un altro e sono in centro.

Mi viene in mente di fare qualcosa che non avevo mai nenache immaginato negli anni, forse perché troppo abituato a pensare e preoccuparmi per ogni minima sciocchezza: stacco la spina da tutto e vado a prendermi una cioccolata calda in Piazza della Repubblica.

Da solo, con l’Iphone muto e con il progetto di non fare niente, assolutamente niente.

Ed eccomi lì, seduto tra la gente come se fossi un turista, in una giornata piena di sole: fantastico.

Si allontanano nella testa i mentecatti/e con cui purtroppo la vita ti impone di interagire, sfumano i pensieri molesti e senti nascere dentro di te un senso di armonia che pare qualcosa di musicale, perfettamente intonato alla sinfonia della vita suonata insieme alle persone che ami.

Merito di Firenze, senza dubbio.

E poi dicono che non è la città più bella del mondo…

E’ per questo che nonostante tutti i tentativi presenti e futuri per rovinarlo  il calcio resta una rappresentazione giocosa della vita unica nel suo genere: adesso può davvero sucecdere di tutto.

Fantastica la sconfitta dell’Inter ieri sera: abbiamo lo scontro diretto a Firenze e magari facciamo pure saltare per la prossima stagione Pioli, che andrei a prendere di corsa a Milano.

Mettiamoci la testa e magari anche un po’ più di partecipazione, non è che si può essere sempre arrabbiati e non è nemmeno chiarissimo il destinatario di tanto livore.

Sousa? Della Valle? Cognigni? Corvino? I giocatori?

Fratelli di fede viola, abbiamo vinto le ultime tre partite, dopo aver pareggiato a Bergamo: e se ci rilassassimo un po’ pensando pure di andare a Genova?

Teniamo viva la speranza, più di così non si può fare

Siamo più che dignitosi e la gara di oggi è stata la migliore da un mese in qua

A ne piace molto questa ostinazione viola a non dare per chiusa la stagione è davvero non capisco chi non vorrebbe il sesto posto

Oggi c’è stato un Borja Valero fantastico, non ho capito bene in quale posizione abbia giocato, ma va benissimo così

Era da un po’ di tempo che a causa di mille impegni non riuscivo a ritagliarmi lo spazio per condurrre il Pentasport.

Non c’è niente da fare, non esiste confronto tra la radio e la televisione.

E’ qualcosa di magico che non si può spiegare e secondo me la grandezza di Fiorello è stata proprio quella di saper fare meravigliosmaente radio in televisione.

La radio coinvolge tutti: se riesci a creare il clima giusto l’ospite si abbandona a confidenze che mai farebbe davanti ad una telecamera o di fronte ad un block notes.

Sto pensando a Gianni Morandi che si immerge nei ricordi del suo Bologna, a Sconcerti che confessa di essersi inventato un’intervista con Pecci, a Mondonico che racconta i retroscena economici del suo rinnovo del contratto.

Ho sempre pensato e detto che voglio smettere prima di diventare la caricatura di me stesso, e lo farò, ma sarà molto dura staccarsi da quel microfono e ricordare la magia che si crea quando finisce la sigla che introduce il programma

Ho stabilito il record difficilmente battibile di permanenza di tre ore all’Ikea.

L’inizio dell’impresa non lasciava presagire niente di buono per il raggiungimento di un così strabiliante risultato: nei primi sessanta minuti infatti, oltre ai soliti tre quattro sbadigli durante la prima rampa di scale (è un riflesso automatico, non ci posso fare niente) ho rischiato un paio di volte l’abbiocco mentre avveniva la misurazione sulla carta della cucina.

Mi sembrava effettivamente di essere come quando vado al cinema o a teatro dopo aver cenato, provo a resistere una decina di minuti, poi spesso e contro la mia volontà crollo.

Lì non deve essere successo, visto che all’uscita Cristina non mi ha detto niente, probabilmente il pensiero del conto finale deve aver costruito nel mio cervello l’ultima invalicabile barriera prima di arrivare al meritato riposo.

Ho però notato che ci sono coppie in cui è l’uomo che decide cosa e come fare: trattasi di autentici eroi dei tempi moderni, maschi molto più che alfa che con sprezzo del pericolo superano qualsiasi ostacolo.

Uno ce l’avevo a tre metri di distanza ed ero sinceramente ammirato su come disqusiva di lavelli e piani cottura: un alieno, almeno per me.

Prossima tappa, il salva tempo della Coop.

Mi pare che finalmente ci sia un cambiamento nella filosofia di fondo che sottintende al rapporto con i giocatori.

A parte Kalinic e Bernardeschi, per tutti gli altri mi pare che sia la Fiorentina a decidere se e quanto chi veste oggi la maglia viola sia in grado in futuro di rappresentare città e squadra.

Ve lo ricordate Montella dopo la batosta interna col Siviglia?

Disse che se i tifosi continuavano a fischiare qualcuno poteva pure decidere di andarsene, quasi che ci facesse un piacere a stare qua.

E un po’ era vero.

Adesso invece, in vista anche di cambiamenti radicali, la situazione è molto diversa: è la società a dare le carte, anche con quelli con cui i contratti sono più a rischio, vedi Badelj e Ilicic.

Rimangono i due big, ma quella è la legge del mercato, il prezzo lo fanno domanda e offerta e sarebbe importante adeguarsi per non perderli.

Ottima mossa quella di far tornare nei posti che contano Gino Salica, gran signore e protagonista di stagioni che resteranno per sempre scolpite nella nostra memoria.

La C2 e poi la B, con la promozione conquistata in quella magica serata del giugno 2004, con Diego Della Valle buttato nella vasca dello spogliatoio viola.

Un professionista, Salica, che nulla o quasi sapeva di calcio quando venne chiamato a guidare la Fiorentina, che però si chiamava orrendamente Florentia Viola per evitare commistioni con la vecchia gestione.

Credo che non esista un giornalista e in generale un interlocutore a Firenze che non riconosca all’ex presidente qualità rarissime nel multiforme mondo pallonaro.

Bentornato dunque, sperando che davvero serva a smussare gli angoli (molti) tra i Della Valle e la città.

Sul possibile, anzi probabile scudetto delle ragazze per ora diciamo poco per non portare male, però l’impresa di oggi è di quelle importanti: se dovesse succedere, va festeggiato alla grande.

Correva l’anno 1994, Vittorio Cecchi Gori ascoltava la mia radiocronaca, come faceva il babbo Mario, non c’era la televisione e non c’erano neanche i diritti radiofonici locali, nel senso che tutti potevano trasmettere a proprio rischio e pericolo, insomma eravamo fuori dalle regole.

Un giorno arrivò una chiamata, mi passarono Vittorio che mi chiese esplicitamente per suoi misteriosi motivi di eliminare due giornalisti esterni da Radio Blu: Luca Frati, Manola Conte, più Aldo Agroppi, che proprio non sopportava.

Era la prima volta che succedeva un fatto del genere e sapevo benissimo come fossimo appesi alla benevolenza della Fiorentina che, se avesse voluto, avrebbe potuto farci smettere la radiocronaca in qualsiasi momento.

Ci pensai un’ora, decisi in completa autonomia e dissi di no: non potevo consegnare il bene più prezioso che avevamo, la libertà, in cambio della radiocronaca, che pure amavo moltissimo.

Non accadde niente, poi le pressioni (pesantissime) si ripeterono con Sconcerti ed altri ancora, e per tutti la risposta è stata una sola: nel Pentasport decido io chi interviene come opinionista, oltre a naturalmente a chi fa parte della redazione.

Qualche vendetta più o meno traversale c’è stata, ma siamo sopravvissuti, con un pizzico di presunzione direi anche abbastanza bene.

Racconto questi aneddoti per spiegarvi che mi spiace molto che non gradiate Bucchioni o non sopportiate Prizio o Brovarone o che magari troviate antipatico Sandrelli (cito a caso), ma posso solo prenderne atto e poi fare delle riflessioni a fine stagione, dettate sempre e comunque dall’unico scopo del mio lavoro: creare una squadra che funzioni e costruire una trasmissione che sia la più ascoltabile e gradevole possibile.

A volte ci riesco, a volte no, ma queste sono le incertezze del mestiere

Tutti noi che combattiamo ogni giorno per portare a casa il guadagno che permette ai nostri figli (e qualche volta pure all’ex coniuge che vive sulle spalle di chi lavora) di vivere decorosamente, vorremmo incontrare almeno una volta nella vita i cinesi del Milan.

Gente fantastica, che versa senza troppi problemi 200 milioni di euro per comprare il 40% della società, ma che poi fatica a trovare i restanti 320 milioni per chiudere l’affare.

Mi accontenterei di molto meno: per esempio se qualcuno mi facesse il piacere di comprare la mia casa diciamo a 300mila euro, me ne dà 80.000 al compromesso, ma poi non riesce a perfezionare l’acquisto perché, guarda caso, gli mancano 220.000 euro.

Io mi tengo la casa e gli 80.000 euro, così come pare che Berlusconi si possa tenere i 200 milioni, che gli farebbero pure comodo, viste le recenti spese per Olgettine e similari.

E’ talmente tutto così bello (per Berlusconi, a me purtroppo non è mai successo), che mi pare troppo bello per essere vero.

 

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