Siamo in piena confusione mentale, nonostante lo scudetto delle ragazze e un punto guadagnato sulle milanesi.

Giochiamo una partita dignitosa, baciata dal colpo di fortuna dell’infortunio di Badelj che ha rimesso dentro Bernardeschi, meritiamo il pareggio e potremmo pure respirare un po’, rilassarci.

E invece no, ci facciamo del male da soli con l’esultanza diciamo un po’ sopra le righe di Bernardeschi e con le dichiarazioni “dolorose” di ADV .

Premesso che l’universo viola è talmente frastagliato che ci vorrebbe Piero Angela con una puntata di Quark per illuminarlo, e forse non basterebbe, cosa avrebbero dovuto fare a Sassuolo i tifosi, molti dei quali magari avevano pure assistito allo scempio di Palermo?

Dare la medaglia a tutti, dal presidente ai giocatori, passando per il fantastico tecnico portoghese che avendo in rosa le controfigure di Messi e Ronaldo in Sicilia tiene giustamente Bernardeschi ad ammuffire per 90 minuti?

Per me i Della Valle hanno più meriti che colpe e rimangono la migliore soluzione possibile, ma devono capire, soprattutto Andrea, che non basta la passione ed aver speso (in passato) tanto per guidare una squadra così importante come la Fiorentina ed avere l’applauso di chi ti sta intorno.

Fa parte degli incerti del mestiere: se i risultati non arrivano, se giochi gare indegne della maglia che indossi, ti becchi i fischi e tutto il contorno, da digerire almeno quando non supera certi limiti e sfocia nella violenza fisica e verbale.

Ti becchi i fischi e il resto se non hai un chiaro progetto di comunicazione con la gente e procedi a strattoni.

E’ il calcio, bellezza.

E dopo quindici anni dovrebbe essere ormai chiaro a tutti.

Una decina di anni fa, quando ancora giocavo a calcio e mi divertivo tantissimo, organizzammo una partita tra giornalisti e la squadra femminile di Firenze che navigava nei bassifondi della serie A.

Cominciammo con una certa supponenza ed andammo immediatamente sotto di due gol, poi provammo a metterla sul piano fisico tanto, in certi momenti pure troppo, tanto da farmi rimproverare da Valentina e Camilla che seguivano la partita in panchina.

Niente da fare: non solo prendevano senza problemi le botte, ma le restituivano pure e con molto più mestiere.

Perdemmo inevitabilmente 7 a 3 e da quel giorno ho rivisto certi miei meccanismi mentali discretamente maschilisti che mi portavano a considerare il calcio femminile una sotto specie di sport: è un’altra cosa rispetto ai maschi, ma ha un suo indubitabile valore tecnico.

Oggi festeggiamo finalmente uno scudetto a Firenze, il primo dei Della Valle, che hanno avuto il merito di investire qualcosa come più o meno un milione di euro l’anno per qualcosa che certamente non regala visibilità.

Ma oggi la copertina è tutta loro, delle ragazze e di Fattori, e anche di Vergine e Mencucci e di tutti coloro che hanno spinto per arrivare una volta tanto primi

Non è facile arginare la furia dialettica di Pantaleo Corvino quando parla di Fiorentina, difendendo squadra, proprietà, giocatori e perfino Sousa, molto poco amato, ma pur sempre il suo allenatore.

Nella lunga intervista di ieri mi ha ripetuto non so quante volte che la stagione non è  stata fallimentare e ha ragione: abbiamo visto ben di peggio e in termini numerici, cioè di punti in classifica, siamo quasi in linea con le stagioni di Montella molto più celebrato.

Ma il non fallimentare non vuol dire buono e questo Corvino lo sa benissimo, così come sa che alla fine è stato un errore fidarsi dei titolari che avevano portato la Fiorentina in testa alla classifica nel girone di andata del campionato scorso.

Direi che grigia, con sfumature di rosa (Juve, Roma, Inter) e nero (Palermo, Empoli, Crotone al Franchi) sia la definizione più corretta, ma questo Pantaleo non lo certificherà mai.

E se arriviamo sotto il sesto posto, il voto è 5, senza se e senza ma.

 

Magari potesse giocare ancora!

Il fatto è che in società ora ci sarebbe l’unico essere umano al mondo capace di unire i fiorentini, esercizio peraltro impossibile per tutti, come dimostrato da Dante in poi, però lo tengono in naftalina.

Scusate cari plenipotenziari viola, non è che ci voglia un plurilaureato in marketing e comunicazione per capirlo: i tifosi (attenzione, tifosi e non clienti) dopo un disastro come quello di Palermo e a stagione ormai finita avrebbero bisogno di capire cosa sta succedendo e cosa succederà.

E allora vi riunite, magari in call conference con le Marche, passate ore ed ore a pensare a quale potrebbe essere la strada da seguire e poi mandate Salica, altro gran personaggio tenuto misteriosamente nello sgabuzzino mediatico, e Antognoni a comunicare urbi et orbi i primi prossimi passi.

I primi eh, non tutto il vostro piano d’azione, ammesso che ce ne sia uno, ma credo che Corvino ci stia lavorando.

E se vi sembra che una cosa del genere crei qualche confusione sui ruoli, mandate Salica e soprattutto Antognoni, che a Palermo c’era, però in silenzio, ad affiancare Andrea Della Valle o Cognini in conferenza stampa urbi et orbi.

Ma muovetevi, “dite finalmente qualcosa di viola”

Per una volta, che non sarà forse l’ultima, ma che è certamente qualcosa di strano per me, consentitemi di essere incoerente, perché il calcio è materia strana e a volte ci si fa prendere la mano dalle emozioni

Dopo aver scritto e detto che su Sousa abbiamo esagerato, ho chiesto a caldo il suo esonero dopo lo scempio di ieri a Palermo e oggi, a freddo, confermo tutto: va cacciato, e la squadra portata in ritiro

Il fatto è che ci sono le partite in mezzo ai miei e ai vostri ragionamenti, in questo caso c’è stata “la” partita

90 minuti vergognosi che derubricano la stagione viola da scarsa e opaca a proprio brutta e che mi hanno fatto infuriare, certamente più da tifoso che da giornalista

E comunque, anche da giornalista, ribadisco che non è ammissibile che la Fiorentina si faccia prendere in giro da Sousa: il licenziamento ad un mese dalla fine non è niente economicamente e rappresenta invece un colpo di reni sul piano della dignità societaria

Non si può perdere così, non si può mettere quella formazione, non si possono fare quei cambi

Per questo chiedo appello alla vostra corte e per una volta mi arrogo il diritto di essere incoerente, ringraziandovi per la comprensione

Vi aspetto stasera al Pentasport, ci saremo anche alle 13, nonostante il primo maggio

E senza alcuna giustificazione

Ci sarebbero solo due cose da fare: allontanare Sousa, abolire il giorno di riposo e andare in ritiro anticipato da mercoledì

Non farlo significa essere colpevoli allo stesso modo di allenatore e giocatori

A Crotone e Pescara abbiamo vinto con una discreta dose del fattore C. e quindi la partita di domani va affrontata ricordandoci proprio di quei due successi afferrati all’ultimo tuffo.

Oltretutto il Crotone ci ha portato via un punto al Franchi e insomma non è che in questo campionato siamo stati così spumeggianti contro le ultime tre della classifica.

Non sarò a Palermo e mi dispiace, ma quest’anno è andata così: è una piazza particolare, che sta vivendo una crisi molto acuta e alla fine non è detto che non rimpiangano il tanto contestato Zamparini.

Comunque sia, dobbiamo vincere e a questo punto non importa neanche il come, però se magari Babacar la mette un’altra volta dentro e va in doppia cifra, dimostrando finalmente un po’ di continuità, questo potrebbe essere uno spunto in più per la Fiorentina che verrà

 

Ci sono momenti magici in cui ti guardi indietro e vedi tutto piuttosto lontano

Affanni, torti, piccoli e grandi squallori quotidiani: tutto sembra distante di fronte all’equilibrio che senti di aver finalmente raggiunto in armonia con ciò e con chi ritieni veramente importante nella tua vita

Non dovrebbe durare un giorno, ma tutti i giorni

Capisco che non sia affatto facile, però ci si può provare

Quanto siete arrabbiati con la Fiorentina?

E perché?

Si attendono risposte intelligenti, grazie

Partita folle e divertente: 14 tiri in porta e 9 gol, più un rigore sbagliato, neanche fossimo al vecchio “chi buca entra”, e chi non è più giovanissimo sa di cosa parlo.

E’ stata la serata di Babacar, di Vecino  e di Bernardeschi.

Sì, anche di Bernardeschi, perché considero le sue scuse all’uscita dal campo la certificazione dell’intelligenza del ragazzo, quel suo essere fuori dallo stereotipo del calciatore tipo che lascia ben sperare in vista di un rinnovo contrattuale.

E poi dobbiamo darci tutti una regolata su Sousa, perché a me i capri espiatori non sono mai piaciuti e sul tecnico portoghese si sta esagerando.

Mihajlovic, tanto per dirne uno, ha fatto peggio di lui a Firenze senza vivere però questo astio, questa rabbia a volte ingiustificata.

Abbiamo un rancore dentro che non capisco e non ci va bene niente di quello che fa: se anche la Fiorentina vince, molti sono infuriati con lui a prescindere.

Per la formazione iniziale, per i cambi, perché sta sempre seduto in panchina, perché toglie Bernardeschi, per tutto.

A me non sono piaciuti diversi suoi atteggiamenti sul campo e fuori, e forse ho esagerato anch’io a volte, però se batti l’Inter in questo modo pazzo e per me appagante, se tutto sommato hai ancora una minima, risicata speranza di arrivare in Europa, forse qualche merito ce l’avrà anche lui o no?

Oppure ne facciamo un secondo Cognigni?

Nel senso che se la Fiorentina vince il merito è di Kalinic, Borja Valero, Bernardeschi o chi volete voi, ma se perde state tranquilli che la colpa è di Cognigni (o Della Valle, ma meno, perché ci sta più simpatico), tornando sempre e soltanto alla mistificazioni delle affermazioni del presidente esecutivo (non vogliamo andare in Champions, non ci interessa vincere la Coppa Italia, cose mai dette, ecc), alla sua presenza nefasta tra noi, al suo essere contro il popolo viola, come se decidesse in autonomia senza consultare la proprietà.

Insomma, il famoso uomo nero.

Ci manca l’equilibrio e quello, come il famoso amalgama, non si compra da nessuna parte.

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